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A Palermo al palazzo di giustizia si è svolta la prima udienza preliminare del maxi procedimento antimafia cosiddetto “Nuova Cupola”, dal nome di battesimo di due inchieste nel cui ambito sono imputati 62 soggetti che rispondono, a vario titolo, di mafia, estorsione, danneggiamenti e intestazione fittizia di beni. Sono oltre 20 le vittime del racket che hanno chiesto di costituirsi parte civile, tra Centro Pio La Torre, i Comuni di Villabate, Misilmeri e Ficarazzi, Sicindustria, la Fai, la Fondazione Caponnetto e Addiopizzo. Sulle richieste e sulle produzioni documentali di accusa e difesa il Giudice per le udienze preliminari si pronuncerà all’udienza del 15 novembre. L’inchiesta “Nuova Cupola”, oltre a ricostruire i vertici dei principali clan cittadini e gli affari delle cosche, ha svelato un tentativo di ricostruire la Commissione provinciale di Cosa nostra dopo la morte di Riina.

Proseguono serrati i controlli dei Carabinieri nelle campagne agrigentini contro i furti di raccolti agricoli. A Castrofilippo una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione ha arrestato due catanesi, noti alle forze dell’ordine, sorpresi a rubare uva già raccolta dai proprietari e bloccati dopo una violenta colluttazione. I militari sono sulle tracce dei restanti tre componenti della banda, riusciti a fuggire. I due rispondono di furto pluriaggravato commesso in concorso. I Carabinieri hanno anche sequestrato le auto usate dai malviventi in trasferta ed hanno recuperato gli oltre tre quintali di uva rubata, che hanno subito riconsegnato ai legittimi proprietari.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nel corso del ponte a cavallo delle festività dei Santi, hanno effettuato dei controlli a tappeto nel centro cittadino. I Carabinieri hanno interrotto due attività di intrattenimento perché prive delle necessarie autorizzazioni. I due accertamenti sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria. Un centinaio di giovani sono stati sottoposti a controllo, e diversi sono stati segnalati alla Prefettura perché sorpresi in possesso di modiche quantità di hashish per uso personale. Ad un uomo di 32 anni è stata sequestrata l’automobile perché alla guida privo di patente in quanto già revocata. E poi, ad un altro uomo di 28 anni, in trasferta da Porto Empedocle, è stato sequestrato un pericoloso coltello a serramanico di ben 20 centimetri, nascosto tra i sedili della sua automobile. I controlli serrati dei Carabinieri, su disposizione del Comando Provinciale, proseguiranno anche nei prossimi weekend.

Giovedi prossimo, 7 novembre, alle ore 15.30 il Movimento Cristiano Lavoratori di Palermo dona un pulmino alla struttiua di accoglienza casa di Nina. “ Siamo felici- dichiara il presidente provinciale di Mcl, Giuseppe Gennuso- di potere donare questo mezzo per questi ragazzi diversamente abili ospiti del centro. Un gesto concreto di solidarietà che potrà mettere loro di potere muoversi per la città”. Prosegue dunque l’impegno della dirigenza di Mcl, che con azioni fattive sui temi della vicinanza alle fasce più deboli e più in generale, dell’impegno sociale.

Il Soroptimist International d’Italia, riconoscendo il ruolo della formazione come elemento fondamentale per la crescita personale e professionale nel mondo del lavoro, offre la possibilità a giovani donne laureate, selezionate dai singoli Club Soroptimist, di seguire gratuitamente un corso di formazione di tre giorni alla Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. Le candidate, di età massima 28 anni, devono essere in possesso di laurea specialistica o magistrale e conoscere la lingua inglese. Per partecipare alle selezioni, le candidate dovranno compilare l’apposita domanda di partecipazione reperibile sul sito www.soroptimist.it, sezione Bandi, e inoltrarla entro il giorno 15 dicembre 2019 all’indirizzo mail soroptimist.agrigento@gmail.com del Soroptimist club di Agrigento. Le domande di partecipazione saranno valutate da una Commissione Territoriale e da una Commissione Nazionale e sarà stilata una graduatoria generale. La Bocconi rilascerà un attestato finale di frequenza alle partecipanti del Corso.

Nel 2019 il Sud Italia è in recessione: così emerge dal rapporto Svimez, che prospetta per il 2020 una “debole ripresa” del Mezzogiorno (non oltre un +0,2%), e stima un Pil (prodotto interno loro) nel 2019 in calo dello 0,2%, a fronte del +0,3% del Centro-Nord. Il direttore Svimez, Luca Bianchi, spiega: “L’Italia segue il profilo di crescita europeo con un’intensità sempre minore, e il Mezzogiorno aggancia in ritardo la ripresa e anticipa le fasi di crisi. Nel 2018 il pil del Mezzogiorno è ancora oltre 10 punti al di sotto dei livelli del 2008. Invece nel Centro-Nord mancano ancora 2,4 punti percentuali”. Sotto osservazione dello Svimez è anche il Reddito di cittadinanza, giudicato “utile” ma il cui impatto sul mercato del lavoro sarebbe “nullo, in quanto la misura, invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro. La povertà non si combatte solo con un contributo monetario: occorre ridefinire le politiche dello stato sociale ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza”. Svimez sottolinea poi “l’urgenza di rendere cogente la clausola del 34% degli investimenti ordinari al Sud”, dato che “nel 2018 mancano nel Mezzogiorno circa 3,5 miliardi di investimenti”. A riallargarsi è il divario occupazionale, aumentato dal 19,6% al 21,6% nell’ultimo decennio: “Ciò comporta che i posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del Centro-Nord sono circa 3 milioni”. Sul fronte demografico si registra nel 2018 “un nuovo minimo storico delle nascite”, con circa 157 mila nascite, 6 mila in meno del 2017, mentre il contributo garantito dalle donne straniere non è più sufficiente a compensare la bassa propensione delle italiane a fare figli”. Dal 2000 in poi inoltre “hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati”. Senza un’inversione di tendenza “nel 2065 la popolazione in età da lavoro diminuirà del 15% nel Centro-Nord (-3,9 milioni) e del 40% nel Mezzogiorno (-5,2 milioni).

Il colonnello dei Carabinieri, Sergio De Caprio, replica al procuratore Giancarlo Caselli che al processo d’appello “Trattativa” a Palermo ha dichiarato di essersi fidato di lui per quanto attenuto alla gestione del covo di Riina dopo la cattura. De Caprio, il capitano “Ultimo”, afferma: “Quindi l’eroe nazionale per la lotta al terrorismo, il giudice Giancarlo Caselli, aveva sudditanza psicologica verso il Capitano Ultimo. È questa la vera brutta pagina che emerge oggi. Chi aveva la responsabilità e il dovere di eseguire la perquisizione nel covo di Riina se ne deve assumere la piena responsabilità di fronte a se stesso e di fronte alla storia”.

L’ex Procuratore della Repubblica di Palermo all’epoca dell’arresto di Totò Riina, il 15 gennaio del 1993, Giancarlo Caselli, ha deposto al processo d’appello sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, e, alla domanda sulla mancata perquisizione del covo di Riina in via Bernini dopo la cattura, Caselli ha risposto: “La mancata perquisizione del covo di Totò Riina è stata una brutta pagina. Io ero per intervenire subito, ma mi sono fidato del capitano De Caprio che lo aveva arrestato. Sergio De Caprio, conosciuto come il capitano “Ultimo”, l’ufficiale che coordinò il blitz dei Carabinieri del Ros e l’arresto di Riina, era in quel momento un eroe nazionale, che aveva messo le manette al mitico, nel senso negativo del termine, Totò Riina. Ma l’interruzione del servizio di sorveglianza che non ci fu comunicata è una brutta pagina. Mori mi disse che il mancato avviso rientrava nell’autonomia decisionale e operativa della polizia giudiziaria”.

“È scandaloso che ancora oggi si debba parlare di una questione meridionale in Italia”. Così il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina ha iniziato a commentare i dati contenuti nel Rapporto 2019 dello Svimez sull’economia e la società del mezzogiorno.
“Sono dati che ci consegnano un paese sempre più diviso, frutto del fallimento degli interventi del Governo centrale per porre rimedio ad una situazione che non solo condanna le popolazioni del Sud al sottosviluppo ma impedisce una crescita significativa per l’intera nazione. Ma le responsabilità dell’esecutivo nazionale – ha aggiunto Vittorio Messina – non servono ad assolvere i comportamenti delle classi dirigenti meridionali che non sono riuscite ad utilizzare bene le risorse loro assegnate anche se insufficienti. Tutto questo mentre i giovani laureati del Sud continuano ad emigrare, mentre la popolazione locale invecchia sempre più, mentre le distanze con il periodo della pre-crisi segnano percentuali in meno a due cifre come nel caso della Sicilia (-13,9%) e mentre al centro nord il gap è già quasi annullato”.
“Un quadro – conclude il presidente di Confesercenti Sicilia che necessita di una terapia d’urto che non si concilia certo con la manovra predisposta dal Governo che a parte la sterilizzazione dell’aumento dell’IVA non riesce a trovare risorse da destinare alla crescita ne misure adeguate per eliminare gli sprechi ne segnali per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese”.