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A Canicattì, un agente di commercio lungo la SS 122 , che lo doveva portare all’istituto di credito dove avrebbe dovuto versare l’incasso del periodo è stato bloccato e sotto miccia delle armi è stato costretto a consegnare l’incasso.
I rapinatori dopo aver ottenuto quanto sperato, si sono dileguati a bordo di una Fiat Panda, rubata a Canicattì, e ritrovata bruciata dopo averla abbandonata.
Il colpo messo a segno sembra essere di ingente, ma fin’ora manca una esatta quantificazione.
Secondo le prime indiscrezioni, il malcapitato era sotto osservazione da parte dei malviventi già da un po’, tanto da sapere con esattezza tutti i suoi movimenti e spostamenti.
Le indagini, ancora in corso, sono eseguite dal Commissariato di Canicattì guidato dal dirigente Cesare Castelli.

È accusato di minaccie e atti persecutori nei confronti dell’ex compagna, per questo motivo il gup, Francesco Provenzano, del Tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio Giuseppe Camilleri, 21enne del luogo.
Il Camilleri, in questa vicenda è accusato, tra le altre cose, di aver sferrato una testata alla ex compagna per farla abortire. Lo stesso è accusato di evasione dagli arresti domiciliari.
Il processo a carico di Giuseppe Camilleri inizierà il prossimo 17 febbraio, i capi accusatori a suo carico sono: minacce, lesioni e stalking.
Il processo sarà presieduto dal giudice Antonio Genna, l’accusa è rappresentata dal pm Chiara Bisso mentre la difesa  dall’avvocato Serena Gramaglia.

È accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, per questo motivo il gup del tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio Mustapha N’diaye, di 24 anni di nazionalità Senegalese.
L’extracomutario fu arrestato, nei primi mesi dell’anno, in flagranza di reato nei pressi della stazione degli autobus di piazzale f.lli Rosselli, ove era intento a spacciare hashish ed ecstasy. Lo stesso soggetto, era già stato segnalato per il medesimo reato ma con una diversa location, il Quadrivio Spinasanta.

La Dia, la Direzione investigativa antimafia, di Palermo ha eseguito una confisca di aziende, beni immobili e conti correnti, sotto sequestro dal 2013, a carico dell’imprenditore palermitano Salvatore Vetrano, 48 anni. Il patrimonio confiscato ammonta a 20 milioni di euro. Secondo la Dia, Vetrano avrebbe acquisito un consistente patrimonio immobiliare e costituito numerose aziende del settore del commercio di prodotti alimentari, grazie ai suoi legami con Cosa Nostra. In cambio l’imprenditore avrebbe elargito denaro all’associazione mafiosa o assunto uomini dei clan.

Nell’Aprile 2014, con apposita determinazione dirigenziale, il Comune di San Giovanni Gemini disponeva, ai sensi dell’art. 42 bis del D.P.R. n.327/2001, l’acquisizione al patrimonio indisponibile del Comune dei terreni di proprietà dei sig.ri Madonia Vincenzo, Sciacchitano Filippo, Sciacchitano Maria, Matraxia Grazia Sciacchitano Maria Carmela, ricadenti nella denominata “via dello sport” del Comune di S.G. Gemini.
Avverso la suddetta determina, proponevano ricorso giurisdizionale i proprietari dei terreni interessati, contestando, in sostanza, sia i presupposti di fatto sia l’illegittimità dell’acquisizione sanante per motivi di violazione di legge (artt. 2, 7, 8 e 10 della Legge n.241/1990 e art. 42bis del D.P.R. n.327/2001) e per svariati profili di eccesso di potere, oltre ad un’erronea quantificazione dell’indennità di espropriazione.
Si costituiva in giudizio il Comune di San Giovanni Gemini, in persona del Sindaco dott. Carmelo Panepinto, con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, per resistere al ricorso.
Riguardo ai profili di censura sollevati, l’Avv. Rubino controdeduceva in particolare la correttezza dell’iter procedimentale e le ragioni di pubblico interesse, di viabilità e sicurezza pubblica, connesse alla scelta di procedere con l’acquisizione sanante e l’utilizzazione dei terreni attraversati dalla via dello Sport, di proprietà dei ricorrenti. Inoltre, l’Avv. Rubino deduceva l’inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo sulla questione riguardante la determinazione dell’indennizzo previsto per la procedura di acquisizione di cui all’art. 42bis del D.P.R. 327/2001.
Con sentenza del 12 novembre 2019, il T.A.R. Sicilia-Palermo, sez. III, ha accolto le tesi dell’avv. Rubino, dichiarando il ricorso in parte inammissibile per difetto di giurisdizione riguardo alla domanda volta a contestare la quantificazione dell’indennizzo e, per il resto, lo ha respinto in quanto infondato, riconoscendo l’esigenza prevalente dell’interesse pubblico all’acquisizione dei terreni interessati, con salvezza del provvedimento impugnato. Dunque, per effetto di tale statuizione, i terreni interessati ricadenti nella “via dello Sport” verranno definitivamente acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di San Giovanni Gemini che non dovrà, pertanto, corrispondere ai ricorrenti alcuna somma.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Sciacca, nel corso di mirati servizi antidroga, hanno arrestato un immigrato dal Senegal di 20 anni, sorpreso nei pressi della stazione degli autobus in possesso di mezzo panetto di hashish e di circa 60 euro in banconote di piccolo taglio. L’uomo ha provato a svincolarsi con violenza per sottrarsi all’arresto e ha anche minacciato i militari. Ecco perché all’autorità giudiziaria risponderà di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale oltre che di detenzione di droga a fine di spaccio.

Ad Agrigento, domenica prossima, 17 novembre nel salone Don Milani della Basilica dell’Immacolata, alle ore 17 si svolgerà un incontro – dibattito sul tema “Famiglie connesse o disconnesse? Social, media & family”, promosso dalla pastorale familiare dell’Unità parrocchiale Mater Misericordiae. Relazioneranno il sociologo e docente universitario Francesco Pira, don Mimmo Zambito, giudice del tribunale Ecclesiatico di Agrigento, il parroco don Giuseppe Veneziano, Gerlando Picone e Giovanna Cavaleri, responsabili delle famiglie dell’unità pastorale Mater Misericordiae.