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A Gela oggi l’inaugurazione della rassegna nazionale “Lo Sperone Arte 2019 Gela”, la tradizionale e rinomata rassegna artistica e culturale promossa dal Centro di cultura e spiritualità cristiana “Salvatore Zuppardo”. La manifestazione proseguirà fino a domenica prossima, 8 settembre, e tutte le opere partecipanti sono esposte in via Pisa, in concomitanza con la festa della patrona Santa Maria D’Alemanno. Tra i pittori, scultori, ceramisti, fotografi e artigiani di Gela e della Sicilia che espongono vi è anche il pittore agrigentino Gerlando Meli, in mostra con una sua opera dallo stile dell’astratto informale. Già Meli nel 2018 ha partecipato alla rassegna riscuotendo ampio successo di pubblico e di critica.

L’inizio delle lezioni a scuola, e l’autonomia di ogni singolo istituto nello stilare il relativo calendario: ad Agrigento l’Istituto tecnico-commerciale e alberghiero, “Nicolò Gallo”, informa che le attività didattiche inizieranno lunedì 9 settembre per le prime classi, martedì 10 settembre per le classi terze, e mercoledì 11 settembre per tutte le classi. La dirigente scolastica, Maria Concetta Triassi, saluterà i genitori degli alunni delle prime classi lunedì 9 settembre in Auditorium alle ore 8.

L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, ha deliberato uno stanziamento di fondi a favore del Comune di Aragona, in provincia di Agrigento. Si tratta, in particolare, di 800mila euro per la Chiesa della Madonna del Carmelo, e di 800mila euro per il Palazzo Principe.

Il deputato regionale e vice coordinatore regionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, esprime gratitudine e apprezzamento a seguito di quanto disposto dall’assessore Falcone.

“L’assessore Marco Falcone – aggiunge Gallo – si è sempre dimostrato pronto a condividere e sostenere le nostre istanze legate al territorio agrigentino. Forza Italia, come forza di governo, testimonia ancora una volta l’impegno concreto a fronte delle necessità locali, nel contesto dell’obiettivo, tra l’altro, di promuovere le iniziative infrastrutturali come volano di indotto e sviluppo economico dei territori. L’odierno finanziamento di 1 milione e 600mila euro per Aragona è segno tangibile di un tracciato costante di attenzione e di responsabilità politica” – conclude l’onorevole Gallo.

A Lampedusa la titolare di un negozio di oggetti preziosi ha denunciato alla locale stazione dei Carabinieri di avere subito il furto di un orologio da parete, in ceramica, del valore di alcune centinaia di euro. I Carabinieri hanno subito effettuato un minuzioso sopralluogo nel negozio, incrociando i filmati di alcune telecamere ubicate nella zona, e, in breve tempo, hanno tracciato l’identikit della probabile persona responsabile del furto, ossia un’anziana donna, verosimilmente turista. Durante i controlli di frontiera svolti in aeroporto dai Carabinieri, la donna, prossima ad imbarcarsi su un aereo, è stata riconosciuta e perquisita. Dal suo bagaglio è saltato fuori il prezioso orologio in ceramica. Lei, una turista cremonese di 70 anni, è stata denunciata per furto aggravato. La refurtiva è stata restituita.

Lo scorzo marzo ignoti erano riusciti ad entrare nell’edificio scolastico che ospita la scuola dell’infanzia “Sandro Pertini” e, dopo aver distrutto quanto sotto tiro, addirittura appiccarono fuoco a banchi e sedie. Per questo motivo la Regione aveva finanziato 40 mila euro per la ristrutturazione della scuola.

A lungo si era parlato, dopo quest’ultimo raid, di installare un impianto video che potesse tutelare gli ingressi della scuola. Ancora di telecamere nemmeno l’ombra e, intanto, la scorsa notte un nuovo raid vandalico è stato compiuto.

Ignoti hanno rotto una finestra dalla quale si sono intrufolati all’interno della scuola portando via materiale informatico. La scoperta è stata fatta dai collaboratori scolastici che hanno immediatamente avvisato il dirigente Giuseppina Cartella.

Indagano i poliziotti del Commissariato di Canicattì.

I carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, coadiuvati dai militari della stazione di Santa Elisabetta, hanno arrestato un 33enne del paese per l’ipotesi di reato di stalking.

L’uomo, secondo una prima ricostruzione, avrebbe tormentato, perseguitato e minacciato l’ex fidanzata dopo che quest’ultima – circa un anno addietro – aveva deciso di interrompere la relazione sentimentale.

Da quel momento la donna è stata oggetto di minacce e si sentiva seguita dall’ex compagno in ogni luogo tanto da dover cambiare abitudini e vivendo in una specie di terrore psicologico. Da qui la denuncia ai carabinieri con l’emissione della misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria.

I carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, coadiuvati dai militari della stazione di Santa Elisabetta, hanno arrestato un 33enne del paese per l’ipotesi di reato di stalking.

L’uomo, secondo una prima ricostruzione, avrebbe tormentato, perseguitato e minacciato l’ex fidanzata dopo che quest’ultima – circa un anno addietro – aveva deciso di interrompere la relazione sentimentale.

Da quel momento la donna è stata oggetto di minacce e si sentiva seguita dall’ex compagno in ogni luogo tanto da dover cambiare abitudini e vivendo in una specie di terrore psicologico. Da qui la denuncia ai carabinieri con l’emissione della misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria.

La moglie sta per partorire e il giudice accoglie l’istanza presentata dalla difesa di Marco Davide Clemente, 26enne, coinvolto nella maxi inchiesta della Dia di Agrigento “Kerkent”.

Il provvedimento è stato firmato dal gip del Tribunale di Palermo Walter Turturici su istanza presentata dagli avvocati Salvatore Butera e Saverio Aloisio che hanno sostenuto l’ “eccezionalità ed insostituibilità” del diritto dell’indagato – anche se detenuto – a partecipare all’evento.

Clemente, attualmente detenuto nel carcere Pagiarelli di Palermo, è stato autorizzato ad essere trasportato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove assisterà alla nascita del figlio.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Sara Varazzi ha iscritto nel registro degli indagati nove persone in seguito alla denuncia presentata da una coppia di Raffadali dopo l’estrazione con parto cesareo di un feto giunto alla trentesima settimana.

Si tratta di tre ginecologi, due ostetriche, un’infermiera e tre “portantini” dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. La vicenda risale a poche settimane fa. La donna, non sentendo da qualche giorno movimento del feto, ha deciso di recarsi in ospedale per gli accertamenti del caso.

Immediato il ricovero e l’aggravamento del quadro clinico decidendo così di intervenire con un cesareo ed estrarre il feto morto. I genitori sconvolti dell’accaduto hanno deciso di presentare denuncia alla Procura.

Il pm ha disposto l’autopsia sul feto che è stata eseguita ieri mattina dai medici legali Procaccianti, Naresi e Damiani. L’esito, che sarà fondamentale per lo sviluppo dell’indagine, si avrà entro due mesi.

Grande successo al centro commerciale vecchio di Villaseta per la manifestazione “Block party” promossa dalla Tierra, Techo, Trabajo (TTT) e realizzata con la collaborazione di Friday for Future Agrigento, Rap Dope e Break connection Klan. Evento che ha inteso valorizzare la difficile periferia agrigentina puntando sul talento dei suoi giovani: opere di street art, esibizioni canore di rap e hip hop, spettacoli di break dance e un contest finale di freestyle a chiudere una serata di grande festa all’insegna della partecipazione.
Come precisano i ragazzi della TTT, associazione di promozione sociale che proprio a Villaseta deve la sua nascita, la manifestazione sarà solo la prima di una serie di interventi per il coinvolgimento degli abitanti nella valorizzazione del quartiere. Perché (come recita l’hashtag lanciato per l’occasione) “#villasetaconta”.

I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, a seguito degli ultimi sbarchi clandestini di migranti a Lampedusa, hanno arrestato un tunisino già destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Prefetto della Provincia di Bologna il 13 ottobre 2017 con divieto di reingresso nel territorio nazionale per 3 anni. Poi arrestato un altro tunisino, destinatario di decreto di espulsione emesso dal Prefetto della Provincia di Palermo l’8 novembre del 2018, con divieto di reingresso nel territorio nazionale per 3 anni. E poi in stato di arresto un terzo tunisino, destinatario di decreto di espulsione emesso dal Prefetto della Provincia di Varese il 19 giugno del 2017 con divieto di reingresso nel territorio nazionale per 3 anni.