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Il governo ha approvato il disegno di legge di riforma delle ex Province che, tra l’altro, reintroduce l’elezione diretta del presidente. L’intervento di Schifani.

Le Province in Sicilia sono state abolite nel corso della legislatura del presidente Crocetta, ma la riforma non si è mai concretizzata, determinando una condizione di stallo che perdura ormai da quasi 10 anni. Nelle more, al timone delle Province si sono susseguiti i commissari, tuttora in carica. Ebbene, adesso il governo regionale ha sfornato un disegno di legge di riforma che, tra l’altro, reintroduce l’elezione diretta del presidente della Provincia. Nel dettaglio, le Province saranno sei più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Poi, il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente. Stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne. Prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni. Introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, e la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le Province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e un massimo di 9 assessori. Per quelle tra 500.000 e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno al massimo sei assessori. Infine, il disegno di legge fissa le competenze dei nuovi organismi. E il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta: “Abbiamo avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in Sicilia, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli. L’abolizione degli Enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi, non ha mai funzionato. Con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese, come dimostrano le iniziative legislative presentate in Parlamento e in fase avanzata di discussione. Per questo sono ottimista su un iter di approvazione veloce in Assemblea, attraverso anche un confronto con tutte le forze politiche, rispetto al quale siamo sempre disponibili. La cancellazione delle Province, fortemente voluta dal governo Crocetta e rivendicata dalle forze che lo sostenevano nel Parlamento regionale, partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio, oltre a ridurre gli spazi di democrazia diretta e di espressione politica. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti”.

Giuliana Miccichè

Martedì 7 marzo, alle ore 17.00, presso la Sala Fazello del Museo archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento avrà luogo un evento sul tema “Donne in scena” organizzato dalle Associazioni agrigentine Maria Cristina di Savoia e Ciak Donna con il patrocinio dell’Ente Parco Valle dei Templi di Agrigento. L’iniziativa, promossa in occasione della giornata internazionale della donna, tende ad evidenziare l’universo femminile attraverso riferimenti letterari idonei a fare emergere l’essenza della donna al di fuori degli stereotipi e a cogliere la peculiare sensibilità femminile al fine di valorizzarne le varie sfaccettature. Nel corso della serata saranno, quindi, poste in evidenza le diverse caratteristiche tradizionalmente, culturalmente e socialmente riconosciute come femminili che includono grazia, gentilezza, empatia, umiltà, voglia di riscatto ed emotività. Uno sguardo sul mondo femminile aperto anche alla partecipazione maschile. La serata sarà articolata in vari momenti durante i quali si alterneranno le voci di Adalgisa Monreale, Margherita Biondo, Patrizia Camera, Rita Capodicasa, Giuseppe Cavaleri e Lina Gueli. Interverrà Gianni Braccieri e concluderà Carola De Paoli.
La cittadinanza è invitata ad intervenire.

All’ospedale “Cannizzaro” a Catania è morto Vincenzo Catanese, 33 anni, di Ramacca, gravemente ferito lo scorso 16 febbraio a seguito di un incidente stradale lungo l’A18 Catania – Messina, tra Giarre e Fiumefreddo. Per cause da accertare si sono scontrati un tir carico di prodotti alimentari, guidato da Catanese, e un’autocisterna. In particolare il tir, fuori controllo, ha oltrepassato lo spartitraffico e si è schiantato contro l’autocisterna. Vincenzo Catanese, sposato e padre di un bambino, giunse al “Cannizzaro” in codice rosso e in condizioni critiche. Adesso il decesso.

Proseguono le attività in mare della Guardia Costiera in soccorso delle imbarcazioni che, nonostante le attuali condizioni meteo avverse, affrontano il Mediterraneo, tentando di raggiungere le coste italiane. Nottetempo è stato soccorso un peschereccio con numerosi migranti a bordo, in pericolo a circa 15 miglia a sud di Lampedusa. Sono 211 i migranti tratti in salvo e condotti nell’isola agrigentina. Dal primo gennaio ad oggi sono circa 9mila i migranti recuperati nelle operazioni di soccorso coordinate dalla Guardia Costiera. Sono stati oltre 55 mila nell’anno 2022.

Il 15 maggio del 2019 accadde un incidente mortale sul lavoro a Palma di Montechiaro. Nelle campagne circostanti al paese, un operaio di 57 anni, Michele Lumia, impegnato in alcuni lavori edili insieme a dei colleghi in un caseggiato rurale, fu colpito violentemente dalla pala di un escavatore. Inutile si è rivelata la corsa in ospedale. La Procura di Agrigento chiese il rinvio a giudizio dei coniugi Rosario Bonfanti, 60 anni, ex sindaco di Palma di Montechiaro, e la moglie, Filippina Volpe, 52 anni. La coppia è titolare del terreno teatro dell’incidente. Rosario Bonfanti è stato alla guida dell’escavatore che, per effetto di una manovra improvvisa, ha colpito con la pala Michele Lumia. Ebbene, Bonfanti ha proposto il patteggiamento della condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa. La moglie, giudicata in abbreviato, è stata assolta a fronte della richiesta di condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Lo storico gruppo folcloristico agrigentino Val d’Akragas sarà presente al 75° Mandorlo in fiore, ad Agrigento dal 5 al 12 marzo. Il presidente, Lello Casesa, è entusiasta, e afferma: “Il ‘Mandorlo in fiore’ e il Val d’Akragas camminano insieme nella storia da sempre: 4 volte il tempio d’oro, in ex aequo con gruppi esteri, e numerosi premi e riconoscimenti ricevuti. I nostri 40 ragazzi sono pronti per regalare agli agrigentini e ai visitatori, speriamo in tanti, le nostre tradizioni tra musiche, colori, costumi e danze. Il Val d’Akragas è al lavoro, inoltre, alla imminente tournèe negli Stati Uniti d’America ed in particolare a New York, dove incontrerà la foltissima comunità di Italo americani e siciliani.

E’ stata una visita sobria, informale, di cortesia. Il diretto generale del Dipartimento Regionale Tecnico Duilio Alongi è stato questa mattina in visita ad Agrigento presso l’ufficio del Genio Civile.

Ad accoglierlo è stato l’architetto Rino La Mendola e alcuni dirigenti dell’Urega con i quali Alongi ha discusso di nuove prospettive e nuove frontiere di lavoro. La Mendola e Alongi si sono impegnati sin da ora a far ripartire l’intera macchina tecnica.

 

 

I Giudici della Corte di Appello di Palermo, Sez. Lavoro, con Sentenza del 02 marzo 2023, hanno rigettato il ricorso in appello proposto dal sig. R.M. confermando la piena legittimità del provvedimento con cui l’ARNAS Civico “Di Cristina – Benfratelli” di Palermo, nell’agosto del 2021, aveva risolto il rapporto di lavoro intercorso con il sig. R.M.
La singolare vicenda ha inizio nel 2017 quando l’ARNAS Civico di Palermo diede avvio ad una procedura selettiva per il conferimento di incarichi libero professionali con il profilo professionale di Operatore Socio Sanitario.
A tale selezione prese parte il sig. R.M dichiarando, a tal fine, di essere in possesso dell’attestato di qualifica di Operatore Socio Sanitario conseguito a seguito del superamento di un corso di formazione di durata annuale.
Tuttavia, a seguito di controlli di ufficio eseguiti al fine di appurare la veridicità delle dichiarazioni rese dai vincitori della selezione, l’ARNAS Civico riscontrò che il sig. R.M. risultava privo del titolo di accesso alla procedura selettiva poiché il titolo dichiarato risultava essere falso.
In esito a tali controlli, pertanto, con deliberazione del 10.09.2021 l’ARNAS disponeva la revoca dell’incarico conferito al lavoratore.
Contro tale decisione il sig. R.M. proponeva ricorso innanzi al Tribunale di Palermo, Sez. Lavoro, con il quale richiedeva l’annullamento della delibera del 10.09.2021 e la propria reintegra nel posto di lavoro con condanna dell’Amministrazione sanitaria al risarcimento dei danni subiti.
Tale azione veniva avversata dall’ARNAS Civico di Palermo – in persona del suo legale rappresentante pro-tempore Dott. Roberto Colletti – che, costituendosi in giudizio con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, evidenziava la piena legittimità della delibera di revoca dell’incarico già conferito al sig. R.M. in quanto diretta ed immediata conseguenza della dichiarazione non veritiera dallo stesso resa in merito al possesso dell’attestato professionale di Operatore Socio Sanitario risultato del tutto mancante.
In corso di causa, inoltre, l’Avv. Rubino rilevava come il rapporto di lavoro tra l’A.R.N.A.S. ed il sig. R.M. doveva considerarsi nullo ab origine, in quanto lo stesso non aveva mai conseguito il titolo di operatore O.S.S. e, pertanto, non avrebbe mai potuto partecipare alla selezione pubblica indetta dall’ARNAS, essendo privo del requisito specifico richiesto dal bando ai fini dell’ammissione alla selezione.
Il giudizio di primo grado si concludeva con Sentenza del 20 ottobre 2022, con cui il Tribunale di Palermo, Sez. Lavoro, condividendo le argomentazioni dell’Avv. Rubino, rigettava il ricorso proposto dal sig. R.M. condannandolo anche al pagamento delle spese di lite in favore dell’Amministrazione sanitaria.
Il sig. R.M., pertanto, proponeva appello avverso la superiore Sentenza affermando l’erroneità della decisione resa dal Tribunale sia per non aver esperito alcun preliminare tentativo di conciliazione sia per non avere tenuto conto della sua buona fede all’atto di rendere la dichiarazione sostitutiva in merito al possesso del titolo di Operatore Socio Sanitario.
Tale gravame veniva avversato dall’Amministrazione Sanitaria che, sempre con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, deduceva innanzi alla Corte di Appello di Palermo, la palese infondatezza di tutte le argomentazioni del sig. R.M.
Più precisamente, l’Avv. Rubino evidenziava non solo come il proposto appello fosse da ritenersi inammissibile – non essendo stata impugnata la sentenza conclusiva del giudizio di prime cure nella parte in cui aveva dichiarato la mancanza del titolo professionale di Operatore Socio Sanitario in capo all’appellante – ma anche che nessuna norma del codice di procedura impone al Giudice – a pena di nullità della sentenza – di esperire il tentativo di conciliazione tra le parti.
Inoltre, l’Avv. Rubino – richiamando molteplici precedenti giurisprudenziali – rilevava come in tema di dichiarazioni mendaci il soggetto che ha reso una dichiarazione non veritiera decade da ogni beneficio conseguito per effetto di essa e ciò indipendentemente dalla condizione soggettiva del dichiarante (dolo o colpa), essendo la decadenza dall’impiego un effetto automaticamente conseguente all’accertata falsità della dichiarazione.
Ebbene, la Corte di Appello di Palermo, ritenendo fondate le pertinenti argomentazioni dell’Avv. Rubino, con Sentenza del 02.03.2023 ha rigettato il gravame proposto dal sig. R.M. condannandolo, anche in questo caso, al pagamento delle spese di lite in favore dell’Amministrazione sanitaria.