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In questo momento in cui tutti ci sentiamo preoccupati e forse un pò smarriti per via della diffusione del coronavirus sento il bisogno di raggiungervi, per manifestare a tutti e a ciascuno vicinanza e per rafforzare quel senso di famiglia che diventa più necessario soprattutto nelle situazioni difficili.

L’epidemia in corso ci ha colto tutti di sorpresa; sapevamo di fenomeni simili nella storia ma, probabilmente, pensavamo che ne saremmo rimasti estranei. Ci poniamo tante domande: come è potuto succedere? Quando si troverà un rimedio? Cosa dobbiamo e possiamo fare? Le autorità civili ci stanno dando delle indicazioni alle quali ci atteniamo perché sono pensate per il nostro bene; le ringraziamo per quanto stanno facendo e cerchiamo di essere responsabili osservando tutto ciò che è utile per salvaguardare la salute propria e quella degli altri. La gratitudine va anche agli operatori sanitari che con dedizione e professionalità stanno accanto a quanti sono colpiti dalla malattia.

Come sapete, qualche giorno fa anch’io ho pubblicato delle disposizioni (le potete leggere sul sito della diocesi o su quello dell’Amico del Popolo) alle quali vi chiedo di dare la debita attenzione. Ma insieme a tutto ciò che potrebbe rientrare nelle indicazioni di buon senso chiediamoci come affrontare cristianamente questo momento.

Passata l’emozione di panico o di paura legata alle tante informazioni che ci arrivano rimane l’interrogativo: cosa ci sta chiedendo il Signore? Vi confesso che da giorni mi porto dentro questa e altre domande, rispetto alle quali non so darmi risposte. Mi viene però da pensare che in un tempo in cui tutti ci sentivamo sicuri per il progresso scientifico e tecnologico, all’improvviso ci siamo trovati a fare i conti con un grande senso di precarietà.

Il virus – realtà infinitamente piccola tanto da essere invisibile all’occhio umano – d’improvviso si è messo davanti a tutte le nostre conquiste, mettendole in crisi. A ragione ci sentiamo vulnerabili; e di fatto lo siamo. Forse, con più evidenza, ci stiamo accorgendo di non essere onnipotenti, di non riuscire a dominare tutto, di non essere i padroni del mondo. Stiamo toccando con mano quello che dice Gesù nel Vangelo: “anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede” (Lc 12,15). La precarietà ci ricorda – adesso più che mai – che siamo nelle mani di Dio, che siamo povere e deboli creature, con la mano tesa verso il Creatore, chiamate a superare tutte le coniugazioni del verbo “avere” per vivere meglio quelle del verbo “amare”. Usciremo più forti da questa vicenda se la affronteremo con umiltà e se riprenderemo il cammino della vita sapendo che il problema non è quello di sostituirci a Dio ma di servirlo e di amarlo. Questo senso di profonda umiltà ci porti a riconoscere il bisogno di una profonda conversione della e nella nostra vita. Dio non vuole il male, non vuole la morte ma ci chiede sempre di cambiare il cuore, di correggere il tiro per centrare, finalmente, il bersaglio nella nostra vita. Non sono discorsi astratti ma atteggiamenti che dobbiamo riprendere a coltivare se davvero vogliamo dare un senso a ciò che ci sta succedendo. E tutto questo si rende possibile nella preghiera. Ve lo chiedevo qualche giorno fa e ritorno a farlo: abbiamo bisogno di pregare e di pregare tanto. Ci sono state raccomandate delle limitazioni che ci chiedono di evitare assembramenti nelle chiese ma questo non vuol dire che non possiamo pregare. Dobbiamo bussare con forza al cuore di Dio perché al più presto ci liberi da questo male. Dalle nostre comunità e dalle nostre case si innalzi incessante l’invocazione di aiuto e di misericordia. Nella preghiera sentiremo ancora le parole consolanti di Dio: “Non temere, io sono con te per proteggerti, io sono il tuo scudo, io cammino davanti a te, io ti amo…”. La certezza che Dio è dalla nostra parte ci darà la voglia di lottare insieme, di mettere fuori quell’insospettata riserva di forza che tutti possediamo e di vedere, attraverso la crepa di questa situazione, la luce del Risorto che ci incoraggia e ci da speranza.

Sosteniamoci tutti con la preghiera. Sentiamoci una sola famiglia e facciamo circolare tutto il bene possibile che Dio ha messo nel nostro cuore.

Il mio abbraccio e la mia benedizione per tutti voi

Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti è risultato positivo al coronavirus. Tale circostanza ha provocato una serie di reazioni a catena in quanto il segretario del PD ha avuto una serie innumerevoli di contatti con tante altre persone, soprattutto politici del partito che si sono messi in autoisolamento volontario. Lo stesso discorso vale per il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci il quale ha subito contattato le autorità sanitarie e si è messo in isolamento come è stabilito dal protocollo.

Musumeci è stato seduto accanto a Zingaretti mercoledì 4 marzo, durante il vertice sul Coronavirus tenutosi a Roma a Palazzo Chigi. Il presidente Musumeci non ha alcun sintomo ed è in ottima salute. Come prevede il protocollo, però, ha lo stesso deciso per la quarantena.

“È una scelta di prudenza doverosa verso gli altri prima ancora che verso me stesso – ha dichiarato il governatore della Sicilia -. Pazienza. Continuerò a coordinare l’attività del governo regionale e della macchina amministrativa da casa mediante il contatto telefonico. Non ci possiamo fermare neppure per un giorno!“.

Coerentemente con la propria linea politica regionale e nazionale, Risorgimento Socialista sostiena la candidatura a sindaco di Siculiana di Giuseppe Zambito e il progetto civico”Orizzonte Comune” che vede impegnati tanti giovani e tanti validi professionisti.

“Siamo certi – dichiara il coordinatore regionale del partito Nino Randisi – che Zambito oggi possa rappresentare, anche per la sua storia personale, l’avvio di una nuova fase politica per la comunità siculianese, garantendo una sana e virtuosa gestione della cosa pubblica”.

Restituire alle famiglie le somme già versate per i viaggi di istruzione e per tutte le altre attività annullate a causa dell’emergenza sanitaria che sta vivendo il nostro paese.
È questo l’invito che i giovani di Italia Viva rivolgono a tutti i presidi della provincia di Agrigento – le scuole potranno utilizzare per eventuali penali alle agenzie i contributi volontari che le famiglie negli anni hanno versato nelle casse delle scuole e che costituiscono spesso un tesoretto di immediata utilizzazione a disposizione dei presidi.
Non ci dicano di averli già spesi – dice Aby Daoudi, 20 anni, ex rappresentante studentesco e cofondatore del comitato  Agrigento Sturzo – perché dovranno dichiararlo con nota ufficiale e nessuno, siamo convinti, dichiarerebbe il falso.
Aiutiamo le famiglie – prosegue Giorgio Bongiorno, portavoce del Comitato Agrigento Sturzo – non scarichiamo su di loro eventuali obblighi contrattuali delle scuole, sarebbe troppo facile.
Pertanto chiediamo a tutti i dirigenti scolastici di attivarsi immediatamente per la immediata restituzione di tali somme e dar prova del loro livello di sensibilità, al riparo di qualsivoglia giustificazione burocratica.

“Tutta l’ Italia sia considerata zona rossa per gli enormi danni economici subiti da molti settori produttivi, principalmente quello culturale e del turismo”. La richiesta è del sindaco della Città dei Templi, Lillo Firetto.  “Quel che sta subendo Agrigento – dice – la provincia e tutta la Sicilia è ben noto. Si richiede senso di responsabilità a cittadini e amministratori. Il Governo nazionale   con la stessa responsabilità garantisca che tutte le famiglie e le imprese del Paese possano avere stesse condizioni in tutto il territorio nazionale per contrastare e superare questa crisi. Tutti insieme indistintamente”.

I Carabinieri della Compagnia di Canicattì hanno arrestato una donna canicattinese di 25 anni già ristretta agli arresti domiciliari a Delia, in provincia di Caltanissetta, e che invece si è allontanata arbitrariamente per recarsi a Canicattì dove è stata sorpresa in flagranza del reato di evasione dai Carabinieri, che l’hanno colta intenta a raggiungere la casa di un conoscente. La donna è stata trasferita nel carcere Di Lorenzo di Agrigento, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

La direzione dell’Associazione Nazionale Antiracket e Antiusura “In movimento per la legalità” ha nominato la giornalista Maria Grazia Sclafani referente per le attività in Sicilia. Sclafani, che è anche guida turistica abilitata, si occuperà di coordinare e promuovere le diverse iniziative dell’associazione nell’isola. Il presidente nazionale, Nino Randisi, commenta: “Siamo certi che la collega potrà dare un impulso alle diverse manifestazioni che abbiamo programmato da tempo, ma che abbiamo dovuto sospendere per l’emergenza italiana legata al coronavirus”.

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e la sostituto procuratore, Alessandra Russo, hanno chiesto il rinvio a giudizio di Mario Rizzo, 33 anni, e di Gerlando Russotto, 30 anni, entrambi di Favara, imputati perché il 28 aprile del 2017 a Liegi in Belgio avrebbero partecipato all’agguato e al ferimento ad una gamba di un ristoratore di Porto Empedocle, Saverio Sacco, 37 anni, titolare di un ristorante in Belgio. Per tale episodio è già sotto processo in Belgio Salvatore Prestia, 38 anni, di Porto Empedocle. L’udienza preliminare è in programma il 23 marzo innanzi alla giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Luisa Turco.

Come pubblicato ieri, oltre i policlinici di Palermo e di Catania, sono stati allestiti in Sicilia altri sette laboratori di analisi per il coronavirus, anche se la conferma del test del tampone, prima dell’invio allo Spallanzani, spetta sempre ai policlinici di Palermo e Catania. Ebbene, l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta è stato individuato tra i nuovi centri autorizzati a svolgere l’analisi dei tamponi oltre Palermo e Catania. E’ in corso di attivazione un laboratorio nel reparto di Patologia clinica. Il numero telefonico di riferimento è 0934 55 99 55, a cui rivolgersi in presenza di sintomi. Non bisogna recarsi al pronto soccorso e nemmeno al Cup per le prenotazioni. Per prenotare esami diagnostici o visite ambulatoriali occorre telefonare allo 0934 50 65 06, oppure utilizzare il sito internet dell’ospedale Sant’Elia.