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La ministra ai Trasporti, Paola De Micheli, su richiesta del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, adotta provvedimenti più stringenti in ambito collegamenti relativi alla Sicilia. Si tratta della sospensione dei collegamenti aerei, nazionali e internazionali, a eccezione di due voli al giorno tra Roma e Palermo/Catania. Poi il blocco di tutti i servizi automobilistici interregionali e dei servizi marittimi per il trasporto dei passeggeri, garantendo solo quello merci. Saranno possibili gli spostamenti per i passeggeri da Villa San Giovanni e Reggio Calabria a Messina e viceversa, ma solo per comprovate esigenze di lavoro o di salute. Con Roma sarà mantenuto un solo treno intercity al giorno. Il presidente Musumeci ha chiesto inoltre al ministro della Salute, Roberto Speranza, i necessari controlli sanitari alla partenza sia per i passeggeri che per i conducenti di mezzi di trasporto merci.

Il Sindaco di Naro Maria Grazia Brandara ha scritto al Presidente della Regione Nello Musumeci per sostenerlo nella battaglia per scoraggiare gli arrivi in Sicilia dal Centro-Nord e da altri Paesi, in questo momento in cui tutti dobbiamo concorrere a mantenere alta la guardia contro la diffusione del Covid-9.

Maria Grazia Brandara sottolinea che l’art. 31 dello Statuto della Regione Sicilia prevede espressamente che “il Presidente della Regione può chiedere l’impiego delle forze armate dello Stato”.

Il Sindaco di Naro -nella lettera scritta a Musumeci- si dice rammaricata del fatto che “non sia stato mai concluso il lavoro avviato per la costituzione di un Corpo speciale di Polizia Amministrativa a tutela dei più significativi servizi ed interessi regionali”. Infatti, proprio questo Corpo oggi potrebbe essere impiegato per i controlli nei punti d’arrivo.

“Finita l’emergenza, si dovrà senz’altro ripensare all’opportunità -che oggi appare come necessità- di organizzare un Corpo di Polizia Regionale, ma oggi si pone urgente e indispensabile ottenere negli accessi dell’isola l’impiego delle Forze Armate dello Stato”- scrive ancora il Sindaco Brandara.

Riferendosi poi all’intervista rilasciata dal Presidente Musumeci a Lucia Annunziata, nel corso del programma Rai-3 “Mezz’ora in più”, Maria Grazia Brandara scrive a Musumeci: “Ho condiviso, come esponente delle Locali Istituzioni, ogni singolo passo delle Sue risposte, convincenti e rassicuranti, ma -com’è ovvio- tendenti a denunziare ogni sorta di rischio e/o pericolo che si annida nei variegati e molteplici contesti collegati al Covid-19”.

Indi, aggiunge:”In particolare ho condiviso le preoccupazioni relative al rientro in massa e all’arrivo in Sicilia di più di trentamila persone (auto-registratesi negli ultimi dieci giorni nel website dedicato della Regione Sicilia e postesi in isolamento fiduciario), alle quali bisognerà senza dubbio sommare chissà quante altre migliaia di persone entrate nell’Isola e non auto-registratesi o, addirittura, non isolatesi come avrebbero dovuto”.

DICHIARAZIONE DEL SINDACO:

“Ho voluto manifestare al Presidente Musumeci tutto il mio appoggio per le sue iniziative volte a frenare il rientro o l’arrivo incondizionato nella nostra isola di decine di migliaia di persone. Dobbiamo far sentire al Governo nazionale, in modo vieppiù forte e compatto, la voce del Presidente della Regione e quella dei Sindaci di Sicilia, di tutti i Sindaci.

Non ho quindi voluto perdere nemmeno un minuto di tempo ad associarmi alla richiesta di Nello Musumeci di impiegare in Sicilia i soldati dell’Esercito non soltanto per l’operazione “Strade sicure”, ma anche per destinare una parte di questi uomini ai controlli nei punti di arrivo. Ciò costituisce infatti un buon deterrente per scoraggiare gli arrivi e per consentire la limitazione dei passeggeri extra-regionali.”

Sospensione dei collegamenti aerei, nazionali e internazionali, a eccezione di due voli al giorno tra Roma e Palermo/Catania; blocco di tutti i servizi automobilistici interregionali e dei servizi marittimi per il trasporto dei passeggeri, garantendo solo quello merci. Sono alcune delle prossime iniziative che il ministro dei Trasporti Paola De Micheli si appresta ad adottare, su richiesta del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, per contenere il contagio del Coronavirus nell’Isola.
Saranno possibili gli spostamenti per i passeggeri da Villa San Giovanni e Reggio Calabria a Messina e viceversa, ma solo per comprovate esigenze di lavoro o di salute. Con Roma sarà mantenuto un solo treno intercity al giorno. Il governatore ha chiesto anche al ministro della Salute, Roberto Speranza, i necessari controlli sanitari alla partenza sia per i passeggeri che per i conducenti di mezzi di trasporto merci.

Continuano a tappeto, come noto, i controlli su strada dei Carabinieri contro la diffusione del coronavirus. Durante uno degli innumerevoli servizi svolti in tutta la provincia di Agrigento, i militari della Tenenza di Favara hanno arrestato, ieri pomeriggio, un tunisino trentaduenne sul quale pendeva, da ben quattro anni, un ordine di carcerazione per rissa.

I controlli per l’applicazione delle disposizioni governative emesse in relazione alla nota emergenza del coronavirus proseguono infatti serrati ad Agrigento e in tutti i Comuni della Provincia. Per tutta la settimana, sono andate avanti le verifiche sulla circolazione di automobilisti e pedoni, ricorrendo anche, quando necessario, a numerose autodichiarazioni da parte dei cittadini.

Nel corso di uno di questi numerosissimi servizi, per i Carabinieri della Tenenza di Favara, si è anche concretizzato un brillante risultato operativo.

Nel corso di uno dei molteplici posti di controllo, svolto in via Dei Canali, aveva infatti destato sospetto l’atteggiamento di un soggetto che si aggirava in una delle strade limitrofe. Alla richiesta dei documenti, lo stesso si è dimostrato restìo a sottoporsi alle verifiche di prassi dei militari in tema di rispetto del decreto governativo in atto. È sin da subito sembrato che avesse avuto qualcosa da nascondere. Una volta identificato, i Carabinieri hanno infatti scoperto che su quel trentaduenne tunisino pendeva un ordine di carcerazione per una rissa avvenuta ben quattro anni fa ad Avola (SR). Dopo anni di ricerche, quindi, il pericoloso fuggitivo, su cui pende una condanna alla reclusione, è incappato nell’efficace rete dei controlli predisposta dal Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento, i cui servizi a tappeto andranno avanti, senza sosta, in città e in tutti i paesi della provincia, non solo per l’emergenza in atto, ma anche per l’ottenimento di ulteriori, importanti risultati operativi.

In questo momento la domanda più frequente e più richiesta è la seguente: quando sapremo se la quarantena funziona? Il Corriere della Sera riporta i dati di uno studio che ha totalizzato oltre 24 milioni di visualizzazioni. Una ricerca dettagliata, che può aiutarci a capire quale sia l’andamento del coronavirus in Italia.

L’analisi è stata condotta dal 33enne Tomas Pueyo, vicepresidente di Course Hero, piattaforma di insegnamento online oggi valutata 1,1 miliardi di dollari.

Il titolo della ricerca è ‘Perché agire ora’ e analizza vari dati e andamenti del Covid-19 in tutto il mondo, soffermandosi su errori e strategie da adottare.

Il punto di partenza è ovviamente la Cina, più avanti cronologicamente di tutti gli altri e in qualche modo già fuori dall’emergenza.

Coronavirus, cosa dicono i dati sulla Cina
Pueyo, attraverso il suo grafico pubblicato su Medium, mostra come tra il 23 e il 24 gennaio (chiusura di Wuhan e chiusura di 15 città dell’Hubei) i casi reali avessero un picco, per poi iniziare scendere due giorni dopo.

I casi ufficiali, invece, crescevano ancora esponenzialmente per altri 12 giorni. Ma nella realtà non era così perché “l’aumento era dato dalle persone che, avendo sintomi più forti, andavano dal medico e dal miglioramento dei sistemi di rilevamento del virus”.

Inoltre la discrepanza è data dal ritardo temporale tra l’insorgenza dei sintomi (in media 5 giorni dopo il contagio) e l’arrivo dei risultati dei tamponi.

Senza dimenticare come, all’inizio di un’epidemia, i casi reali siano molti di più di quelli stimati. Quando a Wuhan pensavano di avere 444 casi, ne avevano invece 27 volte di più.

Il contrario succede quando la curva dei contagi diminuisce: sono ancora tantissimi quelli ufficiali, ma in realtà stanno calando.

Coronavirus, il caso italiano
L’Italia come deve interpretare questi dati? L’Iss dirama un bollettino che contiene un grafico che indica la data di inizio dei sintomi e i casi diagnosticati aggiornati al 14 marzo.

Il problema con la nostra situazione è che è ancora troppo presto per costruire curve precise. Come sottolinea l’Iss, “i dati più recenti devono essere considerati provvisori. C’è la possibilità di un ritardo di alcuni giorni tra il momento della esecuzione del tampone per la diagnosi e la segnalazione sulla piattaforma dedicata. Il calo che si osserva nelle curve epidemiche negli ultimi due giorni, pertanto, deve essere interpretato come un ritardo di notifica e non come descrittivo dell’andamento dell’epidemia”.

In sostanza, è ancora presto per fare delle stime. Dopo il lock-down i casi si arrestano e diminuiscono subito, lo si vede solamente 12 giorni dopo.

In Lombardia, dove sono scattate le zone rosse e dove in sostanza le misure restrittive sono scattate prima che in altre Regioni non si nota una flessione, ma comunque un lieve rallentamento di alcune curve provinciali.

La speranza è che quanto vediamo sia peggiore dei dati effettivamente reali.

Ad oggi, infatti, vediamo gli effetti dei comportamenti di una settimana fa. Tra una settimana vedremo l’effetto della chiusura totale.

Quando arriverà il picco? Lo ha spiegato Silvio Brusaferro, ripreso dall’Ansa: “Tutti i modelli che circolano presuppongono eventi predeterminati, ma noi ci troviamo in una situazione nuova e guardando i nostri dati al momento non mi sento di fare previsioni».

(Virgilio)

Adesso in Sicilia i casi di coronavirus sono 188, 32 in più di sabato 14 marzo. Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento, ovvero i Policlinici di Palermo e Catania, sono 2.452. Sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 188 campioni. Risultano ricoverati 71 pazienti (16 a Palermo, 33 a Catania, 7 a Messina, 1 a Caltanissetta, 2 ad Agrigento, 2 a Enna, 6 a Siracusa e 4 a Trapani) di cui 15 in terapia intensiva, mentre 108 sono in isolamento domiciliare, 7 sono guariti (due a Palermo, due ad Agrigento, uno a Enna, Messina e Ragusa) e due deceduti. Ecco la divisione dei casi nelle varie province: Agrigento 20, Caltanissetta 2, Catania 91, Enna 2, Messina 10, Palermo 33, Ragusa 4, Siracusa 15, Trapani 11. La Regione raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitate il sito www.siciliacoronavirus.it o telefonate al numero verde 800 45 87 87.

Dopo il caso accertato del paziente infetto da Coronavirus residente a Niscemi, il deputato regionale di Forza Italia, on. Michele Mancuso, preso atto della norma nazionale che autorizza le aziende sanitarie a procedere all’assunzione straordinaria di personale sanitario, chiede che “così come è stato fatto in questi giorni per i due ospedali maggiori di Caltanissetta e Gela con l’ assunzione di circa 90 nuovi infermieri e OSS, si proceda con urgenza a mettere in sicurezza il pronto soccorso dei piccoli ospedali di zone disagiate come Mussomeli, Niscemi e Mazzarino, attraverso l’assunzione straordinaria di infermieri e OSS per il procrastinarsi di casi sospetti”.
“Quando si tratta della salute dei cittadini non ci sono strutture più o meno strategiche. Chiederò inoltre alla protezione civile – conclude il Parlamentare – di concerto con la direzione Asp, di valutare la possibilità di mettere anche delle tende da campo. Invito ancora una volta la popolazione a non recarsi nei pronto soccorsi per i casi sospetti bensì contattare il 112, il 1500 e il proprio medico di medicina generale”.

“Esprimiamo il nostro apprezzamento per gli operatori sanitari e i volontari che  stanno svolgendo un grande lavoro e per i quali  ribadiamo la richiesta di presidi nei punti nevralgici delle nostre città. In questa difficile emergenza che sta affrontando il nostro Paese anche i Sindaci sono in prima linea nell’attività di  sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, invitandoli al rispetto delle restrizioni in atto vigenti”. – Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia

“L’invito che rivolgiamo ai cittadini è quello di proseguire in maniera compatta in questa azione finalizzata a contenere il contagio del Covid-19, – continua  il presidente Orlando – al Governo nazionale come ANCI stiamo avanzando alcune proposte di fondamentale importanza per il sistema delle Autonomie locali che ci auguriamo possano trovare attuazione nei prossimi provvedimenti normativi”.

Le proposte avanzate in sintesi:

 

  • Accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE)
    Nel corso degli anni 2020, 2021 e 2022 gli enti locali possono variare il bilancio di previsione 2020-2022 e 2021-2023 per ridurre il fondo crediti di dubbia esigibilità stanziato per gli esercizi 2020, 2021 e 2022.

 

  • Limiti al ricorso all’anticipazione di liquidità degli enti locali
    Al fine di agevolare il rispetto dei tempi di pagamento il limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria, (D. L.vo del 18 agosto 2000, n. 267) è elevato a sei dodicesimi per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022.

 

  • Utilizzo dell’avanzo di amministrazione da parte degli enti locali.
    Gli enti locali, ai fini del ripristino degli equilibri di bilancio scaturenti da una contrazione delle entrate correnti conseguenti all’adozione delle misure di contrasto alla diffusione della emergenza determinata dal COVID – 19 possono utilizzare le risorse destinate per gli investimenti che figurano nel risultato di amministrazione dell’ente alla data del 31 dicembre 2019.

 

  • Norme finanziarie sulle società partecipate dalle amministrazioni locali.

Tenuto conto anche dell’emergenza determinatasi su tutto il territorio nazionale al fine del contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID – 19, l’obbligo di accantonamento disposto dall’art.21, comma 1, del decreto legislativo 19-8-2016 n. 175 è sospeso, senza obbligo di recupero, per gli anni 2020, 2021, e 2022.

 

  • “Controlli per gli enti locali strutturalmente deficitari – deroga all’art.243, comma 5, del D. Lgs. del 18 agosto 2000, n. 267”
    Agli enti locali che non avessero rispettato, alla data del 31.12.2020, i livelli minimi di copertura dei costi di gestione non si applica la sanzione pari all’1 per cento delle entrate correnti risultanti dal certificato di bilancio 2018.

 

 

“Non è tollerabile continuare ad assistere con il compiacimento del governo nazionale all’esodo di massa dal nord verso il sud di migliaia di persone, mille solo ieri arrivati dall’estero. Una nuova ondata verso la Sicilia che non ha ragione di esistere se non per la scelleratezza di chi sta rispedendo qui i non residenti. Di questo passo usciremo dalla quarantena nel 2023”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc all’Ars. La Sicilia – prosegue – sta dimostrando grande solidarietà e senso della nazione accogliendo nelle strutture sanitarie quei soggetti di altre regioni positivi al coronavirus, una benevolenza che non deve essere certamente interpretata da qualche eunuco romano come ingenuità. Pertanto – dice Figuccia – il mio forte appello è quello di blindare la Sicilia esortando il Presidente della Regione ad assumere ai sensi dell’articolo 31 dello Statuto le vesti di responsabile dell’ordine pubblico, di capo delle forze dell’ordine e in quanto tale, senza che vi sia l’obbligo di attendere le indicazioni di Roma, per dovere nei confronti di tutto il popolo siciliano, di applicare i provvedimenti straordinari necessari a scongiurare il dilagare incontrollato del virus, compresa la chiusura temporanea del trasporto aereo, ferroviario e marittimo da e per la Sicilia. Corazzare l’intero territorio regionale per proteggerlo da ogni minaccia dall’esterno è conditio sine qua non – continua Figuccia – per ridurre in tempi celeri i numeri dei contagi ormai fuori controllo. A quel punto i Prefetti che formalmente dipendono dal Ministero degli Interni non potranno che attenersi alle disposizioni di Palazzo d’Orleans perché non avvenga più quanto si è verificato a Messina dove l’audace sindaco De Luca, al quale va la mia solidarietà, si è visto pestare i piedi da qualche ministrello “per aver tutelato con il coprifuoco i cittadini messinesi”. Il nostro dovere – conclude – è certamente quello di contribuire a rinvigorire la forza del un Paese nel rispetto dell’Autonomia della nostra Regione”.

“Siamo preoccupati dalle oltre trentamila persone giunte in Sicilia e autoregistratesi negli ultimi dieci giorni. Ma quante altre migliaia sono entrate sull’Isola senza avvertire la stessa responsabilità e la stessa prudenza?”  Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in collegamento dalla sua abitazione,  durante la trasmissione di Rai Tre “Mezz’ora in più”, intervistato da Lucia Annunziata.
“È  chiaro che, insieme al nostro personale sanitario ed ai volontari, agli arrivi nei porti, negli aeroporti e nello Stretto di Messina – ha aggiunto il governatore – serve avere anche uomini in divisa. Ieri mattina ho parlato con il ministro dell’Interno, in quanto i volontari della Croce Rossa e le guardie del Corpo forestale regionale non possono assolutamente bastare. C’è sempre lo sciocco, il furbo, quello che si sente invulnerabile. E tutto questo mette a rischio il sacrificio che cinque milioni di persone stanno facendo in Sicilia con grande senso di responsabilità. A questo punto non ci rimane altra soluzione che chiedere l’impiego dei soldati dell’Esercito. I prefetti sono già nella disponibilità dei soldati per l’operazione “Strade sicure”. Si tratta solo di modificare gli assetti e di destinare una parte di questi uomini ai controlli nei punti di arrivo. Così facendo determiniamo un deterrente e, al tempo stesso, consentiamo al personale sanitario di continuare negli accertamenti”.
“Non si tratta di mettere i carri armati sulle strade – ha chiarito Musumeci – ma di coadiuvare le Forze dell’ordine, nello scoraggiare gli arrivi dal Centro-nord, ma anche da altri Paesi del Mediterraneo, visto che la Sicilia è una regione di frontiera. Ecco perché il controllo degli accessi assume un importante significato. Proprio per questo ho chiesto al ministro dei Trasporti di predisporre un’ordinanza che blocchi non solo tutti gli arrivi dei mezzi di trasporto nelle ore notturne,  ma di impedire o limitare il movimento dei passeggeri extraregionali, consentendo soltanto il trasporto delle derrate alimentari. Ho il dovere di difendere la salute dei miei cittadini”.
“Ci prepariamo al peggio – ha concluso il presidente della Regione – anche se, fino ad ora, la diffusione del virus in Sicilia appare abbastanza contenuta. Abbiamo infatti, al momento, 188 positivi, 71 ricoverati di cui 15 in terapia intensiva e complessivamente finora due decessi. Abbiamo già individuato alcuni reparti da convertire e pensiamo di realizzare almeno mille, millecinquecento posti per ospedalizzazione ordinaria e altri duecento per terapia intensiva”.
La Regione ha istituito, fin dall’inizio dell’emergenza, un portale web dedicato (siciliacoronavirus.it) per le registrazioni da parte di chi arrivava nell’Isola e numero verde (800.45.87.87), gestito dalla Protezione civile regionale, per le informazioni.