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I carabinieri della stazione di Lampedusa dopo una lunga indagine sono risaliti agli autori del furto di un’auto, una Citroen Mehari, di proprietà di un imprenditore del luogo, in località Cala Croce.

Si tratta di due palermitani di 26 e 21 anni. Ad incastrare i due giovani, le immagini dei vari impianti di video sorveglianza che si trovano sull’isola.

I due giovani, identificati e denunciati, dovranno rispondere di furto aggravato in concorso.

 

Una vasta piantagione di canapa indiana è stata scoperta e sequestrata dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela ed in particolare da quelli della Stazione di Riesi. I militari ieri pomeriggio, 04 ottobre 2019, hanno arrestato M.G. di 26 anni, ritenuto responsabile dei reati di coltivazione di sostanze stupefacenti, ricettazione di un furgone e detenzione illegale di una pistola e del relativo munizionamento cal. 7,65.

Secondo le indagini svolte dai militari dell’Arma di Riesi l’uomo, residente a Campobello di Licata, in contrada Contessa di Riesi (CL), aveva realizzato una piantagione di canapa indiana composta da circa 3.600 piante che aveva messo a dimora all’interno di un rigoglioso vigneto, convinto che i tralci ed i grappoli avrebbero nascosto le “preziose” piante. I Carabinieri, però, impegnati in una ricognizione aerea della zona a bordo di un elicottero del 9° Elinucleo Carabinieri di Palermo, sono stati insospettiti dalle differenze cromatiche delle due coltivazioni e ne hanno comunicato le coordinate geografiche alle pattuglie delle Stazioni Carabinieri di Riesi e di Mazzarino che, giunte sul posto hanno scoperto la vastissima piantagione irrigata attraverso un sofisticato impianto automatico “a goccia”. Nel corso della perquisizione del fondo agricolo, i militari hanno anche rinvenuto una pistola cal. 7.65 completa di 17 colpi dello stesso calibro e un furgone Piaggio Porter, risultato rubato a Palermo la notte del 13 settembre 2019.

Si tratta di uno dei più ingenti sequestri di piante di canapa indiana operati dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela. Lo stupefacente, se immesso sul mercato dello spaccio al dettaglio, avrebbe fruttato ai malviventi svariate centinaia di migliaia di euro.

Alcune delle piante di canapa indiana rinvenute sono state sequestrate per essere sottoposte agli accertamenti chimico-fisici, le restanti sono state, invece, distrutte col fuoco. L’arrestato, su disposizione della Procura di Caltanissetta, è stato condotto presso il carcere nisseno e verrà interrogato nelle prossime ore.

 

L’Operazione della Dda di Caltanissetta avrebbe decapitato il mandamento mafioso di Mussomeli scoprendo un vasto giro di droga a cavallo tra le province di Caltanissetta e Agrigento. Fatta luce su un omicidio di 21 anni fa maturato in ambienti mafiosi. Sono ben 9 gli agrigentini coinvolti nell’inchiesta.

Il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta Maurizio Bonaccorso ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 24 persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta eseguita nel gennaio scorso dai carabinieri del Ros a cavallo tra le province di Agrigento e Caltanissetta. Le accuse mosse dagli inquirenti sono associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsioni, reati concernenti le armi, rapina e associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Tra le 24 persone che rischiano il processo ci sono ben nove agrigentini: si tratta di Domenico Avarello, 39 anni di Canicattì (difeso dall’avv. Diego Giarratana); Filippo Cacciatore, 56 anni di Cammarata; Carmelo Conti, 46 anni di Casteltermini; Vito De Maria, 59 anni di Cammarata; Antonino Lattuca, 38 anni di Agrigento; Domenico Mangiapane, 40 anni di Cammarata; Maurizio Matraxia, 53 anni di San Giovanni Gemini; Salvatore Puma, 42 anni di Racalmuto e Giovanni Valenti, 45 anni di Favara (difeso dall’avv. Giuseppe Barba).

 

E’ stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Trapani un provvedimento di sequestro, emesso dal tribunale di Trapani su richiesta della DDA di Palermo, nei confronti dei fratelli Giovanni e Rosario Firenze con l’accusa di essere stati vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro.

Sono stati posti sotto sequestro un terreno agricolo, due auto e un fabbricato rurale nel comune di Castelvetrano, il tutto per un valore stimato di circa 800mila euro.

Le indagini erano iniziate nel 2017 quando nell’operazione “Ebano” vennero indicati i rapporti della famiglia Firenze con quella di Messina Denaro.

E’ emerso che tra il boss e Vincenzo Firenze, padre dei due fratelli, ormai scomparso esisteva un’amicizia.

Inoltre, l’impresa “Vincenzo Firenze srl” si era aggiudicata in maniera illecita molti lavori di manutenzione della rete viaria e fognaria del comune di Castelvetrano.

L’impresa sottoposta a un’interdittiva antimafia nel 2013, il patrimonio della società era stato trasferito irregolarmente a una nuova società, la F.g. srl, di cui l’amministratore e proprietario è il figlio Giovanni Firenze.

I Carabinieri di Gela, Mazzarino e Riesi hanno arrestato M G, sono le iniziali del nome, 26 anni, residente in provincia di Agrigento, sorpreso nel possesso e nella cura, in contrada Contessa in territorio di Riesi, di una piantagione di canapa indiana composta da circa 3.600 piante mimetizzate in un vigneto ed irrigate attraverso un sofisticato impianto automatico “a goccia”. I Carabinieri, che si sono avvalsi anche delle perlustrazioni di un elicottero, hanno sequestrato nel fondo agricolo, inoltre, una pistola calibro 7.65 con 17 colpi dello stesso calibro, e un furgone Piaggio Porter, risultato rubato a Palermo la notte del 13 settembre 2019. Si tratta di uno dei più ingenti sequestri di piante di canapa indiana operati dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela. Lo stupefacente, se immesso sul mercato dello spaccio al dettaglio, avrebbe fruttato svariate centinaia di migliaia di euro.

A Palermo, al palazzo di giustizia, il Sostituto Procuratore Generale, Emanuele Ravaglioli, a conclusione della requisitoria nell’ambito dell’inchiesta antimafia nell’agrigentino cosiddetta “Icaro”, ha chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado il 19 ottobre scorso. Dunque:
Antonino Abate, 32 anni, di Montevago, 16 anni di reclusione.
Carmelo Bruno, 50 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni.
Vito Campisi, 48 anni, di Cattolica Eraclea, 10 mesi. Roberto Carobene, 41 anni, di Motta Santa Anastasia, 4 anni.
Antonino Grimaldi, 58 anni, di Cattolica Eraclea, 16 anni.
Stefano Marrella, 62 anni, di Montallegro, 20 anni. Vincenzo Marrella, 44 anni, di Montallegro, 16 anni. Vincenzo Marrella, 63 anni, di Montallegro, 20 anni. Gaspare Nilo Secolonovo, 50 anni, di Santa Margherita Belice, 5 anni e 6 mesi.
Francesco Tortorici, 39 anni, di Montallegro, 16 anni.
Arringhe difensive dal 12 novembre in poi, e il 3 dicembre la sentenza.

Il presidente di ConfCommercio, Francesco Picarella, interviene nel merito della viabilità e del transito pedonale nel cuore della Valle dei Templi, tra Porta Aurea e ingresso della Via Sacra. Picarella si sofferma, in particolare, sullo stazionamento degli autobus turistici a seguito del recente investimento di una donna innanzi al posto di ristoro, e sull’utilizzo della passerella e dell’accesso tramite Porta Quinta…

Ad Agrigento, sulla spiaggia di Cannatello, dopo 57 giorni dalla ovo-deposizione, sono nate tante decine di piccole tartarughe, almeno una sessantina, prossime al mare. L’avvenimento è stato seguito e, soprattutto, protetto dalla ovo-deposizione in poi dall’associazione ambientalista MareAmico, coordinata da Claudio Lombardo, che ha pubblicato un video…

FINALMENTE SONO NATE…

Questa mattina, dopo 57 giorni dalla ovodeposizione, sono nate tante tartarughine, che stanno già prendendo il mare (dopo due ore dalla prima siamo a quota 41, ma ancora ne arrivano in superficie).MERAVIGLIA DELLA NATURA!!!

Pubblicato da Mareamico Delegazione Di Agrigento su Sabato 5 ottobre 2019