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Nel settembre scorso presso la sede ANAS di Catania, la Procura della Repubblica guidata da Carmelo Zuccaro coadiuvata dagli uomini della Guardia della Finanzia hanno eseguito una delicata operazione di Polizia Giudiziaria, che ha dato luce a un vasto giro di tangenti e malaffare tra funzionari e dirigenti compiacenti e imprenditori.

Nella stessa operazione, poi ribattezzata “buche d’oro” rimase coinvolto l’Ing. Antonio Urso, impiegato ANAS dal 2009 e con funzioni di capo centro dal 2017.

E’ lo stesso Urso che sarà la chiave di volta, portando luce e verità alle intuizioni degli inquirenti.

Urso è un fiume in piena, le pagine di deposizione aumentano e gli omissis si moltiplicano.

L’ormai ex, capo centro racconta dell’inizio di questa vicenda, per la prima volta del sistema corruttivo.

Il suo racconto inizia sin dal suo primo giorno in ANAS e il suo rapporto con l’Ing. Giuseppe Romano – suo predecessore nell’incarico di capo centro, affermando che iniziò proprio con lui l’attività illecita nel 2015, quando si occupò del ripristino di un ponte, ove la ditta esecutrice era la Polistrade di Misilmeri, Romano il Direttore dei Lavori e lui fosse stato il Direttore Operativo. In quella prima occasione la tangente era stata di 7.000 €.

Solo due anni dopo le posizioni dell’Ing. Romano si rafforzano, divenendo RUP del settore lavori straordinari e quello di Direttore Lavori, viene affidato a Urso.

A questo punto il gruppo criminale si allarga ad altre due figure di spicco: Gaetano Trovato e Gargano, i quali ricoprivano i ruoli di Direttori Operativi.

Il meccanismo – secondo Urso, era un sistema ben collaudato e tutti ne erano consapevoli.

I verbali dagli anni 2017, risultano tutti secretati con una sfilza di omissis.

Secondo quanto si intuiste l’inchiesta e le indagini non sono arrivate al capolinea anzi, gli “omissis” hanno cominciato a tremare adesso!

Il 21 settembre 2019 la prima parte del blitz che portò all’arresto in flagranza di reato del capo centro manutenzione dell’Anas Riccardo Carmelo Contino e del geometra Giuseppe Panzica, capo nucleo B del centro di manutenzione Anas etneo. Le indagini sono proseguite e questa volta si sono avvalsi anche di una preziosa collaborazione: si tratta dell’ingegnere Giuseppe Romano, 48 anni, responsabile manutenzione programmata dell’area tecnica compartimentale di Catania dell’Anas che ha deciso di vuotare il sacco.

Il 18 ottobre 2019 Scatta il nuovo blitz, dove finisce in carcere il geometra Gaetano Trovato, 54 anni, dipendente Anas e agli arresti domiciliari: Salvatore Truscelli, 56 anni, rappresentante legale della “Truscelli Salvatore srl”, con sede a Caltanissetta; Pietro Matteo Iacuzzo, 50 anni, rappresentante legale della “Isap srl”, con sede a Termini Imerese (Pa); Roberto Priolo, 48 anni, rappresentante legale della “Priolo srl” con sede a Ciminna (Pa); Calogero Pullara, 40 anni, titolare dell’omonima ditta individuale con sede a Favara (Ag). Interdizione dall’esercizio di pubblico ufficio per la durata di un anno per l’ingegnere Antonino Urso, 39 anni, capo Centro Manutenzione “A” dell’Area Compartimentale Anas di Catania.

Gli inquirenti con l’ausilio degli accertamenti bancari, intercettazioni ambientali e dall’analisi della documentazione è stata delineato il sistema delle tangenti a favore dei funzionari infedeli.

 

 

 

E’ stata effettuata l’autopsia sul corpo di Calogero Avenia, il pensionato di 69 anni di Agrigento, trovato cadavere nella sua abitazione di Salita San Giacomo, nel centro storico della Città dei Templi.

L’esame è stato effettuato presso la camera mortuaria dell’ospedale San Giovanni di Dio su disposizione della Procura di Agrigento che vuole fugare ogni dubbio circa le cause del decesso.

Al termine delle operazione la salma è stata dissequestrata e restituita alla famiglia che potrà provvedere ai funerali.Al momento nessun indagato, la pista più accreditata è quella della morte per cause naturali.

 

Bestemmia durante l’affidamento alla prova e la misura gli viene aggravata dal magistrato di sorveglianza che lo rispedisce agli arresti domiciliari. Protagonista della vicenda l’agrigentino Gaetano Spataro.

Quest’ultimo era stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti e il gip del Tribunale di Agrigento aveva accolto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Inglima Modica, sostituendo la pena da scontare in regime di detenzione domiciliare con la messa in prova ai servizi sociali.

Ora, per l’uomo, è stata ripristinata la detenzione domiciliare in quanto quest’ultimo avrebbe bestemmiato davanti ai Carabinieri nel corso di un controllo di routine dei Militari dell’Arma.

 

“La formula migliore per sostenere la campagna elettorale per le Amministrative ad Agrigento non è da ricercare o da inventare. La migliore formula è già bene rodata e collaudata, ed è la formula del centrodestra unito, vincitore alle Regionali in Sicilia nel 2017 e alle Politiche del 2018”.

Lillo Pisano

Così afferma il dirigente regionale di Fratelli d’Italia, Lillo Pisano, che aggiunge: “Bisogna bandire da subito trasversalità e alchimie che i cittadini elettori non comprenderebbero, anzi respingerebbero sicuramente. La manifestazione appena trascorsa a Roma a piazza San Giovanni rilancia la coalizione di centrodestra come la formazione politica più apprezzata per coerenza e concretezza tra gli elettori. Allo stesso modo bisogna affrontare l’appuntamento elettorale di Agrigento, e non solo. Riflettendo esattamente nella città di Agrigento la coalizione di centrodestra che sostiene il governo di Nello Musumeci alla Regione. Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima, Udc, Cambiamo, moderati e, più ampiamente, le liste civiche espressione del territorio che si posizionano nel solco politico del centrodestra, saranno sicuramente capaci, insieme, di proporre prima un programma amministrativo concreto e realizzabile, e poi le candidature che meglio rappresenteranno tale programma”.

Ad Agrigento oggi domenica 20 ottobre, la sezione agrigentina di Italia Nostra, presieduta da Adele Falcetta, ha organizzato l’evento “Il Fiume dei tesori: a spasso alla foce dell’Akragas, tra cultura e natura”. Si tratta di una passeggiata, con partenza alle 9:45 dal Villaggio Peruzzo verso la spiaggia della Maddalusa, guidata dall’archeologo Luca Zambito, alla scoperta di un sito profondamente legato alla storia della città, la foce del fiume Akragas. L’iniziativa è compresa nel programma nazionale di Italia Nostra “Paesaggi sensibili 2019: paesaggi d’acqua”.

Cinquantasette immigrati, fra cui tre minorenni, sono stati bloccati stanotte, direttamente sulla terraferma, a Lampedusa dai Carabinieri.

I militari dell’Arma hanno sorpreso i migranti, tutti di origine subsahariana, che da Cala Francese si stavano spostando, seguendo le luci, verso il centro dell’isola. A causa dell’oscurita’, non e’ stato possibile ritrovare l’imbarcazione utilizzata per l’approdo.

Tutti i 57 migranti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola

 

I poliziotti della Divisione anticrimine e della Squadra Mobile di Agrigento hanno eseguito un decreto di sequestro a fine di confisca disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo a carico di Antonino Grimaldi, 52 anni, di Cattolica Eraclea, attualmente detenuto per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, e, in particolare, perché avrebbe svolto funzioni di raccordo e collegamento tra Pietro Campo, presunto capomafia di Santa Margherita Belice, e altre famiglie mafiose del territorio agrigentino. I beni sottoposti a sequestro sono ubicati nei Comuni di Cattolica Eraclea e Bivona. Nello specifico si tratta di un fabbricato adibito a magazzino e di due terreni con estensione di circa dieci ettari, di cui uno seminativo e l’altro consistente in un uliveto con circa 4000 piante per un valore di mercato approssimativo di 120mila euro.