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C’è un terzo indagato nella vicenda legata alla morte di Massimo Aliseo, 28enne operaio della Medical Gas Criogenici, morto in seguito allo scoppio di una bombola di ossigeno lo scorso 2 gennaio nell’azienda che si trova alla zona industriale di Agrigento.

Dopo l’amministratore della ditta ed una responsabile a finire iscritto nel registro degli indagati – con l’ipotesi di reato di omicidio colposo – è un collega di Massimo Aliseo

Intanto si è svolta ieri l’autopsia sul corpo del giovane operaio, divenuto padre per la seconda volta tre settimane prima del tragico incidente: a causare la morte di Aliseo – così emerge dall’esame svolto dal medico legale Sergio Cinque dell’Università di Palermo – è stato lo scoppio di una bombola di ossigeno che con alcuni residui metallici (non dunque il tappo che copriva la bombola) ha causato un gravissimo trauma cranico-facciale che è costata la vita all’operaio.

E’ probabile che già nelle prossime ore la salma di Massimo Aliseo venga dissequestrata e restituita ai familiari per i funerali.

Dopo le vacanze natalizie il rientro a scuola per molti studenti e insegnanti è stato abbastanza gelido.

Le caldaie, spente appunto per le vacanze, non state riattivati per tempo, e dunque giubbotti e borse d’acqua per gli studenti che hanno ritrovato le aule praticamente gelide.

Molte le segnalazioni che sono arrivate al Comune, e l’assessore alle scuole Nino Amato, ha rassicurato i genitori e quanti hanno lamentato del fatto che già da “domani salvo imprevisti gli impianti di riscaldamento saranno riattivati, e studenti e insegnanti potranno fare lezione regolarmente”.

A Favara, alcune classe del plesso scolastico San Domenico Savio hanno preferito fare lezione fuori nel cortile e scaldarsi con la luce del sole, mentre  altri invece hanno disertato le lezioni.

Ci preme da subito ringraziare l’Amministrazione del Comune di Agrigento la quale nell’incontro di oggi sulle tematiche attinenti la raccolta rifiuti nel territorio di Agrigento – Zona di FAVARA OVEST, ha voluto dare voce a tutti i residenti, sia quelli rappresentati dall’Avv. Giuseppe Fanara e dall’ex-consigliere Comunale di Favara Antonio Palumbo, oggi presenti in rappresentanza del comitato spontaneo, sia quelli iscritti alla nostra Associazione e rappresentati dall’Avv. Giuseppe Di Miceli.

Or bene, nell’incontro con l’Amministrazione Comunale di Agrigento in persona dell’Assessore al ramo dott. Nello Hamel e del Dirigente del settore Finanze, dott. Mantione, per la raccolta dei rifiuti a partire dal 2019, sono allo studio delle metodologie di raccolta che possano avviare il PORTA A PORTA anche nel territorio di Favara OVEST, che saranno definite entro il 28/02/2019 in modo che il servizio di raccolta possa partire nel migliore dei modi, già dal 01/03/2019, data quest’ultima di avvio definitivo del nuovo servizio di raccolta rifiuti recentemente bandito dalla SRR.

In merito la situazione afferente la doppia imposizione TIA/TARSU, richiesta dai Comuni di Agrigento e Favara, sembra che volga positivamente al termine. Farà da spartiacque il parere necessario da parte della SRR, su quale dei 2 Comuni sia gravato il costo del servizio di raccolta dal 2010 al 2018.

Su invito da parte del Sindaco di Agrigento, dott. Calogero Firetto, oggi presente solo per un saluto per impegni concomitanti, l’Assessore Hamel e il Dirigente Mantione, domani si recheranno presso la sede della SRR per definire la questione in modo alquanto celere.

Considerato il superiore incontro tra la SRR e il Comune di Agrigento le parti si sono aggiornate a breve tempo al fine di consentire alle amministrazioni di Agrigento e Favara di acquisire le relative attestazioni e porre fine alla questione.

Da oltre cinque anni Ance Catania porta avanti con forza l’azione di sensibilizzazione sul tema della prevenzione antisismica; da ben due anni il tavolo #CataniaSicura riunisce periodicamente i tecnici e gli specialisti che fanno parte della filiera edile per analizzare lo stato dell’arte, avanzare proposte, scuotere coscienze e diventare motore di meccanismi propositivi di prevenzione, «ma nonostante tutto – sottolinea il presidente Ance Giuseppe Piana –  fino ad oggi non siamo riusciti ad ottenere niente di concreto, neanche il più scontato e banale degli interventi: la riclassificazione del capoluogo etneo da zona sismica 2 a zona 1. L’ultima mappatura risale al 2003 e necessita di aggiornamento, frattanto le scosse avanzano e sprigionano energia, generando paura, danni, allarmismo, emergenze. Se l’epicentro del terremoto del 26 dicembre avesse colpito il centro storico di Catania, oggi di chi sarebbe la responsabilità di eventuali morti?».

L’amarezza nel constatare che la situazione rimane impantanata nell’immobilismo burocratico è generalizzata: stamattina attorno al tavolo convocato d’urgenza c’erano gli esperti dell’università, i rappresentanti di geologi, ingegneri, architetti, geometri, amministratori di condominio, assicurazioni, protezione civile, c’era la deputata regionale Gianina Cianco (M5s) – proponente di una mozione all’Ars finalizzata a modificare la categoria del rischio delle città della Sicilia Orientale – e l’assessore del comune di Acireale Carmelo Maria Grasso, che ha illustrato i disagi vissuti dai cittadini e le conseguenze causate dal sisma di Santo Stefano che «sì, ha causato dolore, sfollamenti, distruzione – continua Piana – ma fortunatamente non ha seminato morte».

La riflessione è comune: occorre intervenire sul costruito e il sisma bonus offre la possibilità di agire nella direzione della prevenzione, avviando quel lento processo di messa in sicurezza che deve assolutamente partire da questo presente incerto e rischioso.

«Lo strumento di zonizzazione che la Protezione Civile dovrebbe redigere entro i prossimi sei mesi, come appreso dalla stampa – continua Piana, a nome di tutti i presenti – è utile ma non basta. L’unico modo per ridurre il rischio sismico è quello di agire sul costruito: alcuni tra i più rilevanti incentivi fiscali concessi in questi anni – come il sismabonus per l’acquisto di alloggi antisismici derivanti da operazioni di demolizione e ricostruzione – sono infatti indirizzati solo alle aree classificate in zona sismica 1. Abbiamo toccato con mano il reale pericolo che incombe sulla nostra città, non possiamo più rimandare gli interventi di riqualificazione volti a salvaguardare il nostro patrimonio e le vite umane. Chiediamo un incontro urgente al presidente Musumeci e al direttore della Protezione Civile Calogero Foti per illustrare la nostra proposta».

Hanno partecipato al tavolo #CataniaSicura: il presidente Ance Catania Giuseppe Piana, il deputato regionale Gianina Ciancio; i consiglieri dell’Ordine regionale Geologi di Sicilia Mauro Corrao e Giovanna Pappalardo; l’assessore alle Politiche di pianificazione, Sviluppo del territorio, Edilizia privata e Rigenerazione Urbana del Comune di Acireale Carmelo Maria Grasso; il presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania Alessandro Amaro; il Consigliere dell’ordine degli Ingegneri di Catania Giuseppe Marano; il dirigente del Dipartimento regionale della Protezione Civile Giovanni Spampinato; i prof. del Dicar (Università di Catania) Ivo Caliò, Santi Cascone e Paolo La Greca; il direttore di Confindustria Catania Giovanni Grasso; il Presidente del Collegio dei geometri Paolo Nicolosi, il presidente provinciale ANACI Salvatore Mammana e Iole Nicolai per la Deloitte.

Lo scorso 2 gennaio il videoclip “U Casucavallu” di Amedeo Fusco feat Dario Adamo è stato condiviso dagli amministratori di Jazz Lounge, una pagina di levatura internazionale con un vasto pubblico proveniente da tutto il mondo che si occupa di condividere musica dei grandi nomi dello swing, jazz, funk, soul, ecc…

Il videoclip si è quindi trovato tra mostri sacri come Ray Charles e i Blues Brother, Amy Winehouse, Aretha Franklin, Louis Armstrong e tanti altri.

Un richiamo internazionale che prosegue su una scia fortunata del disco “A vita mija”, dopo il successo della commovente “Oi Mà”e del trascinante motivetto “Ciucciu di natura”.

“A vita mija” è un disco nato quasi per gioco durante una serata in Calabria, mentre Fusco cantava una canzone della tradizione orale del suo paese “A ra pizzeria”, ha annunciato che questa avrebbe fatto parte del suo disco in uscita, pur sapendo che ciò non corrispondeva alla verità. Quella bugia gli ha dato la spinta per mettere in atto un progetto che già ronzava in testa all’autore calabrese sin dall’età di dodici anni, quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della comunicazione facendo lo speaker radiofonico. Idea che è stata messa nel cassetto fino ai giorni nostri, nel frattempo Fusco si è dedicato al teatro, divenendo regista, autore e attore di teatro. Amedeo Fusco non è quindi un cantante, ma un comunicatore a tutto tondo.

Un disco eterogeneo che presenta i più disparati aspetti della vita, e quest’ultima canzone “U Casucavallu” Fusco parla dell’amicizia, del suo modo di intenderla che va aldilà di ogni aspetto negativo che a volte essa possa offrire. Come tutte le canzoni contenute in questo album è cantata in dialetto scalese, ossia di Scala Coeli, paese in provincia di Cosenza di cui è originario l’autore.

Durante questa estate è partito una tournée affiliata al disco e già sono pronte delle altre date in Italia e in Europa.

Non resta dunque che cercare su YouTube il videoclip che sta avendo cotanta risonanza. 

Con lo straordinario impegno di tanti giovani e giovanissimi joppolesi si è svolta nel pomeriggio di ieri , 6 gennaio, la tradizionale rappresentazione del “La Pastorale” a Joppolo Giancaxio.

 

Dall’antico testo di Fra Fedele Tirrito di San Biagio, “l’Emancipatione de l’Huomo operata dal Verbo” dramma in tre atti con prologo,  sono stati rappresentati a cielo aperto alcune delle scene più significative. Le scene della Nascita di Gesù Bambino, dei pastori e dei Magi sono state quelle che hanno tracciato il tema centrale del La Pastorale.

 

Il tutto si è svolto lungo le vie principale di Joppolo dalla “Chiamata di Nardu” che deve raduna il gregge e raggiunge a valle la mandra “du Patruni”, alla “rottura delle brocca” a quella del “a Lupo Lupo”. Dal Viaggio dulurusi di Maria e Giuseppe all’arrivo dei Magi.

 

Durante il tragitto le varie scene si sono svolte e si sono distinte per originalità ed improvvisazione dei tanti personaggi previsti: u Nardu, il Curatolo, i Campieri, … “u Lupu”.

 

Il personaggio del Lupo è stata una grande novità di questa edizione. Solitamente rilegato in una delle ultime scene,  il Lupo questa volta come Nardu è stato protagonista per tutto lo svolgimento della rappresentazione assicurando in modo molto divertente la sua presenza minacciosa fino alla fine quando appunto alla “Nardu ci fa a peddi”.

 

Nardu, il pastore tutto fare della situazione e  che appare sempre in balia degli eventi e di quei numerosi pastorelli che lo rincorrono continuamente,  alla fine è colui  che riesce a trovare una soluzione per alloggiare Maria e Giuseppe permettendo così la  nascita di Gesù Bambino.

 

Fondamentale ed importantissima è stata la partecipazione di un gruppo di animazione delle novene tradizionali. il suone delle zampogne anticipato da una graziosa capra giurgintana ha suggelato l’armonia della festa.

 

La Pastorale di Joppolo Giancaxio  edizione 2019 ha conosciuto una base rappresentativa molto importante che permetterà ai buoni organizzatori, tra questi il Comune e l’associazione L’IDEA con presidente Enzo Infantino,  di guardare alle prossime edizioni con tanti buoni propositi al fine di migliore il suo format e, soprattutto, riprendendo altre più scene dal copione originale di farne un prodotto promozionale turistico a tutti gli effetti.


Lontani da espressioni deviate come qualcuno pensa che sia la Pastorale di Joppolo Giancaxio è sicuramente un fatto di Cultura e di Valorizzazione delle antiche tradizioni popolari.   

La Uil di Agrigento invita il Governo regionale a far uscire l’economia siciliana dalle secche della crisi.

In attesa di capire quale impatto avrà la finanziaria nazionale, soprattutto per il Sud e la Sicilia, invitiamo già a inizio anno anche il Governo Regionale finora poco convincente a cambiare step e a concentrarsi sulle vere problematiche dei siciliani.

 

“Si deve cambiare marcia da subito, la politica regionale e il governo devono fare di più e lo possono fare se innestano la marcia giusta senza giocare a rinvii e soprattutto coinvolgendo le parti sociali.

I dati economici e occupazionali, ancora una volta non crescono, e si vuole come sempre fare cassa sulla pelle dei siciliani aumentando tasse e tagliando servizi al welfare primari.

 

Se si vuole una programmazione seria di sviluppo e di prospettiva, per la salvaguardia del territorio o la ripartenza delle opere pubbliche, si devono chiudere una serie di pagine che da troppo tempo sono impantanate da pastoie burocratiche e da risorse finanziarie che prima ci sono, poi sono ridotte e poi sono ferme al palo per errori procedurali. Nella provincia agrigentina sognavamo, dopo l’unica notizia positiva della riapertura del Palacongressi, che le strade avessero un percorso positivo, invece il report ha complicato la situazione non solo con la chiusura di altre arterie, ma per le querelle burocratiche-amministrative e giudiziarie che vedono in un imbuto la situazione delle statali Palermo-Agrigento e della ss. 640 Agrigento-Caltanissetta.

E dobbiamo ancora registrare: ritardi su ritardi per gli agricoltori, tra alluvioni e gelate, ed il rischio di default di imprenditori e quindi licenziamenti se non si sbloccheranno gli aiuti del governo nazionale,  per un settore che è fondamentale per la nostra economia territoriale.

Sulla definitiva chiusura della pagina del precariato degli enti locali, delle Asp, della regione e delle province, ci sono tutte le condizioni per potere definire positivamente il percorso, ma ci sono situazioni molto differenti da Comune a Comune che devono essere chiarite con una partecipazione dei soggetti istituzionali interessati, per intervenire dove si è rimasti indietro.

Noi non pensiamo che la risoluzione di tutti i problemi sia una finanziaria leggera, approvata a gennaio o a febbraio, ma un’azione di governo che finalmente guardi alle problematiche non più per rimandare e spostare le cose di anno in anno, ma per intervenire in maniera mirata e risolutiva.

Nessuno pensi che i siciliani possano ripartire in avanti solo con il reddito di cittadinanza  e quota 100, qui nel sud deve ripartire in blocco l’economia: agricoltura, turismo e servizi sono il nostro traino e le istituzioni devono favorire l’iniziativa privata  e giovanile, calando e assecondando le richieste di questi soggetti con aiuti veri e proficui per creare un circuito virtuoso e sano.

Perché è necessario che il cittadino sia tutelato e supportato ad esprimere le proprie capacità e lo spirito di iniziativa imprenditoriale, avendo in primis servizi e diritti che negli ultimi anni sono scemati, per la noncuranza e il presappochismo da parte di chi ha governato fuori dal mondo e slegato con il tessuto produttivo siciliano perché interessato ad altri obiettivi.”

Il Comune di Sciacca istituisce il registro DAT per la raccolta delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento sanitario, detto testamento biologico, in attuazione della legge 219/2017. È quanto rendono noto il sindaco Francesca Valenti e l’assessore ai Servizi Demografici Fabio Leonte.

Il registro DAT è stato istituito a seguito di una deliberazione di Giunta comunale che ha approvato il disciplinare per la tenuta dell’elenco delle dichiarazioni predisposto dal dirigente del I Settore Michele Todaro.

La finalità è la tutela della piena dignità delle persone e la promozione del pubblico rispetto anche in riferimento alla fase terminale della vita umana. 

“Con l’espressione ‘Dichiarazioni anticipate di trattamento’ – specifica il disciplinare – si fa riferimento a un documento contenente la manifestazione di volontà di una persona che, dotata di piena capacità, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o non desidererebbe essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato”.

Il registro DAT è tenuto presso l’Ufficio di Stato Civile, i cui locali sono nell’atrio inferiore del Palazzo Municipale. 

“La dichiarazione – dice il disciplinare – deve essere redatta per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura privata non autenticata consegnata personalmente dal disponente presso l’ufficio di Stato Civile del Comune di residenza del disponente medesimo ovvero per scrittura privata non autenticata consegnata personalmente dal disponente direttamente presso le strutture sanitarie. Il Comune di Sciacca non fornisce indicazioni sulle disposizioni che devono essere contenute nel Testamento Biologico”.

“Favara Ovest è parte integrante di Agrigento ed i loro cittadini devono godere dei medesimi servizi offerti agli altri quartieri della città capoluogo.

A dirlo sono Giorgia Iacolino, Presidente della commissione consiliare alla Salute di Agrigento e Salvatore Falzone, vice presidente del consiglio comunale di Agrigento, entrambi del Gruppo consiliare “Pensiero Libero”.

La questione rifiuti-con la pretesa irragionevole ad una doppia imposizione da parte dei comuni di Agrigento e Favara ed un servizio inadeguato che ha portato alla creazione di discariche a cielo aperto con probabili gravi conseguenze  per la salute pubblica-ripropone la marginalità in cui vivono i cittadini di Favara Ovest:carenza di servizi ed una “lontananza” dal governo della città.

Potenziare i servizi di Illuminazione, rifiuti,acqua, trasporti  ed ,ancora, tutti quelli   che servono alle famiglie di Favara Ovest, sono gli intendimenti di una sana e concreta azione politica che,però,il comune di Agrigento deve attuare, evitando di relegare Favara Ovest ad una posizione di marginalità .

Il sindaco Firetto si faccia carico-concludono Iacolino e Falzone-di restituire centralità alla questione Favara Ovest,garantendo i servizi essenziali nei confronti delle famiglie residenti, al pari di quelli che abitano le vie centrali di Agrigento, e rendendo efficiente e concreto il Servizio della raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani ed,infine,azzerando irragionevoli pretese di imposizione(a proposito della Tari) a fronte di servizi mai erogati”

Il dottor Piero Macedonio, appena dimessosi da Forza Italia e dalla carica di presidente provinciale del partito di Agrigento, interviene a seguito di quanto dichiarato dal commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, dopo le dimissioni dal partito dello stesso Macedonio, che afferma: “La risposta di Miccichè conferma la pressapochezza della sua attività. ‘Devo vedere chi è sto Macedonio’ – così si è espresso – lascia trasparire un retaggio da prepotente di quartiere che non ha superato l’adolescenza. Questo modus operandi distratto, approssimativo e tornacontista non si addice a chi occupa un ruolo di forte responsabilità. Ci vuole levatura morale, uno scrupolo per tutti e non solo per i pochi alla corte. Come ho già detto mi appello alla dignità. Ci sono fasce di popolazione che non hanno contatto con il proprio rappresentante. Miccichè è totalmente scollato dalle esigenze di migliaia di siciliani. Ricordo che la vittoria di movimenti popolari nonché le derive di intolleranza, frustrazione, xenofobia, razzismo, violenza e infelicità sociale sono ben nutrite dall’assenza della politica tra la gente. Non venga dunque a dirlo a me il signor Miccichè che viviamo in in un’epoca difficile perché io sto al fronte facendo il medico e ho il termometro di cosa sta accadendo nella mia terra. Sto a contatto con i cittadini continuamente, conosco le loro esigenze e so del malcontento che politici come lui creano”.