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L’Ati, l’assemblea territoriale idrica agrigentina, composta da tutti i 43 sindaci agrigentini, ha deliberato l’affidamento della gestione del servizio idrico ad un’Azienda speciale consortile tra gli stessi Comuni? Sì, ma al momento non vi è nulla di concreto. Infatti, l’Assessorato regionale ai servizi primari ha diffidato la stessa Ati agrigentina ad approvare al più presto il piano d’ambito e le procedure necessarie al ‘dopo Girgenti Acque’, altrimenti interverrà in sostituzione un commissario. La diffida è stata già notificata, e, tra l’altro, si legge: “Entro il prossimo gennaio 2021 tutti gli atti propedeutici all’affidamento, con particolare riguardo al piano d’ambito, siano adottati ed espletati ai sensi di legge. L’Ati compia ogni necessario e utile adempimento, nel rispetto della normativa vigente, per procedere alla redazione-aggiornamento del piano d’ambito, notiziando l’assessorato entro 30 giorni. Trascorso infruttuosamente il termine, si attueranno i poteri sostitutivi con la nomina di un commissario ad acta”.

Il Parco della Valle dei Templi ha ritirato, in auto-tutela, tutti i bandi per l’organizzazione e la gestione degli eventi legati alle celebrazioni per i 2600 anni dalla fondazione di Akragas, nel 2020. Si tratta dei bandi per affidare tra l’altro gli incarichi di ufficio stampa e di diverse tipologie di manager. Il Parco Valle dei Templi spiega: “Occorre una più approfondita ed attenta valutazione dei requisiti richiesti nei bandi, che, allo stato attuale, non permettono la maggiore partecipazione possibile. Procediamo dunque in auto-tutela alla revoca delle determinazioni e degli avvisi già pubblicati. Proseguiremo dopo le opportune verifiche in relazione alle reali esigenze progettuali”.

La consigliere comunale di Agrigento, Giorgia Iacolino, invita il sindaco, Calogero Firetto, a sollecitare quanto meno la restituzione al transito pedonale del marciapiede lato sud al Viale della Vittoria attualmente vietato al transito a seguito dei crolli dal palazzo al civico 51 del 18 e del 30 settembre scorsi. La Iacolino afferma: “I turisti sono spaesati alla ricerca di informazioni, e le famiglie e gli operatori economici del luogo sono in grande difficoltà. E ciò con l’aggravio di rischi nel dover percorrere a piedi la strada a valle del Viale per raggiungere l’altra parte della città. Cessato il pericolo incombente, serve allora un immediato provvedimento delle autorità competenti, che soprattutto il sindaco di Agrigento deve opportunamente stimolare per restituire ai pedoni che attraversano il Viale della Vittoria la piena fruizione ed il relativo utilizzo quantomeno del solo marciapiede, al momento sottoposto a sequestro al pari dell’area interessata dal crollo”.

Il ministro per il Sud e la coesione sociale, Giuseppe Provenzano, è intervenuto a Catania, in occasione di un convegno promosso dalla Cgil Etnea sulla questione Mezzogiorno. Provenzano tra l’altro ha affermato: “Nei prossimi giorni pubblicheremo il decreto che rende operativo ‘Resto al Sud’, che si allarga ai servizi. Bisogna riavviare un processo di sviluppo profondo. Nessuno ha la bacchetta magica, posso soltanto dire che sono al lavoro tutti i giorni per questo”. L’intervista a Giuseppe Provenzano è in onda oggi al Videogiornale di Teleacras.

Come ogni fine settimana si ripropone l’ormai infinita diatriba tra residenti delle zone della movida, soprattutto nel centro cittadino, e avventori che da tutta la provincia si riversano nella Città dei Templi per trascorrere in compagnia il sabato sera tra locali, cocktail e musica.

Se da un lato i commercianti attendono i tre giorni del fine settimana per poter incrementare l’attività lavorativa dall’altra parte ci sono i residenti della zona della movida che lamentano situazioni sempre più intollerabili: gente ubriaca, musica ad alto volume.

Negli ultimi giorni uno degli abitanti della zona ha addirittura effettuato un video con uno smartphone dove si possono notare tre giovanissimi che fanno uso di cocaina “appartati” ma non troppo su una scalinata che porta in via Atenea.

 

Manca ormai solo l’ufficialità ma Agrigento sarà punto di arrivo della prima tappa della 103esima edizione del Giro d’Italia.

Il percorso della corsa di ciclismo più appassionante, una delle tre più grandi corse a tappe europee,  è stato già definito e sarà presentato giovedì 24 ottobre a Milano.

La  carovana rosa, che renderà i massimi onori ad Agrigento 2020 per le celebrazioni dei 2600 anni di storia della Città, partirà da Palermo il 12 maggio. Il Giro è stato ad Agrigento già già diverse volte, l’ultima nel maggio del 2018 per la partenza della quinta tappa. Non si è mai spenta la speranza che si ripetesse questa scelta da parte degli organizzatori del Giro.

La Città dei Templi è ormai un’occasione imperdibile anche per le splendide immagini che riesce a regalare a tutto il mondo. Il prologo del Giro fra le strade ungheresi conferirà un respiro internazionale anche alla prima tappa accrescendo l’interesse di appassionati e curiosi di ogni Paese. Un’altra grande occasione per promuovere la destinazione turistica nel mondo.

 

Riccardo Savona,Presidente della Commissione Bilancio e Programmazione all’Ars,continua a lavorare assecondato da una equipe di esperti,al tavolo tecnico per il rilancio dell’isola,attraverso un Piano di interventi straordinari che possano avere ricadute e benefici per il futuro dei siciliani.

“Siamo in una fase delicata e di criticità che può essere superata per dare slancio e vitalità alla nostra regione che non può essere abbandonata al proprio destino.

Oggi la coesione sociale ed economica passa inevitabilmente dal rilancio del tessuto economico,produttivo e commerciale delle imprese siciliane che,se sostenute con interventi mirati,possono essere determinanti nel mercato globalizzato per la varietà di prodotti e per materie prime e lavorate che hanno delle caratteristiche uniche nell’offerta commerciale.

E’ chiaro e su questo lavoriamo costantemente.

Il processo di ripartenza deve tracciare una linea chiara su cui puntare,al netto di ritardi oggettivi che sono presenti nell’isola e che hanno allargato un solco a prescindere dalla velleitaria “autonomia differenziata” con le regioni del Nord, di fatto c’è una forbice socio-economica che va compressa con politiche concrete che diano linfa vitale al Mezzogiorno del Paese.

Si sono individuate tre macroaree di sviluppo:

Agricoltura-Turismo-Ambiente che fungono da poli accentratori per innestare altri poli di sviluppo in una logica di interconnessione e di feed-back continuo per creare una rete circolare,virtuosa e che produce trasversalmente ricchezza.

Gli strumenti operativi che possono essere decisivi in questo processo sono:

1) la finanza agevolata (credito d’imposta);

2) la sburocratizzazione delle procedure autorizzative soprattutto in alcuni settori commerciali e merceologici:

3) la riorganizzazione dei servizi e degli uffici per evitare inutili doppioni o pastoie nell’iter che appesantiscono i processi e i progetti e i finanziamenti produttivi;

4) investimenti pubblici tramite fondi europei,nazionali e regionali che siano indirizzati a una vera perequazione infrastrutturale e fiscale che va: dall’asse viario,ferroviario e del trasporto delle merci che scotta un peso dei costi almeno del 20% in più,a causa dell’insularità e della mancanza di collegamenti moderni,il tutto,purtroppo ancora non attuato,è previsto dai Trattati Ue e dalla Costituzione ed è rimarcato dal cosiddetto federalismo fiscale.

Infatti è da rivedere:la soglia del 34% degli investimenti di perequazione infrastrutturale per il Sud attraverso la Legge 18/2017 che calcola solo la percentuale della popolazione residente nel mezzogiorno,senza attenzionare il reale divario economico che ha come base il Pil di ciascuna regione,è tutto illogico e iniquo .O l’assurda vicenda del prelievo forzoso nei confronti delle province siciliane (277 milioni di euro annui) che ha sgretolato e depauperato i servizi essenziali come strade provinciali e scuole superiori che hanno determinato una crisi di liquidità senza precedenti per gli enti intermedi.

Per questo, prima di ogni cosa,per far ripartire la Sicilia,si devono rivedere scelte del governo nazionale che non agevolano lo sviluppo omogeneo del Paese.

Tra l’altro un punto imprescindibile per creare economia sana è attivare i patti di filiera con processi di incentivazione all’industria manifatturiera con agevolazioni alle imprese sane presenti sul territorio.

Per tutto ciò,turismo e beni culturali,ambiente e green economy sono un unicum che,se utilizzato secondo una schema circolare,orizzontale e di piena sussidiarietà,crea vera economia circolare e può’ finalmente trasformare la Sicilia e i siciliani da periferia a centro vitale,commerciale ed economico al centro del Mediterraneo.”

 

Ad Agrigento, all’Hotel della Valle, si è svolto il secondo corso della sessione autunnale di “Formare l’Eccellenza”, sul tema: “Il ruolo dei farmacisti nella gestione delle cronicità”. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Giovani Farmacisti di Agrigento, presieduta da Silvia Nocera, e da FederFarma di Agrigento, presieduta da Claudio Miceli, in collaborazione con la Fondazione Onda e Doc generici.
Le interviste a Silvia Nocera, presidente Associazione Giovani Farmacisti di Agrigento, a Roberto Tobia, segretario nazionale FederFarma, a Maurizio Di Mauro, diabetologo, e ad Achille Patrizio Caputi ordinario Farmacologia Università di Messina