On. Di Mauro con le elezioni di ieri sera in Emilia Romagna e in Calabria,la spallata al Governo Conte non c’è stata,come giudica l’analisi del voto ?
“E’ chiaro una cosa; queste elezioni regionali sono state molto caricate di significato, dai media e anche da buona parte della politica. Secondo molti era un test nazionale, io non la penso esattamente così. Certo le elezioni anticipate si allontanano, ma forse è un bene per tutto il Paese vista l’animosità delle forze politiche. Due cose sono chiare: in Emilia ha vinto Bonaccini e penso che non era impossibile in una regione di sinistra dove gli apparati e il potere sono gestiti sempre dal Pd o prima ancora dal Pci. Tra l’altro la chiamata alle armi che è partita da associazioni, cooperative, sindacati e Asp ha influito sull’esito del risultato. E si è registrata la presenza di un voto disgiunto e l’azione dei movimenti come le Sardine decisivi per impedire la vittoria di Salvini”.
Quindi Salvini pur insediando Bonaccini è il grande sconfitto della tornata elettorale ?
“Non penso proprio. Basta vedere i risultati numerici; prima di ogni cosa la Lega in Emilia Romagna è al 32% e porta in consiglio 14 rappresentanti, in Calabria ha ottenuto il 12%. Se io fossi un iscritto della Lega non potrei che essere soddisfatto”.
E il centrodestra nel suo complesso può essere credibile e presentarsi come forza di governo?
“Io dico una cosa inconfutabile: in due anni il centrodestra governava due regioni, oggi ne governa tredici e sicuramente in primavera altri governatori saranno eletti con questa coalizione. I dati hanno registrato numeri bulgari in Calabria dove ha tenuto Forza Italia ed è cresciuta Fratelli d’Italia unitamente all’area moderata. Mentre in Emilia c’è stata una netta flessione del partito azzurro, ma certamente oggi se si votasse a Roma con qualsiasi legge elettorale saremmo maggioranza assoluta”.
E allora chi ha perso i 5 stelle ?
“Il vero dato politico che ormai si è conclamato è che i 5 stelle dalle politiche 2018,quando rappresentavano un terzo degli italiani si sono liquefatti; oggi sono ridotti a numeri primi e non hanno più appeal nell’elettorato perché si sono dimostrati evanescenti e inconcludenti nell’azione di governo. Governare è anche mediare con le altre forze di maggioranza e su temi quali la giustizia e la gestione delle autostrade o le riforme sociali hanno bloccato un Parlamento e non hanno dato neanche continuità alle loro azioni. La politiche dell’assistenzialismo e di comodi appannaggi porta solo fallimenti e poco sviluppo; in questo contesto i 5 stelle hanno toppato”.
C’è però una frangia importante del gruppo parlamentare a Sala D’Ercole che vuol essere dialogante con il Governo Musumeci, un travaglio interiore o dopo l’uscita di Cancelleri. Manca un punto di riferimento ?
“Guardi io non ho nessuna prevenzione o preclusione; posso dire che alcuni grillini cominciano a capire che la politica non è solo gridare, abbaiare e inferocire le folle. Le Istituzioni hanno il compito di portare avanti le istanze del popolo attraverso una politica concreta. La Regione, il governo Musumeci e questa maggioranza stanno lavorando per uscire da una situazione oggettivamente critica; il fatto che una parte del gruppo parlamentare grillino non ha votato contro l’esercizio provvisorio è la dimostrazione che si può lavorare alla luce del sole per il bene dei siciliani. Ci sono intere categorie di lavoratori che aspettano che si sblocchi la spesa e abbiamo accelerato con l’utilizzo delle risorse europee. Sono fiducioso che sulla riforma dei rifiuti e di altre riforme in itinere si troverà un dialogo costruttivo e senza pregiudizi.”
Onorevole, concludiamo. Amministrative ad Agrigento…
“Ciao ciao…”