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Ad Agrigento, domenica prossima, 16 giugno, all’Hotel Colleverde, in via Crispi, alle ore 18 sarà inaugurata una personale di pittura dell’artista Mario Passarello, dal titolo “Come le foglie”, già itinerante in tutta Italia. La mostra è organizzata dall’Associazione culturale Koinè e curata dalla dottoressa Antonella Leda Lo Porto. Interverrà il dottor Antonio Liotta, casa editrice Medinova. L’esposizione sarà visitabile fino al 21 giugno.

Nella giornata di ieri 11 giugno 2019, in Palma di Montechiaro, personale del locale Commissariato di P.S. traeva in arresto B.G.N.G., egiziano, domiciliato a Palma di Montechiaro, in quanto colto nella flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata nell’abitazione dell’extracomunitario, gli agenti rinvenivano 286,30 grammi di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, la somma in contanti di 6.765,00 euro in banconote di vario taglio, nr. 1 taglierino, nr. 1 coltello di colore con lama della lunghezza di 11 cm e nr. 40 involucri di cellophane vuoti. Dopo le formalità di rito, l’uomo veniva condotto presso la casa circondariale “P. Di Lorenzo” di Agrigento.

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, innanzi alla seconda sezione penale presieduta dalla giudice Wilma Mazzara, si è svolta la prima udienza del processo a carico di cinque imputati ai quali la Procura della Repubblica di Agrigento contesta, a vario titolo, l’avere scaricato dal giugno 2008 al luglio 2013 tutti i reflui non depurati della rete fognaria della zona sud – est di Agrigento, tra San Leone, Cannatello e Villaggio Peruzzo, nel mare antistante la costa di San Leone tramite 2 scarichi non autorizzati, essendo scaduta l’autorizzazione. I 2 scarichi sono stati 2 condotte sottomarine, intese una “Pubblica Sicurezza” e l’altra “Padri Vocazionisti”. E tale scarico presunto inquinante, illegale e non autorizzato sarebbe stato aggravato dalla frequente rottura delle condotte o dallo straripamento delle centraline di sollevamento anche in spiaggia, nei pressi della battigia, più volte segnalato e documentato in video e foto dall’associazione ambientalista “MareAmico” di Claudio Lombardo. A fronte di ciò, ai dirigenti dell’Ato idrico è contestato, tra l’altro, la violazione dei loro obblighi di controllo verso Girgenti Acque, e quindi i dirigenti dell’Ato idrico avrebbero procurato intenzionalmente a Girgenti Acque un vantaggio ingiusto, che è stato la prosecuzione del rapporto contrattuale senza subire né multe né la risoluzione del contratto. Ebbene, dal luglio 2013 sono trascorsi 6 anni, e la giudice Mazzara ha rilevato in aula che alcune ipotesi di reato contestate sono prescritte. Si tratta delle imputazioni di violazioni paesaggistiche e di getto pericoloso di cose. Prossima udienza il 17 settembre, quando gli imputati comunicheranno se rinunceranno alla prescrizione oppure no.

A Palermo, al palazzo di giustizia, lo scorso 16 gennaio la sostituto procuratore generale Rita Fulantelli ha chiesto la conferma delle sei condanne inflitte in primo grado dal Tribunale di Sciacca nell’ambito dell’inchiesta antidroga cosiddetta “Big family”, che il 30 luglio 2012 ha provocato un blitz della Polizia contro un gruppo che sarebbe stato impegnato nel trasporto e nella vendita di cocaina, eroina, hashish e marijuana da Napoli a Ribera. Ebbene, la Corte d’Appello ha emesso sentenza:
Carlo Giardiello, 31 anni, condanna ridotta da 13 anni e 2 mesi a 8 anni e 5 mesi.
Ciretta Veible, 56 anni, madre di Giardiello, da 7 anni e 6 mesi a 7 anni.
Maria Sedita, 42 anni, da 7 anni a 6 anni e 4 mesi.
Giuseppe Failla, 54 anni, da 6 anni e 4 mesi a 6 anni.
E poi riqualificazione del reato con riconoscimento della lieve entità e non doversi procedere, a fronte della condanna in primo grado a 6 anni di reclusione ciascuno, per Giuseppe Triassi, di 30 anni, e Debora Arcadipane, di 28 anni.


Un fatto accaduto il 27 dicembre del 2016 quello denunciato dall’ormai donna maggiorenne che accusa Enzo Cangemi, 50 anni, di Camastra di tentata violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona.

Secondo la ricostruzione, la denuncia sarebbe scattata poche ore dopo l’accaduto dagli stessi familiari della ragazza che hanno anche dimostrato attraverso un certificato medico la violenza avvenuta.

Secondo la Procura, Cangemi avrebbe convinto la ragazza a salire sulla sua auto con la scusa di chiedere il numero di telefono del padre per poi impedire, alla stessa, di scendere dall’auto costringendola ad avere un rapporto sessuale orale e cercando, con forza di trattenerla stringendole un polso. Avrebbe anche tentato di abbassarle la testa all’altezza della propria zona intima cercando di abbassarsi i pantaloni.

Sarà usata la memoria registrata dall’auto, ovvero il gps della compagnia assicurativa dello stesso Cangemi, per smentire la versione che la ragazza avrebbe deposto, dimostrando di aver effettuato un percorso diverso da quello indicato dalla presunta vittima.

Angela Porcello, avvocato del Cangemi, si è rifiutata, ieri mattina, di sentire i testi avvalendosi solo dei documenti prodotti che porterebbero il Cangemi all’innocenza.

Il procedimento penale è stato presieduto da Wilma Angela Mazzara.

 

 

Durano, nella migliore delle ipotesi, lo spazio di una notte, le bonifiche ambientali che periodicamente vengono effettuate dagli operatori ecologici di Sea e Iseda a Canicattì, dove alcuni continuano a non effettuare alcun tipo di raccolta differenziata, penalizzando, di conseguenza, tutti coloro che fanno un corretto porta a porta e che soprattutto, pagano la tassa dei rifiuti. Gli uomini e i mezzi delle ditte dell’Aro Canicattì-Camastra, sono ormai praticamente in servizio semi-permanente sulle bonifiche di strade, piazze e cortili dove gli incivili continuano a scaricare ogni tipo di rifiuti a tutte le ore del giorno e della notte in barba a qualsiasi norma e qualsiasi regola del vivere civile. 

“E’ stato ormai accertato – ribadisce l’amministratore unico di Sea, Gianni Mirabile – che a Canicattì, ci sono zone più interessate di altre da questo triste fenomeno di inciviltà che per quanto minimo rispetto alla grandezza del territorio urbano e suburbano, riesce a sporcare la città in maniera indicibile e sotto gli occhi di tutti, fornendo un’immagine falsata di quella che è la partecipazione dei canicattinesi alla raccolta differenziata”.

Le zone più interessate dall’attacco degli incivili della differenziata sono le contrade Montagna, Santo Spirito e Santa Marta, le vie Lepanto, Carlo Amato, Pietro Micca, Largo San Quintino, via Toti e Ponticello. Via Pirandello, Solferino, Don Sturzo, via Carducci, via Colombo, Pascoli, Torino, Messina, Medi, Taormina, Medi, via Duca degli Abruzzi e Salita Colonna. Ovviamente non vengono risparmiate le piazzole di sosta delle strade interpoderali e degli scorrimenti veloci che costeggiano Canicattì.

“Queste modalità di intervento – hanno scritto le imprese al Comune – con il recupero giornaliero dei rifiuti abbandonati, senza alcuna congiunta attività di repressione, sata ingenerando nei cittadini la convinzione della piena legittimità del comportamento adottato con conseguente pericolo per la salute pubblica oltre al serio rischio di vanificare l’operato del Raggruppamento di imprese e dell’amministrazione comunale stessa perchè impedisce, di fatto, il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata”. Una situazione dunque, su cui occorre intervenire tempestivamente.

“Quello che accade a Canicattì – aggiunge Gianni Mirabile – è una cosa grave alla quale si deve cercare di porre rimedio o quantomeno un argine. Con le altissime temperature che si raggiungono durante tutta la stagione estiva, questi cumuli di rifiuti lasciati diventano un pericolo potenziale per i cittadini perchè possono verificarsi episodi di autocombustione. Noi lanciano un appello a tutti i cittadini a collaborare con le imprese e con l’amministrazione comunale affinchè la raccolta differenziata possa realmente essere un valore aggiunto per la città”.