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Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 13.096. Di questi sono risultati positivi 1.359 (+99 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.242 persone (+74).

Sono ricoverati 512 pazienti (+12 rispetto a ieri), di cui 71 in terapia intensiva (-4), mentre 730 (+62) sono in isolamento domiciliare, 60 guariti (+7) e 57 deceduti (+18, ma riferito agli ultimi due giorni).

Il signor F.R (sono le iniziali del nome) di Canicattì, di 52 anni, conduce in forma individuale a far data dal 1992 un’azienda agricola sita a Butera, in provincia di Caltanissetta. Nell’esercizio della propria attività, il signor F.R ha chiesto ed
ottenuto finanziamenti pubblici a valere sulle misure del PSR 2007/2013, per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario.
Nell’anno 2011 in particolare al signor F.R veniva concesso un contributo di 349.490 euro. Senonchè l’amministrazione regionale, con successivo provvedimento, adottato a ben tre anni di distanza rispetto alla concessione del contributo, avviava il procedimento di revoca della concessione accordata, in ragione di un’informativa antimafia interdittiva resa dalla Prefettura di Agrigento nei confronti del signor F.R. Avverso il provvedimento di revoca, nonché l’informativa antimafia, veniva proposto un ricorso giurisdizionale innanzi al Tar Sicilia Palermo.
Nelle more, il signor F.R, al fine di sgravare la propria posizione e sollecitare una nuova disamina dei fatti posti a fondamento del provvedimento interdittivo, avanzava documentata richiesta di aggiornamento dell’informativa ex art. 91 co. 5, D.lgs. 6 settembre 2011 n. 159, adducendo fatti nuovi favorevoli rispetto a quelli vagliati al momento dell’adozione dell’informativa.
E tuttavia la Prefettura di Agrigento, sulla scorta di valutazioni ritenute dai difensori di F.R. totalmente non condivisibili ed errate, confermava integralmente il presunto giudizio di permeabilità mafiosa di cui alla precedente informativa interdittiva, ribadendo una pretesa attualità delle circostanze fattuali poste a fondamento del primo provvedimento interdittivo.
Nessuna valutazione veniva invero effettuata in ordine alle circostanze favorevoli rassegnate dal signor F.R nella propria istanza di aggiornamento, e nessuna idonea verifica della persistente attualità dei fatti posti a fondamento dell’ informativa adottata.
La Prefettura di Agrigento ha peraltro fondato sia la prima informativa interdittiva, sia il rigetto dell’aggiornamento, su una presunta cointeressenza tra il signor F.R ed alcuni componenti del proprio nucleo familiare ritenuti contigui alla criminalità organizzata, assumendo che i normali e naturali rapporti affettivi con i propri familiari implicassero necessariamente e obbligatoriamente la comunanza di interessi economici, valorizzando ed incentrando quindi l’ informativa interdittiva esclusivamente sui vincoli di parentela intercorrenti tra il signor F.R e alcuni familiari che, invero nessuna posizione, neanche in via di mero fatto, ricoprivano all’interno dell’azienda del medesimo.
Anche avverso il nuovo provvedimento adottato in esito alla richiesta di aggiornamento, il signor F.R si vedeva costretto a proporre motivi aggiunti di ricorso evidenziandone i ridetti profili di illegittimità. Il giudice adito in prime cure ha tuttavia respinto il ricorso proposto,
ritenendo l’informativa prefettizia immune dai vizi denunciati, assumendo verosimile una presunta cointeressenza tra il signor F.R ed i
componenti del proprio nucleo familiare. Siffatta decisione di primo grado è stata integralmente riformata dai giudici del Consiglio di Giustizia Amministrativa aditi in appello dal signor F.R con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Lucia Alfieri.
Con la sentenza n 165/2020 il Consiglio di Giustizia Amministrativa, accogliendo le difese spiegate dai legali Rubino e Alfieri, ha
disposto l’annullamento sia del provvedimento interdittivo sia del provvedimento di revoca del contributo già erogato in favore del signor
R.F , ritenendo che il provvedimento interdittivo non fosse suffragato da elementi indiziari idonei a ritenere sussistente un pericolo di condizionamento mafioso della ditta individuale di cui il signor F.R è titolare, e ribadendo altresì il principio secondo cui “oltre al mero rapporto familiare (parentela, coniugio, affinità) occorre il concorso di ulteriori elementi, ossia di un quid pluris tale da poter dare effettiva consistenza al pericolo d’infiltrazione mafiosa, rendendolo verosimile. E nel caso in esame il Consiglio di giustizia amministrativa, condividendo la difesa degli avvocati Rubino e Alfieri, ha ritenuto insussistenti quegli elementi tali, nel loro complesso, da fornire
obiettivo fondamento alla possibilità che l’attività dell’impresa possa agevolare le attività criminali, o esserne in qualche modo condizionata.
Per effetto di tale decisione il signor F.R potrà beneficiare del contributo concesso che, ove recuperato, avrebbe causato un sicuro tracollo
finanziario e la cessazione dell’attività.

L’idea non è nuova ma in questo momento risulta essere indispensabile.
Si tratta di un sito web, che a presto diventerà anche una APP Mobile, che raccoglie le aziende disponibili a consegnare i loro prodotti fino a casa.
alcitofono.it è la nuova creatura di un gruppo di programmatori che hanno pensato bene di adoperarsi per l’emergenza coronavirus in Italia.
Il sito nasce proprio per evitare di uscire a comprare quello che serve, e farsi comodamente servire fino a casa, al citofono appunto.

Cosa c’è di nuovo nel sito al citofono?

L’idea di raccogliere i dati delle aziende disponibili non è nuova.
Nel sito “al citofono” il concetto è diverso.
L’utente indica il proprio indirizzo e il sistema cercherà, per quel dato luogo, le aziende iscritte che possono servire quella località secondo un criterio di distanza chilometrica inserito in precedenza.
In questo modo si evita di chiamare e di sentirsi dire che l’indirizzo di consegna è troppo lontano e non servito dall’azienda stessa.

Il servizio è completamente gratis?

“Assolutamente si! Non ci sono costi per iscriversi e per usare il portale. Ci auguriamo che venga utilizzato da molte aziende e altrettanti cittadini in difficoltà.
Il primo passo è fatto. La prossima mossa sarà ancora più importante.
Ci prepariamo infatti ad una crisi economica senza precedenti. Con il sito “al citofono” vorremmo coinvolgere le associazioni e le caritas italiane per fornire un fondo di supporto a quelle famiglie in difficoltà per i beni primari, come il cibo.”

“Il crescente numero di persone contagiate da Coronavirus impone la sperimentazione di nuove e più sicure modalità di esecuzione dei tamponi.
Così come sperimentato in Corea del Sud ed in altre regioni ed Aziende , tornerà certamente utile allestire in area ospedaliera uno spazio esterno attrezzato con tenda e personale sanitario, munito di elenco delle persone a cui eseguire il tampone, che giunto in macchina e dopo aver fatto in sicurezza il tampone nello stesso veicolo, possa rientrare nella propria abitazione.
Sono certa che l’Azienda sanitaria potrà garantire in un’area esterna ospedaliera individuata presso il San Giovanni di Dio di Agrigento-conclude Giorgia Iacolino-un servizio più efficiente ed in sicurezza, a tutela degli operatori sanitari e delle persone,conducente o passeggero, a cui verrà eseguito il tampone direttamente nel proprio veicolo, senza alcun ulteriore contatto,con ottimizzazione dei dispositivi di protezione individuale e con il tampone che potrà essere processato per accertare la presenza di Coronavirus con la dovuta tempestività nel Laboratorio dello stesso ospedale “

«Il dato relativo ai contagi del Coronavirus in Sicilia che abbiamo diffuso oggi, è incoraggiante, ma non deve farci abbassare la guardia. Esso, infatti, appare coerente con i report degli ultimi giorni, depurati dei piccoli focolai che si erano evidenziati, ma con uno spettro di analisi più ampio in considerazione dell’aumento dei laboratori e quindi dei tamponi processati. Allo stesso modo, va segnalato che anche il dato dei ricoveri e delle terapie intensive è cresciuto di alcune unità e non in maniera esponenziale. Tuttavia l’attenzione deve rimanere altissima, rispettando le prescrizioni previste dai protocolli».

Lo dichiara l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

Prima di tutto un minuto di silenzio per tutte le vittime da Covid-19.

E’ cominciata così, ieri mattina, la riunione del Consiglio dell’Ordine degli architetti riunitosi da remoto grazie a una piattaforma concessa in uso dal Consiglio nazionale degli architetti, poi proseguito con diverse e interessanti novità.

“In considerazione della grave emergenza da Sars-CoV-2– racconta Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento – abbiamo deliberato l’acquisto di due pompe siringa utili all’infusione controllata dei farmaci che doneremo ai reparti di Anestesia e Rianimazione dei presidi ospedalieri San Giovanni di Dio ad Agrigento e Giovanni Paolo II a Sciacca”.

Il presidente Cimino ha anche messo a disposizione, per i servizi tecnici e di competenza, il proprio dipartimento di Protezione civile attraverso una nota inviata alla Prefettura e agli organi di Protezione civile regionali e provinciali.

“Sono lieto – conclude Alfonso Cimino – di rappresentare un Consiglio composto da quindici professionisti che nutrono una grande sensibilità per tutto ciò che accade fuori dalle porte del Consiglio – Il nostro pensiero è rivolto ai cittadini che, come noi, vivono questa fase di emergenza capace di mettere in crisi la nostra esistenza e il nostro territorio. Ciò nonostante, stiamo continuando ad affrontare i problemi che riguardano la nostra professione, il nostro futuro di architetti, delle nostre famiglie e della nostra provincia”.

Emergenza coronavirus e iniziative di solidarietà. Sul sito dell’Arcidiocesi di Agrigento, all’indirizzo www.diocesiag.it, è attivo il “contatore” delle donazioni con l’importo della Campagna raccolta fondi “Diamoci una mano”, promossa dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Agrigento. Il “contatore” è aggiornato quotidianamente. Per le vostre donazioni consultate pertanto il sito.

Si è tenuta oggi la 1^ riunione dell unità di crisi covid-19 dell Asp di Agrigento: presenti il direttore sanitario dell asp , i capi dipartimento di chirurgia e di medicina ed urgenza, l ‘Ordine provinciale dei Medici ed Odontoiatri e i direttori delle unità operative di anestesia e rianimazione. Dopo  attenta e analitica disamina delle opportunità organizzative atte ad affrontare al meglio il diffondersi del contagio COVID-19 si è convenuto di condividere quanto proposto dai direttori delle unità di anestesia e rianimazione, peraltro già prospettato dalla direzione Asp, i quali ritengono che è necessario al fine di ottimizzare gli organici a disposizione di concentrare gli eventuali pz COVID DA TRATTARE presso gli ospedali di Agrigento e di Sciacca.

Nell ipotesi di ulteriore necessità di posti gli ospedali di Ribera, Canicatti e Licata potranno far fronte alle necessità mediche e chirurgiche dei distretti orientali e occidentali della provincia.

Non dimentichiamoci dei poveri, di chi, da anni, guadagna ciò che gli serve per mangiare, giorno dopo giorno, senza alcuna tutela, senza conto in banca.
Per loro occorre fare qualcosa, è necessario un aiuto immediato da parte innanzitutto delle istituzioni locali, basta con i comizi e le grida, di alcuni, tanto forti quanto inutili.
Al primo cittadino e a tutta la classe politica chiediamo: cosa sta facendo Agrigento per gli ultimi?
Non è un’accusa, né una polemica, ma semplicemente una domanda lecita e non invadente, ma una domanda che pretende una risposta, per rassicurare e far sentir parte di una comunità seria e premurosa, quei cittadini che oggi temono di morire di fame.
L’emergenza in corso è evidente, agli occhi di tutti, ma ai poveri di ieri, non ancora scomparsi e ai quali urge un aiuto concreto e immediato, si aggiungeranno presto i neo-poveri, piccoli imprenditori, artigiani, liberi professionisti, frutto di questa incresciosa crisi economica e sanitaria.
E per questo, ai rappresentanti nazionali, chiediamo di occuparsi, mentre affrontano l’attuale emergenza Covid, dell’emergenza di domani, più vicina e pericolosa di quanto si possa immaginare.
Dice bene Matteo Renzi: “Non Bisogna morire di Covid ma non dobbiamo nemmeno morire di fame”.
Lo dichiarano i giovani di Italia Viva Agrigento.

“È essenziale in questo momento trovarsi pronti a ricevere quei pazienti che dovessero avere necessità di ricovero. La Città di Agrigento vedrà allestito all’interno del nosocomio agrigentino uno spazio a ciò destinato, che tenga in considerazione le valutazioni di carattere tecnico, medico e certamente anche le connotazioni di tipo logistico.
Ciò che mi preme sottolineare è l’importanza che vi sia anche nella città Agrigento, un punto di ricezione e assistenza sanitaria per eventuali nostri concittadini che abbiano necessità di cure Ospedaliere e che di queste possano fare uso, come è nelle aspettative, nell’ospedale del capoluogo. Gia ieri abbiamo chiesto chiarimenti sullo screening imposto dal presidente della regione Siciliana con la sua ordinanza sui soggetti in completamento di quarantena e sul personale sanitario.
Sono stati attivati nuovi laboratori che renderanno più spedita la diagnosi e che ci dovranno permettere di dare attuazione alle verifiche periodiche sul personale sanitario.
Tutti i fronti vanno tenuti saldi.
I cittadini a casa a fare la loro parte tra mille difficoltà e fatiche. Gli enti a fare il loro dovere e all’altezza di questo difficile momento” .