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Il Consiglio dei ministri, presieduto da Giorgia Meloni, su proposta del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha deliberato ufficialmente il conferimento del titolo di Capitale italiana della cultura, per l’anno 2025, alla città di Agrigento. La giuria si è espressa favorevolmente rispetto alla proposta presentata dalla città sottolineando, tra l’altro, che – come si legge in un comunicato di Palazzo Chigi – “il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta proposta in un’ottica di innovazione, promozione e, di conseguenza, di un successivo sviluppo socio-economico, che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria”.

Dunque il Commissario delegato per lo stato d’emergenza migranti, il prefetto Valerio Valenti, è stato a Lampedusa dove ha incontrato il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il questore Emanuele Ricifari, e il sindaco Filippo Mannino. Valenti ha compiuto anche un sopralluogo nell’ex base militare Nato Loran di Capo Ponente per valutare se sia possibile allestire un’area di stoccaggio temporaneo delle “carrette” del mare usate dai migranti per le traversate. E ovviamente ha visitato il Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola. Le novità emerse: la gestione del Centro sarà affidata alla Croce Rossa italiana. E il trasferimento dei migranti da Lampedusa sarà effettuato con due navi in più rispetto agli attuali traghetti di linea.

A Licata, in via Marocco, un uomo ha acceso un forno in cemento all’interno del suo magazzino. Il fuoco, a causa probabilmente della canna fumaria otturata, si è propagato fuori possibilità di controllo. Sul posto, scattato l’allarme, sono intervenuti i Vigili del fuoco del distaccamento di Corso Argentina, e i poliziotti del locale Commissariato. Le fiamme hanno invaso l’intero magazzino e minacciato alcuni stabili attigui che sono stati subito sgomberati. Il rientro solo dopo il recupero sicurezza. Danni ingenti al magazzino.

Le somme – 48 milioni per i comuni e 4 milioni per le città metropolitane – sono state ripartite in base alla popolazione residente e, per quanto riguarda le ex province, sono state attribuite in relazione agli uffici pubblici censiti sul territorio. Si tratta di una dotazione straordinaria approvata dal Parlamento regionale per sostenere i comuni siciliani nella difficile fase di gestione dei maggiori oneri dovuti al rincaro dell’elettricità registrato durante lo scorso anno.
Le somme, come spiega la direttiva dell’assessore, non vanno rendicontate, sono però vincolate al pagamento delle bollette dell’energia elettrica.In base alle contabilizzazioni effettuate dal dipartimento delle Autonomie locali, ai capoluoghi della Sicilia sono stati assegnati 15.380.596 euro così ripartiti: 6.334.370 mila euro al comune di Palermo, 2.982.616 mila a Catania, 2.207.787 a Messina, 1.162.368 a Siracusa, 720.729 a Ragusa, 594.465 a Caltanissetta, 564.883 a Trapani, 554.824 ad Agrigento e 258.554 ad Enna.

L’unicità della storia del paziente di 101 anni è data dall’ottimo stato di salute generale dell’anziano, che non presentava nessun’altra patologia e non assumeva alcuna terapia farmacologica. Questo intervento è stato infatti il primo della sua vita. La procedura di impianto non prevede una tecnica minimamente invasiva: si incide la cute sotto la clavicola e, grazie alla guida radioscopica, gli elettrodi, necessari per la trasmissione dell’impulso elettrico, vengono posizionati nel cuore attraverso una via venosa. Queste terminazioni elettriche vengono «testate» e poi collegate al pacemaker, una sorta di scatolina inserita sottocute accanto alla zona di incisione. Il paziente, dopo 24 ore di osservazione per verificare il corretto funzionamento del dispositivo, ha lasciato l’ospedale in buone condizioni, pronto per riprendere le sue attività quotidiane.

«Avevo dei giramenti di testa e mi sentivo affaticato, non mi sentivo più sicuro ad uscire da solo – racconta G.C. -. Sono un uomo ancora mentalmente attivo e lucido e sottopormi all’intervento mi sembrava un’opportunità per tornare a fare le cose che amo e alle quali ultimamente, a causa dell’eccessivo affaticamento, avevo dovuto rinunciare. Ora ho ripreso a fare la passeggiata quotidiana, vado a fare la spesa, mi incontro con gli amici al bar vicino a casa».

Un bimbo di due mesi e 15 giorni è giunto morto stamani al Policlinico di Messina a bordo di ambulanza.

A chiamarla sono stati i suoi familiari. I medici hanno tentato di rianimare il piccolo ma senza riuscirci. Sembra si tratti del tipico caso di morte in culla. La Procura di Messina ha aperto un inchiesta e disposto l’autopsia sul corpo del bambino. Giovedì sarà conferito l’incarico al medico legale.

(ANSA)

di Dorotea Rizzo

Il borgo delle Madonie, Geraci Siculo, in provincia di Palermo, si conferma in testa alla classifica dei piccoli Comuni in tema di donazione di organi e tessuti. Il dato emerge dall’ultima edizione dell’Indice del Dono, il rapporto realizzato dal Centro nazionale trapianti che analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2022 all’atto dell’emissione della carta d’identità elettronica nelle anagrafi dei 7.028 Comuni italiani in cui il servizio è attivo.

Il boom del consenso alla donazione di organi proviene da un fatto specifico: nel piccolo Comune delle Madonie nel marzo 2021, dopo la morte della piccola Marta, una bambina di 11 anni,  i genitori avevano voluto simbolicamente firmare il consenso alla donazione degli organi anche se poi il prelievo non era stato possibile per ragioni cliniche. La commozione generata da questa tragedia ha radicato in paese una profonda cultura della donazione. Nel 2020, infatti, a Geraci Siculo l’opposizione alla donazione sfiorava il 58%, dopo la morte della piccola i contrari sono crollati al 4,6% e l’astensione al 10,7%.

Ma a   spingere le adesioni, oltre al ricordo commosso di Marta, alla quale è stato intestato un parco inclusivo hanno contribuito anche alcune iniziative pubbliche promosse dal 2021.

“I cicli biologici di sviluppo di microrganismi patogeni non sono minimamente influenzati dai tempi della burocrazia delle amministrazioni. La lotta alle zanzare, ad esempio, risulta efficace solo se viene assicurata un’azione larvicida (da effettuare entro il mese di aprile) seguito da un intervento sullo stato adulto”. E’ quanto si legge in una nota con cui il Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Agrigento sollecita i sindaci di tutto il territorio provinciale ad attivare le iniziative connesse al buon esito di un’efficace azione di disinfestazione e derattizzazione. Per essere realmente efficaci, specie nei confronti delle temutissime zanzare tigre (aedes albopictus) e delle aedes aegypti (veicolo del virus zika), gli interventi vanno posti in essere da subito al fine di contrastare la proliferazione delle larve degli insetti e non vanificare l’utilità dei successivi cicli. “La derattizzazione – si legge ancora nella nota – dovrebbe essere accompagnata da un serio intervento di pulizia delle aree libere e degli spazi confinati, al fine di evitare un incremento di malattie trasmesse da insetti e roditori. L’attività di prevenzione, attuata nei tempi previsti dalla conoscenze scientifiche, è la sola arma efficace contro malattie come rickettsiosi e leishmaniosi che tanto preoccupano l’opinione pubblica”.

Il Dipartimento mette a disposizione la propria competenza e professionalità per collaborare nell’azione ed offrire ogni consulenza.

Lottare per i propri diritti,è un fatto storicamente impresso nella nostra memoria. Ogni lotta intrapresa per riscattare una vita da precario,è indubbiamente sacrosanta. Quella dei lavoratori ex LSU ATA,sfruttati dalle cooperative per oltre 20 anni è la “regina” di tutte le lotte. Lavoratori  sfruttati alla stregua dei “raccoglitori di pomodori” Uno sfruttamento certificato e sottoscritto anno per anno da sindacati compiacenti. Una scelta politica scellerata dove l’unico obbiettivo era quello di spendere centinaia di milioni di euro per rinfrescare le scuole del Paese. Scuole che nel frattempo cadevano a pezzi. E’ come caricare di trucco una bella signora ottantenne, cercando di farla apparire molto più giovane negli anni. Il contratto tra Consip e Cooperative prevedeva questo. La politica di quel tempo voleva questo. La “debolezza “ dei lavoratori e la “grande” forza delle organizzazioni sindacali compiacenti, ha fatto sì che tutto tacesse nell’indifferenza generale. Dopo la denuncia di Aldo Mucci all’Autorità Nazionale Anticorruzione, “scoppiò” il caso, con le conseguenze giudiziarie che tutti conosciamo. Seguirono anni di lotte e sofferenze. Anni di incontri politici  a tutti i livelli. Anni di velate minacce mafiose nei confronti del Mucci, responsabile sindacale regionale. Anni di grandi speranze. Speranze che improvvisamente si trasformarono in realtà con la tanto sospirata Legge di Bilancio di fine 2018 che disponeva  finalmente l’internalizzazione del servizio di pulizia delle scuole dal 1° gennaio 2020. Spesso nella vita si continua a patire,senza fare un tentativo per cambiare – afferma Aldo Mucci – Questo ci porta a vivere senza alcuna soddisfazione. L’obbiettivo e la perseveranza sono gli unici strumenti capaci di superare tutte le difficoltà. Strumenti capaci di trasformare la vita da precario a stabilmente occupato. Strumenti capaci di trasformare lo sconforto in coraggio. Diceva Samuel Johnson critico letterario e poeta inglese : “Le grandi imprese vengono eseguite non con la forza ma con la perseveranza” Ed è con la perseveranza ed il coraggio che riusciremo a riprenderci quel diritto “rubato” ai tanti giovani lavoratori delle scuole,battezzati “Contingente Covid”, i quali hanno dedicato anni della loro vita affinche si garantisse la serenità, la sicurezza dei vari Istituti scolastici della Campania Puglia Calabria Sicilia, in un momento drammaticamente buio per il nostro Paese dovuto alla pandemia conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale SGB scuola.

Non c’è pace per il Cafpas di caltanissetta, il centro di forma<ione professionale sanitaria da ormai alcuni anni al centro delle attenzioni.

L’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars, ha indirizzato un’interrogazione, con risposta scritta, al Presidente della Regione Renato Schifani ed all’Assessore Regionale alla Salute Giovanna Volo. Pace chiede di conoscere “i motivi della designazione del direttore del Cefpsas, Roberto Sanfilippo, a distanza di pochi mesi dalla revoca”, e di sapere “quali ritengano possano essere i tempi per la realizzazione del progetto regionale “Sistema informativo Direzionale -SID”, trasferito alla competenza del Dipartimento per la pianificazione strategica, considerato che ci sono disponibili circa 6 milioni di euro e che il progetto ha l’importantissima finalità di riduzione dei tempi attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie”.

Nell’interrogazione, il capogruppo della DC all’Ars, ha ricostruito quanto accaduto, in merito al Cefpsas, negli ultimi tre mesi: “a dicembre, a seguito della delibera di Giunta n.603, il Governo regionale ha proceduto alla revoca dell’incarico al direttore generale del Cefpas, ing. Roberto Sanfilippo, sostituendolo con la nomina del Commissario straordinario, giusta deliberazione n.37 dell’11 gennaio 2023”. “La Giunta Regionale – aggiunge Carmelo Pace – ritornando sui suoi stessi passi, ha proceduto a nominare nuovamente l’ing. Roberto Sanfilippo nel ruolo di direttore generale del Cefpas, solo poche settimane prima revocato, giusta deliberazione di giunta n.135, del 30 marzo 2023, per la durata di tre anni.

Nel lasso di tempo intercorso tra la revoca e la rinomina del medesimo direttore generale, l’Assessore regionale per la salute, con proprio decreto assessoriale n.316/2023 ha proceduto altresì alla revoca al “Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario della Regione Siciliana – Cefpas” dell’autorizzazione precedentemente concessa con il D.A. n.321/2022 del 15.04.2022, per il progetto regionale “Sistema Informativo Direzionale” (SID), per la cui realizzazione è stata destinata la somma di 5.900.000,00”.

Sulla scorta di queste considerazioni, e tenuto conto del fatto che “il progetto SID rientra nell’ambito dell’attivazione di tutti quegli interventi volti a ridurre i tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie mediante l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate a sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie; che l’erogazione dei finanziamenti legati alla realizzazione delle predette infrastrutture di ammodernamento ed efficientamento del servizio di prenotazione è vincolata alla verifica da parte dell’Osservatorio nazionale sulle liste d’attesa, relativamente al raggiungimento dei risultati; che la revoca operata è stata legittimata dalla contestazione all’Ente per non aver fornito “alcuna informazione in merito allo svolgimento di una pur minima attività” in risposta alle comunicazioni e alle sollecitazioni prodotte dall’Amministrazione regionale in ordine all’avviamento delle attività necessarie al progetto SID”, Carmelo Pace ha chiesto di conoscere i tempi per la realizzazione del progetto regionale “Sistema informativo Direzionale -SID”. E, altresì, di “conoscere i motivi della designazione del direttore Cefpsas, a distanza di pochi mesi dalla revoca dello stesso”.