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La società L. M. s.p.a, dedita alla coltivazione e commercializzazione di cereali ed alla produzione di mangimi nel settore zootecnico, aveva partecipato alla procedura selettiva indetta dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della pesca mediterranea per l’erogazione di contributi per il sostegno ad investimenti in favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli, di cui alla sottomisura 4.2. del PSR Sicilia 2014/2020.
Con provvedimento del maggio 2018, venivano approvati gli elenchi definitivi delle domande ritenute ammissibili, di quelle che non avevano raggiunto il punteggio minimo e di quelle escluse.
Nonostante la puntuale indicazione, nel relativo programma di investimento, di tutti gli interventi previsti di ammodernamento aziendale e di innovazione dei processi produttivi, la domanda presentata dalla detta società veniva collocata tra quelle ammissibili ma non finanziabili, per mancato raggiungimento del punteggio minimo richiesto.
A questo punto, la società L.M. s.p.a. proponeva un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, per l’annullamento, previa sospensione, del suddetto provvedimento di approvazione degli elenchi delle istanze di partecipazione alla selezione di cui sopra.
In particolare, gli avvocati Rubino e Alfieri hanno censurato il provvedimento impugnato sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto d’istruttoria e di motivazione, deducendo l’illegittima mancata assegnazione del punteggio a talune voci del progetto presentato dalla società ricorrente, avendo l’Amministrazione regionale di fatto reiterato le medesime valutazioni addotte in fase di approvazione provvisoria, omettendo del tutto di esternare le ragioni sottese a tale determinazione nonchè le eventuali ragioni ostative in ipotesi idonee a superare le osservazioni proposte dalla società ricorrente.
Il Consiglio di giustizia Amministrativa per la Regione siciliana in Sede Giurisdizionale, condividendo le tesi difensive degli Avvocati Rubino e Alfieri e ritenendo, pertanto, le doglianze ivi dedotte assistite dal prescritto fumus boni iuris e sussistente, nel caso di specie, il periculum in mora, ha accolto la richiesta di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato.
Per effetto dell’ordinanza cautelare resa dal C.G.A., l’Amministrazione regionale dovrà procedere al riesame della posizione rivendicata dalla L.M. s.p.a. e disporre, nelle more delle rideterminazioni da assumere, l’accantonamento delle somme per le quali la detta società ha agito.

Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, interviene a seguito del secondo crollo che ha interessato il palazzo tra piazza Cavour e Viale della Vittoria, e afferma: “Anche questa volta per fortuna non vi sono stati danni alle persone poiché l’area è stata ampiamente recintata. Precauzionalmente adesso è stata ampliata l’area di tutela attorno al fabbricato. Nel doveroso rispetto dei tempi legati agli accertamenti preliminari dell’autorità giudiziaria, auspico un rapido ritorno alla normalità attraverso i necessari interventi volti a recuperare l’uso della piazza e la viabilità dell’area circostante, per consentire alle attività commerciali di riaprire e ai residenti di tornare nelle proprie case, fermo restando che dovranno essere accertate le responsabilità di quanto accaduto, che per l’entità dei danni avrebbero potuto produrre effetti irreversibili ben più gravi”.

A Palermo i poliziotti della Squadra Mobile, su delega della Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito 20 misure cautelari per, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti. La piazza palermitana sarebbe stata snodo fondamentale nel passaggio dall’ingrosso al dettaglio dello stupefacente. Infatti, le indagini, avviate nel 2015, hanno puntato proprio sui “grossisti” della droga, specializzati nel traffico di ingenti carichi di cocaina ed hashish. Sono emersi rapporti tra i componenti del clan e soggetti della malavita internazionale che dall’Argentina, dopo tappe intermedie in Europa, avrebbero inviato a Palermo enormi quantitativi di cocaina. I carichi di hashish invece sarebbero provenuti da grossi fornitori in Marocco, e poi stoccati in magazzini del nord-Italia in attesa di essere acquistati dai trafficanti palermitani. Si tratta di un quantitativo di hashish stimato in oltre 1000 chilogrammi, 700 dei quali sono stati sequestrati in più tranche dalla Polizia di Stato con l’arresto dei corrieri. Nel corso dell’indagine sono state sequestrate dalla Squadra Mobile anche numerose coltivazioni di cannabis nel palermitano.

Proprio pochi minuti fa è avvenuto un altro crollo dei cornicioni nel palazzo Liberty.

Con questo ennesimo crollo è stata evitata un’altra ipotetica tragedia in quanto il cornicione sud caduto ha letteralmente diverto e raso al suolo la struttura esterna di vetro del Bar pasticceria Sajeva.

Un forte boato è stato sentito dai vicini e ha spaventato le persone che si trovavano nei paraggi.

Si spera nel tempestivo ripristino di questa situazione in quanto ormai quasi ogni giorno sembra farsi sempre più grave.

 

E’ stato interrogato in carcere, al “Di Lorenzo” di Agrigento, Carmelo Rubino, l’agricoltore di 68 anni di Canicattì già reo confesso innanzi alla sostituto procuratore di Agrigento, Paola Vetro, dell’omicidio di un altro agricoltore di Canicattì, Vincenzo Sciascia Cannizzaro, 69 anni, ucciso a colpi d’arma da fuoco venerdì scorso 27 settembre in contrada Calici a Canicattì. Carmelo Rubino, innanzi alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Luisa Turco, ha ribadito: “Sono stato io, mi è venuto incontro in maniera violenta e ho sparato. Sono distrutto per quello che ho fatto, non ricordo bene”. Carmelo Rubino è difeso dagli avvocati Diego Guadagnino e Marcella Bonsangue.

Il coordinatore del movimento Mani Libere di Agrigento, Giuseppe Di Rosa, segnala e documenta con fotografie che la piazzola di sosta soprastante il Parco dell’Addolorata o Icori, destinata a isola ecologica, “è – a suo avviso – ridotta ad una discarica con tanto di tracce e odore nauseabondo di percolato. Il tutto, peraltro, in una zona con il più elevato rischio di crolli e frane che vi è ad Agrigento. E nessuno se ne preoccupa” – conclude Di Rosa.

Ancora sbarchi sulle coste italiane. Nelle ultime 48 ore sono giunti oltre 200 migranti: 33 tunisini soccorsi a largo di Pantelleria, una quarantina di algerini con barchini di 5 metri sulle coste del sud della Sardegna e oltre 150 a Lampedusa, con 7 barchini. Si tratta di mini – sbarchi a conferma di un fenomeno che gli esperti hanno segnalato da mesi, ovvero il traffico con le ‘navi madre’, i grossi pescherecci partiti da Libia e Tunisia carichi di migranti che a poche miglia dalle acque territoriali italiane trasbordano le persone sui barchini diretti poi verso costa. Dei 7 arrivati a Lampedusa, il più grande è un guscio di legno di 8 metri: è impossibile che siano partiti in modo autonomo dalle coste africane.

A Racalmuto è stata collocata dall’associazione “Strada degli Scrittori”, su una delle pareti della casa di Largo Monte a Racalmuto in cui Leonardo Sciascia visse per diversi anni, una targa che ricorda il “Maestro di Regalpetra”. L’affissione è stata compiuta in presenza di Felice Cavallaro, direttore della “Strada degli scrittori”, e di Pippo Di Falco, l’intellettuale che ha recentemente acquistato la “casa delle zie” di Sciascia per renderla una Casa museo. La targa riporta una frase di Sciascia che rievoca l’importanza per la sua formazione di tale luogo, inserito nel 2014 tra i luoghi della Memoria e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana. Le interviste a Cavallaro e a Di Falco sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.