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L’elevato rischio frane in Sicilia e l’obiettivo di spesa di tutti i fondi statali ed europei a disposizione. Maurizio Croce: “Non perderemo nemmeno 1 euro”.

La Sicilia è un territorio ad elevatissimo rischio di frane. Ecco perché (e il tema è stato rilanciato adesso dopo la frana ad Ischia) è prioritario l’utilizzo dei fondi statali ed europei per contenere l’emergenze. Nonostante un’accelerazione nella spesa negli ultimi due anni, si paventa che non si riescano a spendere tutti i fondi resi a disposizione dall’Fsc, il Fondo per lo sviluppo e la coesione, che rappresenta, insieme ai fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui sono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali. Tuttavia, il commissario regionale contro il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce, afferma: “Posso assicurare che tutti i 500 milioni dell’Fsc sono stati impegnati, non perderemo un euro. Significa che siamo riusciti negli ultimi due anni a fare le gare e stiamo aprendo i cantieri. Scontiamo un problema con i Comuni che in molti casi non hanno personale per fornirci progetti aggiornati”. Nel 2021 sono stati oltre 200 gli interventi effettuati dalla Regione nella lotta contro le frane in Sicilia. Per la sicurezza delle infrastrutture sono stati stanziati 175 milioni di euro, con particolare attenzione alle strade dissestate dell’Isola. La spesa per 45 opere contro l’erosione costiera, invece, è stata di 128 milioni. E 135 milioni di euro sono stati destinati al contrasto delle alluvioni, relative quindi alla prevenzione del rischio idraulico. Il governo Musumeci lo scorso anno, attraverso la Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico, ha già impegnato complessivamente 475 milioni di euro in soli tre anni, quasi il 60 per cento di tutto il budget a disposizione dallo Stato pari a 795 milioni. E si tratta di un notevole incremento di investimenti, se si considera che sono stati poco meno di 29 i milioni di euro spesi sino al 2018, come certifica la recente relazione in materia della Corte dei conti. Dal 2019 al 2021, ultimo dato disponibile, la stessa Struttura commissariale ha effettivamente pagato 421 milioni, ed è un dato che pone la Sicilia al primo posto tra le regioni italiane per somme erogate. Nel frattempo il governo Schifani ha esteso ad altri sei Comuni lo stato di crisi e di emergenza, già dichiarato lo scorso 24 ottobre per numerose zone dell’Isola a causa dei danni provocati dal maltempo nei giorni 25, 26 e 30 settembre e il primo, il 9 e il 13 di ottobre. Su proposta del dipartimento regionale di Protezione civile diretto da Salvo Cocina, la Giunta ha esteso il provvedimento, della durata di sei mesi, ai Comuni: Vita, Calatafimi Segesta e Salemi nel Trapanese; Vittoria nel Ragusano; Caltabellotta e Montevago nell’Agrigentino.

Giuliana Miccichè (Teleacras)

Non me ne voglia il Grande Totò se prendo in prestito una sua famosa frase, per descrivere il melodrammatico mondo della  scuola. “In questo manicomio succedono cose da pazzi” Cominciamo dall’incipit. C’erano una volta i lavoratori Organico Covid, ex lavoratori ATA (collaboratori scolastici e amministrativi tecnici) e Docenti, assunti tramite graduatorie in periodo di piena Pandemia, per far fronte alle nuove disposizioni in materia di COVID. Dopo due anni di  “guerra” al fronte, sono stati ricevuti dall’allora Premier Draghi, il quale dopo averli passati in rassegna, gli ha consegnato una medaglia  al “valore covid” ed una pergamena con su scritto :  ”il Governo ringrazia” In poche parole i lavoratori sono usciti da Palazzo Chigi “Cu ‘na mano ‘nnanze e n’ata aretocome recita un vecchio proverbio napoletano. Ripercorrendo l’impegno dell’organico Covid nei vari istituti scolastici,emerge con due conti alla femminina che questi hanno svolto le medesime mansioni e funzioni del personale di ruolo e di fatto, andando a ricoprire,evidenziando di fatto quelle gravi carenze di personale. Sparito il vecchio Governo,ecco il nuovo con il suo Ministro,il quale esordisce con grandi “visioni” di una scuola tutta sua.  Mi ricorda una frase di Dante nella Divina Commedia: “ Vien dietro a me,e lascia dir le genti: sta come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar di venti” Ed il vento comincia a soffiare forte quando il ministro asserisce:  “abolire il reddito di cittadinanza per chi non è riuscito a conseguire il titolo di studio obbligatorio. Ed aggiunge: “Ci sono centinaia di migliaia di ragazzi che non si formano, non studiano, non cercano un lavoro. E noi cosa facciamo? Stiamo zitti e in più gli diamo il reddito di cittadinanza come se fosse la paghetta immeritata?” Ed ancora: “inseriremo in una logica di team il “docente tutor”, docenti particolarmente formati dal punto di vista psicologico, pedagogico che si facciano carico,con i docenti della classe, di quei ragazzi che hanno più difficoltà. Ci chiediamo: con quale personale? La “visione” del ministro implode quando si parla di inclusione,stabilità,aumento degli organici adeguati per tutti i profili,docenti ATA ecc.  La scuola ha bisogno di rafforzarsi stabilizzando i precari – esempio eclatante i lavoratori dell’organico aggiuntivo – (ex Covid) E’ indispensabile prevedere un significativo investimento di risorse per la scuola e il suo personale. Non possiamo pensare ad un ministero dell’istruzione che funziona a corrente alterna,a secondo dei soldi da destinare all’istruzione. La scuola è di tutti e per tutti. Per questi motivi,SGB ha indetto una manifestazione dei lavoratori organico covid di fronte tutte le Prefetture della Sicilia. Siamo partiti da Trapani, dove i lavoratori hanno incontrato il Prefetto Filippina Cocuzza, giovedì uno dicembre saremo a Palermo – Conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale scuola.

Nuovamente attiva a partire dalla mezzanotte di oggi, 28 novembre, e per la giornata di domani 29 novembre sino a cessata esigenza, la sala operativa di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento nella sede di via Acrone, in seguito all’emanazione, da parte del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, dell’avviso regionale di rischio meteo-idrogeologico e idraulico con livello di allerta Arancione. Anche stavolta, dunque, pronta risposta da parte dell’Ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio che sarà a disposizione della popolazione in caso di necessità e rischi legati agli eventi meteo avversi (sono attese in particolare forti precipitazioni e raffiche di vento provenienti dai quadranti orientali su tutto il territorio provinciale).

Di nuovo attivo anche il numero telefonico per le emergenze: 333 6141869, al quale i cittadini potranno rivolgersi per segnalare criticità derivanti dal maltempo. Le segnalazioni saranno raccolte dal personale del Gruppo di Protezione Civile, che ha provveduto anche ad allertare tutte le associazioni di volontariato iscritte nel registro provinciale che hanno dato la loro disponibilità. Vigilanza attiva come di consueto sull’intera rete stradale di competenza del Libero Consorzio (strade provinciali, ex consortili ed ex regionali) da parte del personale del Settore Infrastrutture Stradali, che invita la popolazione a spostarsi solo in caso di effettiva necessità e prestando la massima attenzione per la possibile presenza di fango e detriti sui vari tracciati e per i numerosi cantieri aperti su diverse strade per l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha disposto la chiusura delle scuole di ogni grado nella giornata di oggi in seguito all’allerta meteo arancione diramata dalla Protezione Civile regionale. Il primo cittadino ha anticipato la decisione tramite i canali social e si appresta a firmare l’ordinanza che impone lo stop all’attività scolastica.

La stessa situazione si era verificata sabato scorso. Vietate anche le aree pubbliche ritenute a rischio: ville e giardini, parchi gioco, impianti sportivi all’aperto e il cimitero. Sospese le manifestazioni pubbliche e private, le attività commerciali all’aperto.

Ad Agrigento si è svolta la manifestazione pacifista “Together we can rise for peace”, ovvero “Insieme possiamo alzarci per la pace”. Sono stati presenti e resi partecipi di diverse iniziative bambini russi e ucraini. L‘evento internazionale è stato organizzato dall’Ambasciata per gli Affari Europei del Belize e l‘Ambasciata del Belize presso la Santa Sede, in collaborazione con l‘Arcidiocesi, l‘Ente Parco Archeologico Valle dei Templi e il Comune di Agrigento. La manifestazione avrebbe dovuto svolgersi innanzi al Tempio della Concordia, ma, a causa del maltempo, è stata trasferita all’interno della vicina chiesa di San Nicola, grazie alla disponibilità meritoriamente offerta dalla Diocesi agrigentina. Spesso nelle chiese sono anche ospitati a terra nei sacchi a pelo o in tende improvvisate gli sfollati vittime di eventi calamitosi. E ciò rende testimonianza di una chiesa davvero “di prossimità”. Ai tavoli hanno servito anche tutti i componenti della Giunta Comunale di Agrigento.

 

Due tunisini, sprovvisti di documenti e probabilmente giunti di recente a Ribera per la raccolta della arance, sono stati molto probabilmente vittime di un’aggressione in via Garibaldi, nel centro cittadino. Uno è stato colpito con una bottiglia e l’altro ha una ferita da taglio al gluteo. Sono intervenuti i Carabinieri della tenenza di Ribera e i due sono stati soccorsi in ospedale a Sciacca. I due hanno riferito di essere stati aggrediti a fine di rapina, e che gli hanno rubato pochi soldi e un cellulare.

Ad Agrigento un grave pericolo, anche mortale, è insorto lungo la scalinata che collega la via Manzoni alla via Firenze. Infatti, tra gli scalini, decorati da tante sterpaglie come secondo tradizionale abbellimento cittadino, è sprofondata una voragine probabilmente su delle tubature d’acqua. Scendendo o salendo le scale si rischia di precipitare dentro la grossa buca. Peraltro il tutto è al buio, con conseguenze facilmente immaginabili. E’ necessario un urgente intervento a rimedio, prima che sia troppo tardi.

Nonostante l’allerta meteo ovunque, è stata un successo la giornata nazionale della Colletta Alimentare in circa 11mila supermercati in Italia. Sono state raccolte 6.700 tonnellate di prodotti. In Sicilia sono stati raccolti 367.697 chilogrammi. In dettaglio ecco i chili per provincia: Agrigento 31.353; Caltanissetta 19.237; Catania 85.945; Enna 13.081; Messina 49.077; Palermo 75.480; Ragusa 23.394; Siracusa 24.104; Trapani 46.028. Pietro Maugeri, presidente del Banco Alimentare della Sicilia, commenta: “Tutti hanno donato, anche solo un pacco di ceci. Senza dubbio l’allerta meteo arancione ha pesantemente condizionato il risultato di quest’anno. Ciò nonostante il cuore dei siciliani è stato grande. Abbiamo avuto solo un calo del 6% a livello regionale nonostante un tasso di inflazione a doppia cifra sui beni alimentari”.

A Porto Empedocle i Carabinieri della locale Stazione, in collaborazione con personale dell’Azienda sanitaria, hanno rinvenuto in due magazzini abusivi 200 chili di prodotti ittici, senza alcuna tracciabilità e, una parte, in cattivo stato di conservazione. Sono stati sequestrati. Un commerciante empedoclino di 60 anni è stato denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento. Multa di 6500 euro. Ed ancora a Porto Empedocle i Carabinieri hanno multato di 4.500 euro un venditore ambulante colto con 40 chili di pesce, privo di tracciabilità, su un furgone senza il certificato sanitario.

Il Tribunale di Sciacca ha assolto, con la formula “perché il fatto non sussiste”, C V sono le iniziali del nome, 58 anni, residente a Salaparuta, imputato di calunnie e maltrattamenti in famiglia. Lui, difeso dall’avvocato Giuseppe Incandela di Castelvetrano, avrebbe indotto, con violenza e minacce, la figlia C L, di 13 anni all’epoca delle ipotesi di reato, ad accusare un uomo, G C, 42 anni, convivente della madre, di violenza sessuale nei suoi confronti. G C ha subito un processo ed è stato assolto. La ragazzina, 3 anni dopo la denuncia sporta ai Carabinieri di Salaparuta contro il compagno della propria madre, ha ritrattato, riferendo agli stessi Carabinieri che a costringerla a denunciare il convivente di sua madre era stato suo padre C V, sotto minacce e maltrattamenti, per ritorsione contro l’uomo con il quale la propria madre conviveva dopo che era stata scoperta la loro relazione sentimentale. Ebbene, il Tribunale di Sciacca, dopo avere ascoltato tutte le parti in causa, ha assolto il padre della ragazzina accogliendo la tesi dell’avvocato Candela, ovvero che le accuse da parte della ragazzina sono state frutto del racconto spontaneo della minore, mossa da evidente rancore inizialmente contro la propria madre che l’aveva abbandonata, e poi contro il compagno di sua madre visto come colui che le aveva portato via la madre.