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L’Assemblea Regionale ha approvato il bilancio interno da 133 milioni e 500 mila euro. La relazione dei Questori. Ok da Schifani all’aumento delle indennità dei sindaci.

A seguito dell’annunciato incontro a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione, tra Renato Schifani ed il presidente e il vice presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni di Sicilia, Paolo Amenta e Giulio Tantillo, è stato disposto l’invocato aumento dell’indennità dei sindaci. Nel corso della riunione sono state inoltre affrontate diverse tematiche ordinamentali e finanziarie che interessano i Comuni, rispetto alle quali il presidente della Regione ha confermato ai vertici regionali dell’Anci la massima attenzione del suo governo. In riferimento all’aumento dell’indennità, Schifani spiega: “L’Assemblea Regionale, nella sua piena autonomia che va rispettata, ha deliberato l’aumento delle indennità dei parlamentari per adeguarle al costo della vita, in ottemperanza a una legge in materia. Pertanto ritengo coerente e consequenziale che anche agli amministratori locali siciliani possa essere riconosciuto, al pari degli altri Comuni italiani, un miglioramento delle loro indennità, attraverso un intervento economico che possa essere modulato, in via bilanciata, tra finanza regionale e locale” – conclude. Per quanto riguarda la riduzione delle riserve del Fondo delle Autonomie locali, il presidente ha garantito l’impegno del governo affinché, nei prossimi mesi, sia ripristinata la dotazione finanziaria preesistente. E nel frattempo l’Assemblea Regionale ha approvato il bilancio interno, che ammonta a 133,5 milioni di euro, con una riduzione di mezzo milione di euro rispetto all’anno scorso. E in proposito, nella relazione al bilancio da parte del collegio dei Questori, si legge: “In tal modo l’Assemblea, nel rispetto delle sue prerogative costituzionali, dà attuazione all’Accordo Stato-Regione del 14 gennaio 2021 che, tra le misure di contenimento della spesa previste, include anche la progressiva riduzione dei trasferimenti all’Assemblea Regionale. Ciò si inserisce nel percorso virtuoso di riduzione delle spese dell’istituzione parlamentare regionale iniziato con l’esercizio finanziario 2013. Il bilancio dell’Assemblea è stato ridotto dai 162,2 milioni del 2012 agli attuali 133,5, con una riduzione di 28,7 milioni che non ha comunque pregiudicato l’ordinario svolgimento delle funzioni istituzionali dell’Ars, neppure nel corso dell’emergenza pandemica che ha comportato un incremento dei costi di sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, nell’ambito del nuovo bilancio, si è ridotto del 15% lo stanziamento previsto per il rimborso missioni dei deputati da 35.000 euro a 30.000 euro previsti nel 2023. Si è aumentato del 19% lo stanziamento a titolo di contributo alla Fondazione Falcone per la concessione di borse di studio da 101.250 a 125.000 euro. E si è mantenuta una forte consistenza del capitolo sulle iniziative per finalità sociali e di solidarietà, che mantiene per il 2023 uno stanziamento di 1.210.000 euro, con un risparmio di 190.000 euro rispetto allo stanziamento del 2022”.

Giuliana Miccichè

L’impennata dell’inflazione fa crescere la spesa dell’Ars per le indennità dei parlamentari, che passa dai 10,45 milioni del 2022 a 11,2 milioni per il 2023. «Occorre precisare che le voci fondamentali, costituite dall’indennità parlamentare e dalla diaria, sono state modificate a decorrere dal 1° gennaio 2014 per tenere conto del limite complessivo di 11.100,00 mensili previsto dalla legge regionale 4 gennaio 2014, numero 1 – si legge nella nota integrativa al bilancio interno dell’Ars, approvato in aula – la stessa legge prevede che la misura del trattamento sia soggetta ad adeguamento secondo la variazione dell’indice Istat del costo della vita; l’aumento deciso dell’inflazione nell’anno trascorso ha pertanto portato a una rimodulazione in aumento della spesa».

Il Regolamento dell’Unione Europea 2023/5 autorizza l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) quale nuovo alimento.
Su tale tema, l’Associazione Italiana Panificatori Assipan Confcommercio esprime la propria convinta contrarietà all’utilizzo di polvere di grillo domestico nella produzione del pane artigianale e dei prodotti da forno.
Pur comprendendo i processi di globalizzazione e le collegate evoluzioni gastronomiche Assipan Confcommercio ritiene che sia necessario tutelare il buon pane fresco artigianale italiano ricco di storia e tradizione.
Inoltre, in ottemperanza alla normativa vigente, in considerazione dell’articolo 14 della legge 4 luglio 1967 n. 580, il pane deve essere prodotto esclusivamente con sfarinati di grano, acqua e lievito con o senza aggiunta di sale comune.
Sebbene, successivamente, il regolamento di cui al D.P.R. 502/1998 consente l’aggiunta di ulteriori ingredienti nella produzione del pane, questi devono essere obbligatoriamente riportati in etichetta.
“Per garantire al consumatore il diritto di compiere una scelta oculata rispetto ad una qualità rilevante del prodotto pane che si accinge ad acquistare, – dichiara Enzo Gaziano, Presidente provinciale di ASSIPAN Agrigento – serve avere la garanzia che venga eliminato ogni singolo fattore che possa ingenerare confusione tra prodotti sostanzialmente disomogenei, come ad esempio, fra il <pane fresco> e il <pane precotto/conservato>”
Assipan Confcommercio, aldilà degli aspetti normativi, ritiene che vi sia ormai da anni il sospetto di un graduale attacco da parte di potentati economici esteri alle eccellenze gastronomiche italiane.
“Dispiace, – dichiara Rosario Pendolino, della direzione nazionale dell’associazione italiana dei panificatori – che i tantissimi panificatori, che con passione, dedizione e soprattutto con tanta voglia di portare avanti le tradizioni, spesso impreziosita anche con l’innovazione, oggi devono affrontare questa incomprensibile concorrenza voluta dall’Unione Europea, anziché predisporre misura di sostegno utile a lenire le sofferenze imprenditoriali che stanno martoriando il comparto dell’Arte Bianca”.
In gioco quindi non vi è solo la tutela del pane italiano, bensì la sopravvivenza delle migliaia d’imprese di tutte le filiere alimentari nazionali.
È tempo che il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste si rechi al più presto di nuovo a Bruxelles.
“Nella consapevolezza che difficilmente la farina di grillo intaccherà la tradizione mediterranea, – dichiara Giacomo Zimbardo, vice presidente nazionale di ASSIPAN – non escludo però il pericolo, con eventuali risvolti, anche, per il nostro export, e per ridurre a zero ogni rischio suggerisco di inculcare l’importanza della dieta mediterranea e dall’arte panaria siciliana, a cominciare dai nostri grani antichi. Solo così, se in passato, quantomeno nel Mezzogiorno, abbiamo stravinto la battaglia contro il pane precotto, in un lontano futuro eviteremo di ritrovarci a tavola filoni o pizza prodotti con polvere di insetti essiccati”.
In gioco quindi non vi è solo la tutela del pane italiano, bensì la sopravvivenza delle migliaia d’imprese di tutte le filiere alimentari nazionali.
È tempo che il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste si rechi al più presto di nuovo a Bruxelles.

Gli inseguimenti e le sparatorie la sera del 12 giugno del 2018 a Palma di Montechiaro: una condanna e un’assoluzione in abbreviato. Prosegue il processo ordinario.

Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 6 anni di carcere Francesco Gueli, 46 anni, di Palma di Montechiaro, imputato di tentato omicidio. E ha assolto il fratello, Alessandro Gueli, 37 anni, imputato di avere occultato la pistola calibro 45 che sarebbe stata utilizzata da Francesco. Nel paese del Gattopardo, la sera di martedì 12 giugno 2018, poco dopo le ore 21, tra le vie Quasimodo e Pizarro, si è scatenato un inseguimento tra due automobili, e il conducente dell’automobile inseguitrice ha sparato 8 colpi d’arma da fuoco contro l’automobile inseguita, una Fiat Panda. Poi, dopo circa mezz’ora, ancora a Palma, in via Sottotenente Palma, un colpo di pistola ha ferito all’addome Leandro Onolfo, 29 anni, ricoverato a Licata e operato con urgenza. Ebbene, Giuseppe Incardona, 65 anni, sarebbe il responsabile del primo episodio delittuoso, perché, a seguito di una lite, avrebbe inseguito con la sua automobile Francesco Gueli, 46 anni, sparando verso di lui e colpendo la sua Fiat Panda. Francesco Gueli, dopo avere nascosto la Fiat Panda danneggiata nel garage di un parente, si sarebbe armato, e, giunto in via Sottotenente Palma, avrebbe esploso un colpo di pistola che ha ferito Leandro Onolfo. Ebbene, adesso sono sul banco degli imputati a processo ordinario gli stessi Leandro Onolfo e Giuseppe Incardona, e poi Gianmarco Onolfo, 30 anni, Calogero Onolfo, 60 anni, Elisa Immacolata Conti, 25 anni, e Gioacchino Ingiaimo, 50 anni. Sono stati invece giudicati in abbreviato Francesco Gueli e Alessandro Gueli, 36 anni.

“La presa d’atto da parte dei sindaci delle dimissioni del CDA di Aica. fa saltare il banco a seguito dello scontro sulla nomina del direttore generale. In questo modo si scrive una pagina triste che mortifica le aspettative di tanti cittadini che ancora credono possibile una gestione virtuosa del servizio idrico integrato nella nostra provincia.

Un elemento di coerenza si registra nella posizione dei sindaci di Favara, Racalmuto e Santa Elisabetta che votando contro si tirano fuori da schermaglie che non giovano certo al futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori.

Il CDA viene liquidato ufficialmente per scarsa produttività mentre  poi si sceglie il commissario tra gli stessi componenti dell’organismo deposto.

Si tratta piuttosto di un classico gioco di palazzo che si fa beffa degli utenti e di chi ha creduto in una scommessa che può ancora essere vinta nonostante gli ostacoli che da alcuni settori politici sono stati creati ad arte sul cammino di chi convintamente ha creduto possibile una gestione pubblica del servizio idrico.

In questo scontro, tutt’altro che ideologico, non si tiene conto dei costi di un’operazione che comporterebbe cifre non indifferenti a carico della collettività.

A tal proposito invitiamo il commissario a mantenere e utilizzare i dirigenti e il funzionario interni che hanno consentito di realizzare  notevoli economie di scala e di costi, affidandosi a chi conosce bene la materia.

Nello stesso tempo auspichiamo che il prossimo CDA possa essere composto da componenti di alto profilo estranei alle logiche di piccolo cabotaggio.

Un CDA che non sia rigorosamente lottizzato e asservito a logiche di potere.

In questa direzione invitiamo i sindaci a ispirarsi a comportamenti di grande responsabilità perché nel rispetto delle loro prerogative non compromettano le opportunità che consentono di programmare al meglio una dote di 100 milioni a vantaggio di un servizio sempre più puntuale nei confronti dei cittadini utenti  e per creare condizioni di maggiore garanzia per i lavoratori ancora fortemente sotto inquadrati che comunque comunque assicurano il servizio nonostante le notevoli problematiche dello star top .

In attesa di segnali incoraggianti soprattutto di parte di quei sindaci che hanno creduto in Aica con l’anticipo delle quote affinché si possa registrare, auspichiamo che si manifesti un sussulto di dignità a beneficio della causa dell’acqua pubblica”.

Con il ricorso elettorale l’Ing. Bartolomeo Di Salvo – candidato capolista nella circoscrizione di Palermo nella lista “Popolari e Autonomisti” – ha richiesto la propria proclamazione alla carica di Deputato Regionale, contestando l’elezione di tutti gli eletti nel collegio di Palermo e chiedendo al TAR di sollevare una questione di legittimità Costituzionale in ordine alla legge elettorale regionale.
Il ricorrente, in particolare, ha sostenuto che la sua mancata elezione alla predetta carica di Deputato Regionale sarebbe stata causata dal mancato superamento da parte della lista Popolari e Autonomisti della “soglia di sbarramento”, a livello circoscrizionale, introdotta dalla legge regionale siciliana (soglia che a suo dire si porrebbe in contrasto con la Costituzione).
Il ricorso è stato notificato per pubblici proclami a tutti i candidati eletti.
Nel giudizio si è costituito l’On.le Vincenzo Figuccia, con il patrocinio degli Avv. Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, chiedendo che il ricorso venisse rigettato perché infondato.
Il TAR Palermo sez. I – Presidente Salvatore Veneziano, Relatore dott.ssa Anna Pignataro – ha rigettato il ricorso rilevando che il “meccanismo della ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale così come operante nel sistema elettorale vigente proporzionale con correttivi in senso maggioritario, di cui è stata fatta applicazione nelle contestate elezioni, ha condotto a risultati che non appaiono illogici soprattutto se comparati con quelli raffigurati dal ricorrente… il cui esito più che garantire il rispetto del volontà degli elettori, sembra invece consentire l’attribuzione del seggio al ricorrente medesimo nonostante questi abbia raggiunto un numero di preferenze inferiore rispetto a quello dei controinteressati che sul punto hanno articolato difese convincenti”.
Il TAR ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese legali, liquidate in complessivi euro 7.500 oltre accessori di legge.

A Torino i Carabinieri hanno arrestato due ragazzi di 18 anni e tre minorenni tra i 15 e i 17 anni. Sono indagati di tentato omicidio perchè ritenuti responsabili del lancio di una bicicletta oltre la balaustra di piazza Vittorio Veneto sulla passeggiata dei Murazzi. La bici elettrica colpì un ragazzo palermitano poi ricoverato in prognosi riservata fino al 3 febbraio scorso. Adesso è in terapia intensiva. I Carabinieri, nel corso delle indagini, si sono avvalsi di testimonianze e dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza nella zona. I cinque hanno lanciato la bici elettrica oltre la balconata senza un apparente motivo.

A Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, alcuni cittadini hanno denunciato dei casi di spaccio di droga, e i Carabinieri, a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura Peloritana, hanno arrestato 8 persone: 4 in carcere e 4 ai domiciliari. E ad un altro è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. A vario titolo gli si contestano i reati di associazione finalizzata al traffico e alla cessione di sostanze stupefacenti, tra Furci Siculo e Santa Teresa di Riva, in particolare di cocaina e crack. Nel corso dell’inchiesta i Carabinieri hanno già arrestato in flagranza di reato altre 6 persone, ne hanno denunciate 2, e hanno segnalato 7 giovani alla Prefettura di Messina come assuntori di droghe.

Agrigentino stretto nella morsa del gelo. Nevica con insistenza soprattutto nelle zone di montagna. Neve a Cammarata e San Giovanni Gemini, come si può notare dalle foto inviateci in redazione da Simona Mangiapane. Le temperature sono molto rigide e vicine allo zero anche nel capoluogo. Il freddo e il maltempo in generale, secondo le previsioni metereologiche, proseguiranno, in pratica, per tutta la settimana.

 

La Prefettura di Agrigento ha diramato un avviso di condizioni meteorologiche avverse a tutti i sindaci della provincia agrigentina, al Commissario dell’ex Provincia, al Questore e ai Comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria, dei Vigili del fuoco, e all’Anas. Il prefetto Maria Rita Cocciufa raccomanda: “Si invitano tutti ad approntare tutti gli accorgimenti necessari in attuazione dei piani comunali di Protezione civile, fornendo indicazioni alla popolazione, anche raccomandando i luoghi dove sostare in caso di pericolo e consigliando di evitare gli spostamenti ad eccezione di quelli strettamente necessari. Inoltre, siano subito segnalate alla Prefettura eventuali criticità”.