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Reati sul web e consuntivo 2022 della Polizia postale agrigentina: in ambito pedo-pornografia vi sono state 7 denunce e un arresto su tale fronte. Poi i crimini informatici: 98 furti di identità digitale e 49 truffe on line per un danno di oltre 128mila euro. E per quanto riguarda altre frodi commesse sul web si registrano ulteriori 57 denunce con importi sottratti a ignari utenti che ammontano ad oltre 37mila euro. Non sono mancati i reati commessi contro la persona, in particolare 3 diffamazioni, 3 estorsioni, 4 molestie e 2 casi di stalking.

A Licata, all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso”, è accaduto che medici e primario sono stati aggrediti e minacciati per avere chiesto ad alcuni parenti di un degente di indossare la mascherina, obbligatoria nelle strutture sanitarie. Così denuncia sul proprio profilo social il primario di Medicina, Giuseppe Alaimo, che scrive: “Vivere e lavorare in questa società ormai è diventato assolutamente faticoso. L’uso della mascherina è obbligatorio quantomeno fino al 31 marzo, ed è previsto l’ingresso di assistenti, parenti o visitatori nella misura di uno per volta. Ebbene solo il semplice fatto di chiedere di rispettare le regole diventa quasi lesa maestà. Nella giornata di ieri (ma avviene praticamente tutti i giorni) il sottoscritto e il personale sanitario in servizio siamo stati aggrediti verbalmente e minacciati al punto da dover richiedere l’intervento dei carabinieri prontamente accorsi. Ormai siamo diventati oggetto di scherno e bersaglio facile da parte di una pletora di maleducati. Non c’è più alcun rispetto per i ruoli ma soprattutto non c’è più rispetto per la persona. Veniamo in ospedale per cercare di fare del nostro meglio e ci prodighiamo quotidianamente per garantire la salute dei nostri pazienti. Pertanto, vi prego: fateci lavorare e soprattutto fateci lavorare con serenità”.

A Caltanissetta i Carabinieri hanno arrestato due minorenni di 15 anni, indagati di avere rinchiuso, legato e picchiato un minorenne di 13 anni. Sono stati trasferiti in un istituto penitenziario minorile. Gli si contestano i reati di tortura, sequestro di persona, minaccia, lesioni aggravate e porto di oggetti atti ad offendere. I due, a settembre, avrebbero attirato con l’inganno all’interno di un garage, di proprietà di uno dei due, un 13enne, bloccandolo su una sedia e legandogli caviglie, polsi e bocca con del nastro da imballaggio. Poi lo avrebbero picchiato, minacciato con un coltello, e gli avrebbero versato addosso dell’ acqua intrisa di olio per motori minacciando di appiccare il fuoco. Dopo circa un’ora e mezza, il 13enne sarebbe stato liberato con l’ulteriore minaccia di morte qualora avesse raccontato quanto accaduto. Il 13enne sarebbe stato punito perché avrebbe criticato i due 15enni per loro aggressioni a danno di alcuni suoi amici.

Lo scenario in Sicilia è certamente drammatico, eppure all’orizzonte si apre uno spiraglio di luce a cui guardano tutti coloro che hanno a cuore la difesa dell’ambiente e chiedono la riconversione dei territori a fini di pace e cooperazione.
A fine luglio 2023 scadrà il protocollo di durata quinquennale firmato dall’allora presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci (odierno ministro della Protezione civile e per le Politiche del mare) e il generale di brigata Claudio Minghetti, con cui è stato autorizzato l’uso del poligono di Drasi.
“Alla luce dell’istituzione della riserva di Punta Bianca e della crescente opposizione popolare alle attività militari a due passi dalla Valle dei Templi, abbiamo richiesto alla Regione Sicilia e al Comitato misto paritetico per le servitù militari di essere ascoltati per poter esporre le problematiche di tipo socio-ambientale, paesaggistico ed economico generate dalle esercitazioni militari, nell’auspicio che esse vengano sospese e non venga più rinnovato l’uso a poligono dell’Area Drasy”.

Dopo una breve malattia si è spenta nella notte la maestra Mirella Gangarossa, insegnante presso l’istituto scolastico Anna Frank di Montaperto.
Mirella gangarossa è la moglie dell’ex consigliere comunale Giuseppe Miccichè.
Il dirigente dell’ìistituto Anna Frank ha voluto ricordare la sua insegnante on un posto sulla sua pagina di facebook. Eccolo:
Un pensiero per Mirella
“Il grande cuore di Mirella Gangarossa oggi si è fermato e, per alcuni attimi, quando ci è giunta la notizia, si è fermato anche il nostro.
Tutta la comunità scolastica è sconvolta e devastata e si associa al profondo dolore della famiglia.
Gli alunni, e i loro genitori, della piccola comunità di Montaperto, dove Mirella da anni è stata impegnata ad educare decine di bambini nell’unica pluriclasse, sono davvero tristi e sconsolati, perché la maestra Mirella non farà ritorno in classe.
Dopo circa un mese di attese e speranze, paure e timori, e soprattutto di sofferenze, Mirella è stata costretta a lasciarci e l’Istituto Anna Frank perde una maestra preparata ed impegnata, ma soprattutto un’amica, una persona solare, seppur riservata, solidale e discreta, affettuosa e rispettosa.
Mirella ha dedicato decenni e decenni all’educazione delle nuove generazioni, che oggi più di prima testimoniano che la passione per la formazione condivisa e vissuta dalla maestra Mirella è stata una luce fondamentale per la loro crescita e la loro maturazione.
“La morte non è una luce che si spegne.
È mettere fuori la lampada perché è arrivata l’alba”.
(Rabindranath Tagore)
Il 9 gennaio riprenderemo le attività scolastiche, come di consueto, come una nuova alba.
Saremo più poveri e tristi, perché ci mancherà il gioviale sorriso e lo sguardo attento di Mirella, ma ci ritroveremo anche più ricchi e più forti alla luce della lampada della sua amicizia ed esperienza, che ci accompagnerà e sosterrà durante il nostro cammino.
È stato un privilegio condividere un pezzo di strada con Mirella, ora dobbiamo continuare ancora insieme a lei, grazie al prezioso ricordo del suo esempio e della sua passione, che nessuno ci potrà togliere”.

di Franco Pullara

Una donna, meglio, una persona priva del conforto sociale, qualche giorno, ha fatto i suoi bisogni davanti ad un noto supermercato della città dove sosta per ricevere piccoli aiuti economici dai clienti della stessa attività commerciale.

Lasciando perdere l’aspetto della pubblica decenza è, certamente, più importante leggere la notizia puntando al mancato o all’inadeguato sostegno sociale delle istituzioni per i più deboli diventati invisibili fino a quando non accade qualcosa di grave. E a Favara non mancano le triste esperienze, di donne, non seguite adeguatamente delle quali, come il caso di Gessica, ci si accorge quando accade l’irrimediabile.

Perché, con tutti gli aiuti previsti dallo Stato, quella donna non più giovane conduce una vita di stenti? Non sono in pochi a farsi la domanda, alla quale l’unica risposta ragionevole è che: chi dovrebbe vedere, molto probabilmente, non vede.

Non tutti i bisognosi hanno la capacità, la voglia e la conoscenza dei loro diritti, molti di loro scelgono la via più semplice: la strada, spesso, la più dolorosa e mortificante, quando dovrebbero essere cercati e aiutati dalle istituzioni.

Ne abbiamo parlato nella speranza che a questa brava donna, vittima da sempre di gente con pochi scrupoli, arrivi il conforto sociale dandole finalmente accesso ai suoi diritti.

Un sollievo nel ristoro fisico e morale nel rispetto di un suo pieno diritto di persona e di donna in un paese civile che si riconosce nella solidarietà.

Il  Patron Giuseppe Deni aumenta il capitale sociale, tutte le info per sottoscrivere le quote.
Così come annunciato nel corso della conferenza stampa di fine anno, il patron dell’Akragas Giuseppe Deni comunica di aver provveduto all’aumento del capitale sociale del club biancoazzurro che passa da 80 mila euro a 300 mila euro.
Chiunque volesse sottoscrivere le quote può farlo inviando un’email al seguente indirizzo: akragas2018.03@gmail.com.
E’ possibile sottoscrivere una singola quota di 100 euro o multiple di 100 euro, e versare le dovute somme sull’IBAN: IT72R0306909606100000187576
intestato a SSD Akragas 2018 srl.

E’ stata una Volante del Commissariato di Licata, guidato dal vice Questore Cesare Castelli, ad evitare il peggio nei confronti di una donna pronta a buttarsi giù dal ponte di via Mazzini.

La donna è stata notata da tanti passanti i quali hanno compreso subito quali fossero le intenzioni della donna. Nel contempo è passata una Volante, come detto, i cui poliziotti hanno intavolato un vero e proprio colloquio con la donna riuscendo a centrare l’obiettivo: la donna è stata salvata.

Nel frattempo è arrivata una ambulanza che ha trasportato la donna all’ospedale di Licata.