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Il capo del Genio Civile di Agrigento, e vice presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Rino La Mendola, interviene nel merito del recente allagamento a Licata, e afferma: “Il recente allagamento di Licata non è da attribuire all’esondazione dei corsi d’acqua, che lambiscono il centro urbano, ma al fatto che parte della città è stata realizzata a quote troppo basse rispetto al livello del mare, a cui si aggiunge anche una evidente insufficienza del sistema di smaltimento delle acque bianche. Ciò determina una particolare attenzione del Governo Regionale nei confronti del territorio di Licata, che si concretizza con un numero notevole di interventi a tutela della pubblica incolumità. In occasione delle ultime piogge torrenziali, abbiamo rilevato una buona risposta del reticolo idrografico agrigentino, soprattutto in corrispondenza dei corsi d’acqua, che sono stati oggetto di recenti lavori di pulizia dell’alveo, eseguiti dal nostro Ufficio. In particolare, ha tenuto bene il Fiume Salso, così come anche il Fiume Akragas, che l’anno scorso era stato oggetto di una pericolosa esondazione, che aveva coinvolto una parte del centro abitato di Villaggio Peruzzo, con notevoli rischi per la pubblica incolumità. Hanno retto bene anche i corsi d’acqua oggetto di recenti lavori, eseguiti dal Genio Civile, come i torrenti Mandrarossa (Menfi), Cantarella (Comitini), Sparacia (Cammarata), Ciavolaro, Cangemi e Caltabellotta (Ribera), San Marco (Sciacca) ed i corsi d’acqua in cui i lavori di regimentazione idraulica sono ancora in corso, come i Torrenti Mollarella (Licata), Cavarretto (Menfi) e Palma (Palma di Montechiaro). Sebbene la materia non sia più di competenza del Genio Civile, al di là degli interventi di somma urgenza in corso di esecuzione, l‘Ufficio ha messo a disposizione delle istituzioni competenti la professionalità dei propri dipendenti, redigendo una serie di progetti di manutenzione del reticolo idrografico provinciale, da eseguire in regime ordinario, al fine di ridurre il rischio di esondazioni, che durante lo scorso inverno sono state devastanti per il territorio provinciale. In particolare, negli ultimi sei mesi, è stato redatto il progetto (in cinque lotti) per la pulizia dell’alveo del Fiume Verdura, per il quale attendiamo la concessione delle deroghe necessarie per l’esecuzione immediata dei lavori. Sono stati inoltre redatti una serie di progetti per la pulizia di corsi d’acqua che attraversano il territorio provinciale, per un importo complessivo di nove milioni di euro. Buona parte di questi sono già appaltati e saranno avviati non appena saranno espletate alcune formalità da parte del soggetto finanziatore dei lavori. Siamo ben consapevoli che questi interventi di importo modesto, seppure indispensabili per scongiurare rischi “puntuali” per la pubblica incolumità, non siano del tutto risolutivi delle criticità di un sistema idrografico che avrebbe bisogno di una manutenzione ordinaria costante, per la quale sarebbero necessarie ingenti risorse economiche, ma siamo comunque orgogliosi di offrire il nostro contributo tecnico, entro i limiti delle risorse disponibili, alle autorità competenti in materia di demanio fluviale.”

L’associazione Cartoonia e l’associazione cartapesta informano che dal 12 al 26 Dicembre 2019 presso il Palacongressi di Agrigento si terrà la 1° edizione “LA CASA DI BABBO NATALE”

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Sarà un grande progetto finalizzato al coinvolgimento ed alla partecipazione dei bambini,  delle famiglie e di tutti gli operatori che ruotano intorno al mondo dei minori. Il primo vero grande appuntamento dell’anno, che offrirà occasioni  di incontri fra le diverse realtà che ruotano intorno al mondo dei minori,  dove bambini di qualsiasi età, genitori, ed operatori del settore, potranno  avvicinarsi e toccare con mano  le ultime novità del panorama di prodotti e servizi  destinati alle famiglie, offerti da enti pubblici e privati, in ambito educativo/didattico, ricreativo, di intrattenimento culturale e sociale.

“La Cittadella  di Babbo Natale”,  vuole essere uno strumento per sensibilizzare gli alunni a valori importanti come quello della famiglia, dell’amicizia, della solidarietà, del rispetto per l’altro e per la vita; dell’impegno in prima persona e con gli altri per migliorare la realtà umana in cui si è inseriti. Inoltre questa vuole essere un mezzo di congiunzione tra le diverse realtà presenti nel nostro territorio con il coinvolgimento di bambini/e, ragazzi/e, giovani, famiglie, studenti, amministratori ed agenzie educative. L’obiettivo generale è pertanto quello di offrire occasioni di incontro fra le diverse realtà che ruotano intorno al mondo dei minori ( famiglie, enti pubblici, scuole ecc.), per sensibilizzare i ragazzi alla solidarietà verso le esigenze e i disagi di chiunque  abbia bisogno di un aiuto.

 “La Cittadella  di Babbo Natale” è la ricostruzione della sua fantastica dimora  con giochi sotto l’albero:  giocolieri clown trucca bimbi, scuola circense, maghi, spettacoli di bolle di sapone, teatro comico  e tanto altro… un vero paese di balocchi in veste Natalizia.

Il percorso inizia  per il viale della  Cittadella  di Babbo Natale  dove i Bambini potranno osservare i vari artigiani, quali falegname, o il fabbro  e le loro realizzazioni fino ad arrivare all’incontro con gli Elfi Cantastorie, simpatici menestrelli (impersonati da attori della compagnia), che ogni mattina hanno il compito di catturare la fantasia dei bimbi, e con gli stessi potranno partecipare ai vari laboratori.

Per partecipare è necessario prenotare in anticipo ai seguenti   numeri – Giovanni 328/8270073 – Paolo       329/9421427

Ad Agrigento, domani, sabato 23 novembre, al Circolo Empedocleo, in via Atenea, alle ore 17, si svolgerà un convegno sul tema: “Conoscere per riconoscere: profilo della vittima e dell’offender nell’agire quotidiano”, organizzato dall’avvocato Angela Galvano, presidente del Circolo Agàpe-Arci di Agrigento, e dalla dottoressa Carmela Pistone, responsabile di “Libera” della provincia di Agrigento. Introduce e coordina Giusy Galvano e interverranno gli psicologi Antonella Civita e Antonio Arcuri. La Galvano e la Pistone affermano: “E’ importante celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in quanto rappresenta un’occasione per riflettere e per parlare di quella che purtroppo, ancora oggi, rappresenta una vera e proprio piaga della nostra società che coinvolge tutte le culture, classi sociali, livelli d’istruzione, di reddito e di età”.

Ad Agrigento, oggi, venerdì 22 novembre, al Circolo Empedocleo, dalle ore 17 in poi, sono consegnati gli attestati di riconoscimento a tutti i partecipanti alla collettiva di pittura della 28esima edizione del Premio internazionale Telamone 2019 “I colori della pace”. Gli artisti premiati sono Amelia Russello, Antonella Graceffa, Tano Licata, Gerlando Meli, Giada Attanasio, Mario Passarello, Carlo Rigano, Carmelina Guarneri, Carmelo Presti, Carmelo Terrasi, Carol Babetto, Claudio Guadagna, Dina Virone, Dolores, Silveira, Domenico Cocchiara, Enzo Sguali, Giuseppe Costanza, Lia Spallino, Loredana Sanfilippo, Margherita Trupiano, Salvatore Barbagallo, Silvana Vecchio e Simone De Marco. Le opere sono esposte al Castello Chiaramonte di Favara fino a domani sabato 23 novembre. L’evento è organizzato dal Cepasa (Centro promozione azione sociale), presieduto da Paolo Cilona, dal Comune di Favara e dal direttore artistico e pittore Gaetano Licata.

Ad Agrigento, domani, sabato 23 novembre, nella sala Zeus del Museo archeologico “Griffo”, alle ore 17:30 sarà presentato il catalogo della mostra “Arte e tradizione del costume in Sicilia. Memoria e identità dalle collezioni private”, a cura della storica dell’arte Doresita Marino. Interverranno il direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il direttore Servizi Parchi e siti Unesco, Giuseppe Parello, la docente all’Accademia di Belle Arti di Noto, Stefania Federico, il collezionista di abiti d’epoca, Milco Dalacchi, e l’artigiano dei ricamo, Melchiorre Di Salvo. Intermezzi musicali con il pianista Leonardo Scicolone, e la mezzosoprano Giulia Alletto.

Nel Canale di Sicilia la Guardia di Finanza a bordo di un aereo Atr42 in ricognizione si è insospettita per la rotta di due imbarcazioni di circa 20 metri provenienti dal Nord Africa: prima hanno navigato insieme, e poi una si è diretta verso Siracusa, e l’altra verso Trapani. Sono state pedinate dalle pattuglie in mare, inseguite e poi bloccate. Hanno trasportato 6,7 tonnellate di sigarette di contrabbando, pronte per essere trasbordate verso terra attraverso dei gommoni veloci. I finanzieri hanno bloccato complessivamente 8 imbarcazioni. Sequestrati anche 160 mila euro in contanti. Sono stati arrestati 11 componenti degli equipaggi, tra egiziani e libici, e poi 6 italiani, che sarebbero gli acquirenti delle sigarette, a bordo di altre barche e originari delle province di Trapani e Siracusa. Uno dei 6 italiani, un trapanese, risulta ufficialmente disoccupato, e percepisce il reddito di cittadinanza, 1000 euro al mese. Le 6,7 tonnellate di “bionde” sono state prodotte in Tunisia ed Emirati Arabi Uniti e sarebbero state destinate soprattutto alla piazza di Palermo. Avrebbero fruttato oltre un milione di euro. Il colonnello della Guardia di Finanza, Gianluca Angelini, commenta: “Dall’inizio dell’anno abbiamo sequestrato circa 20 tonnellate di sigarette di contrabbando. E sono state arrestate 46 persone. Il Canale di Sicilia è ormai un’autostrada per droga e sigarette di contrabbando provenienti dal Nord Africa, un grande business per le cosche mafiose”.

La Questore di Agrigento, Maria Rosa Iraci, a seguito di quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta antimafia a Camastra cosiddetta “Vultur”, ha proposto alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento di imporre la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico del presunto capomafia Rosario Meli, al figlio Giuseppe Meli, e al presunto cassiere della famiglia mafiosa di Camastra, Calogero Piombo. E poi la sospensione delle licenze dell’agenzia di onoranze funebri dei Meli e del negozio di tabacchi di Piombo. Il Tribunale di Agrigento, in primo grado, un anno addietro, il 22 novembre del 2018, ha inflitto 17 anni e 6 mesi di reclusione a Rosario Meli, 70 anni, 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo, 48 anni, e 13 anni e 6 mesi a Calogero Piombo, 67 anni.

L’avvocato Giuseppe Barba ha proposto al Tribunale di Agrigento la revoca delle misure di prevenzione post – condanna che sono state inflitte a Pasquale Alaimo, 51 anni, di Favara, ex netturbino, che ha scontato 13 anni di carcere per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Camaleonte”. Alaimo, innanzi ai giudici della sezione del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, ha spiegato: “Sono stato dieci anni in carcere lontano dalla Sicilia, ho tagliato i rapporti con tutti e adesso ho cambiato vita. Mi sono iscritto ad una scuola serale e voglio diplomarmi. Col passato ho chiuso”. A termine dello sconto della pena, i giudici del Tribunale di Agrigento lo hanno sottoposto alla sorveglianza speciale e gli hanno inflitto 3 anni di misura di prevenzione ritenendolo socialmente pericoloso, tra obbligo di dimora nel Comune di residenza e il divieto di uscire da casa negli orari serali. Alaimo ha già scontato 2 anni di sorveglianza speciale e chiede che l’ultimo gli sia revocato.

Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Daniela Posante, la Sezione misure di prevenzione della Corte d’Appello di Palermo ha parzialmente riformato il provvedimento di primo grado a favore di Francesco Ribisi, 37 anni, di Palma di Montechiaro, revocando la confisca di tre suoi conti correnti e di un libretto nominativo, e riducendo da 5 a 4 anni il periodo di sorveglianza speciale a cui sarà sottoposto quando concluderà lo sconto della pena a 11 anni e 10 mesi di reclusione che gli è stata inflitta nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Nuova Cupola”. A carico di Ribisi è stata invece confermata la sospensione della licenza commerciale di un bar a San Leone che ha gestito fino all’arresto, il 26 giugno del 2012. I giudici d’Appello hanno rilevato che “i rapporti bancari sequestrati e confiscati hanno saldi a debito o a credito così ridotti da non consentire una valutazione di sproporzione, e la stessa sorveglianza speciale è stata inflitta per un periodo immotivatamente severo”.

Era il 29 Novembre del 2014 quando Lorys Stival è morto, secondo la ricostruzione, strangolato con una fascetta in plastica.

Si era da subito lanciato un appello di scomparsa per il piccolo quando un cacciatore ha trovato il suo corpo in un canalone nelle periferie di Santa Croce di Camerina.

L’autopsia confermò che Lorys è morto per soffocamento. La principale sospettata del delitto è stata la madre, Veronica Panarello, arrestata circa un mese dopo il delitto. Ad incastrarla sarebbero state delle immagini di videosorveglianza che smentivano la sua versione dei fatti.

Veronica, infatti, non ha mai accompagnato Lorys a scuola come sosteneva.

Puntò, poi, il dito contro il suocero, Andrea Stival, affermando di aver avuto una relazione intima con lui e che ha ucciso il nipote perché era venuto a conoscenza della loro storia. Le indagini scagionarono Andrea Stival e Veronica venne accusata di calunnia.

Il processo ha portato a una condanna di 30 anni per omicidio e occultamento di cadavere senza però aver fornito una motivazione sul delitto.

Oggi, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna stabilita nei primi due gradi di giudizio.

Veronica è, quindi, per la giustizia italiana l’assassina del figlio Andrea Lorys Stival che ha ucciso a soli 8 anni in preda a un attacco di rabbia scatenata dal rifiuto del piccolo di andare a scuola.