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A Ribera i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato ai domiciliari una donna di 28 anni originaria della Romania, già sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e responsabile, invece, di numerose e reiterate violazioni dell’obbligo preventivo. Pertanto, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sciacca ha aggravato la misura imponendole l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari.

L’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento lancia l’allarme: la spiaggia di Piana grande a Ribera è una maxi discarica, e presto tutti i rifiuti si riverseranno in mare. Il coordinatore di MareAmico, Claudio Lombardo, che ha diffuso un video – testimonianza, sottolinea: “E’ una discarica di cumuli di bottiglie di vetro, di plastiche e di spazzatura. E tutto ciò a pochissimi metri dal Resort Verdura. Siamo particolarmente preoccupati perchè a breve le piogge porteranno in mare quintali e quintali di rifiuti, non biodegradabili: un disastro!”.

CHE DISASTRO A PIANA GRANDE!

Secondo Mareamico la spiaggia di Piana grande a Ribera è la più sporca tra quelle di tutta la provincia di Agrigento.Si notano cumuli di bottiglie di vetro, di plastiche e di spazzatura; praticamente una grande discarica. E tutto ciò a pochissimi metri dal resort Verdura. Siamo particolarmente preoccupati perchè a breve le piogge porteranno in mare quintali e quintali di rifiuti, non biodegradabili: un disastro!

Pubblicato da Mareamico Delegazione Di Agrigento su Giovedì 29 agosto 2019

Prosegue incessante l’azione della Squadra Mobile di Agrigento, capitanata da Giovanni Minardi, di contrasto ai trafficanti di esseri umani e di monitoraggio del flusso migratorio a fine di prevenzione antiterrorismo. A seguito di recenti sbarchi a Lampedusa sono stati arrestati: un tunisino di 28 anni già espulso nel maggio 2018, un tunisino di 18 anni già respinto lo scorso 11 luglio con divieto di reingresso in Italia per 3 anni, un altro tunisino di 34 anni già respinto dal Questore di Agrigento il 23 dicembre scorso con divieto di reingresso in Italia per 3 anni, poi un siriano di 25 anni perché presunto scafista di un’imbarcazione giunta a Lampedusa con altri 37 migranti, e poi ancora due tunisini già espulsi dal Prefetto di Agrigento lo scorso 29 luglio con divieto di reingresso in Italia per 5 anni.

I Carabinieri di Licata, durante alcune verifiche tese al contrasto dei reati ambientali,  hanno sottoposto a sequestro preventivo un’area di circa 330 mq., un magazzino di  mq. 40 e circa 20 metri lineari di strada, ove era stata di fatto realizzata una discarica abusiva di rifiuti  pericolosi e di vario genere.

Un vero e proprio “cimitero all’aperto di ferraglie”, ove i militari hanno scovato circa una tonnellata di rifiuti ingombranti, costituiti da rigoriferi, lavatrici, forni elettrici, climatizzatori, motori di veicoli, cofani e sportelli di autoveicoli di varie marche, penumatici, lamierati di auto, sedili per auto, cerchi in lega, televisori, vasche in resina, forni a microonde, motori per climatizzatori, scaldabagni, pannelli coibentati, strutture in alluminio, porte di legno, infissi di legno con vetro e bombole vuote di gas.

.Nei confronti dell’utilizzatore dell’area, un bracciante agricolo 40 enne, al termine degli accertamenti, è scattata una denuncia all’Autorità Giudiziaria, per aver  realizzato e gestito una discarica per rifiuti di vario genere, fra cui anche rifiuti pericolosi, in Licata via Luigi Rizzo ed in un appezzamento di terreno ubicato a Licata, in via Timoleonte. Tutta l’area in questione ed i relativi rifiuti, sono stati sequestrati dai Carabinieri e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Raccolta della plastica a rischio domani ad Agrigento. Il regolare servizio del porta a porta, sarà infatti messo a rischio per l’impossibilità dei mezzi delle imprese di scaricare, nel corso della giornata odierna, tutto il quantitativo di secco residuo raccolto a causa dei limiti che vengono imposti per il conferimento negli impianti disseminati lungo il territorio regionale.

Le ditte del Raggruppamento temporaneo di imprese Iseda, Sea e Seap, scusandosi con i cittadini per gli eventuali disagi che ne potranno derivare, spiegano, ancora una volta che “a causa delle note vicende che interessano gli impianti della Regione Sicilia, domani, gli operatori ecologici non potranno verosimilmente raccogliere la plastica perché gli autocompattatori sono ancora quasi tutti pieni ed in fila per scaricare negli impianti assegnati di volta in volta dalla Regione.

“Purtroppo – spiega l’amministratore delegato di Iseda Giancarlo Alongi – non siamo ancora attrezzati per la moltiplicazione quotidiana di uomini e mezzi e autocompattatori che abbiamo messo a disposizione sono passati  da 6 a 12 mezzi,  in pratica il doppio di quelli previsti dal capitolato d’appalto. Eppure nonostante questo non bastano. Purtroppo queste cose i cittadini non le sanno e ogni qualvolta si presenta un disservizio, è un attimo che sia colpa delle imprese o degli operai. Non ci si preoccupa di capire perché qualcosa si inceppa nel meccanismo, si da subito la colpa alle ditte e ai netturbini. La situazione non si risolverà fino a quando gli organi competenti non la affronteranno seriamente e con strumenti adeguati”.

I problemi nella raccolta dei rifiuti. com’è noto, sono legati alle temporanee indisponibilità degli impianti della Regione, indisponibilità che hanno causato slittamenti nei turni di raccolta o disservizi soprattutto nelle ultime settimane. A questo proposito, va specificato che recentemente, la Regione ha deciso di contingentare il conferimento dei rifiuti nei pochi impianti disponibili, con la conseguenza che i disagi sono destinati a continuare fino a quando non sarà trovata una soluzione efficace e duratura nel tempo.

La Provincia di Agrigento annuncia che è stata restituita al transito la strada provinciale numero 24 -A Stazione Cammarata – Cammarata (Ponte Giuri), chiusa dal 2013 a causa di alcune frane. Lo scorso 2 agosto infatti sono stati ultimati i lavori di manutenzione straordinaria e rimozione delle condizioni di pericolo, eseguiti dall’impresa Ediltecnica Costruzioni di San Cataldo, aggiudicataria del relativo appalto, e progettati dai tecnici del Settore infrastrutture stradali della Provincia. Si è intervenuti sulle frane tramite paratie, drenaggi, gabbionate, e con diverse cunette per lo smaltimento delle acque piovane. Con apposita ordinanza sono stati indicati anche alcuni tratti dello stesso tracciato nei quali, per motivi di sicurezza, è stato imposto un limite massimo di velocità tra i 30 e i 50 chilometri orari. Le opere sono costate 564.994 euro più Iva.

Matteo Salvini non ha dubbi e poco fa un suo post su Fb recita così: “Porti chiusi a scafisti e ong, in arrivo un’altra indagine contro di me per sequestro di persona per il caso Open Arms. Nessun problema, nessun dubbio, nessuna paura. Difendere i confini e la sicurezza dell’Italia per me è stato, è e sarà sempre un orgoglio!”.

L’affermazione è figlia del provvedimento odierno del Gip del tribunale di Agrigento Stefano Zammuto che ha convalidato il sequestro della Open Arms disponendo tuttavia il dissequestro

della nave spagnola e la restituzione della stessa. La nave era stata sequestrata dalla Procura, dopo una ispezione a bordo.

Nel provvediumento del Gip si legge tra le altre cose: ‘Sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazione sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti sono, quindi, stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto”nonchè ”è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia in quanto primo porto di approdo in base al trattato di Dublino”.

Zammuto aggiunge: Gli oltre cento naufraghi che si trovavano sulla nave spagnola Open Arms sono stati costretti a una “illecita e consapevole privazione della libertà personale”, “costretti a bordo per un apprezzabile lasso di tempo contro la loro volontà”.

A Naro in zona Sant’Agostino un uomo di 70 anni Francesco Aquilino è caduto, mentre stava facendo dei lavori presso un’abitazione in costruzione, ed è rimasto gravemente ferito.

Allertati i soccorsi sul posto oltre agli agenti del 118 e i Carabinieri della locale stazione è giunto un elisoccorso per trasportare l’uomo d’urgenza presso l’Ospedale di Agrigento.

La Guardia costiera di Sciacca ha sequestrato 2400 mq di arenile, abusivamente occupati da una struttura alberghiera sita in contrada Bertolino Mare del Comune di Menfi.

Unitamente all’area demaniale marittima, attualmente sotto sequestro, sono stati posti i sigilli a circa 150 ombrelloni, 300 sdraio ed altro materiale presente nell’area attrezzata destinata all’esclusiva fruizione dei clienti della struttura alberghiera, la quale, dagli accertamenti risulta non essere in possesso di regolare titolo concessorio dall’annualità del 2014.

Al titolare della struttura alberghiera sono stati contestati reati connessi all’arbitraria e abusiva occupazione di spazio demaniale marittimo.

L’amministratore unico della ditta Sea Gianni Mirabile, interviene in merito alla diffida inviata stamane dal sindaco di Agrigento Calogero Firetto e relativa a presunti disservizi nel servizio di ieri, mercoledì 28 agosto, nella raccolta di carta e cartone in alcune delle zone servite proprio dalla Sea. “Nella giornata di ieri – spiega Mirabile – i nostri operatori ecologici si sono trovati nelle condizioni di dovere raccogliere forti quantitativi di materiale considerando che la scorsa settimana per problemi legati agli impianti di conferimento, non era stato possibile effettuare la raccolta. Si è trattato dunque di rifiuti di due settimane. Abbiamo riempito 4 autocompattatori e non avevamo disponibilità di altri mezzi disponibili perché alcuni ancora pieni di rifiuti solidi urbani.O ggi ad ogni modo è stato effettuato un turno extra per il ritiro di ciò che é rimasto di ieri Il conferimento agli impianti – aggiunge Gianni Mirabile – è diventato un problema molto serio per le imprese perchè, ad esempio, oggi su 6 autocompattatori pieni, ci hanno permesso di scaricare un solo mezzo, gli altri ora saranno scaricati nei giorni seguenti, ma sempre a poco a poco. Un problema che si ripete ogni settimana e che ovviamente rallenta il servizio. Questo stato di cose – conclude Mirabile – influisce sulla tipologia del giorno successivo, come nel caso di ieri quando, nonostante avessimo altri 4 mezzi a disposizione, fra il tempo di caricare ed andare a scaricare all’impianto seppur vicino, non è stato possibile completare il servizio nei tempi concomitanti anche al fine turno lavorativo dell’impianto.