Venerdì 24 maggio 2019, alle ore 10,30 presso l’Aula Magna di Villa Genuardi, sede amministrativa e didattica decentrata dell’Università degli studi di Palermo, si terrà la cerimonia ufficiale di sottoscrizione dei protocolli d’intesa tra il Polo territoriale universitario di Agrigento e gli istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado della città e del territorio agrigentino.
L’obiettivo principale dei predetti accordi, è quello di legare la realtà universitaria dell’Ateneo al territorio attraverso il rafforzamento e l’ampliamento dei rapporti di collaborazione.
La cerimonia vedrà presenti i rappresentanti delle istituzioni locali, le autorità accademiche ed i Dirigenti scolastici firmatari del suddetto protocollo.
L’evento sarà aperto dai saluti istituzionali, proseguirà poi con la stipula dei protocolli d’intesa e verranno presentate le prime proposte.
Tale incontro s’inquadra nell’azione propulsiva dell’Ateneo per il rilancio della sede decentrata di Agrigento, in uno con la nuova offerta formativa, per la quale, a partire dal prossimo a.a. 2019/2020, saranno attivati i tre nuovi corsi di laurea in Architettura e ambiente costruito, Economia e amministrazione aziendale, Scienze dell’educazione che si affiancano a quello di Servizio sociale già esistente.
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Corre l’obbligo di intervenire nella spiacevole vicenda che ha coinvolto in questi ultimi giorni il Sindaco e la sua Giunta, in merito alla notizia della riunione del cda della Fondazione Sciascia che si è tenuta a Palermo, alla quale non ha partecipato il consigliere Dott.Felice Cavallaro, non convocato.
Il comportamento ci lascia sbigottiti e fortemente preoccupati.
Sbigottiti per la caduta di stile istituzionale (già notevolmente carente in questa amministrazione); fortemente preoccupati per gli scenari che tale incomprensibile atteggiamento potrà aprire nel futuro e per il futuro della Fondazione.
La motivazione adottata dal Sindaco a giustificazione della mancata convocazione di Cavallaro è la non avvenuta pubblicazione della delibera della Sua nomina a componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, voluta e votata all’unanimità dal consiglio comunale nel febbraio del 2015. Cavallaro dunque non risulterebbe eletto.
Sicuramente consigliato male, (sarebbe grave pensare di utilizzare tale espediente per una resa di conti all’interno della Fondazione), il sindaco e tutti i presenti alla riunione hanno sottovalutato alcuni aspetti che a noi appaiono come gravi e che meritano essere evidenziati:
Qualcuno si è preoccupato delle conseguenze negative che potrebbero scaturire da questa scelta?
Sono stati valutati correttamente gli effetti della mancata pubblicazione della delibera ?
Può un adempimento inficiare un atto di pubblica e manifesta volontà da parte del Consiglio Comunale?
L’inerzia (o la mala fede) di chi doveva dare seguito al perfezionamento della delibera di consiglio può gravare sulla delibera stessa?
In ragione di tutto ciò, ci chiediamo se non siano allora da valutare le responsabilità dell’ex Presidente del Consiglio Ivana Mantione che, venendo meno ai doveri che la legge le attribuisce, e lasciando inascoltati i ripetuti solleciti da parte dei consiglieri dell’allora minoranza, non ha seguito l’iter che avrebbe portato al perfezionamento dell’atto stesso curandone la sua pubblicazione. Lucida scelta, ignoranza o incuranza? In ogni caso, un comportamento da censurare.
I sottoscritti consiglieri non possono non denunciare la criticità delle altre, innumerevoli delibere degli ultimi anni che aspettano ancora di essere pubblicate nell’Albo Pretorio: su queste attendiamo le decisioni che il sindaco (o chi per lui) non tarderà certamente a comunicare.
E inoltre ci si chiede, da Presidente della Fondazione Sciascia, come pensa il Sindaco Maniglia di giustificare le varie deliberazioni adottate nel frattempo dal dott. Cavallaro unitamente al resto del Cda e che risulterebbero oggi inficiate da vizi gravissimi?
Si teme, infine, che possa profilarsi il serio rischio di un commissariamento del Cda della Fondazione da parte dell’autorità governativa preposta ai sensi dell’art. 25 c.c., poiché alcuni comportamenti appaiono adottati in difformità e in violazione delle norme statutarie, tra le quali emerge quella che prevede il rinnovo ogni cinque anni del collegio dei revisori dei conti.
E’ di tutta evidenza che tale deprecabile ipotesi recherebbe solo danni all’immagine del paese e pregiudicherebbe il rilancio del turismo culturale e dell’intera economia di Racalmuto, poiché all’interno della Fondazione sono custoditi tesori che fanno parte del patrimonio mondiale della cultura e che rappresentano un orgoglio per la nostra comunità e che, soprattutto, sono la testimonianza del legame profondo che univa lo scrittore al suo amato paese.
Ci si augura pertanto che questo spiacevole e increscioso episodio venga chiarito nelle sedi opportune e nel più breve tempo possibile, nel rispetto delle istituzioni democratiche e di tutti i racalmutesi, e a tutela dell’importantissimo bene culturale che la fondazione Sciascia rappresenta per la nostra comunità.
A Favara, nella sala del Teatro San Francesco, è intervenuto il giornalista e scrittore originario di Modica, Paolo Borrometi, vittima di gravi minacce di stampo mafioso e dall’agosto del 2014 sotto protezione. L’iniziativa è promossa dall’Ordine Francescano Secolare, insieme ai frati minori del convento di Favara. L’incontro con Paolo Borrometi è intitolato: “ Ogni volta che dici la verità sali uno scalino verso la libertà … il bene più prezioso”.
Le interviste
A Raffadali recentemente è stata ospite d’onore la celebre soubrette Carmen Russo, in occasione dell’inaugurazione del centro estetico Luxury Beauty di Serena Guida. Carmen Russo è stata testimonial dei prodotti di bellezza, e, nel corso della manifestazione, il pittore agrigentino, Gerlando Meli, le ha donato un suo quadro per ricordare la presenza di Carmen Russo a Raffadali. L’opera è intitolata “Luce”. La soubrette Carmen Russo ha gradito il gesto e si è congratulata con il pittore Meli per il suo gesto, lo stile, la tecnica, i colori, e per le sue doti umane. La donazione è avvenuta in presenza dell’assessore comunale, avvocato Santino Cuffaro Farruggia, e dei titolari del Centro Estetico.
La Squadra Mobile di Trapani ha arrestato un ingegnere informatico palermitano di 51 anni, disoccupato, Roberto Sparacio, ritenuto responsabile dell’esplosione della pen drive che, il 9 ottobre del 2018, ferì gravemente negli uffici della Procura della Repubblica di Trapani un ispettore superiore della Polizia di Stato, Gianni Aceto, che inserì nel computer la pen drive usb, prelevata da una busta postale, e fu ferito gravemente alla mano sinistra. Secondo gli investigatori, Sparacio avrebbe agito nel tentativo di impedire che i creditori aggredissero il patrimonio della sua famiglia, debitrice di ingenti somme di denaro. La pen drive infatti fu recapitata ad uno studio legale alla vigilia dell’udienza di una causa civile scaturita dalla denuncia di un gruppo di creditori. L’avvocato che la ricevette si insospettì e consegnò la busta alla Polizia. Nel corso delle indagini è emerso che l’ingegnere avrebbe confezionato un’altra pen drive esplosiva, destinata ad una persona che ha acquistato all’asta un immobile appartenuto alla sua famiglia.
La Prefettura di Agrigento informa di avere svolto la prima riunione per l’avvio delle trattative finalizzate alla conclusione di un protocollo d’intesa contro la violenza di genere e sui minori. L’iniziativa è frutto della volontà del Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, di allestire una rete tra le Istituzioni al fine di prevenire ed arginare gli episodi, oggi in costante aumento, di violenza sulle donne e sui minori. Attorno allo stesso tavolo si sono seduti, insieme al Prefetto Caputo e al Procuratore, il presidente del Tribunale, i rappresentanti provinciali delle Forze dell’ordine, dell’Azienda sanitaria provinciale, dell’Ufficio scolastico provinciale, dell’Ordine degli Avvocati, e i referenti dei Comuni. A ciascuno dei presenti è stato chiesto, tra l’altro, di comunicare i dati effettivi delle risorse umane e strumentali a disposizione per attuare il protocollo.
I Carabinieri della stazione di Porto Empedocle hanno arrestato Calogero Trameli, 35 anni, sorpreso in flagranza di reato di furto di circa 220 chili di cavi di rame, all’interno di una nota azienda della città. Trameli si sarebbe arrampicato sulla recinzione dell’azienda, è entrato all’interno dello stabilimento produttivo, e con un grosso seghetto ha tagliato due grandi bobine di cavi di rame. Un impiegato dell’azienda si è accorto del furto in atto e ha telefonato al 112. Le pattuglie si sono precipitate sul posto. Trameli ha scavalcato la recinzione, ha tentato la fuga a piedi ma è stato inseguito e acciuffato dai militari. E’ ristretto ai domiciliari. Il seghetto è stato sequestrato. Le bobine sono state restituite alla proprietà.
Il coordinatore provinciale del Movimento Mani Libere di Agrigento, Giuseppe Di Rosa, ha scoperto e documentato in video una maxi discarica abusiva nella zona industriale agrigentina, in territorio di Aragona.