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Un’operazione antidroga condotta dalla polizia di Caltanissetta in un casolare nelle campagne di Butera ha portato al sequestro di una ventina di chilogrammi di marijuana e all’arresto di quattro romeni residenti in provincia di Agrigento accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale.

Sono Martin Marius Vasile di 27 anni, Lupan Florin Cristian di 28 anni, Lupan Ionut Alin di 22 anni, Stefan Florin di 38 anni, tutti con precedenti penali.

Sono stati sorpresi in un casolare di campagna in contrada Carrubba, mentre stoccavano e preparavano la marijuana. Nel corso dell’irruzione, eseguita dagli agenti dell’antidroga, i quattro hanno accennato a un tentativo di fuga, ma sono stati inseguiti e bloccati.

La successiva perquisizione ha portato al circa 15 chilogrammi di marijuana, già confezionata in dieci panetti da circa un chilogrammo ciascuno, tre chilogrammi ancora da imbustare, quasi un chilo d’infiorescenza destinata all’immediato confezionamento e altre buste di vario peso della stessa sostanza. Sono stati, inoltre, sequestrati una bilancia, quattro cesoie utili per la raccolta e la defogliazione della marijuana, una macchina per il confezionamento, la termosaldatura e la messa in sottovuoto della droga e diversi rotoli di sacchi di plastica necessari per procedere all’imbustamento dello stupefacente.

I Carabinieri della Tenenza di Favara hanno tratto in arresto Salvatore Vella, 66 anni, del luogo.

L’uomo è finito in manette per essersi allacciato abusivamente alla linea elettrica rifornendo in maniera fraudolenta la propria abitazione.

I Militari dell’Arma sono intervenuti dopo una segnalazione effettuata dai tecnici dell’Enel che aveva accertato una anomalia nella casa di campagna dell’uomo, in contrada Perciata.

Inizierà domattina alle 9, un’importante giornata formativa dedicata al personale dell’ospedale Barone Lombardo di Canicatti. Il responsabile della comunicazione delle imprese, Pietro Siracusa, insieme all’assessore ai rifiuti Roberto Vella e alla responsabile dell’Ufficio di Igiene Pubblica Angela Carrubba, incontreranno il personale dell’ospedale cittadino per definire quelli che sono i criteri per una corretta separazione dei rifiuti che ogni giorno si producono in grandissima quantità e che, fino a questo momento, ha fatto riscontrare molte criticità.

La riunione servirà per chiarire come vanno differenziati i rifiuti, siano essi quelli legati a materiali specifici e talvolta pericolosi che un ospedale produce giornalmente fino a quelli che provengono dagli scarti alimentari dei prodotti culinari che vengono forniti ai pazienti.

“L’incontro, spiegano le imprese, si è reso assolutamente necessario e indifferibile, a causa dei risultati che fino ad ora abbiamo riscontrato nella raccolta differenziata al Barone Lombardo dove, nei sacchi e nei cassonetti, si trovano giornalmente rifiuti non differenziati e mischiati fra loro in modo assolutamente sbagliato”.

 

Ha fatto tappa, questa mattina, ad Aragona l’iniziativa denominata “In cammino sulla Magna Via Francigena – l’invisibile diventa visibile” per sensibilizzare sulla fibromialgia, patologia non riconosciuta dal ministero della Salute ma che purtroppo affligge tantissime persone. Il paese di Aragona è stata l’ottava tappa di un lungo percorso che porterà i “camminatori” da Palermo ad Agrigento attraverso paesaggi suggestivi. In marcia anche i pazienti affetti da fibromialgia ed i loro accompagnatori. Ad Aragona il gruppo dei “camminatori” è stato, tra gli altri, accolto dal Sindaco Giuseppe Pendolino e dal presidente del Consiglio comunale, Gioacchino Volpe. Subito dopo hanno visitato la Chiesa Madre, l’annesso Museo Diocesano, la piazza Umberto I, la chiesa del Carmine e la mostra curata da Carmelo Sciortino. I “Camminatori” hanno successivamente incontrato alcuni aragonesi affetti da fibromialgia presso il ristorante “Lo Sperdicchio” dove hanno poi pranzato. 

Sirene spiegate nella tarda mattinata di oggi delle Volanti della Questura di Agrigento: i poliziotti guidati dal dirigente Francesco Sammartino sono intervenuti in seguito ad una chiamata al centralino che indicava una rissa in corso tra immigrati in via Vallicaldi, già teatro di episodi del genere nel recente passato.

 
Della presunta rissa segnalata al telefono, però, nessuna traccia.

Tuttavia gli agenti hanno comunque perlustrato la zona rinvenendo hashish e marijuana per un peso che si aggira ai sedici grammi (trenta “tocchi” già pronti per lo spaccio) e denunciato quattro immigrati.

Continua incessante l’opera di pulizia nel centro e nelle periferie di Aragona. Gli interventi di discerbamento e di decoro urbano sono stati predisposti dal sindaco Giuseppe Pendolino e dall’assessore ai Lavori pubblici, Francesco Morreale. Al lavoro il personale della ditta SEA. L’assessore Morreale afferma: “Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane interverremo anche in altre zone periferiche del paese. Tutto il territorio di Aragona sarà interessato dagli interventi di pulizia. Daremo priorità alle zone dove persistono gli istituti scolastici. La prossima settimana cominceremo con ripulire gli spazi adiacenti il plesso “Capuana” per poi intervenire in tutte le altre scuole di Aragona. Il nostro obiettivo è quello di rendere la nostra Aragona migliore sotto il profilo della vivibilità. Un’opera accurata ed approfondita di pulizia, grazie anche alla programmazione messa in campo dalla nostra amministrazione, può garantire tutto questo al paese di Aragona”. In allegato, le foto che testimoniano gli interventi di pulizia e discerbamento realizzati di recente in tantissime zone di Aragona.

Si va verso la revoca dello sciopero degli operatori ecologici a Canicattì. Le imprese Sea ed Iseda hanno ufficializzato di aver pagato gli arretrati ai lavoratori che consistevano in mezza mensilità di ottobre 2018 e nell’acconto di marzo 2019 che avevano portato Cgil, Cisl e Uil di categoria, a proclamare una giornata di astensione dal lavoro per lunedì prossimo. “Abbiamo pagato quanto dovuto ai nostri rispettivi lavoratori -spiegano gli amministratori di Sea e Isea Gianni Mirabile e Giancarlo Alongi – e non capiamo come siano uscite notizie false come quelle che sostengono che, ad oggi, dobbiamo ancora pagare cinque mensilità arretrate. Al momento dell’indizione della volontà di sciopero, in data 9 aprile, quindi quasi un mese fa, dovevamo saldare due mensilità, la quota tredicesima maturata e la maggior parte di ottobre, ma da allora ad oggi le cose sono state regolarizzate fino a ieri, quando abbiamo pagato il 50 per cento di marzo”. Si aspetta adesso che lo sciopero venga ufficialmente revocato e si consenta alla città di Canicattì di non vedere stoppata un’importantissima giornata di raccolta differenziata. E sempre nell’ambito del servizio rifiuti, per la giornata di domani, la Sea ha organizzato un turno straordinario di lavoro per ripulire il centro abitato e le periferie da tutte le discariche abusive create da incivili che non effettuando il porta a porta, abbandonano i rifiuti dove meglio credono, rendendo vano quanto fatto dalla maggior parte dei cittadini che fanno una corretta differenziata. Uomini e mezzi dell’impresa, lavoreranno dunque anche la domenica, per sopperire ai danni provocati dall’inciviltà di pochi ai danni della collettività. Le imprese si dicono infine pronte a diffidare chi di competenza ad iniziare i controlli dovuti sull’abbandono indiscriminato dei rifiuti che continua dal primo giorno di inizio della differenziata.

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti hanno acciuffato due ragazzini di 13 e di 15 anni che hanno forzato un garage e hanno rubato un ciclomotore al Viale della Vittoria. Il 13enne non è imputabile perché sotto i 14 anni. Il 15enne invece è stato denunciato alla Procura dei minorenni di Palermo per furto aggravato. La proprietaria del ciclomotore si è accorta del furto, ha telefonato al 113, la Polizia ha visionato alcuni filmati di video-sorveglianza e poi ha identificato i due ladri, italiani, ospiti di comunità d’accoglienza per minori a rischio.

 

Incredibile ma probabilmente vero. Il Comune di Agrigento pretenderebbe il pagamento della tassa sui rifiuti in zone cittadine dove il servizio della nettezza urbana non è stato mai attivato. Il Comitato Tari di Modaccamo-Cattà, composto da cittadini residenti nel Comune di Raffadali e proprietari di terreni e fabbricati siti nel territorio del Comune di Agrigento, e, in particolare, nelle contrade Modaccamo , Cattà, Pietra Rossa, Busunè, e Grotticelle, ha chiesto un incontro con il Prefetto di Agrigento perché alcune centinaia di famiglie da alcuni anni sono destinatarie di avvisi di accertamento da parte del Comune di Agrigento per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti relativa agli immobili siti nelle stesse contrade. Si tratta di zone in cui il Comune di Agrigento non ha mai attivato il servizio di raccolta dei rifiuti . E il Comitato aggiunge: “In quelle contrade non si è mai visto un netturbino e mai è stato posizionato qualsiasi contenitore per la raccolta dei rifiuti. I cittadini delle zone interessate utilizzano gli immobili solo nel periodo estivo e, a causa del mancato servizio, hanno da sempre conferito i rifiuti nei cassonetti situati nel Comune di Raffadali. Il comitato ha cercato costantemente un confronto con l’amministrazione comunale e con il suo dirigente dell’ufficio tributi ma senza esito alcuno e spesso ricevendo risposte evasive o contrastanti tra i vari uffici che fanno emergere la mancanza di volontà nell’affrontare il problema. La lotta alla evasione fiscale è cosa santa e giusta ma per essere seria deve essere fatta nei confronti di chi usufruisce dei servizi e non paga il dovuto” – concludono i portavoce del Comitato, Salvatore Gazziano, Giovanni Ballaccomo, Calogero Frenda, Pasquale Tuttolomondo e Vincenzo Puglisi.

 

Il Dott. C.F. di 60 anni, di San Giovanni Gemini, aveva presentato un’istanza volta ad ottenere il rinnovo della licenza di porto di fucile per uso caccia, detenuta da parecchi anni; ma la Questura di Agrigento comunicava la sussistenza di motivi ostativi all’accoglimento della predetta istanza, riconducibili al fatto che il figlio del richiedente era stato segnalato per asserito uso di sostanze stupefacenti. Il richiedente presentava una memoria procedimentale, al fine di confutare i motivi ostativi prospettati dalla Questura, evidenziando che il figlio non era più convivente e che nei dodici anni di possesso del porto d’armi il richiedente aveva sempre dimostrato il pieno rispetto delle regole dell’esercizio venatorio. Nondimeno la Questura di Agrigento disponeva di non accogliere la richiesta di rinnovo; ed allora il sangiovannese proponeva un ricorso gerarchico al Prefetto della provincia di Agrigento. Ma il Prefetto rigettava il ricorso gerarchico; da qua la determinazione del sangiovannese di proporre un ricorso giurisdizionale davanti al Tar Sicilia, con il patrocinio degli Avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, per l’annullamento del provvedimento prefettizio di rigetto del ricorso gerarchico. Nelle more del giudizio veniva comunicato al ricorrente l’avvio di un procedimento volto all’adozione di un provvedimento di divieto di detenzione di armi, motivato sulla base delle stesse circostanze di cui sopra; anche il questo caso il ricorrente presentava una memoria procedimentale, sottolineando che in tanti anni di detenzione di armi lo stesso si era attenuto scrupolosamente alle prescrizioni imposte dalla legge. Nondimeno la Prefettura di Agrigento decretava il divieto di detenzione di armi e munizioni; ed allora il sangiovannese proponeva un ricorso gerarchico al Ministro dell’Interno, lamentando una grave forma di eccesso di potere per carenza di motivazione, difetto di istruttoria ed illogicità manifesta. Ma anche il Ministro dell’Interno rigettava il ricorso gerarchico presentato dal sangiovannese ; ed allora veniva proposto un nuovo ricorso giurisdizionale davanti al TAR Sicilia, sempre con il patrocinio degli Avvocati Rubino e Piazza, per l’annullamento del decreto ministeriale di rigetto del ricorso gerarchico. In entrambi i giudizi davanti al TAR Sicilia si costituivano il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Agrigento, entrambi rappresentati e difesi dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto dei ricorsi, sottolineando l’ampia discrezionalità di cui gode l’Autorità nel rilascio delle autorizzazioni di polizia. Gli Avvocati Rubino e Piazza hanno citato precedenti giurisprudenziali del Consiglio di Stato secondo cui la semplice constatazione di una parentela con un pregiudicato non può da sola bastare a sorreggere un diniego opposto alla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione al porto d’armi. Il Tar Sicilia, Palermo, Sezione Prima, Presidente il Dr. Calogero Ferlisi, Relatore il Dr. Giovanni Tulumello, condividendo le censure formulate dagli avvocati Rubino e Piazza, secondo cui la condotta asseritamente ostativa non era imputabile al ricorrente, ma al figlio, non convivente, e che pertanto i provvedimenti impugnati risultavano affetti da eccesso di potere per carenza di motivazione e difetto di istruttoria, previa riunione dei due ricorsi, li ha accolti entrambi, annullando tutti i provvedimenti impugnati. Pertanto, per effetto della sentenza resa dal Tar, il sangiovannese potrà riottenere la licenza di porto di fucile e le armi, mentre la Prefettura di Agrigento dovrà provvedere alla refusione dei contributi unificati, essendo risultata soccombente in giudizio.