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Tra le persone contagiate dal Covid-19 in Sicilia vi è anche un medico catanese che lavora all’ospedale Umberto primo di Enna. L’uomo è in quarantena nella sua casa di Catania. A scopo precauzionale sono stati eseguiti tamponi a medici, infermieri, personale dell’ospedale e pazienti che sono entrati in contatto con lui. Il contagio sarebbe avvenuto per contatti avuti con persone di Bergamo. E’ stata temporaneamente sospesa, a scopo preventivo e per eseguire la disinfezione, l’attività del reparto di Cardiologia dell’ospedale Umberto primo di Enna dove lavora il medico catanese affetto da Covid-19. Sono in corso riscontri epidemiologici su una ventina di persone.

Meritorio e tempestivo intervento di un Carabiniere fuori servizio a San Giovanni Gemini, il capitano Sabino Dente, che, udite grida d’aiuto provenire da un’abitazione, si è precipitato all’interno e, praticando l’apposita manovra, ha scongiurato che un pensionato di 65 anni, G B sono le iniziali del nome, morisse soffocato da un boccone di traverso. Sul posto è successivamente intervenuto il personale del 118. Molti vicini e passanti sono accorsi e, riconoscendo il Comandante, lo hanno ringraziato per la prontezza e l’efficacia dell’intervento.

Lei, una donna, per riconquistare il suo ex marito ha avuto una sola possibilità: incendiare la villa dove abitano l’uomo e sua figlia. E perché? Perché così le ha rivelato una fattucchiera che ha letto i tarocchi alla donna. E così lei, obbedendo alla fattucchiera, e con l’aiuto di due complici, ha eseguito l’ordine della cartomante e ha incendiato la villa. Peccato però che la fattucchiera, leggendo i tarocchi, non ha previsto che la donna e i suoi complici sarebbero stati arrestati dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania. Nelle immagini registrate dalle telecamere di video-sorveglianza della villa, l’uomo, l’ex marito, ha riconosciuto l’ex moglie tra i tre che alle 3 di notte cospargono la casa di benzina e appiccano il fuoco. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco. Lei è stata arrestata, e poi scarcerata. I due complici sono ristretti ai domiciliari.

L’avvocato Vita Maria Mazza, 45 anni, è l’unica donna candidata a sindaco di Siculiana per le  prossime amministrative del 24 maggio 2020. Da oltre 15 anni esercita la professione forense presso il Foro di Agrigento. Vita Maria Mazza, sposata e mamma di due figli, è attualmente capogruppo dell’opposizione al consiglio comunale di Siculiana con la lista civica “Cittadini protagonisti”. La neo candidata sindaco di Siculiana dichiara: “Da sempre ho cercato di mettere a disposizione della comunità siculianese il mio personale contributo di tempo e di energie. Pertanto, dopo una lunga e maturata riflessione, ho capito che è arrivato il momento di mettermi al servizio del mio paese, dove vivo e lavoro. Scelta incoraggiata anche da amici, conoscenti e gruppi di sostenitori che da qualche tempo chiedevano con insistenza il mio impegno in prima persona. Se avrò l’onore di essere eletta, sarò un sindaco disponibile all’ascolto, pronto ad accogliere le istanze della società civile ed a condividere insieme le buone idee nell’ottica di un progetto che vuole dare a Siculiana un nuovo volto. Mi impegno ad affrontare un serio e proficuo confronto con tutti i cittadini con un solo ed unico obiettivo: essere utile a Siculiana con lealtà e all’insegna della legalità. Sarò un Sindaco al di sopra dei partiti perché il colore politico non serve ad un sindaco che vuole solo il meglio per il proprio paese. Spero di poter trasmettere al mio paese l’entusiasmo e la voglia di fare che mi hanno spinta a candidarmi, e auguro agli altri candidati una sana e proficua competizione elettorale”.

I poliziotti del Commissariato di Canicattì, coordinati dal vice Questore, Cesare Castelli, in collaborazione con l’Arpa Protezione ambiente, hanno sequestrato un deposito di rifiuti urbani di 600 metri quadri nell’area “Ex Foro Boario” in contrada Bonavia a Canicattì. Nel centro di raccolta, destinato a deposito temporaneo della frazione del secco, sono stati ritrovati, invece, cumuli di rifiuti speciali, anche pericolosi, tra cui materiali inerti di costruzione contenenti amianto. L’ipotesi di reato contestata è attività di gestione di rifiuti non autorizzata e getto pericoloso di oggetti.

Ad Agrigento è prossimo a risorgere uno dei simboli identitari della città in occasione dei 2600 anni dalla fondazione. Sono stati appaltati i lavori di riqualificazione della fontana di Bonamorone. Si tratta di un progetto sostenuto dal Comune di Agrigento e dal sindaco Lillo Firetto nel contesto di una visione di congiunzione tra la Valle dei Templi e la città, poi condivisa dal Parco dei Templi. I lavori, finanziati dal Parco dei Templi per un importo di 286.360 euro, sono stati aggiudicati all’impresa Burgio di Canicattì, e da aprile in poi il cantiere sarà all’opera. Sarà riqualificata la fontana Bonamorone così come il tratto di panoramica dei Templi che giunge fino alla curva e immette sulla strada che scende all’ingresso del Tempio di Giunone.

La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, ha convalidato il sequestro preventivo d’urgenza del sito della Scala dei Turchi a Realmonte, disposto dalla Procura della Repubblica ed eseguito dalla Capitaneria di Porto Empedocle. Nell’ambito dell’inchiesta è indagato Ferdinando Sciabbarrà, 72 anni, al quale si contesta l’occupazione abusiva del demanio pubblico a fronte di suoi atti di proprietà privata che, secondo gli inquirenti, sono solo dichiarativi e non costitutivi del diritto di proprietà. Altra ipotesi di reato contestata a Sciabbarrà è il danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale “per non avere impedito, in qualità di possessore di fatto del sito, il danneggiamento e il deterioramento”.

Ad Agrigento a San Leone sono state rilevate tracce inquinanti, da escherichia coli, nell’acqua distribuita per uso civico, e pertanto Girgenti Acque ha sospeso l’erogazione idrica in diversi punti tra il lungomare Falcone e Borsellino e via Amalfi. In particolare, al lungomare Falcone Borsellino ai civici 55, 12, 54 e 52, e in via Amalfi ai civici 2, 16 e 29. Adesso è Girgenti Acque ad occuparsi della pulizia delle vasche di accumulo dei cittadini, e a risolvere le cause dell’inconveniente.

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la pubblico ministero, Paola Vetro, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna ad 8 anni e 8 mesi di reclusione a carico di Giuseppe Cutaia, 29 anni, di Canicattì, giudicato in abbreviato e imputato dell’omicidio preterintenzionale di un barbiere di Canicattì di 46 anni, Giuseppe Cacciatore, deceduto il 26 agosto del 2015 dopo essere stato colpito da pugni al volto sferrati da Cutaia intento a litigare con il figlio di Cacciatore. Prossima udienza l’8 aprile per le arringhe difensive.

A seguito dei recenti e numerosi blitz anti-corruzione tra Palermo, Trapani e Messina, la Commissione regionale antimafia ha deciso di intraprendere un’indagine. Il presidente, Claudio Fava, spiega: “Gli ultimi episodi corruttivi – al Comune di Palermo, al Genio Civile di Trapani e Messina, e nel comparto dei fondi per l’agricoltura – confermano quanto già emerso nel rapporto Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, che vede la Sicilia in testa alla non invidiabile classifica degli episodi di corruzione in Italia. La Commissione antimafia regionale, che da questa legislatura ha anche il compito di indagine sui sistemi corruttivi e sulla loro pervasività in Sicilia, ha deciso di avviare un ciclo di audizioni finalizzate ad una indagine su una patologia che oramai non è riconducibile a una somma di singoli episodi ma che appare sistemica. All’interno di tale indagine sono previsti specifici focus sulle vicende più rilevanti, partendo anzitutto da ciò che è avvenuto in materia urbanistica a Palermo”.