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Il consigliere comunale Gerlando Gibilaro con una nota fa il punto sulla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Ecco il testo:

“Il trionfalismo di qualche amministratore della città, relativo al “record della raccolta differenziata”,dovrebbe indurlo ad iscrivere tutti “record” che la differenziata ha distribuito e continua a distribuire agli agrigentini e ai turisti. L’amministratore trionfante ha l’obbligo quindi di attivare tutte le procedure tecniche e amministrative per scrivere nel libro dei guinness dei primati tutti i record che la gestione della raccolta differenziata ha prodotto sino ad oggi. Doveroso ed opportuno appare ad onor della completa intelligenza ricordare all’amministratore trionfante alcuni record:
– le gravi criticità ambientali incombenti nella città di Agrigento, rischiano di compromettere la salubrità di intere zone, determinando nocumento alla pubblica e privata salute dei cittadini,portando la città ad un serio peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie a causa dell’incapacità gestionale della differenziata, è record;
– la maggior parte dei Comuni italiani sono dotati del regolamento per la raccolta differenziata, l’aver avviato tale innovazione tecnologia,senza regolamento ha determinato lacune,criticità e incongruenze di varia natura.
Ad oggi, la raccolta avviene senza regolamento nonostante solleciti, richieste e diffide.
Anche questo è un record!
– strade, ponti, viadotti, gallerie, piazze, vicoli e spazi di qualsiasi natura sono diventate discariche a cielo aperto. Non è un record, pure questo?
– come non ricordare i vari e numerosi annunci degli amministratori trionfanti?
Domani non si ritira l’umido, domani non si ritira la plastica, domani non si ritira il vetro!
Gli agrigentini di conseguenza costretti a fare :”TRASI E NESCI A MUNNIZZA”!
Quante volte abbiamo portato fuori dalle proprie abitazioni la spazzatura per poi rientrarla?Record!
-Le file, le code e le mattinate per ricevere i mastelli? Record!

-La congruità della tariffa? Record!

Lo spazzamento e il discerbamento di tutte le vie della città? Record!

La città dei record e di Pirandello (cosi è se vi pare).

 

Sposami chiude il primo weekend con visite da capogiro! Il Salone del Matrimonio di Catania, organizzato dalla Expo di Barbara Mirabella, ha registrato una presenza di visitatori e futuri sposi entusiasti per la bellezza degli oltre 150 stand e per le eleganti sfilate che hanno presentato le novità delle collezioni sposo sposa e cerimonia nell’elegantissimo Salotto Eventi ispirato agli atelier francesi anni ‘50.
I visitatori letteralmente incantati dalla straordinaria bellezza degli stand nella seconda giornata del Salone nazionale della sposa all’insegna di consigli e nuovi trend per gli sposi e per la casa, protagonisti al Centro fieristico Le Ciminiere.
In Area Wedding Taste, l’aperitivo glamour del “Vinicolo Drink Catering”, e il magnetico e frizzante “Wedding Cake Show” la competizione che premia i pasticceri nella realizzazione della “regina “ del matrimonio . Pan di spagna pretagliato, creme al mascarpone e bagne, sono partiti da zero i pasticceri che hanno montato le torte in uno vero e proprio spettacolo handmade, all’insegna di scenografici effetti speciali, realizzando dal vivo la torta dei sogni.
Il tutto sotto l’attenta supervisione dei qualificati giurati professionisti della prestigiosa e storica associazione Duciezio, che hanno votato seguendo i criteri di :aspetto estetico, originalità, taglio ed effetto cromatico. A comporre la giuria il presidente Nuccio Daidone, il responsabile del concorso Samuele Palumbo insieme a Santo Giarrusso, Salvatore Caggeci, Serena Urzì, Nicola Consiglio, Piero Pappalardo, Peppe Leotta e Angelo Motta.
Sul podio i vincitori Valentina Romeo e Sebastiano Cavallaro per Neraci group Ristorazione, al secondo posto Franco Spadaro per Villa Ikebana Ricevimenti e al terzo Flavia Stroscio per Melania Millesi.
Accesi i riflettori anche sull’Area Eventi che ha visto in passerella la sfilata della collezione 2019 di Emozioni, Sportivo, Sensazioni, la presentazione dell’evento “Amori Obiettivi” di Francesco Dispinzieri fotografo, gli abiti magici di Luccia Alta Moda Sposa, le accattivanti acconciature di Modhair, e poi ancora la collezione sposa e cerimonia dell’atelier Lady Grazia, lo spettacolo artistico dei “Minuit a Paris” della Compagnia “Curiosi Incanti” e il “Wedding trailer” dello studio fotografico Riflessi.
Ultima tappa ieri per il Camper dell’amore che in queste settimane in collaborazione con Madisi, Matrimonio di Sicilia.com e Mi Sposo Tv, è andato in giro nelle location più romantiche della Sicilia, collezionando le storie d’amore più dolci e stravaganti, di tantissimi innamorati.
Intanto le coppie di futuri sposi possono ancora sfidare la dea bendata e vincere un intero matrimonio e molti altri preziosi premi con il “Matrimonio Perfetto” e la “Coppia Perfetta”, con un montepremi di 33.990 euro.
E’ possibile scaricare online l’invito omaggio cliccando sul seguente link http://www.sposamiexpo.it/invito-omaggio-2019/.
Da oggi fino a venerdì Sposami sarà aperta dalle 16:00 alle 20:00 e sabato e domenica dalle 10:00 alle 21:00.

Le “Iene”, popolare trasmissione di Mediaset, sono tornate ad Agrigento per occuparsi ancora una volta del caso dell’avvocatessa Francesca Picone.

Rispetto al primo “attacco”, perpetrato un paio di anni fa nei pressi dello studio della Picone, questa volta Gaetano Pecoraro è andato oltre.

Prima le telecamere delle Iene hanno immortalato i funerali di Pasquale Schembri, il pensionato di Realmonte morto qualche giorno fa e che vanta in via provvisionale un credito pecuniario da parte della Picone. Successivamente Pecoraro e la sua troupe si sono spostati a San Leone, nell’abitazione dell’avvocatessa, per come era stato annunciato qualche giorno prima dall’avvocato Salvatore Pennica, per la riscossione di un suo presunto credito. E qui sarebbe successo qualche trambusto, per come ci racconta la stessa Francesca Picone.

“Intanto – esordisce l’avvocato – è stata usata violenza privata nei miei confronti in quanto il Pecoraro si è intrufolato in una stradina privata che porta a casa mia. Stavo per uscire e per alcuni minuti mi ha impedito di accendere la macchina per andare via. Ha tenuto per un certo tempo lo sportello aperto della mia autovettura impedendomi di poter partire; il tutto mentre era intento a farmi una serie innumerevoli di domande. Non senza difficoltà e dopo qualche minuto sono riuscita a partire. Lo ribadisco, ritengo questo, un assoluto atto di violenza con privazione della libertà personale per più di dieci interminabili minuti. Ho chiesto l’intervento dei carabinieri che sono prontamente intervenuti ed ho denunciato il tutto all’Autorità Giudiziaria”.

Pare che durante questo trambusto la Picone sia stata colpita da un malore, tanto che i carabinieri presenti hanno immediatamente chiesto l’arrivo di una ambulanza per il trasporto in ospedale. L’avvocatessa nel frattempo si è ripresa ed ha rifiutato il ricovero.  

Francesca Picone ha voluto anche precisare un altro particolare che fa parte della vicenda che la vede coinvolta relativamente al risarcimento (di qualche paio di decine di migliaia di euro) che in via provvisionale dovrebbe pagare ai disabili. Dice: “Da parte del signor Schembri non ho ricevuto alcuna notifica in tal senso. Non comprendo per quale motivo dovrei risarcire qualcuno se legalmente ed in via ufficiale non ho ricevuto alcun documento”.

Sulla vicenda è intervenuto l’avvocato Pennica che ha replicato all’avvocatessa Picone: “L’avvocato Picone è stata invitata a pagare la provvisionale alla vedova Schembri con note inviate ai suoi legali, al consiglio dell’Ordine, e con notifica dell’atto di precetto. Ad oggi non è intervenuto nessun pagamento. I tentativi di farmi desistere dall’assolvimento del mandato difensivo non sortiscono nessun effetto. Io vado avanti”.

 

Un incidente che ha visto coinvolte tre automobili si è verificato questa mattina lungo la strada statale che collega Agrigento e Raffadali, proprio in prossimità della galleria Santa Lucia.

Il sinistro, secondo una prima ricostruzione, si sarebbe verificato a causa dell’asfalto reso viscido dalla pioggia che questa mattina è scesa su Agrigento. Tre i mezzi coinvolti in un tamponamento a catena che, fortunatamente, non ha fatto registrare gravi conseguenze ma soltanto un rallentamento della viabilità in quella zona.

 

 

Nuova segnaletica – interna ed esterna – all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Sarà la ditta “Ikon Segnali” ad occuparsi della posa della nuova segnaletica deliberata e approvata con provvedimento dello scorso ottobre per un costo totale di quasi 24 mila euro.

Una novità importante per chi raggiunge il nosocomio agrigentino che, ad oggi, ha una sua segnaletica ma non del tutto completa e, in ogni caso, molto confusionaria. Con le nuove tabelle – fin dall’ingresso dell’ospedale – si potranno notare le indicazioni che in maniera chiara e netta possano indirizzare nel miglior modo possibile gli utenti. 

 

L’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro ha inaugurato in Burundi una chiesa Cattolica finanziata nel 2016 dalla sua Onlus ‘Aiuti-amo il Burundi’ a Mabay. La Onlus ha finanziato oltre la chiesa un centro ricreativo per i giovani e sostiene un orfanotrofio a Bubanza.

“L’area di Mabay al confine con il Ruanda, nonostante la altissima densità demografica e di tantissimi fedeli – dichiara Monsignor Serapion che oggi svolge il suo apostolato in Burundi – era sprovvista di una chiesa e di locali per i bambini e i giovani”.

Monsignor Serapion che in passato è stato Parroco in Sicilia dice: ”Finalmente grazie alla Onlus Aiutiamo Il Burundi abbiamo una chiesa tutta nostra che abbiamo intitolato a Santa Ida”.

“Sin dal mio primo giorno in Burundi sono rimasto impressionato ed affascinato dalla intensità di partecipazione con cui questi fedeli pregano e si accostano ai sacramenti- dice Cuffaro – Sono rimasto molto perplesso nel vederli pregare e partecipare alla messa in locali fatiscenti”.

“Abbiamo pensato che fosse giusto tra le opere che stiamo finanziando e sostenendo cominciare per prima la realizzazione di una chiesa con annessi locali per la crescita e l’educazione dei bambini moltissimi dei quali orfani – dice l’ex governatore, che ha scontato una pena per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra– È stata un’emozione grandissima aver partecipato alla messa di inaugurazione della chiesa ed essermi accostato al sacramento della comunione in questa terra piena di povertà e ricca di speranza”.

“Adottare una procedura straordinaria – simile a quella scelta dal ministero dello Sviluppo economico per la ripresa dei lavori della Siracusa-Gela – e fare subentrare le imprese affidatarie e subaffidatarie nell’esecuzione degli appalti in Sicilia assegnati dall’Anas al general contractor Cmc di Ravenna, finita in concordato, al fine di garantire la prosecuzione dei cantieri e di evitare che opere di collegamento strategiche per lo sviluppo dell’Isola, come la Agrigento-Caltanissetta, la Palermo-Agrigento e la metropolitana di Catania, diventino le ennesime incompiute”.

E’ la richiesta ai governi nazionale e regionale e all’Anas del “Comitato delle imprese creditrici del Gruppo Cmc di Ravenna per le opere pubbliche in Sicilia”, costituito presso il notaio Alfredo Grasso di Caltanissetta da oltre 70 fra aziende edili e fornitori specialistici, che vantano crediti per 50 milioni di euro nei confronti del colosso delle costruzioni che non paga fatture da oltre 18 mesi.

Il Comitato ha inoltre dato mandato all’avvocato Patrizia Stallone di Palermo di agire legalmente nei confronti di Anas per il recupero indiretto di tali crediti “in quanto riteniamo l’Anas responsabile di non avere esercitato i dovuti controlli nei riguardi di Cmc, pur avendo piena contezza, attraverso gli strumenti forniti dai numerosi e stringenti protocolli di legalità sottoscritti per l’esecuzione di questi appalti, delle somme erogate a Cmc e delle fatture che questa non pagava ai subappaltatori e fornitori. Era evidente, anche a seguito delle nostre continue segnalazioni, che qualcosa non funzionava, ma Anas non è intervenuta, contribuendo così a provocare il danno nei nostri confronti”.

Il Comitato, che ha sollecitato l’intervento delle nove Prefetture dell’Isola e ha incontrato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, perché “non si possono attendere i tempi lunghi di qualsiasi procedura amministrativa, giudiziale, concorsuale o fallimentare cui potrà andare incontro il general contractor”, denuncia “una gravissima condizione finanziaria che porterà le imprese impegnate con Cmc a chiudere se non riceveranno al più presto le somme dovute, con la conseguente perdita del lavoro per circa 2mila dipendenti. Una crisi industriale due volte superiore a quella dell’ex Fiat di Termini Imerese, che richiede, pertanto, quanto meno pari attenzione e impegno da parte dei ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro, dei Trasporti e dell’Interno, del governo regionale, dei Comuni coinvolti dai cantieri e di tutte le istituzioni, compresa l’Anas, che, in sinergia fra loro, devono trovare una soluzione alle gravi inadempienze contrattuali della Cmc, per la realizzazione di importanti opere funzionali anche agli interessi nazionali e per la tutela delle imprese e dei lavoratori”.

E’ in corso, da parte degli uomini della Guardia di Finanza, l’esecuzione dell’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di di Catania su richiesta della Procura etnea nei confronti di 6 soggetti, 3 agli arresti domiciliari e 3 destinatari di misure interdittive, considerati responsabili, a vario titolo, di concorso in corruzione continuata, accesso abusivo a un sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio.
Si tratta di professionisti, tra cui due avvocati, uno dei quali un ex dirigente della Serit in pensione, e dipendenti dell’Agenzia di Riscossione Sicilia Spa delle sedi di Catania e Messina.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti, nelle prossime ore, dal procuratore di Catania Zuccaro.

 

Il tema dell’incontro riguardante la situazione finanziaria della Regione e le prospettive per quanto riguarda le scelte che sembra voglia intraprendere il Governo Nazionale che si sta interessando anche ad accentrare gli incassi delle tasse.

“La Regione siciliana – spiega Di Mauro – sta facendo una trattativa con Roma: abbiamo già ottenuto un ristoro sul concorso alla finanza pubblica riducendo il trasferimento da fare allo Stato da un milione e tre a 300mila euro, abbiamo avuto un contributo straordinario di 540milioni di euro per la viabilità provinciale e ci proponiamo di porre il tema delle conseguenze gravi che arrecherebbe alla Siciilia unorma che consente di trattenere alle Regioni le risorse versate ai cittadini, parlo di regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Questo sarebbe un grave nocumento per il Meridione, con le imprese siciliane che già patiscono maggiori costi per il trasporto”.

Ma l’incontro ha preso, poi, un’altra rotta di dibattito ovvero quello sulle accuse dirette al vicepresidente dell’Assemblea regionale, Roberto Di Mauro, ricevute dall’ex presidente di forza Italia, Piero Macedonio.

“Voglio affrontare la questione in termini politici – ha spiegato Di Mauro – c’è un’assonanza assoluta tra Patto per il Territorio e Forza Italia, dato che si tratta due facce della stessa medaglia. Hanno entrambi deciso di partecipare al governo della città di Agrigento, e credo che sia una mossa che già avevano anticipato. L’onorevole Gallo, se dovesse decidere di fare questo, mi auguro che abbia la dignità di comunicarci i motivi e le motivazioni che lo hanno spinto e, fatto questo si sancirà  una rottura delle forze politiche che sostengono il Governo Musumeci nella provincia di Agrigento”.

 

La Corte d’Appello di Palermo accogliendo l’impugnazione dell’Avv. Luigi Troja ha assolto l’empedoclino Michele Fede, carrozziere di 48 anni.
L’uomo era stato condannato dal Tribunale di Agrigento alla pena di sette mesi di reclusione perché accusato di prelevare acqua dall’impianto dei vicini per rifornire la propria Villa e riempire tra le altre cose la propria piscina.
In prima istanza il Tribunale di Agrigento condanno’ l’empedoclino, denunciato dal locale commissariato, a sette mesi di reclusione.
L’Avv. Luigi Troja propose appello sostenendo l’improcedibilita’ in quanto la querela doveva essere proposta dall’intestatario della utenza idrica dalla quale l’acqua veniva sottratta mentre nel caso di specie a fare la denuncia era stato un congiunto.
La Corte pertanto proprio per difetto della querela ha dichiarato il non luogo a procedere.