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Il Commissariato di Polizia di Vittoria rinuncia ai locali di via Loi, di proprietà, come emerso a seguito del tragico investimento stradale dei due cugini D’Antonio, al 50% di Roberto Luca di Gela, figlio di Salvatore, in carcere insieme allo zio per concorso esterno in associazione mafiosa. Il Commissariato si trasferirà nei locali dell’ex sede distaccata del Tribunale di Ragusa, in via Gaeta. Dopo la diffusione della notizia che l’edificio che ospita il commissariato di Polizia di Vittoria è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’ambito del sequestro dei beni della famiglia Luca di Gela, vi è stata un’accelerazione nelle procedure per il trasferimento del Commissariato di Polizia. Il commissario straordinario del Comune, Filippo Dispenza, conferma di aver predisposto gli atti amministrativi per favorire il trasferimento del commissariato nei nuovi locali.

I Carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Sciacca, hanno arrestato, per maltrattamenti in famiglia e minacce, un uomo di 65 anni, adesso recluso nella casa circondariale saccense. E’ stata la moglie a denunciarlo perché vittima di presunti soprusi, violenze psicologiche e percosse, anche innanzi ai figli minorenni. La donna ha per parecchio tempo mantenuto il silenzio su quanto accaduto tra le mura domestiche, e poi, esasperata, si è rivolta ai Carabinieri che hanno condotto e concluso le indagini fino all’emissione del provvedimento restrittivo.

I Carabinieri hanno arrestato un bracciante agricolo originario della Romania e residente a Canicattì, Alexandru Ionut Ungureanu, 20 anni, in esecuzione di un ordine di cattura spiccato dal Tribunale di Agrigento per rapina aggravata e lesioni personali in concorso. Il romeno sarebbe corresponsabile di una rapina nella casa di un’anziana pensionata, il 15 aprile del 2018, in contrada Mintina, tra Camastra e Naro. La donna, di 75 anni, picchiata da tre malviventi, è stata poi ricoverata in ospedale. Ad incastrare l’immigrato dalla Romania è una impronta digitale.

Il Consigliere Comunale della Lega Salvini Premier Rita Monella a seguito di diversissime  segnalazioni ricevute da parte dei cittadini residenti presso la zona Zingarello di Agrigento, si è recata nella giornata di ieri, per  toccare con mano, la reale situazione di degrado e di rischio igienico sanitario, unitamente agli abitanti della zona interessata.

La situazione è gravissima, ne è esplicita dimostrazione il video pubblicato sul profilo Facebook del consigliere della Lega. I residenti incontrati hanno testimoniato di sentirsi abbandonati dalla nostra  Amministrazione Comunale. 

Non possiamo permettere che esistano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Le imposte sui rifiuti versate dai contribuenti del centro cittadino, sono le stesse di quelle versate da chi abita in zona Zingarello, per cui i servizi devono essere ugualmente garantiti.

Una discarica a cielo aperto che, oltre al rischio igienico sanitario di notevole rilevanza, degrada e offende in maniera vergognosa una meravigliosa zona balneare come quella di Zingarello. 

Lo stato attuale è divenuto ormai emergenziale e la nostra Amministrazione deve in tempi immediati prenderne atto e farsene carico. Va ripulito tutto e va ripristinato il servizio di porta a porta. 

Ritengo indecorosa ed ingiusta la situazione attuale cui sono soggetti i nostri concittadini. La Lega Salvini Premier non ci sta e non ha alcuna intenzione di arrendersi e di lasciare soli i nostri concittadini di già tristemente abbandonati dalla nostra Amministrazione per troppo tempo. 

Rimaniamo in attesa con i residenti di Zingarello di una pronta e risolutiva risposta da parte della nostra Giunta in tempi celeri.

Un uomo quarantenne agrigentino, G M sono le iniziali del nome, ha indirizzato una lettera d’elogio al personale del reparto di Nefrologia dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, diretto da Antonio Granata. Si tratta di un attestato di stima e di gratitudine reso pubblico dalla direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Al termine di un lungo ed impegnativo percorso di cura, il paziente agrigentino ha fronteggiato con successo due patologie sistemiche rare ed estremamente gravi. L’uomo, tra l’altro, scrive: “La professionalità e la dedizione dello staff sanitario sono state encomiabili, tra i medici e gli infermieri diretti dal primario Antonio Granata”. In particolare, l’agrigentino è stato sottoposto a plasmaferesi, la procedura attraverso cui il plasma del paziente è sostituito con il plasma di donatori sani. E con una molto sofisticata terapia sostitutiva extracorporea il paziente ha superato l’insufficienza renale acuta che altrimenti sarebbe risultata fatale. Il dottor Antonio Granata commenta: “Ricevere un attestato di stima e gratitudine da parte di un paziente suscita una profonda emozione e fa sempre estremo piacere. Oltre a confermare la qualità dell’impegno che quotidianamente si svolge in reparto, fortifica l’impegno di tutto lo staff medico ed infermieristico non solo, sotto il profilo spiccatamente sanitario, per continuare a trattare con dovizia casi delicati come quello che si è presentato, ma anche nel tentativo di umanizzare i percorsi di cura fortificando sempre più il legame con le persone”.

Piu’ di 200 uomini della Squadra Mobile di Palermo, del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del Federal Bureau of Investigation (FBI) di New York stanno eseguendo arresti e fermi, disposti dalla Dda del capoluogo siciliano, di boss e gregari del mandamento mafioso di Passo di Rigano (Palermo). Il blitz, denominato “New connection”, ha svelato il forte legame tra Cosa Nostra palermitana e la criminalita’ organizzata statunitense, in particolare il potente Gambino Crime Family di New York.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, ha fatto emergere anche la forte capacita’ pervasiva, da parte della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, sull’economia del quartiere. Ciascun uomo d’onore, nel clan, aveva un ruolo e una mansione specifica nella gestione degli affari. Nel mandamento, inoltre, ogni attivita’ economica – dalla fornitura alimentare, all’ingrosso, alla gestione dei giochi e delle scommesse online – era controllata dalla mafia che gestiva anche il racket delle estorsioni.

Nel quartiere di Passo di Rigano avevano ricostituito la loro roccaforte importanti esponenti della famiglia mafiosa degli Inzerillo, una storica cellula criminale palermitana decimata dal capomafia Toto’ Riina negli anni ’80, durante la seconda guerra di mafia. E’ uno dei particolari dell’inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato ad arresti e fermi. Gli esponenti della famiglia Inzerillo, costretti a rifugiarsi negli Usa, rientrati in Italia nei primi anni 2000, avevano ricostituito le fila della ‘famiglia’, anche grazie al ritrovato equilibrio con i vecchi nemici.

Egregio Direttore,
ho deciso di scrivere perché questa è l’unica arma che ho: la penna, avrei detto un ventennio fa, oggi la vogliamo chiamare la rete, il web. Non avendo conoscenze”alte” ad Agrigento, ne esco comunque sconfitta anche di fronte a piccoli problemi, irrisori ma irrisolti, che in altre città d’Italia non sarebbero chiamati problemi. Sono una cittadina oriunda di Agrigento, in estate turista domiciliata a San Leone, ma non residente. Ho lasciato Agrigento negli anni ottanta e vivo in una tranquilla cittadina d’Abruzzo; non ho mai smesso di amare la mia terra con tutte le sue pirandelliane contraddizioni e torno tutti gli anni desiderosa di rigenerarmi e inebriata dei ricordi di un passato che non esiste più se non nel mio cuore.
Oggi devo denunciare la noncuranza e la superficialità dell’amministrazione agrigentina. Oggi devo raccontare con amarezza la mia esperienza. Mi sono recata all’isola ecologica per consegnare cinque grandi sacchi di sfalci del giardino, avevo la macchina colma di rifiuti da scaricare. Faccio presente che ieri pomeriggio ero già andata all’isola ecologica, ma era chiusa e non esisteva alcun cartello che indicasse possibili orari di ritiro dei rifiuti. Le informazioni utili le ho avute da un fruttivendolo della zona. Stamattina però il responsabile dell’isola ecologica non ci ha permesso di scaricare i sacchi di sfalci di potatura perché l’unico cassonetto era già pieno. Il signore ha deciso di chiudere i cancelli per evitare che i cittadini lasciassero i rifiuti. Io mi domando: ma questa è una soluzione? Oppure è una negligenza, una noncuranza, una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini onesti che fanno scrupolosamente la raccolta differenziata e pagano esose tasse alla società agrigentina che si dovrebbe occupare dei rifiuti? Io torno ad Agrigento un mese l’anno in estate e ho pagato 285€ di tassa sui rifiuti. Ma a chi e soprattutto perché? Non ricevo alcun servizio, anzi solo disservizi. Sto qui, impotente, a guardare la gente che si piange addosso, rassegnata, e spera in futuro migliore. Ma chi lo fa il futuro migliore? Sono davvero basita! Oggi me ne sono tornata a casa a San Leone con la macchina ancora carica di sacchi, sconfitta dal potere amministrativo, ma disgustata e decisa nel mio piccolo ad infangare questa gente che viene ossequiata dal popolino bisognoso. Sono amareggiata, indignata. Pensiamoci un attimo, basterebbe un cassonetto in più o soluzioni simili. Credo basterebbe poco per soddisfare le esigenze del cittadino onesto nel rispetto dei suoi diritti. 

Maria Palermo, Chieti.

A Favara, come pubblicato, oltre due settimane addietro si sono dimessi tre assessori della giunta presieduta dalla sindaca del Movimento 5 Stelle, Anna Alba. Si tratta di Rosanna Pecoraro, Giovanni Sciortino e Pierre Vaccaro. Ebbene adesso la sindaca Anna Alba ha nominato un nuovo assessore, Maria Laura Maggiore, già consigliere e assessore in quota Movimento 5 Stelle nel comune di Bagheria. Ha 36 anni, è laureata in Scienze giuridiche, e si occuperà soprattutto di finanze e contabilità, fornendo a breve, tra l’altro, risposte al Ministero dell’Interno che ha posto alcuni quesiti sul bilancio stabilmente riequilibrato 2016.

Cambiano alcune modalità nel servizio di raccolta differenziata a Campobello di Licata. A partire dal prossimo 1 agosto, infatti, su disposizione del sindaco Giovanni Picone, entrerà in vigore il divieto assoluto di depositare ed esporre qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi neri o comunque non trasparenti, che impediscano agli operatori ecologici, la verifica del corretto conferimento. Come conseguenza di questa ordinanza, gli stessi operatori ecologici di Iseda, Icos ed Ecoin, affidatari della gestione del servizio di raccolta differenziata, non ritireranno più questo tipo di sacchetti. L’ordinanza del sindaco Picone, prevede inoltre che ai trasgressori sarà applicata una sanzione amministrativa che può raggiungere i 500 euro. A questo si aggiunge che il Comando del Corpo della Polizia Municipale di Campobello di Licata, in collaborazione con le imprese dell’Ati, provveda ad assumere le iniziative necessarie per il rispetto della stessa ordinanza controllando il corretto conferimento da parte dei cittadini e procedendo alle eventuali sanzioni nei confronti dei trasgressori.