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Ad Agrigento, domani, sabato 23 novembre, al Circolo Empedocleo, in via Atenea, alle ore 17, si svolgerà un convegno sul tema: “Conoscere per riconoscere: profilo della vittima e dell’offender nell’agire quotidiano”, organizzato dall’avvocato Angela Galvano, presidente del Circolo Agàpe-Arci di Agrigento, e dalla dottoressa Carmela Pistone, responsabile di “Libera” della provincia di Agrigento. Introduce e coordina Giusy Galvano e interverranno gli psicologi Antonella Civita e Antonio Arcuri. La Galvano e la Pistone affermano: “E’ importante celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in quanto rappresenta un’occasione per riflettere e per parlare di quella che purtroppo, ancora oggi, rappresenta una vera e proprio piaga della nostra società che coinvolge tutte le culture, classi sociali, livelli d’istruzione, di reddito e di età”.

Ad Agrigento, oggi, venerdì 22 novembre, al Circolo Empedocleo, dalle ore 17 in poi, sono consegnati gli attestati di riconoscimento a tutti i partecipanti alla collettiva di pittura della 28esima edizione del Premio internazionale Telamone 2019 “I colori della pace”. Gli artisti premiati sono Amelia Russello, Antonella Graceffa, Tano Licata, Gerlando Meli, Giada Attanasio, Mario Passarello, Carlo Rigano, Carmelina Guarneri, Carmelo Presti, Carmelo Terrasi, Carol Babetto, Claudio Guadagna, Dina Virone, Dolores, Silveira, Domenico Cocchiara, Enzo Sguali, Giuseppe Costanza, Lia Spallino, Loredana Sanfilippo, Margherita Trupiano, Salvatore Barbagallo, Silvana Vecchio e Simone De Marco. Le opere sono esposte al Castello Chiaramonte di Favara fino a domani sabato 23 novembre. L’evento è organizzato dal Cepasa (Centro promozione azione sociale), presieduto da Paolo Cilona, dal Comune di Favara e dal direttore artistico e pittore Gaetano Licata.

Ad Agrigento, domani, sabato 23 novembre, nella sala Zeus del Museo archeologico “Griffo”, alle ore 17:30 sarà presentato il catalogo della mostra “Arte e tradizione del costume in Sicilia. Memoria e identità dalle collezioni private”, a cura della storica dell’arte Doresita Marino. Interverranno il direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il direttore Servizi Parchi e siti Unesco, Giuseppe Parello, la docente all’Accademia di Belle Arti di Noto, Stefania Federico, il collezionista di abiti d’epoca, Milco Dalacchi, e l’artigiano dei ricamo, Melchiorre Di Salvo. Intermezzi musicali con il pianista Leonardo Scicolone, e la mezzosoprano Giulia Alletto.

Nel Canale di Sicilia la Guardia di Finanza a bordo di un aereo Atr42 in ricognizione si è insospettita per la rotta di due imbarcazioni di circa 20 metri provenienti dal Nord Africa: prima hanno navigato insieme, e poi una si è diretta verso Siracusa, e l’altra verso Trapani. Sono state pedinate dalle pattuglie in mare, inseguite e poi bloccate. Hanno trasportato 6,7 tonnellate di sigarette di contrabbando, pronte per essere trasbordate verso terra attraverso dei gommoni veloci. I finanzieri hanno bloccato complessivamente 8 imbarcazioni. Sequestrati anche 160 mila euro in contanti. Sono stati arrestati 11 componenti degli equipaggi, tra egiziani e libici, e poi 6 italiani, che sarebbero gli acquirenti delle sigarette, a bordo di altre barche e originari delle province di Trapani e Siracusa. Uno dei 6 italiani, un trapanese, risulta ufficialmente disoccupato, e percepisce il reddito di cittadinanza, 1000 euro al mese. Le 6,7 tonnellate di “bionde” sono state prodotte in Tunisia ed Emirati Arabi Uniti e sarebbero state destinate soprattutto alla piazza di Palermo. Avrebbero fruttato oltre un milione di euro. Il colonnello della Guardia di Finanza, Gianluca Angelini, commenta: “Dall’inizio dell’anno abbiamo sequestrato circa 20 tonnellate di sigarette di contrabbando. E sono state arrestate 46 persone. Il Canale di Sicilia è ormai un’autostrada per droga e sigarette di contrabbando provenienti dal Nord Africa, un grande business per le cosche mafiose”.

La Questore di Agrigento, Maria Rosa Iraci, a seguito di quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta antimafia a Camastra cosiddetta “Vultur”, ha proposto alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento di imporre la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico del presunto capomafia Rosario Meli, al figlio Giuseppe Meli, e al presunto cassiere della famiglia mafiosa di Camastra, Calogero Piombo. E poi la sospensione delle licenze dell’agenzia di onoranze funebri dei Meli e del negozio di tabacchi di Piombo. Il Tribunale di Agrigento, in primo grado, un anno addietro, il 22 novembre del 2018, ha inflitto 17 anni e 6 mesi di reclusione a Rosario Meli, 70 anni, 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo, 48 anni, e 13 anni e 6 mesi a Calogero Piombo, 67 anni.

L’avvocato Giuseppe Barba ha proposto al Tribunale di Agrigento la revoca delle misure di prevenzione post – condanna che sono state inflitte a Pasquale Alaimo, 51 anni, di Favara, ex netturbino, che ha scontato 13 anni di carcere per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Camaleonte”. Alaimo, innanzi ai giudici della sezione del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, ha spiegato: “Sono stato dieci anni in carcere lontano dalla Sicilia, ho tagliato i rapporti con tutti e adesso ho cambiato vita. Mi sono iscritto ad una scuola serale e voglio diplomarmi. Col passato ho chiuso”. A termine dello sconto della pena, i giudici del Tribunale di Agrigento lo hanno sottoposto alla sorveglianza speciale e gli hanno inflitto 3 anni di misura di prevenzione ritenendolo socialmente pericoloso, tra obbligo di dimora nel Comune di residenza e il divieto di uscire da casa negli orari serali. Alaimo ha già scontato 2 anni di sorveglianza speciale e chiede che l’ultimo gli sia revocato.

Accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Daniela Posante, la Sezione misure di prevenzione della Corte d’Appello di Palermo ha parzialmente riformato il provvedimento di primo grado a favore di Francesco Ribisi, 37 anni, di Palma di Montechiaro, revocando la confisca di tre suoi conti correnti e di un libretto nominativo, e riducendo da 5 a 4 anni il periodo di sorveglianza speciale a cui sarà sottoposto quando concluderà lo sconto della pena a 11 anni e 10 mesi di reclusione che gli è stata inflitta nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Nuova Cupola”. A carico di Ribisi è stata invece confermata la sospensione della licenza commerciale di un bar a San Leone che ha gestito fino all’arresto, il 26 giugno del 2012. I giudici d’Appello hanno rilevato che “i rapporti bancari sequestrati e confiscati hanno saldi a debito o a credito così ridotti da non consentire una valutazione di sproporzione, e la stessa sorveglianza speciale è stata inflitta per un periodo immotivatamente severo”.

Era il 29 Novembre del 2014 quando Lorys Stival è morto, secondo la ricostruzione, strangolato con una fascetta in plastica.

Si era da subito lanciato un appello di scomparsa per il piccolo quando un cacciatore ha trovato il suo corpo in un canalone nelle periferie di Santa Croce di Camerina.

L’autopsia confermò che Lorys è morto per soffocamento. La principale sospettata del delitto è stata la madre, Veronica Panarello, arrestata circa un mese dopo il delitto. Ad incastrarla sarebbero state delle immagini di videosorveglianza che smentivano la sua versione dei fatti.

Veronica, infatti, non ha mai accompagnato Lorys a scuola come sosteneva.

Puntò, poi, il dito contro il suocero, Andrea Stival, affermando di aver avuto una relazione intima con lui e che ha ucciso il nipote perché era venuto a conoscenza della loro storia. Le indagini scagionarono Andrea Stival e Veronica venne accusata di calunnia.

Il processo ha portato a una condanna di 30 anni per omicidio e occultamento di cadavere senza però aver fornito una motivazione sul delitto.

Oggi, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna stabilita nei primi due gradi di giudizio.

Veronica è, quindi, per la giustizia italiana l’assassina del figlio Andrea Lorys Stival che ha ucciso a soli 8 anni in preda a un attacco di rabbia scatenata dal rifiuto del piccolo di andare a scuola.

Il coordinatore regionale di Risorgimento Socialista, il giornalista Nino Randisi ha  nominato Agostino Cascio coordinore del partito nelle aree di Caltanissetta ed Enna. Cascio, dipendente dello Iacp di Caltanisetta è stato in passato dirigente del movimento dei giovani socialisti e successivamente più volte consigliere e vice sindaco del Comune di Resuttano. Socialista da sempre Cascio si dedica con passione anche alle questioni agricole.  “ Per fine dicembre– dichiara Randisi- terremo a Palermo un’assemblea nel corso della quale procederemo ad ufficializzare gli  altri incarichi provinciali con l’obiettivo di tenere quanto prima il nostro primo congresso regionale. Tutto ciò in previsione anche delle elezioni amministrative in calendario per la prossima primavera, dove saremo presenti nelle alleanze di centro sinistra”.

Si è svolto stamattina a Sciacca, alla scuola elementare “Mariano Rossi”, un’iniziativa dedicata ai giovani alunni ed inserita nell’ambito della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti che si sta svolgendo in questi giorni in molte scuole della provincia. La Sea, che gestisce il servizio di raccolta differenziata a Sciacca, ha organizzato uno spettacolo di marionette e giochi interattivi che ha coinvolto circa 130 bambini ai quali sono stati anche donati gadget inerenti al ciclo dei rifiuti. Sempre nell’ambito della stessa iniziativa, è stata tenuta una lezione sul tema della raccolta differenziata rivolta agli alunni della scuola media Ignazio Scaturro.