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Finisce 1 – 1 al “Nino Vaccara” di Mazara del Vallo l’atteso big match Mazarese – Akragas. Ed è un pareggio amaro per la capolista che ha sprecato almeno tre nette palle gol per provare a portare a casa la vittoria. La partita è stata bella e avvincente fin dal calcio d’inizio, con le due squadre a battagliare in ogni zona del campo.

Le due formazioni si sono affrontate a viso aperto, senza particolari tatticismi. La prima occasione è dell’Akragas: lancio di Semenzin per Mansour che si presenta a tu per tu con Furnari e calcia addosso al portiere. La Mazarese impegna Elezaj con tiri da lontano del centravanti Testa e Mistretta. Poco dopo la metà del primo tempo la prima della classe passa in vantaggio: azione manovrata dei biancoazzurri, tiro di Baio che colpisce il compagno di squadra Pavisich e la palla termina in fondo al sacco.

Nella ripresa, al primo affondo, la Mazarese pareggia con un tiro sottomisura di Benivegna dopo una errata ripartenza degli ospiti. Poi è l’Akragas ad avere tante occasioni per riportarsi in vantaggio: Mansour prima scheggia la traversa e poi non riesce a buttarla dentro da buona posizione. Ma sprecano anche la marcatura Semenzin e Vitelli. Nel finale salvataggio quasi sulla linea di porta di Jammeh dopo un colpo di testa di Vitelli.

Sono 35 i naufraghi, e non 24 come appreso in precedenza dalla ong Sos Humanity, i naufraghi che restano a bordo della Humanity 1 al porto di Catania, al termine delle ispezioni. Si tratta di uomini adulti, senza problemi medici. Sarebbero quindi sbarcati a Catania 144 dei 179 migranti che erano a bordo della nave. Lo riferisce la stessa ong.

“Non consentire anche lo sbarco dei non fragili dalla Humanity 1 è una decisione arbitraria e contraria alle disposizioni internazionali sul salvataggio in mare che prevedono che i naufraghi devono essere accompagnati nel porto sicuro più vicino. Tutti i naufraghi, non solo alcuni, come stabilito in base a estemporanee decisioni ministeriali”. Lo dichiara il deputato Pd alla Camera e segretario regionale del partito in Sicilia, Anthony Barbagallo, che dal porto di Catania sta seguendo la vicenda assieme al senatore Antonio Nicita e al deputato di Verdi e Sinistra Italiana, Aboubakar Soumahoro. I tre parlamentari “per denunciare questa e altre violazioni e irregolarità” incontreranno i giornalisti intorno alle 10:30 al molo 25 del Porto di Catania.

Bisognerà attendere ancora qualche giorno per lo svolgimento dell’autopsia sul feto di nove mesi morto a pochi giorni dal parto all’ospedale di Licata. L’esame autoptico, inizialmente in programma per ieri mattina, è stato rinviato. Una circostanza questa che lascerebbe intendere l’imminente invio da parte della Procura di Agrigento, guidata dal facente funzioni Salvatore Vella, degli avvisi di garanzia.

Un atto dovuto che permetterà così agli indagati di assistere all’esame irripetibile dell’autopsia, nominare gli avvocati di fiducia e i consulenti di parte. I carabinieri della Compagnia di Licata da giorni stanno svolgendo i necessari accertamenti, con l’identificazione di tutte le persone, e hanno sequestrato la cartella clinica. L’inchiesta ipotizza il reato di omicidio colposo. La vicenda scaturisce dalla perdita del feto in grembo, a pochi giorni dal parto,di una ventiseienne di Palma di Montechiaro.

La donna si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso il 30 ottobre lamentando dolori addominali. Dolori che sono proseguiti fino al giorno successivo quando, dagli esami e dal tracciato, è emersa una diminuzione consistente dei battiti del feto. L’1 novembre, dunque, il parto cesareo d’urgenza con la tragica scoperta. Il feto che aveva tenuto in grembo per nove mesi era morto. Una notizia che ha ovviamente sconvolto i due coniugi.

L’uomo, un ventinovenne bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, si è presentato così in caserma denunciando “negligenza e imperizia” da parte dei medici dell’ospedale di Licata ed è partita l’inchiesta. Sarà comunque l’autopsia a stabilire le cause del decesso e se, eventualmente, ci sono state responsabilità di qualcuno durante tutte le fasi.

Negli ultimi anni di certo non era una coppia felice. Ma negli ultimi mesi la posizione di una donna di Castrofilippo di 51 anni è peggiorata in modo esponenziale. Il marito ha iniziato a maltrattarla oltremodo, soprattutto ogni qual volta alzasse il gomito e bere alcol in modo smisurato.

E così la donna ha deciso di non sopportare più i soprusi del marito violento ed ha deciso di raccontare il tutto al Carabinieri della locale Stazione.

Questi dopo una serie di accurate indagini hanno appurato il comportamento violento del marito ed è subito scattato il provvedimento. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento e in via provvisioria gli è stato tolto anche il porto d’armi, armi e le cartucce presenti in casa tutte regolarmente denunciate.

Per la donna-vittima è stato avviato l’iter del cosiddetto “codice rosso”. Di fatto, i due coniugi sono stati allontanati l’uno dall’altro.

 

Si terrà venerdì 11 novembre 2022, dalle ore 15.30 alle 19.00 al Dioscuri Palace, di San Leone, Agrigento, la Formazione diocesana rivolta alle Caritas parrocchiali e ai volontari dell’Arcidiocesi di Agrigento.

Il tema scelto è «Caritas e Lavoro» e ha l’obiettivo di aiutare gli operatori delle Caritas parrocchiali e diocesani a comprendere la necessità di impegnarsi per favorire l’inserimento lavorativo delle persone che aiutano attraverso i loro centri di ascolto, nella logica di una promozione umana integrale.

Ci saranno le testimonianze di datori di lavoro e beneficiari dei tirocini formativi promossi e finanziati da Caritas e la presentazione dei dati raccolti dallo Sportello di Orientamento al Lavoro (sulla disoccupazione in diocesi) e dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse diocesano (sulle povertà connesse alla mancanza di lavoro).

La città di Agrigento si è svegliata questa mattina con una notizia terribile: è morto l’artista Franco Fasulo, straordinario scultore e pittore conosciutiussimo nella Città dei Templi ed anche in tutto il territorio regionale. Era malato da tempo.

Apprezzato da tutti Fasulo lascia un grande vuoto a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente.

Tutto lo staff di sicilia24h.it si unisce al cordoglio della famiglia.

 

L’arch. Michele Benfari dopo alcuni anni di reggenza della Soprintendenza di Agrigento è andato in pensione. In attesa che venga nominato il nuovo soprintendente al vertice dell’Ente agrigentino è stato nominato ad interim l’arch. Luigi Maria Gattuso, direttore del Parco Archeologico di Gela. Passerà un mese e Agrigento avrà il nuovo soprintendente.

Secondo le prime voci di corridoio, visto che la politica mette le proprie mani ovunque, in pole position per agguantare il posto di soprintendente di Agrigento dovrebbero esserci gli architetti Giuseppe Parello di Aragona, attuale direttore dei Parchi in Sicilia e siti Unesco e l’arch. Angelo Di Franco di Licata, attualmente a capo della soprintendenza di Enna.

Sabato 5 e Domenica 6 Novembre 2022 il Lions Club Agrigento Valle dei Templi, presieduto dal Prof. Francesco Pira, svolgerà il Service “Benessere & Salute” presso il Centro Commerciale “Città dei Templi” di Agrigento. L’evento prevede 2 giornate di sedute gratuite di Osteopatia, Shiatsu, Fisioterapia e Riabilitazione, oltre ad uno spazio benessere dedicato ai bambini con laboratori creativi ed espressivi per far loro liberare la fantasia ed esprimersi gioiosamente con attività a loro dedicate ricche di significato e contenuto.

Grazie alla collaborazione e disponibilità dei terapisti Gaetano Liotta (Osteopatia), Elena Baldini, Stella Pagano, Lia Lo Bue, Filippo Cipolla (Shiatsu), ai terapisti del Centro Medico Benessere srl e del Centro Polispecialistico FKT Benessere srl (Fisioterapia e Riabilitazione).

Il Service -ha spiegato il Presidente Francesco Pira – si pone l’obiettivo di migliorare la salute ed il benessere fisico grazie alla Fisioterapia ed, anche, alla “medicina alternativa” delle “terapie olistiche” quale altro metodo di benessere, attraverso la correzione dello squilibrio del corpo creatosi a seguito del sintomo doloroso, ristabilendo l’armonia, riequilibrando le tensioni e rimettendo in moto la capacità di autoguarigione del corpo”. 

I laboratori dedicati al “Benessere dei bambini” saranno curati da Elena Baldini e Damiano.

Le sedute gratuite ed aperte a tutti saranno disponibili dalle ore 16,00 alle ore 19,30 di sabato 5 e dalle ore 10,00 alle ore 19,30 di domenica 6 Novembre.

La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio di Angelo Incardona, di Palma di Montechiaro, reo confesso dell’omicidio di un compaesano “per una vecchia storia di mafia”.

Il pubblico ministero a lavoro alla Procura di Agrigento, Maria Cifalinò, ha chiesto il rinvio a giudizio di Angelo Incardona, 44 anni, di Palma di Montechiaro, imputato di omicidio, lesioni personali e porto illegale di arma clandestina. La prima udienza preliminare è in calendario il prossimo 10 gennaio innanzi al Giudice per le udienze preliminari, Stefano Zammuto. I familiari della vittima si costituiranno parte civile tramite l’avvocato Calogero Meli. Incardona è difeso dall’avvocato Calogero Li Calzi. Il 10 febbraio scorso Angelo Incardona è stato trasferito nel carcere “Di Lorenzo” ad Agrigento da una gazzella dei Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, dove lui, Incardona, si è recato insieme alla moglie, in automobile, da Palma di Montechiaro, per confessare quanto commesso. Lui è stato persuaso da lei a costituirsi. Lui avrebbe ucciso e tentato di uccidere con una pistola Beretta 92 Fs con matricola abrasa, che ha consegnato ai Carabinieri, appena giunto in caserma. Angelo Incardona avrebbe premeditato il suo piano sanguinoso. Ha iniziato sparando contro i genitori, scampati miracolosamente a colpi mortali. Giuseppe Incardona, 66 anni, e Alfonsa Ingiaimo, 61 anni, non in pericolo di vita perché feriti non gravemente, sono stati ricoverati all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” a Licata. Poi lui, Incardona, ha raggiunto la sua terza vittima designata, forse perché già a conoscenza di dove fosse. Lillo Saito, un imprenditore di 65 anni, socio di un’azienda che produce gelati, è stato a piedi, in cammino, verso la sua automobile, una Chevrolet Captiva, posteggiata in piazza Provenzani, innanzi al Palazzo Ducale. Appena lui è entrato a bordo, Angelo Incardona gli ha sparato diversi colpi d’arma da fuoco alla testa. Dalla Scientifica dei Carabinieri sono stati contati quattro bossoli. Poi Angelo Incardona è rientrato a casa. Poi le manette ad Agrigento. Incardona è stato circa due ore sotto interrogatorio condotto dall’ex procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, insieme alla Cifalinò, il comandante dei Carabinieri, colonnello Stingo, e il comandante del Nucleo Investigativo, maggiore Luigi Balestra. E ha risposto evasivo: “E’ una vecchia storia di mafia”.

Ad Agrigento, in via Unità d’Italia, ieri sera, poco dopo le ore 23:30, nel corso della tempesta di vento e pioggia che ha imperversato sulla città, un palo dell’illuminazione pubblica si è abbattuto sulla strada cadendo su un’automobile Opel in transito con una coppia a bordo, e sfondando il parabrezza. In loro soccorso sono intervenuti altri automobilisti in transito e i gestori di un ristorante nei pressi. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e le Volanti della Polizia. Nessuna grave conseguenza. Solo tanta paura.