Già lo scorso marzo, nel Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento, il socio Comune di Agrigento, tramite il sindaco Calogero Firetto, ha designato Giovanni Di Maida quale componente del consiglio d’amministrazione e come vice presidente. L’Università di Palermo ha invece indicato come proprio componente l’ingegnere Enrico Napoli, docente di Ingegneria. Ad agosto è ancora attesa la nomina del presidente da parte dell’assessorato regionale alla Formazione e Istruzione. Attualmente la gestione ordinaria del Consorzio è stata affidata a Giovanni Di Maida, presidente ad interim dopo le dimissioni di Piero Busetta. Ebbene, adesso lo stesso Giovanni Di Maida è stato nominato commissario del Consorzio universitario, a conclusione di una riunione tecnica a cui hanno partecipato i soci Camera di Commercio, tramite il commissario Giuseppe Termine, il Comune di Agrigento tramite il sindaco, Lillo Firetto, e il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari. La nomina di Giovanni Di Maida quale commissario garantisce la continuità della gestione, in attesa della nomina del presidente.
La vicenda nasce e si sviluppa in tempi rapidissimi: qualche giorno fa divampa su Facebook un diverbio tra la moglie e madre dei Lauria e un’altra signora di Licata. Da quel momento – secondo la ricostruzione – una vera e propria escalation di violenza culminata con colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione della famiglia “rivale” condita da una sassaiola contro le finestre al termine di quella che doveva essere una spedizione punitiva.
Hanno faticato, e non poco , i carabinieri della Compagnia di Licata che – raccolta la denuncia della vittima – sono intervenuti per una situazione di “disordine pubblico molto grave”. Momenti di tensione si sono verificati sia nell’abitazione dei Lauria durante la perquisizione che in caserma dove i tre erano stati condotti per l’identificazione. Il gip, nel provvedimento, scrive di un “atteggiamento violento ed esagitato” che di fatto “ha impedito il normale svolgimento del servizio”.
“Tu sei un morto che cammina”, gli dicono. E ancora; “Stasera vedrai”. E “Ti sei permesso di metterti in bocca il nome di mia moglie e quindi entro stasera morirai tu e tutta la tua famiglia”. Queste alcune delle minacce proferite dai membri della famiglia Lauria nei confronti del marito della donna che due giorni prima aveva avuto il diverbio su Facebook con la donna.