Va bene liberare i cani, ma il nostro territorio cosa riserverà a questi incolpevoli animali?
Apprendiamo dalla stampa che il comune di Agrigento “ha disposto che “57 cani randagi nelle prossime ore, saranno riammessi sul territorio comunale”.
Per quanto la liberazione dei cani sia un obbligo di legge che comporterà come primo effetto un risparmio per le casse comunali, c’è il rischio reale che si aggravi la già precaria situazione igienico sanitario nel quale versa la città; anche perché non si è riuscito a contrastare seriamente il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.
La nostra attenzione, è stata richiamata anche dalle molteplici segnalazioni di diversi nostri soci. Ma le problematiche che riguardano i randagi ad Agrigento sono diverse. In molti forse non sanno che è aumentato vertiginosamente il numero di cani specie cuccioli, che vengono investiti lungo la statale 640(Agrigento – Caltanissetta) dove le piazzole di sosta sono diventate discariche abusive per ogni tipo di rifiuto, i cani ed altri animali non solo rischiano la loro vita spesso perdendola, ma mettono ad altissimo rischio anche la vita di chi percorre quelle strade.
Altro discorso a parte merita la città, A lanciare l’allarme l’11 marzo con la lettera Protocollo n. 44567, è stato il Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene Ambienti di Vita dell’ASP di Agrigento.
Ad appesantire la situazione, anche il fatto che, come riportato sempre dalla stampa alcuni giorni fa,”Un branco di randagi ha terrorizzato, per giorni, gli abitanti di viale Regione Siciliana nei pressi del Quadrivio Spinasanta”.
I cani, più di una volta secondo quanto si legge, hanno tentato di aggredire i passanti.
Ad evitare il peggio sono stati gli interventi della polizia Locale.
“Gli episodi di aggressioni purtroppo si ripropongono con cadenza quasi giornaliera, per questo i residenti della zona sono sfiniti e impauriti”.
Chi deve sollecitaRe Anas a Provvedere alla pulizie delle piazzole per prevenire gravissimi incidenti ? Sarebbe a questo punto opportuno che Ognuno faccia la propria parte, ad iniziare dal Comune per quanto di sua competenza.
A sole 24 ore dalla nostra richiesta il commissario prefettizio della Girgenti Acque S.p.A. e della Hydortecne Srl, Dott. Giuseppe Massimo Dell’Aira, ha dato seguito alla nostra istanza, incontrandoci alle ore 15:00 del 16/04/2019 presso la sede sociale della Società.
L’incontro che è durato circa un’ora e mezza ed ha avuto per oggetto le criticità societarie nella gestione e il lavoro svolto dai commissari per “ripulire” le Società, la Girgenti e la Hydortecne, dalle circostanze indicate nelle rispettive interdittive prefettizie.
Subito cordiale è stata l’accoglienza riservataci dimostrando una particolare attenzione ai malumori dell’utenza sia per le problematiche relative alla gestione in senso stretto, sia al disagio patito dagli stessi utenti per la mancanza di una ferma decisione dell’Ati la quale nonostante i ripetuti inviti a fare presto ad oggi dopo 6 mesi dall’interdittiva e dalla risoluzione, non ha ancora deciso quale sarà la forma di Gestione del SII in provincia di Agrigento. Nelle more di quest’ultima decisione, per la quale si ci è augurato che non arrivi troppo tardi, la Società va avanti con la propria gestione commissariale che vede riorganizzare il proprio piano industriale con cadenza bimestrale, nell’attesa di una definitiva decisione da parte dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Territoriale Idrico, con i quali ci conferma il Commissario, è in atto un costante confronto sulle problematiche già conosciute e su quelle che man mano si presentano, ma che di certo non possono avere una lunga e duratura programmazione.
Ieri sera a Porto Empedocle e’ successo un fatto tra il curioso e l’ incomprensibile la nave che doveva portare uomini e merci a Lampedusa alle ore 23.00 per parecchie ore è rimasta in rada al porto empedoclino per un disguido tra l’equipaggio.
In pratica l’equipaggio italiano non è riuscita a comunicare con i colleghi che parlano soprattutto l’inglese.
La capitaneria ha bloccato per alcune ore la partenza della nave,alla fine si è trovata la soluzione attraverso una nave più piccola d’appoggio che ha permesso ai passeggeri di raggiungere Lampedusa e Linosa.
Raid vandalico la scorsa notte nella villetta di piazza Progresso a Licata. Ignoti hanno preso di mira lo spazio verde da poco restituito alla collettività danneggiando quanto presente e rubando anche gli apparati idrici ed elettrici appena installati.
La villetta tornerà come nuova in poco tempo ma, dopo questo raid vandalico, emerge il “problema” della video-sorveglianza che, proprio in questa zona, non è presente.
Due persone con il viso coperto ed armati di taglierino, hanno assaltato l’ufficio postale del popolare rione “Borgalino” di Canicattì riuscendo a portar via i soldi contenuti nelle casse.
Quantificato il bottino in 60 mila euro.
Dopo il colpo, i due banditi sono fuggiti, a bordo dello scooter facendo perdere ogni traccia nonostante il tempestivo intervento di polizia e carabinieri.
Posti di blocco e perquisizioni sono attualmente in corso e contemporaneamente sono in visione i filmati delle telecamere di video sorveglianza installate nella zona.
Il sindaco di Naro, Calogero Cremona, annuncia che sono state ultimate le procedure di stabilizzazione dei 33 precari in servizio al Comune di Naro. Sono stati appena firmati i contratti a tempo indeterminato che riguardano la copertura di 2 posti di assistente sociale, 3 posti di vigile urbano, 13 posti di istruttore amministrativo, 6 posti di istruttore contabile, 9 posti di istruttore tecnico. Lo stesso Cremona commenta: “L’Amministrazione comunale, avvalendosi della nuova normativa vigente, ha concluso le procedure per la stabilizzazione dei 33 precari di categoria C e D al fine di stabilizzarli, come aveva già fatto con i 15 precari di categoria A e B. Si tratta di dipendenti che lavorano precariamente al Comune da decenni, prima impegnati in attività socialmente utili, dopo con contratto a temine più volte rinnovato e, a partire dal primo maggio, finalmente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato che corona l’aspettativa legittima della definitiva stabilità nel posto di lavoro, dopo tanti e lunghi anni in cui questi dipendenti hanno retto uffici e portato avanti procedimenti amministrativi che altrimenti non sarebbero andati avanti”.
A Palma di Montechiaro da oltre due mesi sono stati avviati dei lavori di riqualificazione del centro storico. La conclusione delle opere è attesa a giugno. Ricorrono gravi disagi. Tanti residenti e commercianti della zona hanno diffuso un intervento alla stampa e spiegano: “Le operazioni di ristrutturazione delle strade e degli impianti hanno causato la chiusura forzata e non preventivata di circa metà delle attività presenti nella zona interessata. Tutto questo perché i cantieri sarebbero stati aperti senza alcun preavviso. A tal punto che ad un’attività in particolare sarebbe stata imposta la chiusura forzata per non intralciare il lavoro degli operai. Durante le operazioni di scarificazione del manto stradale, sono stati tranciati i cavi della linea telefonica lasciando la zona senza rete fissa ed internet. In piazza Domenico Provenzani un panificio e un bar sono stati costretti ad abbassare le saracinesche in attesa che i lavori siano completati. Non sono mai state installate ringhiere e passerelle pedonali per consentire ai pedoni di raggiungere le attività e di entrare ed uscire dalle proprie abitazioni senza rischi per la propria incolumità. E paradossalmente sono state interdette al traffico strade perfettamente transitabili. A questo punto i cittadini chiedono al sindaco la convocazione di una riunione urgente per fare il punto sulla situazione. Nessuno è contrario ai lavori ma chiediamo un minimo di tutela. Nonostante tutte le rassicurazioni del caso, ad oggi ci troviamo in gravissime difficoltà. Circa 10 attività commerciali non riescono ad andare avanti e si rischia addirittura la stabilità di oltre 25 famiglie tra personale dipendente e titolari”.
Un incidente stradale nel Palermitano, lungo la provinciale 2 che collega Partinico a San Cipirello, ha provocato la morte di una donna, Giacoma Randazzo, 57 anni. L’automobile con a bordo lei, una Golf, si è scontrata, per cause in corso di accertamento da parte dei Carabinieri, con un camion Iveco. Inutile si è rivelato il tempestivo intervento dei sanitari del 118. Giacoma Randazzo, di San Giuseppe Jato, è stata seduta sul sedile posteriore dell’auto su cui hanno viaggiato altre tre donne che hanno subito lievi ferite e sono state soccorse all’ospedale Civico di Partinico. La pioggia a dirotto avrebbe contribuito a provocare il sinistro fatale.
L’Akragas Folk Dance Group, invitato dall’1 al 7 aprile in rappresentanza dell’Italia e della Sicilia, ha partecipato per la 3ª volta al “Mallorca World Folk Festival”. Il gruppo, diretto da Nino Lauretta e preparato da Fabio Gueli, allievo prediletto di Pippo Agozzino, ha riscosso grandi consensi con le sue performance.
Quello di Palma de Mallorca, ancora oggi uno dei migliori al Mondo, è un sempre stato un Festival che senza proclami o frasi ad effetto e prive di valore, si è preoccupato di portare avanti le tradizioni dei raggruppamenti folklorici che vi hanno preso parte.
La cosa che più colpisce però non è tanto il ritorno a otto anni di distanza dalla sua ultima edizione, a causa di problemi finanziari che hanno investito l’isola, ma la cerimonia di presentazione al Consell de Mallorca (il Governo dell’Isola) patrocinatore del Festival, apertasi con il ricordo, alla presenza delle figlie, della più importante personalità in ambito folklorico maiorchino, ovvero Bartomeu “Tomeu” Ensenyat(https://es.wikipedia.org/wiki/Bartomeu_Ensenyat_i_Estrany), fondatore del Festival di Folklore di Palma oltreché del primo gruppo di danza dell’isola, la cui figura è connessa con quella di Enzo Lauretta.
Dopo aver fondato e diretto per diverso tempo la “Escola de Musica i Danses de Mallorca”, che più volte è ritornata ad Agrigento vincendo anche un Tempio d’Oro, Bartomeu Ensenyat decide poi di affidarla a Gabriel Frontera Mestre, attuale presidente della scuola e organizzatore del “Mallorca World Folk Festival”, il quale non perde mai occasione di ricordarlo.
(A lui è intestato un Premio che viene consegnato durante il Festival e una Piazza inaugurata anni addietro, alla presenza dell’allora Presidente di Giuria del Festival Enzo Lauretta.)
Una vicenda che ricorda da vicino quello del Gruppo Val d’Akragas, recentemente autoproclamatosi anche “Scuola di Folklore”, e di chi,dopo averlo ricevuto in consegna temporanea dal Prof. Enzo Lauretta e dalla Sig.ra Ina Re Capriata ha invece deciso con un espediente di rifondare un altro soggetto, dimenticando chi lo aveva preceduto e fondato.
Ma del resto, la pratica del revisionismo nei confronti di chi ha operato in precedenza sembra essere ormai una consuetudine radicata dalle nostre parti come testimonia pure il Festival Internazionale di Folklore di Agrigento di cui gli amministratori locali, i funzionari e soprattutto sedicenti esperti di storia delle tradizioni popolari, ne danno per scontato la nascita nel 1954, stralciandone vergognosamente dalla storia la figura di chi lo ha pensato, ideato e realizzato, ovvero il Prof. Enzo Lauretta.
Sue sono infatti l’invenzione del Tripode dell’Amicizia e della Fiaccolata oltre che la competizione con l’assegnazione del Tempio d’oro come in una sorta di Olimpiade del Folklore, così come l’idea di trasmettere con il Festival tutti quei valori – quali l’Amicizia e la Fratellanza tra i Popoli senza distinzione di Etnia, Lingua o Religione, etc. – che costituiscono l’ossatura fondamentale dell’attuale “Mandorlo in Fiore”, di cui era privo in origine, e che gli sono valsi il riconoscimento dell’iscrizione nel registro dei beni immateriali della Regione Siciliana.
E questo ancora prima che l’Unesco stesso arrivasse a parlare di Patrimoni Materiali o Immateriali.
Strana Città insomma la nostra, che nonostante la mancanza di memoria ha goduto e gode non solo di queste ma di tante altre importanti iniziative come l’U.S. Akragas, il Premio “Efebo d’Oro”, il
Piccolo teatro pirandelliano e il Centro Nazionale di Studi Pirandelliani strettamente legate al loro fondatore e che invece parrebbero sbucate dal nulla.