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Ad Agrigento, a sud est, a Punta Bianca, è accaduto che un gruppo di anziani turisti, tra i 60 e i 70 anni, di Milano e Bologna, si sono avventurati per un’escursione in sella a delle bici elettriche. Sono stati sorpresi da un violento temporale che si è abbattuto nella zona, impantanati e intrappolati. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che, anche avvalendosi di mezzi cingolati, hanno divincolato i 16 turisti, che hanno espresso gratitudine e apprezzamento per il tempestivo intervento. La squadra dei Vigili del fuoco, coordinata dal comandante Giuseppe Merendino, è stata composta da Antonio Piazza, Ignazio Capizzi, Filippo Vizzì, Diego Motisi, Andrea Lo Mascolo, Angelo Sirrao e Giovanni Cusumano.

“L’occasione fa l’uomo ladro”: ad Agrigento, a San Leone, è accaduto che un distributore di carburante self service è impazzito, e ha iniziato a distribuire benzina gratis. Gli automobilisti in fila non hanno esitato a rifornirsi gratuitamente con il pieno del serbatoio, in allegria. Adesso però, se identificati, anche tramite eventuali telecamere di sorveglianza nella zona, rischiano di essere denunciati a piede libero per appropriazione indebita alla Procura della Repubblica di Agrigento qualora non si presentino spontaneamente per pagare il dovuto. Il titolare è stato allertato ed è accorso subito per rimediare al guasto tecnico. Il furto ammonterebbe a circa 5mila euro. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri.

La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione Jianchu Zhou, 40 anni, imprenditore cinese, titolare di un negozio a Palma di Montechiaro, imputato di estorsione a tre dipendenti allorchè avrebbe costretto tre commesse a restituire in contanti quasi metà dello stipendio, pagato invece tramite assegni, dietro la minaccia del licenziamento. Le dipendenti inoltre sarebbero state costrette ad accettare prolungamenti degli orari di lavoro, ferie mancate e indennità aggiuntive. L’importo totale del cosiddetto “cavallo di ritorno” ammonterebbe a circa 60mila euro.

Il Genio Civile di Agrigento ha redatto e approvato il progetto dei lavori di manutenzione dell’ultimo tratto di 12 chilometri della strada provinciale 32 Ribera – Cianciana, dal chilometro 0,00 al chilometro 12,5 e, più precisamente, dal centro abitato di Ribera sino ad intercettare il tracciato della cosiddetta NC5 (strada non classificata numero 5). Le opere, per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro, seguiranno e completeranno i precedenti lavori già eseguiti sempre dal Genio Civile per la manutenzione del primo tratto della SP32, dal chilometro 12,5 all’incrocio con la SS118. Il capo del Genio Civile, Rino La Mendola, commenta: “Continuiamo a lavorare senza soste, anche durante questo periodo di transizione tra l’uscente Governo Musumeci ed il costituendo Governo Schifani. L’obiettivo è quello di proseguire lungo il proficuo percorso tracciato negli ultimi anni, consentendo al Governo neo eletto una veloce ripartenza, dopo la fase elettorale, con la realizzazione di lavori importanti, come quelli relativi alla manutenzione del secondo tratto della SP32, arteria di straordinaria importanza per la viabilità dell’entroterra agrigentino del versante dei Monti Sicani”.

Era di Siracusa Giuseppina Arena, la donna di 52 anni trovata morta ieri sera in strada a Chivasso, in provincia di Torino. Arena è stata raggiunta da tre colpi di pistola mentre era in bicicletta, proprio nel giorno del suo compleanno. Accanto al corpo sono stati trovati tre bossoli. Inizialmente si è ipotizzato che la donna, durante la pedalata, fosse stata colta da un malore. Uno dei tre proiettili ha colpito Giuseppina Arena alla testa.

Anziché ostie e benedizioni, il cappellano del carcere di Enna è stato arrestato dai poliziotti penitenziari perché è stato sorpreso a cedere droga ad un detenuto. Si tratta del sacerdote Rosario Buccheri, che appartiene alla Diocesi di Piazza Armerina. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare, a casa del prete sono state trovate armi e denaro in contanti. Negli scorsi mesi la polizia penitenziaria di Enna ha avviato le indagini dopo avere trovato droga durante i controlli ai detenuti.

Per i 391 Comuni siciliani una bolletta più cara di 200 milioni di euro nel 2022 rispetto al 2021. Si prospettano gravi difficoltà nel fornire il servizio. Il caro energia è adesso l’incubo dei sindaci. Il rischio sono le strade al buio, e poi il razionamento dei riscaldamenti. Si tratta di ciò che è stata già battezzata “la stangata di Capodanno”, anche perché ai 200 milioni di euro si sommano i 150 milioni di euro di spese strutturali dei Comuni. Quindi: 350. Almeno così è e sarà secondo l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni. Il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, spiega: “Ogni anno i Comuni spendono in media 1,8 miliardi in costi energetici. Quest’anno, rispetto al 2021, in alcuni Comuni l’incremento potrà superare il cento per cento. Siamo di fronte a un costo quasi raddoppiato. A conti fatti, ai Comuni servirà un altro miliardo per continuare a erogare servizi legati all’energia, per chiudere i bilanci di quest’anno e per impostare quelli del 2023. Siamo di fronte a un livello di esposizione molto grave, che abbiamo denunciato dai primi mesi di quest’anno. Per i Comuni, fino a ora, sono stati previsti circa 800 milioni di compensazioni ma 510 devono ancora arrivare”.

“Le correnti d’aria hanno fatto anticipare a stasera le piogge su Licata che, inizialmente, erano previste per la giornata di domani. Il dipartimento regionale di Protezione Civile, infatti, per domani aveva dichiarato l’allerta meteo gialla, annunciando la possibilità di temporali e rovesci anche sulla nostra città”.

Lo dice il sindaco Pino Galanti, in una breve nota diffusa in serata.

“Invito tutta la cittadinanza – aggiunge Galanti – considerate le condizioni meteo avverse, a rimanere in casa o, in caso di spostamenti necessari, a usare la massima prudenza. Ovviamente l’ufficio comunale di Protezione Civile è allertato, e pronto ad intervenire nel caso in cui fosse necessario”.

L’Esercito Italiano da più di 60 anni continua a violare un territorio che, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, ha una valenza incommensurabile.
La zona di Punta bianca, con il suo paesaggio costiero aperto verso il mare Mediterraneo, è caratterizzata da numerose piccole spiagge strette, delimitate da scarpate di terrazzo e da balze. Questo è un luogo di eccezionale bellezza, ancora non alterato e poco compromesso da fenomeni di antropizzazione, che negli scorsi mesi è diventata Riserva naturale Orientata, con il decreto n° 157 del 28 giugno 2022.
Purtroppo, tutto questo territorio, è compromesso dalla presenza delle esercitazioni militari, che oltre a violare la storia ed il paesaggio compromettono l’ambiente immettendo in atmosfera sostanze pericolose, come ad esempio i residui di polveri da sparo.
Durante le esercitazioni militari vengono rilasciati grandi quantità di piombo, sostanza velenosissima che, come tutti i metalli pesanti, è altamente tossica per l’ecosistema marino. La sua permanenza in acqua ad elevata salinità lo degrada dissolvendolo nell’ambiente marino. Il piombo entra nella catena alimentare distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo, causando una serie di danni ad organi e tessuti spesso irreversibili.
I terrificanti boati atterriscono, oltre che le persone, anche gli animali selvatici presenti in queste aree. Anche le forti vibrazioni, provocate dalle esplosioni, hanno già causato numerosissime frane, con un considerevole arretramento della fragile falesia.
Giova ricordare che già nel 2017 la Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, dopo un sopralluogo presso il poligono di Drasy aveva suggerito la bonifica del luogo, dichiarando: “per noi è stato clamoroso – ha affermato Gian Piero Scanu, Presidente della commissione parlamentare – è incredibile che, nessuno si sia mai posto il problema di andare a raccogliere le migliaia e migliaia di proiettili fatti di piombo che nei decenni sono stati sparati da terra verso il mare“.
Nel mese di ottobre del 2021 Mareamico ha presentato una denuncia riguardante il possibile e probabile inquinamento da metalli pesanti dell’area di Drasy. La Procura di Agrigento ha avviato le indagini e dopo gli accertamenti effettuati dai Carabinieri del nucleo forestale ed ambientale, in collaborazione con l’ARPA regionale, è stato accertato il superamento dei livelli di sicurezza previsti per quel tipo di zona.
Dopo la necessaria e tempestiva comunicazione di questa pericolosa situazione di inquinamento al Comando Militare, che gestisce l’area in questione, a far data dal 2 marzo 2022, l’Esercito ha disposto “la temporanea sospensione di utilizzo del poligono di Drasy, fino a data da destinarsi.”
Da quella data ci saremmo aspettati che, responsabilmente, l’Esercito provvedesse alla bonifica dei luoghi, al fine di eliminare il pericolo, documentato dalla Procura di Agrigento: MA INVECE, NULLA E’ STATO FATTO!
Ora, con l’ordinanza n° 06/2022, l’Esercito italiano ha comunicato il nuovo programma di esercitazioni previste nel poligono di Drasy, ad iniziare dal prossimo 17 ottobre e fino al 30 dicembre 2022.
Tali esercitazioni, oltre che inquinare i luoghi, impediranno la pubblica fruizione della Riserva di Punta bianca!
Lo scorso 11 ottobre Mareamico e Marevivo hanno presentato un ulteriore esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento, chiedendo nuove analisi del terreno utilizzato per le esercitazioni e del mare prospiciente – e nelle more di tale accertamento – hanno chiesto la sospensione delle esercitazioni militari programmate.
IN OGNI CASO, LUNEDI’ 17 OTTOBRE 2022, NUMEROSI CITTADINI EFFETTUERANNO UN SIT IN DI PROTESTA, ALL’ENTRATA DELLA RISERVA DI PUNTA BIANCA, PER IMPEDIRE L’INIZIO DELLE ESERCITAZIONI MILITARI.

I poliziotti del Commissariato di Licata hanno eseguito un decreto di sospensione dell’attività commerciale per 10 giorni, firmato dal questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, a carico di un bar perché, a seguito di ripetuti controlli, è stata riscontrata la presenza abituale di numerose persone con precedenti penali e pregiudizi di polizia, anche rilevanti. Il titolare, un licatese di 37 anni, risulta già sottoposto a misure di prevenzione. “Il locale costituisce una concreta ed effettiva minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica”: spiega la Questura.