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“Onorevole Presidente Musumeci, ho avuto modo di condividere ed apprezzare i suoi significativi sforzi nel fronteggiare l’emergenza sanitaria che tanto ci sta inquietando, non tanto per le sue recenti ordinanze volte alla tutela della salute dei cittadini e di quella degli operatori del comparto sanitario regionale, quanto per i suoi accorati appelli e la sua incessante e costante azione profusa fin dalle prime avvisaglie dell’emergenza. Mi permetto, dunque, di “rubare” pochissimi minuti del Suo tempo con il solo scopo di manifestarLe il mio contributo su come ancor più valorizzare sul piano della prevenzione le misure già adottate. Con grande disappunto assisto sui social ai capannelli di persone che spesso si creano davanti ai negozi e soprattutto davanti ai supermercati. Questi ultimi, in virtù degli allarmanti passa parola sempre in voga sui vari social, sono insensatamente presi da un assalto ingiustificato, favorendo la trasmissione e la diffusione del virus tra le persone e il personale in forza in queste sensibili strutture. Desidero, pertanto, sottoporre alla Sua attenzione il mio modesto contributo pur sapendo delle forti resistenze che incontrerà nella disposizione di regole ancor più stringenti. Tante catene di supermercati sono attrezzati per fornire alla propria utenza il servizio della “spesa a domicilio” tramite una apposita app che viene installata sul cellulare. Pertanto, in virtù della straordinarietà dell’emergenza che ci investe diventa auspicabile, se non necessario, che almeno i cartelli che da tempo forniscono questo tipo di servizio e, quindi, logisticamente già preparati, si attivino per estendere tale modalità a tutti coloro che hanno la possibilità di prenotare online la spesa, ritirandola poi presso il loro punto vendita. Con tutte le difficoltà che l’operazione comporta nella fase preliminare di sensibilizzazione delle Parti, occorre incentivare il ritiro degli ordini nella parte più esterna della struttura, organizzando il cliente a seguire un percorso opportunamente delimitato che favorisce le distanze imposte e che lo condurrà in sicurezza fino alle casse, evitando qualsiasi possibilità di assembramento o di contatto casuale. Una modalità certo più restrittiva e di impegnativa attuazione, ma anch’essa fondamentale per il contenimento della diffusione del virus, tenuto conto della maggiore sicurezza sia per l’utenza che per il personale e, atteso, che il contagio di uno degli addetti attiverà le immediate procedure di chiusura del punto vendita generando non solo maggiori perdite per il cartello rispetto alla misura imposta, ma anche una maggiore congestione del servizio sanitario regionale in un momento di massima emergenza. Le auguro un sereno e proficuo lavoro”.

Dott. Giuseppe Catania

“Siamo vicini al collega emodinamista il quale, svolgendo con grande spirito di abnegazione il proprio lavoro, è incappato in questo spiacevole incidente di percorso. A nome mio e di tutto il personale del reparto, certi di un pronto recupero del collega, l’augurio di un ritorno alla attività con maggiore forza, caratteristica che da sempre ha contraddistinto il collega, serissimo professionista nonché nostro amico”.
Lo dichiara il primario dell’unità operativa di Cardiologia e Emodinamica dell’ospedale di Agrigento dott. Giuseppe Caramanno.

Il presidente dell’Avomi provinicale Ferdinando Castellino dichiara:

“In questo momento difficile serve la generosità di tutti. Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, l’Associazione Onlus Volontari Ospedalieri di Agrigento ha avviato una raccolta fondi per acquistare Ventilatori Polmonari, Dpi e altri presidi, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

“All’iniziativa – spiega il presidente dell’associazione – stanno già aderendo medici, farmacisti, odontoiatri, infermieri, e altre Associazioni e Fondazioni. Siamo certi di poter contare sulla grande generosità dell’intera popolazione della provincia di Agrigento che, in casi come questo, non si è mai tirata indietro”.

I componenti l’associazione, d’accordo con il presidente, all’inizio della raccolta hanno donato all’Asp 1 Ventilatore Polmonare e diversi Dpi. Inoltre, già oggi, primo giorno di raccolta, si registra un’immediata e inattesa risposta da parte di alcune aziende e vari cittadini.

Ecco l’Iban da utilizzare per fare i bonifici, ovviamente secondo la disponibilità di ognuno: IT24CO200816607000105820936.

Per ottenere maggiori informazioni sull’iniziativa si può chiamare il numero di telefono 3897998076.

Terzo caso di Coronavirus a Palma di Montechiaro, dove c’è un focolaio che riguarda sempre la stessa famiglia. A darne notizia è il sindaco Stefano Castellino che invita ancora la gente “a rimanere a casa”. Il tampone al quale si è sottoposto, ieri, questa persona di mezza età, è risultato, purtroppo, positivo al Codiv 19.

E sempre oggi a distanza di 24 ore dal primo c’è un secondo caso di Codv19 a Canicattì. Ancora non sono stati forniti particolari sulla persona contagiata, anche se sono stati presi i giusti accorgimenti per i familiari.

Il signor G.N.(sono le iniziali del nome) proprietario di un fabbricato sito Lampedusa, contrada Cala Galera, realizzava, in assenza di titolo, delle opere accessorie e pertinenziali al suddetto fabbricato, rispetto alle quali il Comune di Lampedusa adottava una ordinanza di demolizione.
Pertanto il proprietario dell’immobile, volendo regolarizzare le suddette opere, presentava al Comune di Lampedusa una apposita istanza di sanatoria.
Senonché il Comune di Lampedusa decideva di irrogare a carico del sig. G.N. una sanzione amministrativa pecuniaria pari ad euro 20.000 in asserita applicazione dell’art. 31 comma 4 bis del dpr 380/01, norma che presuppone l’inottemperanza rispetto ad un ordine demolitorio.
Pertanto il sig. G.N, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Calogero Marino, impugnava il suddetto provvedimento con ricorso innanzi al TAR Sicilia Palermo, rilevandone l’illegittimità sotto diversi profili.
In particolare gli Avv.ti Rubino e Marino censuravano l’illegittimità del provvedimento impugnato che, facendo riferimento a violazioni edilizie commesse ed accertate ( nel 2001) ben prima della entrata in vigore della norma ( comma 4 bis dell’art. 31 del dpr 380/01 introdotta con il d.l. 133/2014, convertito in l. 164/2014) erroneamente applicata dall’amministrazione comunale , risulta essere in palese contrasto con i principi di legalità ed irretroattività della legge penale, espressamente estesi alla materia delle sanzioni amministrative.
Ebbene il Tar Sicilia Palermo, Sezione seconda, Presidente Dott. Cosimo di Paolo, Estensore Cons. Francesco Mulieri, condividendo le tesi degli Avvocati Rubino e Marino, ha accolto il ricorso del sig. G.N. ed ha annullato la sanzione pecuniaria irrogata a carico dello stesso , rilevando come la disposizione di nuova introduzione richiamata dal Comune di Lampedusa a sostegno della sanzione pecuniaria non potesse trovare applicazione alle fattispecie compiutamente configuratesi in data antecedente alla sua entrata in vigore (avvenuta il 12 settembre 2014, data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.L. n. 133 del 2014).
Per effetto di tale pronuncia il sig. G.N. non dovrà quindi pagare la sanzione pecuniaria irrogata a suo carico dal Comune di Lampedusa.

Un paziente affetto da Coronavirus è morto nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Gravina” di Caltagirone in provincia di Catania. Si tratta di un uomo di 60 anni affetto da polmonite interstiziale ricoverato tramite pre – triage lo scorso 11 marzo. E’ stato trattato nel reparto Malattie infettive e poi è stato trasferito in Terapia intensiva per le sue gravi condizioni di salute. E’ il secondo decesso che si registra nell’ospedale Calatino, ed è il sesto in Sicilia collegato all’emergenza coronavirus.

Un uomo anziano di Ribera, di 87 anni, positivo al coronavirus e ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Enna, è morto nottetempo. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Prefettura di Agrigento, e aggiornati alle ore 18 di venerdì 20 marzo, nella provincia di Agrigento vi sono 33 casi di coronavirus. Si tratta di una cifra purtroppo in costante evoluzione. Ad esempio, a Sciacca sono positivi anche moglie e figlio di un operatore sanitario già contagiato. E a Palma di Montechiaro vi è il secondo contagiato dopo il primo del medico settantenne. Nella provincia agrigentina, per il rispetto del “restate a casa”, sono state controllate 2.077 persone e 1.688 esercizi commerciali. Le persone denunciate sono state 91.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (sabato 21 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 4.883. Di questi sono risultati positivi 490 (82 + di ieri), mentre, attualmente, lo sono 458 persone (+79 rispetto a ieri).

Risultano ricoverati 254 pazienti (27 a Palermo, 118 a Catania, 40 a Messina, 1 ad Agrigento, 12 a Caltanissetta, 19 a Enna, 6 a Ragusa, 19 a Siracusa e 12 a Trapani) di cui 48 in terapia intensiva, mentre 204 sono in isolamento domiciliare, 26 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 4 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 6 deceduti (1 a Caltanissetta e Siracusa, 2 a Catania ed Enna).

Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87

Pandemia corona virus: diciamo subito che non è il momento di fare polemiche né recriminazioni, non c’è bisogno di creare allarmismi. Se è vero tutto questo è anche vero che ormai i virologi ci hanno spiegato che nessuno è immune ed è diventato un problema mondiale. Sono passati mesi dalla prima notizia della presenza del virus in Cina; è passato un mese esatto dalla morte del primo cittadino italiano nell’ospedale di Padova e i contagi erano tanti da farci capire subito la gravità del problema in Italia. In sostanza abbiamo avuto tutto il tempo per capire che  gli ospedali del nord erano in grande affanno e che, se la stessa situazione si presentasse  nella nostra provincia (come l’arrivo di migliaia di cittadini rientrati dal nord  lascia presagire), il servizio sanitario  agrigentino non reggerà. Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi abbiamo lanciato un grido di allarme per l’assoluto   silenzio,   quantomeno   rispetto   ai   provvedimenti   adottati   sia   da   parte   dell’Azienda sanitaria agrigentina che dal Governo regionale. Abbiamo denunciato l’assoluta impreparazione della sanità agrigentina nel far fronte a questa prospettiva disastrosa, scaturita da una politica di tagli ventennali ai posti letti e al personale, così da trovarsi impreparati a garantire i dispositivi di protezione individuali ai lavoratori, con posti letto e posti di terapia intensiva appena, e non sempre, sufficienti a garantire una sanità decente in tempi di non pandemia,senza un reparto infettivo e senza specialisti in materia.

Tutto normale? No! Se la politica nazionale e regionale cieca ha portato a tutto questo, circa tre mesi fa, certamente dai primi giorni del mese di febbraio, coloro che sono deputati a garantire la saluta ai cittadini avrebbero dovuto, anche per obbligo morale, porre rimedio a queste decennali mancanze. Solo due giorni fa una nota della direzione dell’Asp ha emanato una direttiva per l’attivazione di n. 8 posti letto COVID-19 sparsi nei 4 ospedali agrigentini.

Solo due giorni fa è stata abbozzata su carta una proposta di individuazione di aree e percorsi per la gestione di pz covid+ nell’Ospedale San Giovanni di Dio. Con tale relazione si suggerisce che “andranno ricercate figure specialistiche (infettivologi e pneumologi) da poter inserire nei reparti; ove   non   fosse   possibile   sarebbe   auspicabile   istituire   canali   di   comunicazione   facilitati   per consulenza a distanza; considerare la disponibilità in grande quantità di tutti i dispositivi P.I., POMPE   INFUSIONALI,   ECOGRAFI,   VENTILATORI,   PRESIDI   PER   LA   VENTILAZIONE   INVASIVA, APPARECCHI RADIOGRAFICI PORTATILI”; in particolare, aggiungiamo noi, si doti l’ospedale del reparto di malattie infettive e tropicali.

Naturalmente molti reparti subirebbero un forte ridimensionamento per l’attività ordinaria; quindi ci dobbiamo augurare che non ci siano più parti, ictus ecc.ecc. Se la situazione non fosse drammaticamente grave, ci verrebbe da ridere. Abbiamo avanzato proposte, abbiamo denunciato limiti e deficienze: adesso vogliamo semplicemente richiamare alle proprie responsabilità per il disastro a cui rischiano di condannare i cittadini agrigentini, la classe dirigente deputata alla soluzione del problema.

Una cosa ci è chiara: se non avremo immediate risposte con scelte precise tendenti a preparare un’adeguata cura ai cittadini che risulteranno positivi al corona virus, ci presenteremo davanti i cancelli dell’Azienda Provinciale Sanitaria chiamando al nostro fianco tutti i sindaci, che in questi giorni sono in trincea nel fare fronte comune per il rispetto dei divieti, nel fronteggiare la grave crisi

economica che impatta sulle famiglie e alcuni a fare  anche ulteriori sforzi, sospendendo il pagamento dei tributi locali.

Più che un’isola di prossimità era da tempo diventata una mega discarica abusiva dove veniva depositato ogni genere di rifiuto, con l’aggravante che da il Comune di Agrigento, competente fino a giugno  non effettua la bonifica.

 

Da ieri l’ingresso a quel piazzale è stato chiuso e non si è capito bene da chi. Sembra che il Comune di Favara non sia stato, la competenza come da accordi resta al Comune di Agrigento. Dalla città dei Templi sembra che da tempo in quella direzione non arrivi neanche un segnale di fumo. Anche la ditta che gestisce il servizo  pare che non abbia chiuso niente. nei giorni scorsi, dopo il nostro articolo sono intervenuti per bonificare una parte della strada sottostante. Che sia stato un privato che si è rotto “i cabbasisi” come direbbe Salvo Montalbano a vivere nelle prossimità di una vera e propria bomba ecologica.

Fatto sta che le transenne ci sono. Ma fatto ancora più rilevante è che i cittadini favaresi, adesso lo sono a tutti gli effetti, della famosa Favara Ovest non hanno dove buttare i rifiuti. In quelle strade, infatti, non c’è la raccolta porta a porta ed il Comune di Agrigento ha istituito proprio l’isola di prossimità per consentire ai cittadini di depositare i rifiuti differenziati che poi vengono ritirati, o meglio dovrebbero essere ritirati.

Alla luce della nuova e imprevista situazione l’avvocato Giuseppe Fanara a nome del Comitato dei cittadini di Favara Ovest ha scritto alla sindaca Anna Alba e all’assessore al ramo. “La c.d. isola di prossimità malamente istituita dal Comune di Agrigento nel territorio dell’ex Favara Ovest, zona viale Progresso, stamattina risultava transennata. Ciò ha impedito e impedisce ai residenti della zona di conferire i propri rifiuti. Per la verità – evidenzia chiaramente Fanara – in quell’area da mesi conferiscono anche cittadini non residenti nella zona; la conseguenza è che l’area è divenuta una vera e propria discarica a cielo aperto dove vengono ammassati rifiuti di ogni tipo che creano una situazione pericolosa da un punto di vista igienico sanitario”.

Come dicevamo, e come ben sanno i cittadini di Favara Ovest, il servizio nella zona, per accordo fra i due comuni, continua a occuparsi Agrigento fino al 30 giugno 2020. Ma allo stato attuale chi abita a Favara ovest si trova nell’impossibilità assoluta di conferire i propri rifiuti. “Detti abitanti – continua l’avvocato –  necessitano di tutela da parte del comune di Favara, dei quali, d’altro canto, risultano essere ormai cittadini. Pertanto, vi si chiede di autorizzare i cittadini di Favara Ovest a conferire presso l’isola ecologica istituita nei pressi della Villa Ambrosini. Una soluzione che va trovata in fretta e va discussa fra i due Enti con la massima priorità – chiude la nota Fanara – Così come tra i due Comuni vanno risolte le eventuali questioni finanziarie che ne scaturiranno”.

Giuseppe Moscato