..La scuola non deve mai dimenticare di avere a che fare con individui ancora immaturi, ai quali non è lecito negare il diritto di indugiare in determinate fasi, seppur sgradevoli, dello sviluppo. Essa non si deve assumere la prerogativa di inesorabilità propria della vita; non deve essere più che un gioco di vita.
S.Freud, “Contributi a una discussione sul suicidio” (1910)
La scuola ha a che fare con quella fase difficile e precaria della vita che è l’adolescenza, dove l’identità è appena abbozzata , dove si impara ad essere. La scuola impegna i nostri figli per la maggior parte del tempo della loro vita. , praticamente da quando iniziano a camminare fino al raggiungimento dell’età adulta. Le diverse stagioni della vita danno ad ogni essere la possibilità di crescere,di formare e trasformare le esperienze. Non dimentichiamo però che il tempo dei nostri figli è speciale. È compito di noi adulti in quanto genitori e educatori permettere loro di “sbocciare”, vivere serenamente i rapporti con gli altri,senza mai farli allontanare dai loro valori, significati e scopi.
In fondo, comprendere il significato della propria vita, raggiungere maturità e consapevolezza è il compito quotidiano che ci troviamo tutti noi a svolgere per riuscire ad essere soddisfatti di noi stessi.
Purtroppo oggi giorno a causa dei metodi educativi che si apprendono sia tra le mura domestiche che a scuola i nostri ragazzi rischiano di crescere con forti insicurezze. Viviamo in un periodo storico pieno di falsi miti, di ipocrisie e di contraddizioni istituzionali.
Nessuno nasce con il corredo di individuazione e di autostima già pronto ed incartato; ogni fase della vita richiede un training, un lavoro personale per giungere ad un livello maturo e stabile di autostima. Noi adulti, la scuola siamo lenti nel seguire il loro maturare.
Autostima e autoaccettazione sono tenute dalla scuola in poca considerazione. A volte se uno studente presenta una buona dose di autostima, questa viene scambiata spesso per presunzione, e l’autoaccettazione come un riconoscimento da parte dello studente di non valere tanto. E così a volte quando è lo stesso studente a essere convinto di valere poco al professore non resta altro che ribadire che il ragazzo si merita i voti e i giudizi negativi, così per annullare definitivamente l ‘autostima del povero ragazzo.
Chiederei agli insegnanti chi tra di loro accerta , oltre alle competenze culturali, strettamente didattiche dei loro allievi, il grado di autostima che ciascuno di loro sente per se stesso?
Chi tra gli insegnanti riflette sul fatto che gran parte del nostro apprendimento nasce dallo stupore, dalla meraviglia e non dipende solo dalla buona volontà, ma dall’autostima che innesca la buona volontà?
L’autostima è in assoluto il primo motore della formazione culturale, se un professore la distrugge ogni giorno con inferiorizzazioni,, derisioni e uso di castighi e punizioni come possiamo pretendere che un ragazzo si interessi e si applichi in qualcosa che non sente dalla sua parte?
“… suo figlio è distratto, pensa solo a divertirsi” dice il professore che neppure sospetta che nella ricerca del divertimento sfrenato e della distrazione non c’è la gioia, ma solo un grande bisogno di essere accettati e amati per quello che si è. Ma la scuola deve svolgere i programmi ministeriali, perché ritiene che il suo compito sia solo quello di istruire. E così la maggior parte delle nostre scuole non aiutano nello sviluppo dei desideri, nel passaggio di emozioni, anzi rischiano di risolversi nella miseria delle simpatie e delle antipatie personali. E come sempre l’identità degli studenti bravi si edifica sui fallimenti di quelli non bravi.
Personalmente considero l’autostima un elemento importante (se non fondamentale) per garantire ai nostri figli una vita felice e soprattutto uno sano sviluppo della personalità. Solo con una buona autostima bambini e adolescenti possono affrontare la vita con forza e indipendenza. quindi autostima come un insieme di atteggiamenti che una persona ha verso se stessa e verso gli atri che comprendono: l’accettazione delle proprie competenze e dei propri limiti, la capacità di gestire e utilizzare le regole sociali in modo flessibile, il riconoscimento dei propri diritti e la capacità di agire assertivamente, sapendo gestire in modo efficace le critiche e accettando le inevitabili sconfitte.
C’è uno stretto legame fra una scarsa autostima ed alcune malattie psicologiche che stanno crescendo vertiginosamente in questi ultimi anni, malattie come obesità, disturbi dell’alimentazione, dipendenze, ansia, stress, depressione, paure e fobie.
Che fare?
L’autostima la si costruisce, passo dopo passo, sin dai primi giorni di vita del piccolo e ha a che fare, soprattutto, con il rapporto che i genitori riescono a instaurare con lui, con la loro capacità di infondergli, ancora neonato , sicurezza e fiducia in se stesso e negli altri.
I nostri figli hanno bisogno di fiducia, di essere valorizzati e incoraggiati a fare scoperte e tentare. Riconoscere i piccoli successi quotidiani e incoraggiarli negli insuccessi Accompagnare la loro socializzazione Prenderli sul serio!
Io trovo meraviglioso quando le loro scelte non dipendono dalle opinioni altrui e che a loro non importi ciò che dicono gli altri. Come mamma di due splendidi ragazzi cerco di nutrire la loro naturale autostima ogni giorno, decidendo di non applicare un metodo educativo autoritario, senza divieti immotivati ma cercando di passare tanto tempo con loro. Io non pretendo obbedienza scambiandola con premi o punendoli quando essa viene a mancare. Cerco di educarli a esprimere le loro necessità, desideri ed emozioni senza quel “ timore reverenziale “ che blocca il pensiero, con quel senso di colpa e con la paura di affrontare la vita. È fondamentale che i nostri figli, non perdano mai il contatto con loro stessi, con la loro vera essenza e crescano con una grande fiducia e amore per se stessi. Questo non significa che ad essi non importino i sentimenti degli altri o le loro necessità, anzi in questo modo maturano con una forte empatia verso il prossimo. Semplicemente non basano la loro autostima su ciò che gli altri dicono o pensano di loro. Essi si amano in maniera incondizionata, perché noi li amiamo in maniera incondizionata.
Se è vero che “ un bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere” ( come sosteneva Francois Rebelais ) è anche vero che per assumere un ruolo attivo nella costruzione della propria vita, i nostri figli hanno bisogno di crescere in un ambiente culturale e sociale propositivo nel quale imparare ad essere!
Dott.ssa Schembri Gabriella
Pedagogista, Counselor sistemico familiare ed esperta in comunicazione assertiva
Per contatti: gabrischembri@libero.it