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Sulla SS 640 tra Porto Empedocle ed Agrigento, a pochi metri dalle frane che rischiano di farla crollare, c’è un viadotto che versa in gravi condizioni.
Secondo l’ANAS non ci sono problemi strutturali (diceva anche così per il ponte Morandi, poi chiuso in fretta e furia e per il quale oggi servono 30 milioni di euro per essere riaperto).
I cittadini vogliono sapere se questo ponte è sicuro e chi ha effettuato questi osceni lavori di “consolidamento” che fanno venire i brividi!

Ecco il video:

Ha agito incappucciato e, a quanto pare, ha raggiunto la statua salendo dalla campagna, curandosi di non arrivare dalla strada per evitare l’occhio di altre telecamere. Ha prima buttato a terra la statua e dopo si è accanito a distruggere la testa raffigurante il Cristo. Avrebbe agito, dunque, con lucidità nel porre in essere l’atto sacrilego che ha mortificato la collettività favarese, credente o non credente, evitando di percorrere la strada, proprio perché sapeva benissimo della presenza della video sorveglianza.

Oltre a quella, infatti, puntata sulla statua andata distrutta, ci sono altre telecamere lungo la strada che hanno registrato le immagini di chi in quella precisa ora è passato dal luogo.

E’ chiaro che tutti desiderano dare un nome e un cognome al pericoloso individuo. Non è escluso, a tal proposito, che le immagini riprese dalla telecamera possano essere diffuse dai Carabinieri per arrivare prima possibile, con la collaborazione di tutti, a scoprire l’autore di questi vergognosi atti.

“Sono amareggiato, deluso, ma non spaventato, perché la riporteremo di nuovo in piedi”. È questo il commento dello scultore della statua di Gesù collocata in viale Stati Uniti, a Favara, danneggiata questa notte da un uomo incappucciato.

Alba ha già prelevato quel che resta della statua portando i pezzi nel suo laboratorio. Cercherà dunque di ricomporla.

“Non è cosa semplice –ci dice Giuseppe Alba- ma ci proveremo. Ogni pezzo d’arte è sempre una creatura dell’artista”.

 

Il video dell’insano gesto che in questo momento gli inquirenti stanno analizzando cercando di arrivare al colpevole

 

Nel pomeriggio di ieri, nella sede della Prefettura, il Sindaco Calogero Firetto, l’Assessore Elisa Maria Virone, il Questore Maurizio Auriemma ed il Prefetto Dario Caputo hanno incontrato una rappresentanza degli esercenti le attività di vendita ambulante di generi alimentari di San Leone.

La riunione è stata finalizzata al raggiungimento di una soluzione condivisa rispetto alle opzioni offerte in proposito dal Comune di Agrigento. In particolare, l’Amministrazione comunale ha ribadito la disponibilità a ricevere in gestione dal Demanio l’area dell’ex eliporto, dove poter autorizzare, secondo il Regolamento comunale vigente, fino a centoventi giorni continuativi di esercizio.

I Rappresentanti del Comune hanno sottolineato la particolare valenza della scelta di tale area, per la quale il Comune stesso concorrerà al miglioramento generale anche in termini di attrattività  e di proposizione di nuove iniziative coordinate. Sarà inoltre consentito l’uso degli spazi attualmente occupati all’ingresso del Lungomare Falcone e Borsellino – Lato Est. I Commercianti, dal canto loro, hanno proposto la possibilità di contattare l’Agenzia del Demanio per valutare l’eventuale assegnazione anche dell’area contigua alle attuali giostre per bambini ed hanno espresso il loro impegno ad assicurare l’uso degli spazi in conformità a tutte le normative di settore, evitando la collocazione di tavoli, sedie, frigoriferi etc.. Hanno altresì confermato l’osservanza delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti e smaltimento degli olii.

Il TAR Palermo, Sezione Seconda, con sentenza n. 799/2019, Presidente Dr. Di Paola, relatore primo refendario il Dr. F. Mulieri, ha rigettato il ricorso principale e quello per motivi aggiunti n. 1828/2015, proposto da una Cooperativa, difesa dagli Avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, avverso l’ordinanza n. 52 del 20/3/2015, con la quale il Comune di Agrigento ordinava ai proprietari del fabbricato eseguito dalla predetta Cooperativa l’interdizione dei locali che lo componevano, la redazione di una apposita perizia geologica, nonché la “realizzazione delle opere (palificazione, regolamentazione delle acque meteoriche, forestazione, opere di ingegneria naturalistica e/o altro)” per la definitiva messa in sicurezza delle abitazioni coinvolte a carico delle ditte proprietarie, ciascuna per la parte di competenza.

Il provvedimento era stato posto in essere a seguito di movimenti franosi intensificatisi anche a causa della omissione di alcune opere che – come ritenuto dal Comune procedente – la Cooperativa aveva l’obbligo di provvedere per ilcontenimento di terreno a protezione della limitrofa Via, sulla quale insisteva il fabbricato”.

I proprietari degli appartamenti della Cooperativa impugnavano il detto provvedimento per omesso avviso dell’avvio del procedimento asserendo la violazione dell’art. 10 bis della L. 241/1990 e, nel merito, contestavano che nessun altro onere poteva essere ritenuto a carico della Cooperativa, oltre quello degli oneri di urbanizzazione prescritti nella concessione edilizia e che, comunque, ogni ulteriore obbligazione sarebbe stata prescritta.

La Cooperativa imputava, inoltre, la causa di tale evento franoso alla esecuzione di due manufatti che a monte della zona interessata, erano stati eseguiti dalla Ditta costruttrice con concessione edilizia n. 49 del 2004.

Si costituiva in giudizio quest’ultima ditta, difesadall’Avv. Gaetano Caponnetto, il quale contestava il preteso addebito della Cooperativa, puntualizzando, con l’ausilio della consulenza tecnica dell’Ing. Vassallo, l’assoluta infondatezza delle deduzioni della Cooperativa, dimostrando, altresì, con articolata memoria che le opere compiute dalla ditta costruttrice erano assolutamente conformi alle prescrizioni esecutive della concessione edilizia, e che la Cooperativa avrebbe dovuto osservare, nella realizzazione del fabbricato le regole proprie del piano particolareggiato ed eseguire le necessarie opere di contenimento, specificatamente imposte, ed invece inattuate.

Nei confronti del Comune, con ricorso per motivi aggiunti, la Cooperativa chiedeva che il TAR accertasse l’obbligo in capo all’Amministrazione resistente di accettare le opere di urbanizzazione realizzate ma contestate dal Comune e la condanna della stessa Amministrazione resistente alla realizzazione delle residue opere murarie a protezione della limitrofa Via.

Il TAR ha rigettato le censure dedotte dai difensori della Cooperativa, avvocati Rubino e Valenza, statuendo la legittimità del provvedimento del Comune di Agrigento col quale si ordinava di rimuovere lo stato di pericolo cagionato dalla omessa attività della Cooperativa, e l’eccezione procedurale dell’asserito obbligo dell’avviso dell’avvio del procedimento non applicabile alla fattispecie ex art. 7 L. 241/1990, confermando così nel merito la legittimità del proprio provvedimento.

Sette interminabili mesi sono ormai trascorsi da quel 12 Agosto quando Gessica Lattuca scomparve da Favara.

Dopo i racconti dell’ormai ex supertestimone e dopo aver appurato che dentro i due loculi nel cimitero di Piana Traversa tutto era perfettamente in ordine togliendo, quindi, il dubbio che il cadavere di Gessica poteva trovarsi li grazie all’intervento dei periti e degli inquirenti che dopo l’estumulazione hanno dichiarato esito negativo. Di Gessica nessuna traccia.

E allora si ricomincia. Si riparte da zero.

Si ricomincia a ripercorrere le varie piste che ormai sembrano essere legate alla scomparsa della donna e proprio tra le tante piste si inizia da quella dei ricatti, delle estorsioni che, si dice, venivano fatte da Gessica insieme ad altre tre persone di cui due ragazze per via di un video a sfondo sessuale che probabilmente vedeva protagoniste le ragazze stesse.

Naturalmente, tutto sempre al vaglio degli inquirenti, si continua a battere pugno cercando di venire a capo di questa triste e sconcertante vicenda. Ricominciano , quindi, gli interrogatori che nel reparto investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Agrigento avente sede a Villaseta,  sono state ascoltate due ragazze ed un ragazzo che risultano essere persone informate sui fatti ma non iscritte nel registro degli indagati, sempre in merito alle estorsioni che pare siano state praticate verso due uomini di Favara.

Un cinquantenne impiegato e un sessantenne, entrambi sposati e con prole, pare siano stati vittime dei ricatti e sembrano aver subìto numerose pressioni con richiesta di denaro, da parte delle donne, affinchè non venissero divulgati in rete i video hard o, addirittura, mostrati alle consorti dove gli stessi venivano immortalati in situazioni che sottolineano palpeggiamenti e avances. I due uomini hanno, così, denunciato il fatto.

Le vittime vennero fuori solo quando i militari dell’arma controllavano i tabulati telefonici dove si vedevano far parte numerose persone intorno a Gessica, il tutto accompagnato anche da vari messaggi che possono risultare sospetti.

Si ha notizia di un altro ragazzo, favarese, risentito nei giorni scorsi nella Tenenza di Favara, in merito alla fornitura di sostanze stupefacenti che veniva usata nel giro di prostituzione dove pare fosse coinvolta anche Gessica.

La speranza di poter risolvere il caso di Gessica Lattuca esiste ancora. Si attende il giusto momento per far completa luce tra le tante ombre che si sono disseminate durante questi mesi durante la scomparsa della ragazza.

Anche quest’anno, a Ravanusa, grandi festeggiamenti in onore di San Giuseppe, uno dei santi più venerati nel comune agrigentino. La festa che si celebra in suo onore è molto suggestiva e fa parte delle tradizioni popolari di Ravanusa. I fedeli che hanno ricevuto una grazia particolare per intercessione del Santo allestiscono “la tavola”: si tratta di una esposizione di prodotti tipici locali, frutta, dolci, torte di varie forme e gusti, pani dalle forme più svariate, piatti preparati per l’occasione e bottiglie di vino, il tutto disposto su tavole riccamente ornate con tovaglie ricamante, statue raffiguranti i personaggi della Sacra Famiglia, lumi antichi, cesti di vimini, vasi e altri ornamenti. Oltre alle tavole alcune famiglie allestiscono delle cappelle, riproducono la grotta dove trovò alloggiò la Sacra Famiglia e preparano la recita che rievoca la persecuzione di Erode e la fuga in Egitto con i vari personaggi in costume: S. Giuseppe, la Madonna, Gesù Bambino, due Angeli e il portinaio.

Anche quest’anno sono state allestite diverse tavole (da privati e da varie associazioni locali) che sono state visitate, come da tradizione, da una moltitudine di persone uno o due giorni prima del giorno di San Giuseppe. Fra le altre, quella preparata dal CIF, con la partecipazione dei ragazzi disabili, e quella preparata, in un locale sito lungo il Corso della Repubblica, dal Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia. L’associazione laicale e femminile, nata a Roma nel 1937 quale “Opera” dipendente dall’Unione Donne di Azione Cattolica, e riconosciuta dall’Autorità Ecclesiastica nel 1973, è sorta a Ravanusa 26 anni fa grazie al compianto padre Lana. La prima presidente fu Gina Noto Termini mentre attualmente la presidente del movimento di Ravanusa è Lilla Aronica. Sono stati esposti diversi prodotti destinati alla beneficenza (pasta, latte, riso, biscotti e quant’altro) disposti su una tavola coperta da un elegante tappeto e ornata da arance e limoni. In un angolo, inoltre, un quadro rappresentante il Santo, l’esposizione delle sue vesti e la scritta “W S. G.” (Viva San Giuseppe) creata con il pane.

Diverse, quest’anno, le manifestazioni collaterali organizzate in concomitanza della ricorrenza. Di rilevante importanza è stata la “Giornata della Testimonianza” in collaborazione con il Convegno di cultura Maria Cristina di Savoia che ha visto come madrina d’eccezione Claudia Koll. L’attrice, giorno 16 in mattinata, ha incontrato gli studenti del Liceo “Giudici Saetta e Livatino” mentre nel pomeriggio ha partecipato alla Santa Messa in onore di San Giuseppe portando la sua testimonianza. Negli anni 2000, infatti, alcune situazioni personali l’hanno portata ad avvicinarsi alla fede cattolica. In questo percorso hanno avuto un ruolo importante le letture d’infanzia della mistica carmelitana Teresa di Lisieux che le hanno suggerito il concetto di alleggerirsi dei fardelli pesanti, dei bisogni indotti e del superfluo per vivere più pienamente la dimensione spirituale della vita. La svolta avviene durante il Giubileo del 2000, quando accompagna la sua amica e coach americana a San Pietro per passare la Porta Santa. Nel 2005 decide di fondare l’associazione ONLUS “Le opere del Padre” con lo scopo di aiutare le persone con particolari sofferenze sia fisiche che psicologiche, soprattutto in Africa. Importante è stata dunque la sua testimonianza e il suo dialogo con i giovani. Ad animare la giornata il gruppo di canti popolari “La varrinedda”.

Il giorno di San Giuseppe, 19 marzo, il paese si è svegliato con l’”alborata”; in mattinata la tradizionale processione dei Sacri personaggi è culminata nella Sacra rappresentazione della fuga in Egitto. Nel pomeriggio, dopo la Santa messa solenne animata dal Coro polifonico “San Giacomo” con la presenza delle autorità civili e militari, si è svolta la rituale processione del simulacro di San Giuseppe per le vie cittadine, animata dal Corpo Bandistico “San Michele” città di Ravanusa. In piazza inoltre luminarie e fuochi d’artificio hanno arricchito la festa.

Purtroppo la sera il mal tempo non ha reso possibile l’esibizione dei Teppisti dei Sogni, prevista in programma. “Viviamo sempre il palco con grande passione ed energia – ha dichiarato il bassista della storica band, Gino Lana – e ogni volta ci sale l’adrenalina e la voglia di dare il massimo, dal unto di vista artistico e di interazione con il pubblico. Stasera dopo aver visto tutte quelle persone in piazza, accorse per seguire il nostro concerto, ci siamo entusiasmati. Poi, di colpo, è arrivata la gelata: concerto rinviato al 30 aprile per maltempo. In effetti la pioggia è caduta, le previsioni meteo hanno indicato piovaschi abbondanti che avrebbero impedito il concerto. La scelta prudente, quindi, di rinviare lo spettacolo ci può stare. Ci scusiamo per l’inconveniente. Un caro saluto a tutte e a tutti e a presto!”. Tutto rinviato, dunque, al 30 aprile. Intanto, però, la festa di S. Giuseppe si è conclusa. Anche quest’anno, ieri come oggi, tra tanta devozione e tradizione.

Ilaria Greco

Ad Agrigento, al Consorzio Universitario, si è svolto il Welcome Day 2019, la giornata di orientamento per gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie di secondo grado. Si tratta quindi di un Open Day, che pone in vetrina l’offerta formativa e didattica del Consorzio universitario. Gli studenti in visita, infatti, hanno partecipato a conferenze di presentazione dei corsi di laurea dell’offerta formativa dell’anno accademico 2019-2020, ed hanno incontrato docenti universitari, tutor accademici e consulenti dell’orientamento.

Le interviste

Si è svegliato dal coma il meccanico agrigentino rimasto gravemente ferito in seguito ad una caduta in bicicletta avvenuta qualche settimana addietro. Le condizioni erano apparse subito gravi e, dopo l’incidente, era stato immediatamente trasportato e ricoverato presso l’ospedale Villa Sofia di Palermo.

 Adesso il 62enne meccanico in pensione con la passione per la bicicletta è uscito dal coma ma i medici non sciolgono ancora la prognosi.

Agostino, meccanico della polizia, molto conosciuto ad Agrigento, è stato sottoposto ad intervento chirurgico, peraltro perfettamente riuscito, era stato in un primo momenot ricoverato al San Giovani di Dio, poi al Sant’Elia di Caltanissetta, per poi essere portato definitivamente presso la struttura ospedaliera del capoluogo siciliano.

Sulla dinamica dell’incidente che lo ha visto coinvolto nessun dubbio. Si tratterebbe di un incidente autonomo con una brutta caduta sull’asfalto con l’uomo che avrebbe sbattuto la testa sul selciato.

Il ruolo dell’economia culturale e creativa nello sviluppo urbano e territoriale è uno dei temi che saranno sviluppati nel corso dell’evento “Una nuova Agenda europea per la Cultura e i Beni Culturali” che Anci organizza per i prossimi 5 e 6 aprile ad Agrigento. Alla due giorni parteciperanno amministratori, operatori di settore ed autorità politiche italiane e straniere. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto per il rafforzamento della governance multilivello nella formazione e attuazione delle politiche europee. “Abbiamo condiviso felicemente con Anci l’idea di far svolgere ad Agrigento questo grande evento – afferma il sindaco di Agrigento Lillo Firetto – a cui parteciperanno esponenti di altissimo livello della cultura europea e sindaci che hanno vissuto l’esperienza di un cammino di sviluppo delle proprie città attraverso la cultura e la valorizzazione dei Beni culturali.  In linea con quanto finora portato avanti dalla mia amministrazione, quest’iniziativa guarda al futuro dei giovani con estremo interesse e alla cultura come strumento di crescita. La nuova agenda per la cultura incoraggia i giovani a partecipare alla vita civica e democratica e a sfruttare la cultura come strumento di progresso socio-economico”. Nel pomeriggio del 5 aprile i lavori saranno aperti dai saluti istituzionali del sindaco Firetto, del sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando, del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e del direttore  generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Antonio Caponnetto. Concluderanno la due giorni il presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. La relazione introduttiva sarà affidata a Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci e vice presidente del Comitato delle Regioni. Interverranno anche Gaetano Armao, vice presidente della Regione Sicilia, il sindaco di Mantova e delegato Anci Cultura, Mattia Palazzi, il sindaco di Catania Salvatore Pogliese. Tra gli altri interventi quelli di Veronica Nicotra, segretario generale Anci, e dei sindaci delle Capitali europee della Cultura 2019, per Matera, Raffaello De Ruggieri, e per Plovdiv, Ivan Totev. Delle esperienze di collaborazione strutturata tra musei, beni culturali e gli altri settori della cultura e della creatività per lo sviluppo parleranno  la presidente BJCEM – Biennale giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Dora Bei  e Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino. In parallelo si svolgeranno workshop sull’azione delle città per la crescita culturale dei territori e sull’impresa culturale e il terzo settore.