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Incidente sul lavoro a Raffadali dove un giovane di 19 anni, K T sono le iniziali del nome, immigrato dalla Costa d’Avorio, apprendista meccanico in un’officina, ha subito il taglio di tre falangette della mano destra durante il montaggio della catena di trasmissione di una moto. L’africano è stato soccorso da un elicottero del 118 atterrato in piazza Mercato. E’ stato trasportato al “Civico” a Palermo per le cure del caso.

Ad Agrigento i poliziotti della Squadra Volanti sono intervenuti a San Leone a seguito di numerose segnalazioni su un uomo di mezza età colto a denudarsi, in presenza di altre persone, sulla spiaggia nei pressi della terza traversa. La Polizia gli ha inflitto una sanzione di 3.333 euro, trattandosi di una fattispecie di reato depenalizzata, e gli ha imposto il divieto di avvicinamento alle spiagge agrigentine per alcuni giorni.

L’ex sindaco di Licata, Angelo Graci, è indagato per favoreggiamento personale, con l’aggravante dell’avere agevolato la mafia, nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Halycon”, che ha già provocato sei arresti in carcere. Graci il 13 aprile del 2017 è stato intercettato nell’ovile di un altro presunto affiliato, Giacomo Casa, e nella conversazione – secondo quanto contesta la Procura antimafia di Palermo – rivendica di essersi adoperato da tramite nei confronti dell’attuale deputato regionale licatese Carmelo Pullara, dei Popolari e Autonomisti, per una sistemazione lavorativa ai figli dello stesso Giacomo Casa. Alcuni giorni addietro, Angelo Graci è stato interrogato dal procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido. L’ex sindaco, difeso dagli avvocati Gianfranco Pilato e Giuseppe Glicerio, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

d Agrigento l’associazione di volontariato e di impegno sociale, “I ragazzi della Trinacria”, presieduta da Salvatore Terrazzino, è stata protagonista di una seconda Giornata ecologica a San Leone, al Viale delle Dune.

Ad Agrigento, domani, martedì 10 settembre, in occasione dei 202 anni dalla fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, al carcere “Pasquale Di Lorenzo”, alle ore 17, nella Piazza d’Armi, si svolgerà un’apposita cerimonia. Il direttore del carcere, Valerio Pappalardo, e il comandante della Polizia penitenziaria, Giuseppe Lo Faro, riceveranno le autorità per i festeggiamenti, e consegneranno i riconoscimenti al personale che si è distinto per il servizio prestato.

A Caltanissetta, al processo sul depistaggio della strage di via D’Amelio, con imputati, di concorso in calunnia, il funzionario di Polizia Mario Bò, e gli ispettori Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, è stato ascoltato come testimone, dal pubblico ministero Sfefano Luciani, Giuseppe Di Gangi, poliziotto del gruppo “Falcone e Borsellino”, che, tra l’altro, ha affermato: “Una volta sola il falso pentito Vincenzo Scarantino mi disse che aveva paura di non essere creduto, e io gli risposi ‘se tu stai dicendo la verità non devi avere paura’. E’ stata l’unica volta in cui ho parlato di qualcosa che riguardasse la strage. Non ci sono mai voluto entrare nelle dinamiche delle sue dichiarazioni. Sono devastato da questa situazione. Sono in un uno stato di depressione provocato da questa situazione. A volte rimanevamo a casa di Vincenzo Scarantino. Ci occupavamo in generale dei bisogni del nucleo familiare. Un giorno dall’ufficio di Palermo mi chiesero di andare alla questura e ritirare un fax, con la copia di un articolo, e sottoporlo a Scarantino. Nell’articolo si diceva che Gaetano Scotto si trovava a Bologna il giorno della strage e comunque in quel periodo. Il giorno prima della ritrattazione Scarantino aveva detto al personale dell’ufficio di Imperia che voleva parlare con loro urgentemente. Scarantino disse al dottore Bo che voleva tornare in carcere perché non voleva più collaborare. Ho assistito alla discussione tra Scarantino e il dottore Bo. Abbiamo dovuto ammanettarlo a casa perché Scarantino si stava avventando contro il funzionario. Davanti alla moglie e ai bambini. Non feci alcuna relazione di servizio”.

A Palermo due ex lavoratrici degli sportelli multifunzionali hanno iniziato lo sciopero della fame innanzi alla sede dell’assessorato regionale al Lavoro, in via Trinacria. Le due ex sportelliste sono parte di un gruppo che protesta – affermano – “contro il silenzio che è calato sulla vicenda degli ex lavoratori della formazione professionale. Chiediamo – aggiungono – che nel concorso per la messa a bando di 277 posti per il potenziamento degli uffici del lavoro sia inserito, quale pre-requisito, gli anni di esperienza e servizio maturati nella formazione”.

Una bimba di pochi giorni, in imminente pericolo di vita, su richiesta della prefettura di Messina, è stata trasportata con urgenza dall’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, in provincia di Messina, all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, con un Falcon 900 del 31esimo Stormo dell’Aeronautica militare decollato da Catania. La bimba, trasportata con una speciale culla termica, accompagnata dalla madre, è stata assistita durante il volo, come sempre avviene in tali casi, da un un’equipe medica specializzata. Attraverso i suoi reparti di volo, l’Aeronautica Militare garantisce mezzi ed equipaggi pronti a decollare in qualunque momento e in grado di operare anche in condizioni meteorologiche difficili, per assicurare il trasporto urgente non solo di persone in gravissime condizioni, come accaduto con la bimba, ma anche di organi ed equipe mediche per trapianti. Sono centinaia ogni anno le ore di volo effettuate per tale genere di interventi dagli aerei del 31esimo Stormo di Ciampino, del 14esimo Stormo di Pratica di Mare e della 46esima Brigata Aerea di Pisa.

Disagi per i passeggeri del volo Palermo-Lampedusa delle ore 7:35. Nonostante i passeggeri fossero a bordo e l’aereo pronto a partire il velivolo è rimasto a lungo nella piazzola di sosta dell’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. La compagnia ha informato i passeggeri che la mancata partenza in orario sarebbe stata provocata dall’impossibilità di atterrare a Lampedusa a causa della nave attraccata nel porto dell’isola che avrebbe intralciato l’operazione di volo perché troppo alta rispetto allo standard. Il corridoio di discesa dell’aeroporto di Lampedusa, infatti, passa a raso sul porto e le navi troppo alte costituiscono un pericoloso intralcio per le operazioni di discesa. Il volo è poi partito intorno alle 10:30.