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Ad Agrigento, domani, martedì 3 dicembre, nella sede dell’Ordine degli Architetti, in via Gaglio, alle ore 10, l’architetto Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, e il Capo del Genio Civile, architetto Rino La Mendola, presenteranno il convegno sul tema “Norme tecniche 2018, Sisma Bonus e Sblocca Cantieri: nuovi strumenti per la sicurezza delle costruzioni e per il rilancio del comparto edilizio” che si svolgerà mercoledì 11 dicembre dalle ore 8:30 in poi nei locali dell’Hotel Dioscuri a San Leone – Agrigento. Il convegno è organizzato dall’Ordine degli Architetti di Agrigento in collaborazione con l’assessorato regionale alle Infrastrutture, il Dipartimento regionale Tecnico e l’Ufficio del Genio civile di Agrigento, con il patrocinio del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

L’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento, coordinata da Claudio Lombardo, segnala e documenta in foto e video che a Realmonte la Scala dei Turchi è soggetta ad un graduale sbriciolamento. Claudio Lombardo afferma: “Centinaia di massi sono venuti giù durante il maltempo degli scorsi giorni. I detriti di marna sono collassati sui gradoni naturali della maestosa scogliera di Realmonte. L’eccessiva cementificazione tutto intorno alla scogliera ha modificato il normale deflusso delle acque meteoriche, e poi l’esagerata frequentazione dei luoghi ha fatto il resto. La Scala dei Turchi si sta sciogliendo come neve al sole e ad accorgersene è solo Mareamico. Ormai sono anni che documentiamo lo stato di abbandono di questo luogo candidato a patrimonio dell’Unesco. Solo alcuni mesi fa la Scala dei Turchi era stata riaperta alla fruizione, dopo il crollo del lato est, ripristinato con un’opera di disgaggio finanziata dalla Regione Sicilia. Tutti devono sapere che questo è un luogo estremamente pericoloso. Soprattutto il gran numero di turisti che la frequentano non sono consapevoli del pericolo che corrono durante la visita. Non possiamo sempre gridare al miracolo. Occorre un’operazione di responsabilità: va interdetto il versante ovest che si affaccia su lido Rossello. Ed urge una programmazione e una seria gestione del sito, con il contingentamento delle presenze. La Scala dei Turchi richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, con un riverbero importante sull’aspetto turistico e di conseguenza economico del territorio, e merita dunque la giusta attenzione”.

Sulle recenti dichiarazioni rilasciate dall’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro interviene il capogruppo dei Popolari e Autonomisti on. Carmelo Pullara. “La querelle tra due visioni di gestione del problema rifiuti non deve trascendere in polemica. Il governo Lombardo fece la scelta di puntare su un piano di stampo ambientalista che metteva al centro del sistema la raccolta differenziata. Era semplicemente quello che facevano in quel momento e fanno ancora oggi tutti i paesi civili.
Fu una scelta politica condivisa dall’intero Governo regionale che, sostituendo la precedente, decise di non puntare sui termovalorizzatori che peraltro
apparivano in quel momento sovradimensionati rispetto al fabbisogno dell’isola”.
“Non posso che condividere ciò che ha affermato il collega On. Compagnone – continua Pullara – e quanto risulti ancora oggi di grande attualità quella scelta di puntare sulla differenziata che, se portata ai livelli delle altre città europee, porterebbe la Sicilia fuori dall’emergenza rifiuti così come anche sta facendo oggi il governo Musumeci.”

Dieci giorni di prognosi per ognuno. Questo recita il referto emesso dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento dopo aver visitato due impiegati della Motorizzazione Civile di Agrigento.

I fatti risalgono a qualche giorno fa; nel rientro pomeridiano un signore si è presentato negli uffici siti presso il centro direzionale di via Giovanni XXIII°  per sbrigare una pratica. Secondo i primi accertamenti un impiegato ha cercato di spiegare all’uomo che per una questione temporale quella pratica non poteva essere esitata lo stesso giorno.

Da li non si è capito più nulla, si è scatenato un putiferio. A quanto, pare il figlio, subito aver ascoltato il diniego, si è letteralmente avventato prima nei confronti di un impiegato e poi nei confronti di un altro che nel frattempo era intervenuto per riportare la calma.

I due impiegati sono stati aggrediti a pugni tanto da necessitare dapprima un controllo nel vicino poliambulatorio e poi il trasporto in ambulanza all’ospedale San Giovanni di Dio per le opportune medicazioni.

L’aggressore è stato denunciato. Sulla vicenda indagano i Carabinieri.

E’ in programma domani mattina, 2 dicembre, alle ore 10 nei locali della Sala Giunta del Municipio di Canicattì in corso Umberto, la conferenza stampa di presentazione delle iniziative legate alla Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti che si svolgerà a Canicattì dal 4 al 10 dicembre e che coinvolgono molte scuole di Canicattì e Camastra. Nel corso della conferenza stampa saranno presentate le singole iniziative di sensibilizzazione che si svolgeranno nelle scuole ma anche il concorso “TuteliAmo Canicattì, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il concorso, che presenta due sezioni distinte e separate, una per le scuole primarie e secondarie di primo grado e una per le scuole secondarie di secondo grado, ha l’intento di stimolare la creatività e l’ingegno degli studenti, dando loro l’opportunità di riflettere ed essere più consapevoli dell’importanza della raccolta differenziata, del corretto smaltimento dei Rifiuti e della loro riduzione. “Fra gli obiettivi della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti – spiegano gli organizzatori – c’è quello di sensibilizzare la società sulla corretta riduzione dei rifiuti, il riutilizzo dei prodotti, le strategie di riciclaggio dei materiali e sulle relative politiche dell’Unione europea e degli Stati membri.  Di fondamentale importanza anche riuscire a mobilitare e incoraggiare i cittadini europei a concentrarsi su quattro temi d’azione centrali della SERR e rafforzare le capacità degli attori coinvolti in questa settimana di iniziative,  fornendo loro strumenti sia di comunicazione sia di formazione”.

La Guardia Costiera ha recuperato a circa un miglio di distanza dall’isola dei Conigli altri cinque cadaveri vittime del naufragio avvenuto una settimana fa.

Quattro dei corpi sono stati recuperati dai sub perchè si trovavano sul fondo mentre un altro cadavere era a galla.

Fin ora il bilancio delle vittime viene, così, aggiornato a 17.

Proseguono le indagini coordinate dal procuratore aggiunto, Salvatore Vella che indaga per favoreggiamento all’immigrazione e omicidio plurimo.

Domani, lunedì 2 Dicembre, a tre delle vittime verrà dato l’ultimo saluto al cimitero di Montevago.

Le altre due salme verranno trasferite nel cimitero di Santo Stefano di Quisquina.

 

 

E’ deceduto Antonino Firetto di 58 anni di Ribera, all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, l’operaio edile che il 29 ottobre scorso era caduto da un’impalcatura in un cantiere privato in via Po.

Rimasto per poco più di un mese in coma farmacologico, non riprese mai conoscenza dopo la caduta dove si era schiantato al suolo riportando gravi ferite anche alla testa.

In un primo momento l’uomo era stato trasportato all’ospedale F.lli Parlapiano per poi essere stato trasferito a causa delle gravi condizioni al Sant’Elia di Caltanissetta.

I funerali si svolgeranno domani, lunedì 2 Dicembre nella chiesa di San Nicola, vicino all’abitazione dell’uomo.

Antonino Firetto, lascia la moglie.

 

 

La sezione volanti di Agrigento è intervenuta in soccorso a una segnalazione anonima pervenuta tramite l’app Youpol dove si segnalava, appunto, un bambino chiuso in macchina mentre il padre era a giocare a bingo.

In effetti il padre, un 32enne, era veramente all’interno della sala bingo a giocare e all’arrivo dei poliziotti non ha saputo dare una giustificazione logica.

A seguito di ciò, la polizia lo ha denunciato all’autorità giudiziaria per abbandono di minore.

 

Nuova ondata di arresti, la terza, nell’operazione denominata “Buche D’Oro”, condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Catania.

I Finanzieri hanno eseguito nove misure cautelari, di cui sei in carcere e tre agli arresti domiciliari.

Sono finiti in carcere:

Giorgio Gugliotta – Capo Nucleo C della sede ANAS di Catania;

Amedeo Perna – dipendente della IFIR Tecnologie Stradali S.r.l. di Milano;

Santo Orazio Torrisi – rappresentante legale della Sicilverde S.r.l. di Aci Sant’Antonio;

Giuseppe Ciriacono – padre del rappresentante legale della Ital Costruzioni Group S.r.l. di Caltagirone;

Vincenzo Baiamonte – ex dipendente della Safe Roads S.r.l. di Misilmeri, e dipendente della truscelli Salvatore S.r.l. il cui Amministratore è stato arrestato in fragranza di reato dalla GdF mentre consegnava una tangente di 10.000 euro negli uffici ANAS;

Pietro Matteo Iacuzzo – Isap S.r.l. di Palermo.

Agli arresti domiciliari sono finiti:

Giuseppe Romano;

Riccardo Contino;

Giuseppe Panzica;

tutti funzionari Anas.

I nove soggetti risultano indagati per corruzione perpetrata  in concorso tra loro.

La vicenda questa volta fa riferimento all’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati dall’Area Compartimentale ANAS di Catania, e alla sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione delle opere in verde lungo le medesime arterie.

Gli inquirenti, che proseguono in maniera serrata le indagini hanno le idee chiare: tra i funzionari ANAS e gli imprenditori vi era una piena sintonia nell’evitare dell’insorgere di qualsiasi forma di contenziosi. E poi ancora, quei bandi aggiudicati con ribassi superiori al 50%, si concludevano stranamente in tempi molto stretti e senza contenziosi di sorta.

Nel caso della manutenzione viaria i finanzieri hanno accertato che in alcuni casi l’asfalto non veniva rimosso, e senza scarificazione il piano stradale si è alzato di 6 centimetri, come successo nel tragitto del Giro d’Italia 2018.

Nell’appalto della manutenzione ordinaria delle opere lungo la strada statale 114 orientale sicula, 194 ragusana, 114 Costa Saracena e 193 di Augusta dove il direttore dei lavori era Contino e i direttori operativi Panzica e Gugliotta le opere avrebbero dovuto prevedere la sostituzione di alcune barriere incidentate di fatto mai sostituite.

I lavori sono iniziati ad Aprile del 2018 per essere conclusi a Febbraio del 2019 per un importo contrattuale di 150mila euro circa. Le barriere “mai sostituite” avrebbero fruttato all’azienda aggiudicataria un vantaggio di circa 90mila euro.

Di questi 90mila euro, 30mila si sarebbero trasformati in tangente consegnandone solo 5mila e il tutto è stato intercettato dagli investigatori della Guardia di Finanza.

Insieme a Contino, Panzica e Gugliotta risulta essere indagato anche Santo Orazio Torrisi rappresentante della Sicilverde S.r.l. che aggiudicatosi l’appalto della manutenzione del verde di alcuni tratti viari di competenza ANAS eseguiva minori lavori rispetto a quelli previsti dal capitolato d’appalto ricavandone, così, un profitto per l’impresa ed una tangente per gli “infedeli funzionari”.

Altro episodio corruttivo vede ancora protagonisti Romano, Panzica e Contino insieme alla Safe Road S.r.l. con a capo Vincenzo Baiamonte. Questa volta i lavori oggetto della corruzione è quello di risanamento della S.S.114.

Gli inquirenti hanno rinvenuto un “pizzino” sulla quale erano elencati, in una sorta di contabilità corruttiva, gli appalti e i proventi illeciti da spartire tra loro.

Giuseppe è definito l’ex compagno di Ana. Un uomo che amava Ana da tre anni.

In un’intervista racconta Ana come una ragazza che aveva bisogno di aiuto, che per lui era la sua compagna, la sua amica, sua figlia. Asserisce di aver avuto una relazione con Ana fino a quattro mesi fa.

Un rapporto basato soprattutto sul rispetto nonostante non convivevano per lui Ana era la sua compagna di vita. Racconta che entrambi sapevano che per via della loro differenza di età il loro rapporto sarebbe comunque finito.

Ana aveva riferito a Giuseppe di essere incinta e che il bimbo che portava in grembo fosse suo.

Ad una settimana dall’assassinio di Ana Maria Di Piazza emergono nuove rivelazioni dalle persone che facevano parte della quotidianità di Ana.

Particolari che continuano a scatenare diverse reazioni.

L’omicida di Ana, Antonino Borgia, l’imprenditore 51enne nel 1998 era stato denunciato più volte dalla sua ex moglie, Michelle Arminio, 49 anni.

La donna ha dichiarato che il Borgia era un violento, che le alzava spesso le mani, era un prepotente, irruento e poco riflessivo. Il classico padre padrone che recitava “io sono un uomo e tu una donna” che nonostante il matrimonio aveva altre relazioni con diverse donne. Le denunce caddero, però, in prescrizione.

Ecco le motivazioni per cui l’ex moglie ha deciso di lasciarlo.

L’attuale moglie, Maria Cagnina, invece, difende il marito. Lo definisce un uomo che non avrebbe mai osato nemmeno sfiorare ne lei ne i loro figli. Un matrimonio felice che va avanti da 18 anni. Un padre attento e presente per i figli e un marito perfetto.

Riconosce, però, l’orrore che il marito ha commesso senza però sapere dare una spiegazione e si definisce vittima del marito stesso.

Due donne, quindi, l’ex e l’attuale moglie con visioni dell’uomo che hanno amato completamente diverse.

A difendere, Antonino Borgia, c’è anche il padre, Vito Borgia, che spiega una visione del femminicidio tutta sua.

Trova le parole per scusarsi, scusare il gesto del figlio, ma aggiunge un agghiacciante ma, ovvero quello che al giorno d’oggi per via della parità tra uomo e donna, le donne si permettono di incitare, riscattare, pretendere troppo da uomo in un modo così pesante da mandare l’uomo fuori di testa. Dunque, il figlio non ha ucciso Ana perché violento e prevaricatore ma l’avrà fatto sicuramente perché Ana lo aveva messo sotto pressione talmente tanto da provocare quanto successo.

Un caso, quello di Ana, che ha davvero dell’incredibile a cui non si riesce a dare una spiegazione e un esatto movente in quanto pareri e stili di vita contrastanti.

L’unica verità è che Ana è stata uccisa insieme al suo piccolo in grembo. Tutto il resto, momentaneamente, è solo contorno.