
Gabriella Caramanica, originaria di Roma, è una donna manager ed imprenditrice a livello nazionale. Attiva da sempre sia nel campo sociale, essendo il Presidente dell’Associazione “DifendiAmo Campagnano” nata per difendere e tutelare i diritti dei cittadini, e dell’associazione N.A.V. – Nucleo Ambientale Veterinario, che in quello politico attivista, militante e candidata al Comune di Campagnano di Roma, alle amministrative del 2016 e poi, candidata alle elezioni della Regione Lazio. Animalista convinta, si batte da anni per la difesa e tutela degli animali e contro ogni forma di maltrattamento, abbandono, combattimenti, commerci illegale e doping ai danni degli stessi chiedendo da sempre pene più severe per i responsabili di tali reati. Una donna determinata e coraggiosa, sensibile e decisa, che ringrazio anticipatamente per la Sua gentilezza nel concedermi questa intervista esclusiva.
Segretario Caramanica come nasce l’idea di un partito animalista? Il primo in Italia per essere precisi? “Esattamente, noi siamo il primo e unico partito in Italia, nato al fine di difendere e valorizzare i diritti degli animali. Inoltre, sono ormai tantissime le associazioni animaliste che vogliono avere un peso specifico e pretendono di vedersi rappresentate di fronte alle istituzioni: anche da qui è la nostra esigenza di creare un contenitore, un aggregatore di anime che, con un lavoro basato su principi di collaborazione ed impegno politico, intende difendere i diritti di tutti gli animali. Non per questo siamo un partito anti-specista e porteremo avanti una battaglia di civiltà in tutti i comparti della società poiché la questione animali coinvolge settori come economia, politica, cultura e mentalità “.
Come partito politico, nello specifico, quali sono gli obiettivi che vi proponete e come avete intenzione di raggiungerli, in sostanza qual è il programma di “ Rivoluzione Animalista”. “Il nostro programma è molto vasto e gli obiettivi davvero numerosi. Tra le priorità senz’altro la creazione di un Testo Unico di legge che tuteli in maniera assoluta gli animali preservandone i loro diritti con l’applicazione di pene più severe; controlli serrati nei luoghi di macellazione per l’osservanza del regolamento comunitario e negli allevamenti intensivi affinché non venga provocato agli animali dolore, sofferenze o lesioni; interventi per ciò che concerne la sperimentazione animale a prescindere da quella farmaceutica già ampiamente discussa per l’inutilità di esperimenti su soggetti che presentano reazioni diverse a seconda della specie. Inoltre, stiamo lavorando affinché si ponga fine ai combattimenti clandestini e al traffico illegale degli animali dall’estero. E vogliamo l’introduzione della figura del veterinario di famiglia, come medico di famiglia, convenzionato con le ASL, al fine di avere un riferimento medico gratuito e/o convenzionato per i nostri animali in caso di malattia. Siamo dell’opinione infatti che gli animali sono esseri senzienti e non “beni mobili”, come è attualmente nel nostro Paese”.
Io sono Siciliana, amo la mia terra, ma provo un’infinita rabbia perché, in questa isola meravigliosa, il randagismo, l’abbandono ed i maltrattamenti sono all’ordine del giorno. Voi come partito animalista come intendete agire? “Noi stiamo rivolgendo particolare attenzione al territorio siciliano, dove il randagismo e i maltrattamenti nei riguardi degli animali sono due piaghe che le istituzioni non riescono a debellare. E’ chiaro che il problema è anche e soprattutto politico e istituzionale: le istituzioni competenti, dai Comuni alla Regione Siciliana, mancano di una programmazione seria e di politiche attente a contrastare questi fenomeni. In Sicilia siamo anche intervenuti per denunciare la critica situazione dei canili comunali, come accaduto a Castelvetrano”.
L’ultima stima del 2017 rivela circa 70.000 cani randagi in tutta l’isola. Un numero elevatissimo. Pensa che in Sicilia sia un problema di mancanza di cultura e rispetto verso gli animali o il problema è a livello istituzionale, cioè della Regione Siciliana che non riesce a contenere il fenomeno del randagismo? “E’ un problema sì culturale ma, come le dicevo poc’anzi, devono essere prima di tutto le istituzioni a educare i propri cittadini, a sensibilizzarli sul tema animale, e a far capire loro che esistono delle leggi da rispettare. Altro tema poi sono le leggi e le normative fatte bene, cosa che la giunta Musumeci non sta facendo…”
A cosa si riferisce in particolare? Mi è giunta voce che incontrerà a presto il Presidente Nello Musumeci? Cosa si aspetta da questo incontro e che cosa vorrà proporgli, se non sono indiscreta? “Guardi, partendo dal presupposto che è totalmente inutile promulgare nuove leggi quando le precedenti non hanno mai trovato applicazione, a prevenzione al randagismo, così come prevista nella normativa regionale siciliana del 2000, avrebbe portato gli stessi risultati che si possono riscontrare nelle regioni del Nord-Italia soltanto se fosse stata applicata. Quello che è mancato è la volontà. Anzi, la giunta Musumeci ha preferito approvare nuove linee guida per il contrasto del randagismo: un documento che Rivoluzione Animalista boccia su tutta la linea, reputandolo una vera e propria dichiarazione di guerra a chi ama gli animali, poiché taglia fuori la preziosa azione dei volontari. Questo avremmo voluto dire al presidente Musumeci ma sono quattro mesi che ci snobba, nonostante una richiesta di incontro ufficiale. Per questa ragione, abbiamo deciso di dare un ultimatum istituzionale alla Regione Sicilia: siccome consideriamo inammissibile che un presidente di Regione non riceva il segretario nazionale di un partito, se questo silenzio si perpetrerà, Rivoluzione Animalista organizzerà un sit-in di protesta sotto la sede di giunta regionale, a Palermo
Ma veniamo al simbolo del partito. Come nasce “Rivoluzione animalista”? “E’ stato assolutamente naturale attribuire questo nome al nostro partito. A mio giudizio, l’animalismo è una battaglia specifica che supera gli steccati ideologici e politici classici, senza alcun timore di doverlo dire ma che dobbiamo rivendicare con forza non nascondendo che la rivoluzione animalista è la parte più estremista dell’animalismo: sempre con fine di tutelare gli animali e con gli strumenti che la democrazia e l’ordinamento ci mettono a disposizione. Chi lotta attivamente studiando strategie per combattere lo sfruttamento degli animali, la rivoluzione la sta già facendo. Ed ecco la necessità di portare avanti più battaglie contestualmente che investano più settori partendo da quello economico/politico, unirci e trarre iniziative comuni contro chi sfrutta gli animali, li maltratta, li abbandona, li uccide, li usa per i combattimenti clandestini, li usa per traffici illeciti, per eventi agonistici per dimostrare quindi che siamo tantissimi e compatti”.
Il partito è giovane. Chi volesse aderire a questo progetto come e cosa dovrà fare? “Devo ammettere che stiamo riscontrando grande entusiasmo al nostro progetto tanto da aver già definito una squadra competente e forte, con coordinatori regionali, provinciali, e comunali, in tutte le regioni italiane: dalla Sicilia al Piemonte. E siamo felici di accogliere nuove adesioni: per chi volesse aderire attivamente sul territorio e/o volesse sottoscrivere la tessera del nostro partito, sono a disposizione i nostri canali social, facebook e instagram, e il nostro sito www.rivoluzioneanimalista.it. Vi aspettiamo a braccia aperte, tutti insieme per la tutela dei diritti animali”.