di Giuseppe Moscato
Il Consiglio Comunale di Favara ha bocciato il Piano economico finanziario del servizio raccolta rifiuti solidi urbani, ovvero la TARI 2019. Troppo alto il costo che lievita inesorabilmente anno dopo anno a fronte di un servizio pessimo e che stenta a decollare nonostante il nuovo appalto plurimilionario.
Il Piano Finanziario TARI 2019 ammonta, infatti, a €. 7.099.242,72 ovvero circa 219.000,000 euro in più rispetto all’anno precedente, ha spiegato l’ing. Alberto Avenia leggendo la proposta di deliverazione. Aumento dei costi e servizio ritenuto pessimo che, uniti anche all’avversione politica dei consiglieri di apposizione e dall’assenza dei consiglieri di maggioranza (alcuni sono usciti proprio al momento del voto) ha causato una vera debàcle per la sindaca Anna Alba e la sua amministrazione comunale.
L’ing. Avenia espone il Piano Finanziario TARI 2019
Mancata approvazione del Piano TARI2019 che di fatto pone un ostacolo, forse insormontabile, alla chiusura del Bilancio stabilmente riequilibrato poiché, non approvando la tariffa si dovrebbe calcolare in base a quella dell’anno precedente. Ma siccome siamo già a consuntivo essendo già il servizio svolto e praticamente pagato( tranne la mensilità di dicembre 2019) si avrebbe uno sbilanciamento di circa 219 mila euro che andrebbero a configurarsi come debiti fuori bilancio, “voce non prevista” in un bilancio stabilmente riequilibrato per un Comune di dissesto finanziario qual è Favara.
Come anche i lettori meno avvezzi alle tematiche finanziarie avranno sicuramente capito la matassa non è facile da dipanare. Bastava guardare i volti dell’assessore al bilancio Maria Laura Maggiore, o quello della stessa dirigente Carmela Russello, non citiamo quello di Anna Alba che stranamente ci è sembrata più rilassata, per capire che la strada è tutta in salita.
Un momento della seduta del Consiglio comunale
I consiglieri di opposizione, Marilì Chiapparo che ha parlato un po’ per tutti, spalleggiata da un Tonino Scalia scatenato (?) hanno spiegato il perchè del loro voto negativo e non si sono fatti “intimidire” (termine usato dagli stessi) dai presagi di sciagura rimarcati dall’assessore quando ha affermato che la mancata approvazione dalla TARI 2019 non avrebbe consentito al comune di pagare la mensilità arretrata alla Ditta , con ripercussione sugli stipendi dei netturbini, e la stabilizzazione dei precari per la probabile mancata approvazione del bilancio. “Noi stiamo dicendo No ad un Piano Finanziario dei rifiuti che non ci convince – hanno detto nella dichiarazione di voto i consiglieri – ad un servizio che non rispecchia il capitolato, a mezzi che non sono impiegati, a benefici sulla differenziata che non arrivano. Ad un costo del servizio che dal 2016 ad oggi è aumentato di oltre un milione di euro”.
Un momento della seduta consiliare
Questo il risultato della votazione: 10 NO – Maglio, Scalia, Caramazza Sergio, Chiapparo, Sorce, Sanfratello, Costa, Liotta, Castronovo Rossana e Baio. 7 SI – Castronovo Calogero, Fanara, Nobile, Cusumano, Lentini, Bellavia e Di Naro, (alcuni dei quali usciti all’atto della votazione) – Mossuto, Giudice, Pirrera, Failla, Sciara, Fallea, Caramazza Leonardo.
C’è stato anche il tempo di proseguire l’ordine del giorno con la trattazione del secondo punto ovvero L’Istituzione di una Commissione di studio (art. 18, comma 1, del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale) per valutare l’incidenza dei tumori nel territorio di Favara, commissione fortemente voluta dal consigliere Scalia. Ma anche in quest’occasione non ha avuto fortuna.
Infatti dopo una breve pausa per formulare un emendamento per una piccola variazione, al prosieguo della discussione è venuto a mancare il numero legale. Solo 12 i consiglieri presenti in aula: Maglio, Scalia, Castronovo Calogero, Caramazza Sergio, Chiapparo, Sorce, Sanfratello, Costa, Liotta, Castronovo Rossana, baio e Di Naro. All’aggiornamento ad un ora nessuno era presente. Seduta aggiornata alle 19,30 di stasera.
Giuseppe Moscato
ADESSO BASTA!!
Siamo dei militanti della Provincia di Agrigento, da alcuni anni impegnati nel Partito Democratico.
Ci siamo ritrovati nel PD perché credevamo (e ancora crediamo) che questo partito possa offrire una casa comune a quanti, come noi, hanno l’ambizione di superare vecchi steccati, appartenenze ed ideologie del passato, per ritrovarsi dentro un nuovo spazio politico, uniti da una nuova identità; non più ex, ma finalmente e solo DEMOCRATICI.
Invece, ci siamo trovati prigionieri di un partito lontano anni luce dalla nostra idea, dilaniato da fratture e incomprensioni di ogni genere e sorta; un partito prigioniero della cultura del rancore; un partito dove la logica del “meno siamo e meglio stiamo” domina incontrastata da anni; il partito del “Capo” e del suo “cerchio magico”.
Il risultato di questa gestione è una Federazione Provinciale del PD della Provincia di Agrigento ormai ridotta al lumicino, scomparsa ormai da anni dai radar del dibattito politico, incapace di prendere di petto una delle tante questioni aperte sul nostro territorio e farne oggetto di una battaglia aperta e coraggiosa, condannata alla residualità, alla marginalità, alla totale inconsistenza.
Così, quando si è avviata la fase congressuale, aprendo, dopo anni di attesa, ad una fase finalmente nuova e libera del tesseramento, abbiamo sperato che fosse finalmente venuto il momento di conquistarci democraticamente il nostro bisogno di cambiamento.
Ci siamo attrezzati, coinvolgendo amici e compagni, invitandoli ad iscriversi ed a condividere con noi un cammino di cambiamento, ma sempre nel più rigoroso rispetto delle regole.
Ed invece, mentre noi giravamo (ed ancora giriamo) i circoli e le città della provincia per spiegare con entusiasmo la nostra idea di partito e ricercando con ostinazione una rinnovata unità, altri hanno voluto trasformare il congresso in una sorta di disputa fra burocrati, vuota e pretestuosa.
Avevamo immaginato questo congresso come un momento di gioia e di libertà; avevamo sperato che potesse essere la prima occasione di libero scambio di idee, fra persone che condividono comunque la stessa identità e la stessa appartenenza…
Evidentemente eravamo da soli a volerlo!
Già, perché mentre noi cerchiamo di far valere la nostra idea di impegno e militanza, altri ci stanno impedendo di esercitare il nostro sacrosanto diritto di far sentire la nostra voce, nell’unica sede che riconosciamo e che vogliamo: il congresso!
Abbiamo sopportato, in silenzio, che il clima potesse cambiare e che si potesse tornare alla politica…oggi alziamo la voce per dire che NON CI STIAMO PIU’!
Siamo stufi dei soliti giochetti e delle solite logiche dei soliti “vecchi”, i quali evidentemente si sono convinti che questo partito sia loro proprietà privata, non riescono ad accettare che si possa cambiare con il voto libero e democratico degli iscritti e se ne inventano una al giorno pur di non far celebrare il congresso.
Ci chiediamo quanto ancora il nostro territorio e la nostra Federazione dovranno subire in silenzio queste logiche, che hanno distrutto l’immagine dei democratici in questa nostra provincia, per tornare ad essere inclusivi ed accoglienti, per tornare ad essere, finalmente “padroni del nostro destino!”
FIRMATO
Ignazio Mortillaro (Lucca Sicula)
Luciano Piazza (Lucca Sicula)
Roberto Ciulla (Lucca Sicula)
Salvatore Manganello (Palma di Montechiaro)
Ugo Farulla (Palma di Montechiaro)
Mario Castronovo (Palma di Montechiaro)
Leonardo Aucello (Realmonte)
Carmelo Bennardo (Sciacca)
Marinella Piazza (Sciacca)
Barbara Collura (Sciacca)
Michele Marino (Sciacca)
Antonino Giaimo (Sciacca)
Tonino Giglione (Raffadali)
Salvatore Scavuzzo (Ribera)
Tommaso Aloisi (Ribera)
Rito Compilato (San Giovanni Gemini)
Liborio Giracello (San Giovanni Gemini)
Decimo Agnello (Licata)
Filippo Antonio Di Mino (Licata)
Francesca Graci (Licata)
Adele Pumilia (Sambuca di Sicilia)
Lillo Destro (Naro)
Giuseppe Licata (Naro)
Giovanni Gurreri (Naro)
Calogero Destro (Naro)
Wendalina Licata (Naro)
Vincenzo Galifi (Burgio)
Maria Corrao (Burgio)
Sonia Sala (Burgio)
Tommaso Mancuso (Canicattì)
Antonio Migliorini (Canicattì)
Calogero Puleri (Canicattì)
Saverio Di Caro (Canicattì)
Norma Paci (Canicattì)
Ilenia Giardina (Canicattì)
Loredana Mongitore (Canicattì)
Isabella Sutti (Agrigento)
Rosalia Vinti (Agrigento)
Giorgio Gennusa (Santa Margherita)
Massimiliano Abruzzo (Santa Margherita)
Giuseppe Guagliano (Racalmuto)
Valerio Canicattì (Racalmuto)
Lucia Cardillo (Racalmuto)
Salvatore Palilla (Siculiana)
Lia Levita (Siculiana)
Bertolino Oriana (Siculiana)
Silvana La Rocca (Montevago)
Paolo Rosalia (Montevago)
Il Settore “Solidarietà Sociale e Politiche della Famiglia” del Libero Consorzio di Agrigento sarà al fianco degli studenti delle Scuole medie superiori, affetti da grave disabilità, che dovranno sostenere gli esami di stato 2020 a partire dal 17 giugno.
Il Libero Consorzio, infatti, provvederà ad assicurare agli studenti con grave disabilità degli Istituti Superiori della provincia di Agrigento sia i servizi specialistici che quelli denominati “igenico personali”, garantendo la presenza di operatori specializzati durante gli esami. L’iniziativa è stata avviata in sintonia con il Commissario Straordinario dell’Ente Girolamo Alberto Di Pisa
A seguito dell’emergenza da Covid-19 erano già stati attivati i servizi per seguire a distanza gli studenti con grave disabilità degli Istituti Superiori per coloro che fruivano dei servizi specialistici da parte del Libero Consorzio.
Il servizio realizzato era stato predisposto dal dirigente del Settore Amelia Scibetta attraverso una fattiva collaborazione con alcuni Dirigenti Scolastici della provincia di Agrigento.
L’assistenza specialistica da remoto è stata fornita a 17 studenti delle scuole medie superiori della provincia di Agrigento.
Ci voleva il coronavirus per far comprendere alla politica Agrigentina che il settore turismo, che doveva e poteva essere il settore trainante della nostra economia, è stato da sempre abbandonato a se stesso e alle iniziative dei singoli.
Già cinque anni fa la sottoscritta proponeva la costituzione della consulta turistica e la creazione di uno specifico assessorato al turismo al fine di programmare una serie di iniziative finalizzate a favorire la crescita di un turismo che non fosse mordi e fuggi, cosa questa che avrebbe aiutato le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere nonché tutte le attività ad esse connesse come il commercio, l’artigianato, la ristorazione, agenzie di viaggio, le guide turistiche.
In questi giorni, a meno di quattro mesi dalle elezioni amministrative, si insedia, così come voluta dal consiglio comunale, la consulta turistica che si ritrova a dovere affrontare una situazione estremamente aggravata dal coronavirus. Oggi non si tratta più di pensare allo sviluppo del turismo nella nostra città, bensì di salvare il salvabile supportando il settore e tutte le attività ad esso collegate.
Abbiamo necessità di promuovere il turismo nella nostra città facendo passare, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, il messaggio che Agrigento, oltre ad offrire delle bellezze archeologiche, architettoniche e naturali uniche al mondo, è nelle condizioni di farlo in massima sicurezza anche perché la nostra città è tra quelle poco colpite dal coronavirus.
A questo non può non aggiungersi il suggerimento di valutare l’ipotesi di supporti economici, seppur indiretti, come quello di congelare il versamento nelle casse comunali della tassa di soggiorno lasciandola nella disponibilità delle strutture ricettive, nonché quello di verificare la possibilità tecnico-giuridica di potere mettere a disposizione delle stesse strutture le somme, già percepite negli anni precedenti e ad oggi ancora nelle casse comunali, solo ai fini di ulteriore sconto da praticarsi alla clientela per questa stagione.
Un candidato sindaco alle prossime amministrative di Agrigento ha diramato questa mattina un comunicato attraverso il quale evidenzia che “per una ripresa veloce del turismo ad Agrigento, si rileva la necessità di annullare per due anni la tassa di soggiorno per i turisti che verranno a visitare le nostre bellezze”.
Dunque, dopo anni ed anni di battaglie per ottenere una tassa di elevatissimo respiro anche per i Comuni (ricordiamo che la tassa di soggiorno è ormai presente ovunque in tutta Italia) si profila la possibilità (in caso di sua elezione) di annullare l’importante onere.
Non possiamo sperare che il candidato sindaco non venga eletto, perchè è giusto concorrere per raggiungere un obiettivo; ma iniziare una campagna elettorale con uno slogan del genere ci sembra scellerato, privo di ogni elementare efficacia nonchè disastroso per le casse comunali.
Figurarsi se un turista, dopo che spende migliaia di euro, possa rifiutare di visitare Agrigento e la sua Valle perchè fra le spese “ci sono anche le 2,50 euro di tassa di soggiorno”.
Ogni ulteriore commento appare superfluo…
Una settimana fa il sindaco ha rilasciato un’intervista sulle strade per vantare i lavori sul lungomare.
In quella occasione ha parlato della rotonda di Giunone, riqualificata con una forma a granchio, che dovrebbe ricordare la figura presente in una antica moneta battuta nella nostra Città. Relativamente alle critiche dei cittadini sui soldi spesi per una decorazione invisibile e incomprensibile ai più, asseriva, tra l’altro, che: “abbiamo il DOVERE di apprezzare l’intervento ed esprimere la gratitudine per questa iniziativa”.
Non credo che questa affermazione vada nella logica del buon padre di famiglia. Davvero se ci sono soldi bisogna spenderli senza considerare l’utilità dell’opera, magari creando assurde cattedrali nel deserto?
In città ne abbiamo diversi esempi, in qualche modo legati all’operato di questo sindaco.
Oltre al granchio sulla rotonda Giunone il progetto ANAS, che il sindaco si auto congratula di avere stimolato, comprendeva un’altra opera profondamente criticata anche perché durata solo qualche giorno: la colorazione di una parte della strada provinciale SP4 di color tufo.
Per quanto riguarda la riqualificazione del lungomare Falcone e Borsellino, che coinvolgerà solo la parte dedicata alla circolazione automobilistica, è giusto ricordare che si doveva e poteva intervenire prima, dato che esistevano delle somme risparmiate dalla passate amministrazioni per questo scopo ma sono state utilizzate per altro. Insomma, si è preferito mantenere i disagi per la circolazione e rischiare pericolosi incidenti, pur avendo i soldi in cassa.
Il finanziamento che ha consentito questi lavori è piovuto dal cielo, non era previsto quindi questa riqualificazione è solo frutto di un caso fortuito. E’ il contributo della norma Fraccaro del M5S, per efficientamento energetico (tipo riscaldamento o coibentazione in qualche scuola) o sviluppo sostenibile: si può fare perché nell’asfalto sarà inserito un fotocatalizzatore per ridurre l’inquinamento da scarichi di auto dalla “inquinatissima” zona del lungomare.
L’asfalto sarà, infatti, trattato con biossido di titanio, un catalizzatore ovvero una sostanza che accelera le reazioni chimiche, in questo caso quelle di degradazione di alcuni inquinanti.
Tale accorgimento sarebbe utile in zone a traffico intenso, come quelle del centro città ugualmente disastrate, piuttosto che sul lungomare ma l’amministrazione ritiene più utile avvicinarsi alle immagini del rendering elettorale del 2015. Il catalizzatore è attivato dalla luce del giorno, per questo l’effetto si chiama “foto” catalitico mentre di notte si riduce significativamente l’efficienza antinquinante. Naturalmente, l’effetto catalitico non è eterno ma ha durata limitata a qualche anno e, nel nostro caso, sarà soggetto più che ad inquinamento da gas di scarico, all’umidità marina e alla sabbia.
Ad essere “faziosi” si potrebbe fare presente che, altrove, sono state presentate interrogazioni relative alla pericolosità per la salute umana del biossido di titanio negli gli asfalti cittadini, infatti, per fare il suo lavoro, questo materiale, si presenta in dimensioni di nano particelle che possono entrare nel nostro corpo attraverso inalazione ed esistono diverse pubblicazioni sulla sua tossicità.
Lo stanziamento totale è di 170 mila euro, quasi un terzo della cifra sarà impegnato per pagare il fotocatalizzatore.
Altro esempio di cattedrale nel deserto è il marciapiede pedonale/ciclabile di San Leone, creato tempo fa per sfruttare un finanziamento, che ha sempre mostrato criticità.
La rete ciclabile della nostra città è una delle gemme della campagna elettorale del sindaco uscente. Decorando con vasi la pista delle Dune diventa più ciclabile o serve ad altro? In 5 anni la pista di San Leone è rimasta immersa nella sabbia e nei rovi, con auto posteggiate sopra e la pulizia di qualche metro è stata vantata come una grande impresa.
Nel suo percorso ci sono pali della luce e d’estate è continuamente attraversato da pedoni, oltre ad essere utilizzato da podisti tutto l’anno. Parte del percorso, inoltre, è sempre soggetta a crolli. La “coabitazione” fra pedoni e ciclisti è stata sempre burrascosa ed è culminata in questi giorni nel riprovevole e non giustificabile episodio.
Dovremmo riflettere e pensare che un progetto non può essere perseguito perchè “ci sono i soldi”, non può essere mirato alla promozione elettorale ma va portato avanti solo se esiste un beneficio esclusivo di tutta la comunità, contingentando la spesa, senza sprecare soldi pubblici e privati.
Il consigliere comunale di Agrigento,Marco Vullo,annuncia che oggi in consiglio presenterà un emendamento per posticipare di un mese al 16 luglio il primo acconto Imu per le civili abitazioni proprio per venire incontro a causa del coronavirus alle esigenze dei contribuenti agrigentini.
“E’ un appello che faccio a tutti i consiglieri di Aula Sollano al di là degli schieramenti e posizionamenti politici, sono stato assieme ad altri consiglieri nel mese di aprile il primo firmatario al differimento dell’Imu per dare una boccata d’ossigeno in un momento di difficoltà oggettiva e socio-economica agli agrigentini e per dare più tempo ai cittadini per pagare i tributi locali e nel contempo rimettere in circolo anche un po’ il commercio con le risorse economiche rimaste agli agrigentini.
Oggi in consiglio,organo sovrano per approvare il provvedimento di posticipo dell’Imu, avendo letto che la delibera di giunta Firetto ancora è monca e modificabile, proporrò attraverso un emendamento che il primo acconto Imu sia più flessibile nella parte che riguarda i privati.
In sostanza gli agrigentini con questo emendamento,parlo non di attività commerciali ma di cittadini,i soggetti passivi,i proprietari di immobili avranno la possibilità di pagare il tributo con maggiore flessibilità entro il 16 luglio,senza incorrere in sanzioni o interessi di mora.Facoltà che viene data a tutti i contribuenti, questo ha soprattutto una finalità, la mia idea originale che non è stata colta dall’Amministrazione Firetto è quella di dare la possibilità agli agrigentini un ulteriore tempo e tra l’altro di poter investire nell’economia della città.
Sono fiducioso che i colleghi valuteranno positivamente questa iniziativa che va nella direzione giusta e interpreta le reali esigenze del popolo agrigentino che ha bisogno di segnali di pacificazione e di una politica che venga incontro alle loro esigenze.
Non ci saranno come in passato le fughe di notizie legate alle tracce d’esame. E neanche la lotta contro l’uso degli smartphone durante le prove. Ma, anche in occasione della Maturità 2020, il pericolo che tra gli studenti si diffondano ‘fake news’ è comunque in agguato. Perché l’esame di Stato di quest’anno – che verrà ricordato come quello svolto ‘ai tempi del coronavirus’ – presta benissimo il fianco a interpretazioni sbagliate. Una maturità la cui veste definitiva è stata ufficializzata solo un mese fa per via delle incertezze legate allo scenario epidemiologico e alle relative misure da adottare. L’esame avrà così una formula del tutto inedita (niente scritti ma solo un colloquio orale, peraltro diverso dal passato). Con, in più, un Protocollo di sicurezza da osservare per svolgere la prova in presenza a scuola. Un lungo elenco di informazioni che i maturandi non hanno ancora pienamente digerito.
Proprio questo sarà il tema centrale della tradizionale campagna di sensibilizzazione che la Polizia Postale e delle Comunicazione porta avanti in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, giunta al tredicesimo anno consecutivo. L’obiettivo di “Maturità al sicuro” è sempre quello di contrastare alla vigilia dell’esame fake news, bufale e leggende metropolitane. Per evitare che i ragazzi non perdano tempo prezioso dietro a notizie fuorvianti. Ma, soprattutto, per tranquillizzarli. Visto che, travolti da un’enorme quantità di consigli (spesso dall’approccio pessimistico) per evitare il contagio da Covid-19, è come se tra gli studenti si sia diffuso una sorta di terrore da orale ‘dal vivo’.
A confermarlo è l’annuale monitoraggio realizzato da Skuola.net per la Polizia di Stato, su un campione di circa 5.000 studenti del quinto anno delle superiori. Che stavolta si è concentrato proprio sulle norme socio-sanitarie adottate dal ministero dell’Istruzione in base alle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Circa 1 maturando su 4, ad esempio, pensa che sarà costretto ad avere la mascherina ben fissata sul volto per tutta la sua permanenza nell’edificio scolastico, anche durante il colloquio; quando, invece, le Linee Guida concedono allo studente, la possibilità di ‘abbassarla’ per svolgere il colloquio, visto che la disposizione delle postazioni impone il rigido rispetto di un distanziamento di almeno due metri tra i presenti in aula. E il 21% è rassegnato all’idea di doversi presentare a scuola da solo, senza nessuno; mentre il Protocollo non vieta a un accompagnatore (uno soltanto) di assistere all’esame.
Un tema particolarmente controverso è quello sulle regole per l’accesso a scuola: agli studenti (e ai commissari) non verrà misurata la febbre ma gli basterà produrre una dichiarazione che attesti l’assenza di sintomi riconducibili al Covid-19. Peccato che solo 1 su 3 ne sia al corrente; la maggioranza (46%) pensa che invece la misurazione della temperatura sarà obbligatoria; mentre il 19%, all’esatto opposto, è convinto che non ci sarà alcun controllo in tal senso. Lo stesso si può dire per la questione guanti: nessun obbligo, secondo il Protocollo basterà igienizzarsi frequentemente le mani (con i gel messi a disposizione dall’istituto), ma solo 1 su 2 è aggiornato su questa procedura. L’unico passaggio veramente chiaro è quello dei tempi di permanenza nelle strutture: quasi tutti (92%) sanno che potranno arrivare circa 15 minuti del proprio esame e che dovranno andare via immediatamente una volta finita la prova.
L’iniziativa “antibufale” di Polizia di Stato e Skuola.net serve proprio per veicolare i messaggi corretti e sgomberare il campo da quelli errati. L’esame di maturità è un appuntamento molto importante per i ragazzi e per questo è necessario che mantengano la serenità necessaria per affrontarli. Le false notizie, invece, possono portare a sterili distrazioni e, specie in un momento storico come quello attuale, si corre il rischio che i più giovani perdano la concentrazione che merita uno degli appuntamenti più importante della loro vita da studenti.
Per questo, per rafforzare il messaggio utilizzando un linguaggio più vicino a quello dei maturandi, è stato anche realizzato un video in collaborazione con lo youtuber Nikolais, che verrà diffuso su Skuola.net e sui suoi canali Facebook, Instagram e YouTube. Un contenuto ironico che passa in rassegna i comportamenti sbagliati che uno studente potrebbe assumere leggendo in modo distorto il Protocollo di sicurezza: ci sono il negazionista e il fobico, l’assembratore e l’ansioso, il collezionista e il distanziatore sociale.
In più, gli operatori del Commissariato di P.S. online anche quest’anno saranno a disposizione dei ragazzi nelle ore immediatamente precedenti l’inizio del maxi-orale, per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in rete. Con un rappresentante della Polizia di Stato che sarà anche presente alla tradizionale diretta di Skuola.net alla vigilia del primo giorno d’esami, per fare il proprio in bocca al lupo e tranquillizzare ulteriormente tutti gli studenti alle prese con questa anomala Maturità 2020.