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Il maresciallo dei Carabinieri, in servizio ad Agrigento e residente a Favara, contagiato da Covid-19, dopo un mese e 10 giorni di ricovero, al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, è guarito. Il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, retto dal colonnello Giovanni Pellegrino, afferma: “E’ in ottime condizioni di salute, ma osserverà precauzionalmente un altro periodo di riposo, prima di riprendere regolare servizio”.

“La cosiddetta fase 2, come presentata dal premier Conte, ha provocato una grande delusione perché di fatto si traduce in un ulteriore prolungamento del lockdown , facendo pagare alle imprese un prezzo altissimo e spingendo molte di queste a non riaprire le loro attività”. Così il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina commenta l’ulitmo DCPM illustrato dal presidente Conte agli italiani.

“Una delusione – aggiunge – che, per chi vive in una regione poco colpita dal Covi-19 ma altrettanto fragile dal punto di vista sociale ed economico, si traduce in disperazione on potendosi adottare subito sostegni complementari alla manovra nazionale in quanto la regione non dispone ancora di una legge di bilancio approvata”.

“Governo centrale e regionale – sottolinea Vittorio Messina – stanno commettendo un grave errore a non accogliere le istanze avanzate dalle associazioni per conto delle imprese rappresentate, non solo perché si tratta di proposte che possono consentire le dovute forme di ristoro alle attività in maggiori difficoltà ma perché così dimostrano di non tenere conto del grande lavoro che le associazioni stanno facendo per irregimentare le proteste attraverso canali di confronto costante con le istituzioni. Ma per tutta risposta dal Governo centrale arriva una vera doccia fredda che si somma alle difficoltà incontrate finora da molti imprenditori che non sono riusciti ad utilizzare le misure di sostegno previste dal precedente decreto, così come i lavoratori che in Sicilia non sono riusciti ancora a prendere i soldi della cigd”.

“Quando il Governo fa appello al senso di responsabilità degli italiani . aggiunge ancora il Presidente di Confesercenti Sicilia – deve sapere che tanti imprenditori erano già pronti a mettere in campo tutte le misure previste dai protocolli di sicurezza per riaprire le loro attività e in questo senso avevano già investito con fiducia le loro risorse. Oggi, invece, aumenta la preoccupazione in tutti i comparti, a partire da quello turistico dove permane un clima di grande incertezza con le imprese e i lavoratori di tutta la filiera completamente in ginocchio e senza reali prospettive per il domani.”

“La cosa più grave, che si rileva anche da alcune contraddizioni che riguardano questa timida ripartenza – spiega Vittorio Messina – è la sensazione di trovarsi davanti a decisioni che non rispondono ad una precisa strategia e che a volte utilizzano il parere degli esperti per tentare di apparire meno impopolari. In questo ultimo DPCM, infatti, ci sono tante dimenticanze con il rischio di penalizzare oltre modo le nostre imprese e mettere a dura prova la sopravvivenza delle stesse e la possibilità di resistere sul mercato. Il tutto condito da palesi contraddizioni come la riapertura dei giochi, con le slot machine dentro le tabaccherie, poi quella delle fabbriche e dei musei e non dei piccoli negozi che più degli altri sono in grado di rispettare le regole come dimostrano gli alimentaristi”.

Il DPCM di Conte ha creato delusioni. A Palermo sta crescendo di ora in ora l’elenco di ristoratori e titolari di bar che domani sera, alle 21, accenderanno le luci dei locali e alzeranno simbolicamente le saracinesche abbassate da 45 giorni, in adesione all’iniziativa nazionale #RisorgiamoItalia del settore Horeca (acronimo di hotellerie, restaurant, catering).

C’è malcontento tra i ristoranti, le pizzerie, i pub e i bar di Palermo, delusi dalle misure annunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte. E le preoccupazioni e la protesta non risparmia nemmeno i commercianti di Mondello, riuniti nell’associazone Mondello Young, anche loro pronti ad azioni simboliche.

“C’erano grandi aspettative per il discorso al paese del presidente del Consiglio e adesso c’è grande delusione, perché non è stato spiegato chiaramente come usciremo da questa crisi, che rischia di non far riaprire mai più molti esercizi – dice Francesco Carnevale, di Balata – molti sono allo stremo, la Sicilia fortunatamente ha pochissimi contagi non si capisce perché la si debba equiparare a regioni molto colpite come Lombardia e Piemonte”.

Le lamentele corrono sui gruppi Whatsup e c’è una lista di esercizi palermitani, in ordine alfabetico, che cresce di ora in ora: dai pub e i ristoranti delle isole pedonali e del centro storico al resto della città e Mondello.
Anche nella borgata marinara qualcosa si muove tra i commercianti riuniti nel comitato Mondello Young: “Nella prospettiva di riaprire il primo giugno con molte limitazioni molti di noi rischiano di non farcela, soprattutto a Mondello dove il 99 per cento degli esercizi è legato al cibo e alla stagione turistica – dice il presidente Paolo Muratore – molti sono stati penalizzati dal fatto che alcuni esercizi commerciali che non hanno mai chiuso, come panifici, salumerie e pescherie, di fatto vendono prodotti pronti o in sostituzione con quelli di ristoranti e bar chiusi, non si capisce perché allora riaprire alla vendita d’asporto dopo due mesi di chiusura”.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato ad oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 70.650 (+546 rispetto a ieri), su 66.749 persone: di queste sono risultate positive 3.085 (+30), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.123 (+16), 731 sono guarite (+11) e 231 decedute (+3).

Degli attuali 2.123 positivi, 475 pazienti (-3) sono ricoverati – di cui 35 in terapia intensiva (+2) – mentre 1.648 (+19) sono in isolamento domiciliare.

Due camion frigo che trasportavano mozzarelle e salumi vari sono stati bloccati e sanzionati dalla Polizia stradale nel corso di controlli effettuati sulla strada statale 115.

La multa da mille euro è scattata perchè il frigo che trasportava gli alimenti risultava o spento o con temperature diverse da quelle stabilite dalle normative. Trasportavano mozzarelle, salumi, yogurt e burro con gli impianti refrigeranti spenti. Non erano dunque state rispettate le procedure previste dalla normativa.

Uno dei veicoli era partito da Sommatino ed era diretto nel trapanese per rifornire vari supermercati. A bordo del mezzo è stata riscontrata una temperatura di 15,5 gradi centigradi, ma i prodotti avrebbero dovuto essere trasportati – per un corretto mantenimento ai fini della consumazione – ad una temperatura tra 0 ed i 4 gradi centigradi.

Il secondo furgone era partito, invece, da Ragusa ed era diretto verso supermercati dell’Agrigentino. Anche in questo caso il mezzo è stato trovato con il gruppo refrigerante spento, con una temperatura a bordo di 8 gradi centigradi. Sono intervenuti anche i sanitari dell’Asp per verificare lo stato dei prodotti alimentari.

“L’Anci sta raccogliendo dai sindaci le richieste di chiarimenti sull’ultimo DPCM che provengono da parte della popolazione per farsi portavoce presso il Governo di queste istanze.
Il Governo potrà predisporre delle FAQ sul proprio sito web così da rispondere a ogni singola esigenza rappresentata dai cittadini.
Enorme era l’attesa che tutti avevamo riposto sul decreto della cosiddetta Fase2. Pur considerando tutte le esigenze del momento e la rapidità con cui si è resa necessaria finora l’adozione di misure urgenti e le più efficaci possibili per contenere il contagio, è pur vero che le prescrizioni che entreranno in vigore dal prossimo 4 maggio non tengono conto della drammaticità della situazione economica che stanno subendo regioni che, in piena solidarietà col resto del Paese, hanno rispettato con rigore le restrizioni pur essendo solo marginalmente toccate dal contagio. Occorre maggiore chiarezza su tutte quelle realtà che o non vengono citate o lo sono solo marginalmente. Le città d’arte, i luoghi della cultura e del paesaggio continuano a essere penalizzati dall’assenza di prospettive di ripresa su tutta la programmazione che era in atto per il 2020. Inoltre i genitori hanno bisogno di maggiori certezze sulla cura dei bambini e su come e quando potranno recuperare la libertà di muoversi e di riprendere a giocare con i coetanei. Le famiglie intendono avere notizie sulla possibilità di raggiungere le seconde case sin da maggio. Una serie di dubbi vengono sollevati da alcuni settori produttivi anche sulle modalità e i tempi di attuazione delle norme. Occorrono chiarimenti perché la delicatezza della Fase 2 impone che si evitino improvvisazioni, le quali potrebbero compromettere i sacrifici compiuti da tutti finora. Ed è giusto che i sindaci siano messi nelle condizioni di dare risposte univoche ai cittadini e di offrire loro anche prospettive di graduale ritorno alla normalità”.
Lo dichiara il sindaco di Agrigento Lillo Firetto.

Una levata di scudi: è quella degli operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica. Una sorta di sollevazione dopo il decreto del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con il quale rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona. “Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il coordinatore del comparto  di CNA Sicilia, Francesco Cuccia – ci siamo subito mossi. Nelle prossime ore è stata convocata  una seduta di  Presidenza  Cna Benessere e Sanità, sia  in ambito regionale che nazionale. Faremo il punto della situazione e porteremo sul tavolo le legittime richieste”. “Ma non solo – annunciano i vertici regionali della Confederazione –  chiederemo con forza, attraverso un accorato appello alle Istituzioni Politiche della Regione con in testa il presidente Musumeci, – che la Sicilia, facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da  consentire ad acconciatori e centri estetici,  e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2.  Sarebbe stato opportuno, in questa ottica – sottolineano presidente Nello Battiato  e il segretario Piero Giglione  – fare prevale il buon senso ed investire in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole(distanziamento sociale, capienza massima dei locali, utilizzo di dispositivi di protezione e così via), invece di adottare la linea dura dello slittamento, ignorando che tutto questo si tradurrà in un sonoro “incasso zero” per oltre 3 mesi.  Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione. Rispetto a questo fenomeno, che ha anche una rilevanza sociale in quanto mette a repentaglio la sicurezza pubblica, noi chiediamo – concludono Battiato e Giglione – che le autorità competenti intensifichino i controlli per arginare questa  pratica illegale, che, lo ribadiamo, non è solo una questione di concorrenza sleale”. CNA punta anche l’attenzione sull’attività di toelettatura degli animali, per la quale richiede l’imminente riapertura “tenuto conto della possibilità di lavoro  per appuntamento senza contatto diretto fra le persone, seguendo  percorsi normativi già applicati in altre regioni italiane”.

 

Emergenza coronavirus e iniziative meritevoli di essere menzionate. Ad Agrigento il Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “Politi” possiede un laboratorio di stampa 3D con tre stampanti a filamento di plastica ed una stampante a resina. Da alcuni servizi televisivi, andati in onda sui canali nazionali, si è appreso che le stampanti 3D sono in grado di creare dispositivi emergenziali per ospedali ed enti impegnati in prima linea nella lotta al coronavirus. Ebbene, su impulso del professor Michelangelo Macaluso, in collaborazione con Airfactories.org, che pone in rete i possessori di stampanti 3D e raccoglie le richieste di aiuto degli ospedali e degli operatori sanitari, il Liceo Politi si è occupato della stampa di 60 connettori a Y, indispensabili per connettere due malati allo stesso ventilatore polmonare, richiesti dall’Università di Messina, e poi di 20 visiere per l’ospedale di Sciacca. La preside del Liceo Politi, Santa Ferrantelli, commenta: “In un momento di emergenza come questo, ci sentiamo di dover e voler dare un contributo concreto supportando queste iniziative di solidarietà raccolte in rete. Con l’unione e il sostegno a chi è tutti i giorni in prima linea nella lotta alla pandemia, vinceremo insieme questa battaglia. Un ringraziamento doveroso va alla compianta Dirigente Scolastica Teresa Maria Rita Buscemi che ha creduto in questa tecnologia ed ha approvato la realizzazione del laboratorio di stampa 3D, ai professori Macaluso Michelangelo e Ciraolo Nicolò e alla dirigente Plano Maria Grazia che ne hanno favorito l’utilizzazione in questa circostanza di emergenza nazionale”.