L’Assessore ai Servizi Demografici ing. Gabriella Battaglia ed il Dirigente del Settore avv. Cosimo Antonica (coordinatore dell’attività), informano che a partire da lunedì 15 gennaio 2018 (a regime) i cittadini possono fare richiesta del nuovo documento di identità.
La carta d’identità elettronica è una tessera di plastica dalle dimensioni simili a quelle di un bancomat o di una carta di credito, dotata di un chip NFC che permetterà ai cittadini di velocizzare alcune operazioni burocratiche (come il riconoscimento negli aeroporti, ad esempio).
La carta d’identità elettronica conterrà molti più dati. Oltre alla foto e alla firma del titolare, sono presenti l’impronta digitale, il codice fiscale, estremi dell’atto di nascita, il consenso alla donazione degli organi e il proprio domicilio elettronico. Al momento della richiesta il cittadino deve indicare un indirizzo elettronico (numero di telefono, l’indirizzo di posta elettronica o l’indirizzo PEC) dove poter essere raggiunto dall’amministrazione pubblica in caso di necessità.
Con l’introduzione della CIE i cittadini italiani potranno richiedere (o rinnovare) il documento di identità anche nel comune di domicilio e non necessariamente in quello di residenza.
La carta di identità elettronica (CIE) potrà essere emessa solo a soggettipresenti sul sistema INA (Indice Nazionale dell’Anagrafe), ove sono inseriti i cittadini con i dati personali e il codice fiscale allineati in tutte le banche dati delle pubbliche amministrazioni.
Tra le sue caratteristiche quella di agevolare l’acquisizione di identità digitali sul Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e rendere ancora più semplice l’utilizzo dei servizi erogati dalle Pubbliche Amministrazioni con la possibilità, in futuro, di avere disponibili anche servizi erogati da altri Enti in Italia e in Europa.
Le modalità di rinnovo e la durata restano invariate rispetto al documento cartaceo, cambiano invece il costo per il cittadino (22,21 euro).
La fototessera dovrà essere fornita a cura del cittadino richiedente la CIE in formato cartaceo oppure elettronico ad alta definizione su un supporto USB.
La “creazione” della tessera di plastica, è affidata all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che, non appena giunge la richiesta, scarica i dati del cittadino dal server centrale e realizza la card, la quale sarà spedita a casa del cittadino entro sei giorni lavorativi dalla richiesta.
La nuova CIE permette di elevare gli standard di sicurezza del documento, sia in fase di rilascio sia in fase di controllo.
La card è caratterizzata da ologrammi, sfondi di sicurezza e microscritture pensate per renderne complessa (se non impossibile) la contraffazione e facilitando le operazioni di riconoscimento dei cittadini. I dati rilevati dagli uffici anagrafe saranno inviati ai server centrali tramite connessioni protette e codificati secondo gli standard europei in materia di documenti elettronici già adottati per il passaporto elettronico e per il permesso di soggiorno elettronico.
A Messina il “Copavist” Comitato di Partenariato Volontario per le infrastrutture, la logistica e i Trasporti della Città Metropolitana, presieduto dall’avv. Michele Minissale, dichiara che grazie all’art. 7-bis della legge 27 febbraio 2017, n. 18. a partire dal primo gennaio 2018 per il Meridione d’Italia potrebbe iniziare una stagione nuova se le Regioni interessate (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) sapranno sfruttare le opportunità offerte.
Il compito ineludibile del Governo centrale sarà quello di far sì che la spesa pubblica in conto capitale a favore delle otto regioni del Sud, non possa essere inferiore all’incidenza percentuale della popolazione meridionale sul totale nazionale dei cittadini italiani.
Si tratta della cosiddetta “clausola del 34%”, tanta è la percentuale della spesa da destinare alle regioni del Sud Italia, data l’incidenza, per il primo anno di applicazione della legge, della popolazione interessata sul totale nazionale.Tale misura normativa ha lo scopo di rendere competitive le regioni meridionali riducendo il loro gap attuale rispetto alle regioni del Centro-Nord, laddove, si pensi che attualmente gli investimenti ordinari nel Sud, sono pari al 22% del totale.
E’ stato calcolato che se, negli anni dell’ultima crisi, dal 2009 al 2015, fosse stata attivata la clausola del peso demografico piuttosto che di quello produttivo, il Pil del Sud avrebbe praticamente dimezzato la perdita accusata dal 2008. La diminuzione degli occupati sarebbe stata pari a -2,8% invece del -6,8% e si sarebbero persi circa 300 mila posti di lavoro in meno rispetto alla effettiva perdita di occupazione registrata, pari a circa mezzo milione di unità.
Se si tiene conto che l’ammontare complessivo degli investimenti statali ordinari è pari a 50 miliardi circa, la quota aggiuntiva di risorse spendibili a disposizione del Mezzogiorno d’Italia sarebbe di ben 6 miliardi. Risorse tutte da destinare a investimenti per rendere competitivo il nostro territorio meridionale, che potrebbe così contare sulla certezza di una cospicua nuova disponibilità di capitali per infrastrutture e opere pubbliche, normalizzando, in tal modo, la spesa ordinaria e valorizzando la funzione aggiuntiva e non sostitutiva dei fondi europei.
Se è vero che a partire dalla seconda metà del 2015 l’economia italiana ha dato i primi cenni di ripresa in termini di reddito, di produzione e di occupazione, è anche vero che uno dei lasciti negativi della crisi economica mondiale iniziata nel 2008 è stato l’ampliamento del divario di competitività tra le aree forti (Centro-Nord) e le aree deboli del Paese (Meridione e isole), a svantaggio di quest’ultime.
Sarà bene che alla luce di questo fatto i rappresentanti del Sud – politici, esponenti delle organizzazioni sindacali e datoriali, imprenditori, professionisti, uomini di scienza e dottrina, uomini e donne impegnati nell’associazionismo e nei movimenti di azione civica – si facciano promotori della concreta attuazione della clausola demografica .
E’ necessario un nuovo approccio alla cosiddetta “questione meridionale”, un tema, questo, degradato nel tempo a problema marginale, addirittura scomparso dall’agenda della politica italiana dopo le tante polemiche sull’intervento straordinario nel Mezzogiorno culminate nel 1985 con la messa in liquidazione della Casmez.
L’operato di quest’ultima, tuttavia, da qualche anno è stato oggetto di un profonda rilettura, al punto che negli ultimi mesi si è assistito a una rinnovata attenzione alle condizioni di svantaggio e di disagio del nostro Meridione . Difatti, oltre alla citata legge 18/2017, è stata varata anche la legge n° 123 del 03/08/2017, che ha convertito il D.L. n° 91, del 20/06/2017, recante disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno.
Tale decreto contiene in particolare quattro misure di grande valore, come quella a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata “Resto al Sud”, quella per l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES), quella relativa alla semplificazione per la valorizzazione dei Patti per lo sviluppo e alla valorizzazione dei Contratti istituzionali di sviluppo e, infine, quella per la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi nelle Regioni meridionali.
In particolare si noti l’istituzione delle ZES, ovvero di zone geograficamente limitate e chiaramente identificate, nella quale le imprese potranno beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo. Al fine di generare vantaggi competitivi, il legislatore ha stabilito che la perimetrazione delle ZES debba includere almeno un’area portuale compresa nella rete transeuropea TEN-T .
I benefici principali di questo strumento scaturiscono dagli sgravi fiscali e dalle semplificazioni amministrative: le Regioni potranno aggiungere a queste opportunità altre condizioni di favore, a cominciare da incentivi mirati alla crescita produttiva.
Posto che sono innegabili le evidenze per le quali l’Autorità portuale di Messina-Milazzo dispone di porti compresi nella richiamata rete TEN-T e la città metropolitana di Messina, almeno sotto il profilo socio-economico, è meno sviluppata rispetto alle altre due città metropolitane della Sicilia, ne consegue che trova oggettivo fondamento il pensiero che i nostri territori godano, di una condizione di priorità in tema di riconoscimento e individuazione di una esclusiva area riconosciuta ZES.
Quando il Governo, su motivata proposta della Regione Siciliana, avrà varato i provvedimenti attuativi e istituito la Zona Economica Speciale nella città metropolitana di Messina, spetterà al nostro tessuto economico e sociale il compito gravoso di dimostrare di essere pronto all’appuntamento dell’innovazione di sistema.
Come si ricorderà alla consultazione elettorale del giugno 2015 per l’elezione del sindaco di Scillato partecipavano il Sig. Cortina Giuliano , che riportava 241 voti, ed il Sig. Frisa Giuseppe, che riportava 245 voti; conseguentemente quest’ultimo veniva proclamato eletto sindaco del Comune di Scillato. Ma con ricorso notificato nel luglio 2015 il Sig. Cortina, rappresentato e difeso dall’Avvocato Francesco Leone, chiedeva l’annullamento dei verbali delle operazioni elettorali e la correzione in proprio favore del risultato elettorale. Si costituiva in giudizio il Sindaco neo eletto Giuseppe Frisa, rappresentato e difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, eccependo l’inammissibilità del ricorso sotto molteplici profili. Il Tar Sicilia,Palermo, Sezione Seconda, condividendo l’eccezione formulata dagli Avvocati Rubino e Impiduglia, dichiarava inammissibile il ricorso proposto dal Cortina condannando quest’ultimo anche al pagamento delle spese giudiziali. Ma il Cortina, indomito, a questo punto si rivolgeva al Prof. avv. Gaetano Armao, al fini di proporre appello davanti al CGA per la riforma della sentenza di primo grado, lamentando numerose asserite irregolarità; anche nel giudizio di secondo grado si costituiva il Sindaco Giuseppe Frisa, con il patrocinio dell’Avvocato Girolamo Rubino, per chiedere il rigetto dell’appello patrocinato dall’Avvocato Armao perchè infondato. In prima istanza il CGA disponeva incombenti istruttori, ordinando alla Prefettura di Palermo di depositare presso la Segreteria del CGA tutti i verbali relativi alle operazioni elettorali; la Prefettura ottemperava puntualmente all’ordine istruttorio impartito dal CGA. Da ultimo il Consiglio di Giustizia Amministrativa, esaminando il merito della controversia, ha respinto l’appello patrocinato dall’Avvocato Armao perchè infondato, condividendo le tesi difensive dell’Avvocato Rubino. Pertanto Giuseppe Frisa resterà in carica nella qualità di Sindaco di Scillato; così come gli altri sindaci eletti nella tornata elettorale del 2015 e parimenti difesi dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, segnatamente Vincenzo Giambrone, Sindaco di Cammarata, e Silvio Cuffaro, sindaco di Raffadali, la cui proclamazione era stata impugnata con esito negativo dai candidati non eletti.
50 anni fa il terribile terremoto del Belìce, tanti i paesi che rimasero completamente distrutti o fortemente danneggiati, 370 vittime, un migliaio i feriti e circa 70 000 i senzatetto: un dramma.
Oggi insieme al ricordo commosso per le tante vittime di allora, è necessario fare alcune riflessioni e trarre utili indicazioni per l’oggi:
• malgrado l’enorme tempo trascorso ed al netto delle tante parate governative fatte in questi anni, quella del Belìce, resta una ferita aperta, non rimarginata, segnata ancora dalla mancata ricostruzione di tante infrastrutture e da problemi irrisolti come quelli della presenza dell’amianto: anno dopo anno, abbiamo sostenuto le iniziative dei Sindaci che hanno chiesto a tutti i governi succedutisi da quel triste giorno, ma ancora tanto resta da fare.
Per tanti anni, troppi, al Belice è stato negato quello che, in casi analoghi, in altre parti del Paese, hanno chiesto ed ottenuto: da Noi né ricostruzione al completo né l’agognato sviluppo economico; da Noi né FIAT né altro, solo la disperazione e l’emarginazione che costringe, ora come allora, all’emigrazione.
Siamo all’assurdo che lo Stato ha incassato dalle accise qualcosa come 8.6 miliardi e ne ha spesi 2 miliardi e 213 milioni!
La CGIL continua a ritenere che per il Belice, lo Stato avrebbe potuto e dovuto fare di più e che da una condizione di estremo disagio avrebbero dovuto aprirsi condizioni in grado di far ripartire la vita economica e sociale di una delle aree più deboli del Paese.
• La seconda considerazione riguarda la “lezione” che da questi tragici fatti avremmo dovuto imparare, ovvero che occorre “mettere in sicurezza” i nostri paesi; mettere in campo ogni iniziativa utile per essere pronti di fronte ad altre evenienze: i nostri “centri storici” cadono a pezzi già da soli, figurarsi di fronte anche al ripetersi di eventi calamitosi.
Occorre convincersi che è assai più utile e meno costosa una cultura della prevenzione e della messa in sicurezza.
Pensavamo che il Cinquantenario potesse essere l’occasione per una utile che su queste considerazioni, per capire concretamente cosa ancora manca per chiudere definitivamente questa pagina amara della completa ricostruzione e come sostenere la pagina dello sviluppo.
La visita e la presenza del Capo dello Stato sono un fatto significativo e che salutiamo con favore, così come utili e opportune sono tutte le iniziative messe in campo in questi giorni.
E’ grave che il Movimento Sindacale che sempre è stato presente e parte attiva, dai giorni immediati della tragedia fino alle tante iniziative di lotta che nel Belìce hanno avuto vita, non venga nemmeno invitato alle cerimonie ufficiali.
Ci sembra davvero una dimenticanza grave.
Tuttavia, a nessuno serve la polemica e per questo che le nostre strutture congiuntamente stanno lavorando per costruire momenti di confronto e di iniziativa per mettere attorno ad un tavolo Amministratori e Rappresentanti dei Lavoratori e del Sistema delle Imprese per lavorare su questi temi e su questo pretendere che lo Stato, i Governi Nazionale e Regionale facciano fino in fondo la loro parte.
L’edizione 2018 del Carnevale di Sciacca annovera tra i propri sostenitori due nuove e importanti società: la Conad Sicilia e la Gesap-Aeroporto di Palermo. È quanto comunicano il sindaco Francesca Valenti e il vicesindaco e assessore al Turismo e allo Spettacolo Filippo Bellanca.
“Il Comune di Sciacca – spiegano il sindaco Valenti e il vicesindaco Bellanca – ha definito nelle scorse ore un accordo di sponsorizzazione per l’edizione 2018 del Carnevale di Sciacca. Partner della manifestazione sarà Conad Sicilia, noto gruppo della grande distribuzione alimentare. La Conad Sicilia – così come la Gesap, società che gestisce l’aeroporto “Falcone-Borsellino” di Palermo – ha ritenuto l’evento saccense utile strumento di promozione della propria attività, abbinando il proprio marchio a quello della festa. Con la Gesap, abbiamo già programmato l’avvio di una campagna promozionale dell’edizione 2018 del Carnevale di Sciacca all’interno degli spazi dell’aeroporto di Palermo. Si chiude così, positivamente, un’interlocuzione avviata da tempo dall’Amministrazione comunale. Ringraziamo le due società per avere creduto nello storico Carnevale di Sciacca e avere iniziato un rapporto che, auspichiamo, sia proficuo e duraturo”.
“C’è anche una conferma di collaborazione – aggiungono – con la compagnia italiana di navigazione Tirrenia. Sono state inoltre attivate collaborazioni proficue con diverse associazioni, enti e personaggi che operano nel territorio, sempre con l’obiettivo di promuovere in modo intenso la manifestazione”.
Il sindaco Valenti e il vicesindaco Bellanca rendono, inoltre, noto che è andato in stampa il progetto grafico del manifesto ufficiale del Carnevale di Sciacca. È un servizio curato dalla società Scirocco, previsto nel bando pubblico per l’assegnazione a una ditta esterna di una serie di servizi connessi alla manifestazione. Il manifesto 2018 raffigura il carro allegorico vincitore della scorsa edizione della festa con sullo sfondo uno dei più noti e preziosi beni artistici e architettonici della Città di Sciacca: il Palazzo Steripinto. Sarà così anche per i manifesti delle prossime edizioni del Carnevale di Sciacca. Il carro vincitore di quest’anno, fornirà l’immagine da inserire nel manifesto ufficiale dell’edizione 2019.
Lo scatto inserito nel manifesto 2018 è di Stefano Siracusa.
Impegnato in questi giorni, con gli uffici, nell’organizzazione dell’evento, il vicesindaco Filippo Bellanca sta visitando i luoghi dove sono in corso le operazioni di realizzazione delle strutture in cartapesta che parteciperanno al concorso dei carri allegorici: “Le impressioni sono positive, i carri avranno un’ottima fattura. Sarà un’edizione del Carnevale di Sciacca di notevole qualità artistica”.
Fervono, infine, i preparativi per mettere a punto tutti gli altri aspetti della complessa macchina del Carnevale di Sciacca. Si stanno facendo diverse riunioni, ad esempio, per definire con gli uffici comunali, e altri organismi esterni, il Piano di Sicurezza nel rispetto delle ultime e rigorose normative.
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