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Bloccati a Dublino e positivi al coronavirus. Si tratta di quindici ragazzi italiani che si trovavano in Irlanda per seguire un corso per assistenti di volo Ryanair. Cinque di loro sono siciliani. Ora si trovano in isolamento in una struttura messa a disposizione dalle autorità irlandesi, in quarantena fino al 26 marzo.

I giovani erano partiti il 2 marzo da Bergamo, diretti a Bari, e da lì si erano imbarcati il sabato successivo per Dublino. Una ragazza si è sentita male in albergo ed è stata portata in ospedale: i test sugli altri colleghi hanno evidenziato la positività.

Il numero elevato di denunce per violazione delle norme rischiano di determinare nuove strette da parte del governo, soprattutto per le attività all’aperto e le passeggiate, come annunciato ieri dai ministri Spadafora e Boccia. Si potrebbe inoltre prolungare il periodo di chiusura di negozi e scuole. Nel frattempo ieri è stato registrato il peggior bilancio di sempre in Italia, con 475 morti in un giorno: superato anche il record della Cina. Vi è stato anche il boom di guariti, 1.084.

Le lezioni sospese a scuola e le lezioni a distanza. L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, annuncia: “La piattaforma siciliana per la didattica online, continualascuola.it, è stata scelta, sino ad oggi, da 187 istituti scolastici, con la registrazione di 1.534 docenti che hanno realizzato 1021 classi virtuali per le lezioni a distanza per evitare il contagio da coronavirus. E’ un dato positivo, verosimilmente destinato a crescere, tanto da rendere già necessario un ulteriore potenziamento del sistema al fine di garantire ancor più elevati standard di diffusione ed efficienza. I primi dati in nostro possesso sono incoraggianti e soprattutto in progressiva crescita. Da una situazione d’emergenza è scaturita l’accelerazione verso un inatteso cambiamento di metodo della didattica, sebbene si registrino diverse criticità che devono essere analizzate e superate nel tempo”.

di Gerlando Gandolfo

Valdobbiadene, 10 mila abitanti o poco più, in provincia di Treviso, in Veneto.
In sette giorni stanno riaprendo un ospedale chiuso più di dieci anni fa, il “Guicciardini”. In sette giorni saranno disponibili   ben 140 posti letto: ogni stanza per due o al massimo tre degenti, con bagno.
Lo ha stabilito il governatore Luca Zaia nell’ambito del piano che la regione Veneto ha predisposto per contrastare e fronteggiare l’emergenza Coronavirus, come i 2 milioni di mascherine (offerte da un imprenditore)  che – anche davanti ai supermercati – saranno distribuite gratuitamente a tutti i veneti.
Per chi finisce in terapia intensiva colpito da questo mostruoso virus, con la polmonite che spesso, purtroppo, non ti dà scampo, è terribile. A decine se ne stanno andando senza avere potuto la possibilità per un’ultima volta di stringere la mano ad un proprio caro, di guardare la moglie negli occhi, i figli o i cari nipotini che solo pochi giorni prima tenevano in braccio o portavano al parco. Storie ed immagini drammatiche, strazianti, che commuovono sino alle lacrime, che nessuno avrebbe mai voluto raccontare, sentire o vedere.
Ogni posto in ospedale allora – come ha detto un operatore sanitario – rappresenta una speranza vera, l’unica, un biglietto per la vita.
Ed allora ecco la mobilitazione a Valdobbiadene, come in tanti altri centri, in tanti altri ospedali dove si cerca di incrementare le terapie intensive, con decisioni e provvedimenti adottati rapidamente, da fare eseguire senza indugi.
In poche settimane è stato messo sù un piano per recuperare quanti più posti letto possibili, per aumentare il numero delle terapie intensive, o dove trasferire pazienti non positivi al Coronavirus, consentendo così di recuperare reparti e posti letto per accogliere – con nuove apparecchiature e ventilatori polmonari – altri casi di persone infette.
A Valdobbiadene se ne sta occupando la Protezione civile. Ma sono subito arrivati anche gli Alpini, insieme a decine e decine di volontari: falegnami, fabbri, idraulici, elettricisti….
Tutti al lavoro senza un attimo di sosta con l’ospedale pronto a riaprire. Domani la consegna all’Usl trevigiana: 140 posti letto che con pochi altri interventi possono diventare 200.

Ho visto le immagini: da non crederci.  Sembra un hotel a quattro stelle. Straordinario.

Qui a Bolzano   – tra l’altro – hanno pure provveduto a trasformare in pochi giorni un edificio  per le vacanze destinata al personale militare in struttura idonea ad accogliere persone che non possono trascorrere la quarantena in sicurezza a casa propria.
Ciò è stato possibile grazie all’intervento del presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, presso il Dipartimento nazionale di Protezione Civile. La casa-vacanze si trova a Colle Isarco, a pochi chilometri da Bolzano, e già accoglie 14 persone senza sintomi, ma con sospetta infezione da coronavirus.

Non c’è tempo da perdere, in tanti se ne sono resi conto.  Per questo, ciò che stupisce e allarma, è il fatto che ad Agrigento, ma anche in tanti altri nosocomi siciliani, non si è provveduto – ed il tempo c’era –  a creare reparti, anche inizialmente  con pochi posti per la terapia intensiva, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Sarebbe bastato poco, basterebbe ancora pochissimo. Se si sta facendo in tante regioni, in tantissimi comuni, come mai ad Agrigento tutto questo non è possibile?
E’ poi tanto chiedere – ma è meglio dire pretendere – che la politica di fronte a tanti decessi e a tante sofferenze – una volta per tutte –  metta da parte le logiche del profitto, degli interessi personali, delle lottizzazioni che hanno guidato ed ispirato tantissime delle scellerate scelte operate  nella sanità siciliana, basate spesso solo sulle economie di spesa, perdendo di vista i più deboli e bisognosi?
In Veneto in un mese hanno raddoppiato le terapie intensive portandole a 825.

Sì, proprio così: RADDOPPIATO LE TERAPIE INTENSIVE. Hanno RIAPERTO ben SEI OSPEDALI.

E’ avvenuto pure in Lombardia. Lo stesso stanno facendo in Campania, a Napoli.
Ad Agrigento, nell’Ospedale San Giovanni di Dio, la Regione non è riuscita invece nemmeno a fare arrivare uno solo ventilatore polmonare. Tutto ciò è sciaguratamente disumano e ingiusto.

Ed il tempo c’era e ci sarebbe ancora per ravvedersi. Ma bisogna fare in fretta.  Il tempo per ravvedersi c’è.

Ma se la politica  siciliana, i vertici sanitari, devono  correre, tutti quanti non dobbiamo scordare di rimare a casa.

A Bolzano (con 383 casi di positività e 12 vittime)  l’ultima decisione per tenere la gente a casa è stata adottata questa mattina, anticipando le decisioni che starebbe per prendere il governo nazionale.

Sono state chiuse le “passeggiate”, e decisione sino ad ora forse unica in Italia,  hanno “”sigillato”” tutte le panchine di Bolzano per evitare alla gente di andare a sedersi nei parchi, ma anche in città.

Sì, proprio, così. Vietato pure sedersi in una delle panchine disseminate in città e nei tanti parchi della città. Perché  nonostante i divieti c’è ancora tanta gente che se ne va in giro per i parchi. Ed invece bisogna starsene a casa e per ricordarlo ci sono mezzi della Protezione civile che vanno in giro per la città raccomandandolo con un potente altoparlante.
Sì, tutti a casa.
E perché no, come diceva mia madre, e non solo lei,  invocando il nostro Santo Patrono, non esitiamo a dire: “San Giullannu senza dannu”.

Gerlando Gandolfo

“Se non ora quando?”
Il Sindaco Lillo Firetto, torna a chiedere l’istituzione nell’ospedale di Agrigento di un Reparto Malattie Infettive.
“È il momento storico per realizzare nella nostra Città capoluogo il primo Reparto ospedaliero contro le malattie infettive.
Non si possono lasciare i cittadini senza un reparto di così vitale importanza, di cui già ieri c’era l’urgenza.
Oggi la nostra nazione vive il dramma della lotta tra la vita e la morte di molti pazienti.
Contro questo virus, che falcia tante vite, le uniche armi, oltre alla scienza, sono: prevenzione e cura.
Per la prima, i cittadini, in gran parte, collaborano e dovranno con ancor maggiore scrupolo, collaborare alle direttive date.
Ma per la seconda, la sanità deve a tutti una maggiore e migliore assistenza agendo con responsabile solerzia e creatività.
Sono inutili e peccaminosi indugi, come dice De André nella “Guerra di Piero”:
“E mentre gli usi questa premura
quello (il virus) si volta,
ti vede e ha paura ed imbracciata l’artiglieria
non ti ricambia la cortesia”.
Deve nascere un reparto contro le Malattie Infettive ad Agrigento.
Se non ora quando?”

 

Il direttore del quotidiano online Sicilia24h.it Lelio Castaldo interviene attraverso un video sulla grave emergenza Coronavirus venutasi a creare anche ad Agrigento.
In modo energico si rivolge ai vertici sanitari regionali, nonché alla deputazione politica, ponendo in essere i ritardi atti a fronteggiare l’emergenza in corso

 

GUARDA IL VIDEO

 

 

 

Il Sindaco della città di Porto Empedocle avv.ssa Ida Carmina e il Vice Sindaco dott. Salvatore Urso hanno devoluto il fondo del 30% di decurtazione delle loro indennità di carica all’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
I fondi devoluti, oltre € 2.000,00, contribuiranno all’acquisto di due respiratori ventilatori polmonari già bloccati dall’Azienda Sanitaria, basilari per salvare vite umane.
Un gesto di solidarietà fortemente voluto verso chi ogni giorno lotta in prima linea per la salute in un momento storico complesso fronteggiando la pandemia di Covid19.
Un ringraziamento per la proficua collaborazione umana e professionale va al dott. Fabrizio Caruana e al dott. Leonardo Russo.
Distanti ma uniti, insieme ce la faremo.

Potenziare il servizio di disinfezione di camici e indumenti, migliorare le procedure di gestione dei casi sospetti di Covid-19 e realizzare spazi specificatamente destinati a dipendenti che dovessero essere contagiati o in attesa di tampone, in modo che gli stessi non lascino l’ospedale fino al completamento delle procedure diagnostiche.

Sono questi alcune delle richieste avanzate alla direzione dell’ospedale “San Giovanni di Dio” dal segretario generale della Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Floriana Russo Introito, dal responsabile del Dipartimento sanità pubblica e privata Giovanni Farruggia e dal responsabile sindacale aziendale del nosocomio agrigentino Alessandro Farruggia.

La situazione dei nostri Ospedali negli ultimi giorni, è connotata dal susseguirsi di atti di accusa fatti nei confronti della Direzione generale – dicono – . Siamo consci del fatto tuttavia che se non mettessimo in campo un’azione coesa, coerente e mossa soprattutto da unità di intenti ma ci limitassimo a lanciare moniti e accuse ben consapevoli che i problemi sul rifornimento dei Dpi è un problema nazionale e non locale, non faremmo correttamente il nostro dovere a tutela di lavoratori e cittadini”.

Quindi, preso atto che la carenza di mascherine e guanti è per certi versi una questione non immediatamente superabile, stante l’impossibilità all’approvvigionamento, la Cisl propone che “in un quadro del genere, dove il personale sanitario, da un lato mette a repentaglio la propria salute, dall’altro rischia di diventare esso stesso grave strumento di diffusione del virus” si tenti di arginare l’eventuale diffusione del Covid-19 “sia controllando gli accessi esterni alle unità operative, sia evitando il propagarsi dello stesso attraverso gli stessi operatori. In tal senso abbiamo chiesto alla Direzione generale già questa mattina che si possano individuare i locali preposti all’accoglienza del personale dipendente nel caso dovesse essere contagiato o nel caso fosse, esso stesso, in attesa di esito del tampone”.

In particolare è stato chiesto alla direzione del nosocomio di mettere a disposizione locali specifici al fine di garantire la permanenza nel proprio presidio ospedaliero, almeno per i giorni previsti dal turno, dei lavoratori e di realizzare certificazione speciale per tutto il personale sanitario turnista per “favorire una celere procedura di identificazione in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine”.

Abbiamo, inoltre, chiesto di attivare una convenzione tramite una lavanderia interna per la disinfezione delle divise e degli indumenti da lavoro ed infine, delle postazioni ambulatoriali come filtro all’ingresso nelle unità operative complesse – proseguono -. Tutto ciò dipende certamente dalla Direzione generale che reputiamo stia lavorando con il massimo impegno possibile, e che riteniamo in grado di gestire tale difficile situazione, ma su queste richieste, per quanto ci riguarda, potremo avere validi motivi per atti di accusa e di biasimo che, al momento, ci appaiono del tutto sterili. Riteniamo che per ogni presidio ospedaliero ci si debba fare immediato carico per tutte le esigenze sopra espresse, provvedendo con la massima sollecitudine, al fine di consentire che gli operatori svolgano la loro attività in sicurezza”.

Nell’ambito dei controlli effettuati al fine di garantire il rispetto delle disposizioni sui limiti alla movimentazione dettati dal D.P.C.M. del 9 marzo 2020 si segnalano i seguenti episodi di violazione dell’art.650 c.p.

Agrigento

  • Personale della polizia di Stato deferiva due giovani i quali avevano trascorso la serata in giro per la città senza un reale motivo di necessità. In particolare gli operatori venivano chiamati ad intervenire da una madre per una lite in famiglia. Giunti sul posto la signora riferiva che la figlia  nonostante i suoi ammonimenti  sul rispetto del divieto di uscire di casa si era allontanata assieme ad un amico per trascorrere una serata di svago.
  • La Polizia ferroviaria di Agrigento, durante un controllo presso la stazione ferroviaria di Agrigento Centrale, deferiva all’A.G. un soggetto straniero di origine pakistana, residente ad Agrigento, con regolare permesso di soggiorno, il quale si era recato alla stazione ferroviaria per informazione sugli orari dei treni. E’ stato accertato che lo stesso era provvisto di smartphone con connessione internet e dunque in grado di controllare gli orari di partenza/arrivo dei treni. Pertanto il motivi è stato ritenuto di non stretta necessità.

 

Canicattì

  • Personale Polizia di Stato deferiva all’A.G. due soggetti in particolare, il personale dipendente del commissariato di P.S. interveniva in una nota piazza della cittadina, ove riceveva la denuncia di un uomo che riconosceva l’autrice di un furto ai suoi danni.

L’uomo riferiva che, il giorno precedente, era uscito da casa  per comprare sigarette ed effettuare un versamento bancario. Nella centrale piazza cittadina, veniva adescato da una donna, per un rapporto sessuale per il quale concordavano il compenso di 20,00 euro. I due si appartavano in un vicolo del centro storico, qui , la ragazza, con un gesto repentino sottraeva con strappo il portafogli che l’uomo aveva in mano per il pagamento della prestazione  e scappava via. Gli accertamenti investigativi consentivano all’uomo di riconoscere  la donna che poco prima  lo aveva derubato.

Questa, con  precedenti di Polizia specifici e sottoposta agli arresti domiciliari, veniva deferita all’A.G. per Furto con strappo, evasione ed inosservanza dei provvedimenti dell’autorità;

entrambi denunciati ai sensi dell’art 650 c.p.

  • Nel corso delle verifiche ad esercizi commerciali aperti sono stati controllati diversi esercizi commerciali.

In un esercizio alimentare del centro storico non è stato trovato il titolare ma, al suo posto, un giovane che espletava l’attività privo di prevista autorizzazione. Il responsabile del piccolo supermercato è stato sanzionato per violazione al TULPS con una sanzione amministrativa di 1032 euro ed il ragazzo denunciato  art.650 C.P.per inottemperanza al DCPM, non svolgendo regolare attività lavorativa non aveva alcuna giustificazione per uscire da casa

ATTIVITA’ POLIZIA DI PREVENZIONE:

 

Nell’ ambito dell’attività di “Controllo del Territorio in Provincia”, sono stati conseguiti i seguenti risultati:

 

  • Persone identificate 362
  • Persone controllate al C.E.D. 215
  • Veicoli controllati 097
  • Contravvenzioni C.d.S. 015
  • Posti di controllo 021
  • Documenti ritirati 001
  • Veicoli sequestrati 002
  • Controllo persone sottoposte a misure 099

DATA: 17 marzo 2020             LUOGO: Agrigento EVENTO: Controllo Straordinario del Territorio – Piano d’ Azione Modello Trinacria.

Nell’ambito dell’attività di prevenzione pianificata da questo Ufficio, nella giornata di martedì 17 marzo 2020 – con turno 19.00/01.00, personale del locale U.P.G.S.P., unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Occidentale”, effettuava un Controllo Straordinario del Territorio “Piano d’Azione – Modello Trinacria, che interessava il territorio del comune di Agrigento, conseguendo i seguenti risultati:

 

  • Persone identificate 26
  • Veicoli controllati 13
  • Posti di controllo 03
  • Controllo persone sottoposte a misura 08
  • Persone denunciate in S.L. 01