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Riapertura immediata delle imprese del commercio al dettaglio. Il vicepresidente di Confcommercio Agrigento, Alfonso Valenza, sollecita un intervento  per cercare di evitare i danni gravissimi provocati dal prolungamento delle chiusure delle imprese del terziario e chiede una immediata riapertura.

 Gli effetti del lockdown prolungato,  scrive Valenza, rischiano di essere devastanti per l’economia locale, fatta di piccole e medie imprese. Ad essere in pericolo è un intero territorio, sostenuto da un tessuto economico in grave difficoltà.

«Il commercio al dettaglio, per esempio, dovrà tentare di smerciare grandi stock di merce in magazzino – molta della quale rimarrà invenduta – e dovrà approntare sistemi di distribuzione più̀ complicati e costosi. Problema che diventa gravissimo per i piccoli esercizi, già sottoposti alla concorrenza della grande distribuzione online, a cui si somma una sostanziale contrazione della domanda per il generalizzato calo di reddito delle famiglie. In altre regioni come la Liguria, aggiunge il rappresentante di Federmoda Confcommercio della provincia di Agrigento, si sta provvedendo per una riapertura immediata. I numeri del contagio in Sicilia ci dicono che la nostra situazione permette di tornare a lavorare, non possiamo più aspettare ci consentano di farlo subito».

Una videoconferenza “affollata” quella che si è tenuta ieri mattina, su iniziativa dell’istruttrice di fitness, Daniela Ilardi, ed a cui hanno partecipato il Capo di Gabinetto Vicario dell’Assessorato allo Sport, Turismo e Spettacolo della Regione Sicilia, Calogero Pisano, il consulente allo  Sport, Toti Longo, nomi noti del mondo dello sport agrigentino come Marzia Filippazzo, Sabina Flora, Angelo Avanzato, Lillo Taiello, Giovanni Valenti e tanti titolari ed istruttori di palestre e strutture sportive della città.

Durante il videoincontro si è discusso sulla crisi economica, determinata dalla pandemia di coronavirus, che ha duramente colpito il comparto e sulle azioni da attuare a sostegno del settore, in vista della riapertura, in sicurezza, prevista per il 18 maggio.

Alle istanze ed alle preccupazioni manifestate dagli intervenuti, ha risposto il Capo di Gabinetto Vicario, Calogero Pisano, che ha voluto sottolineare come la Regione si stia impegnando senza sosta per aiutare in maniera concreta un settore in chiara difficoltà.

Calogero Pisano, ha accolto con grande disponibilità le interessanti proposte rappresentate dagli operatori intervenuti, come quella di individuare spazi pubblici all’aperto da destinare allo  svolgimento delle attività e la predisposizione di sostegni economici per le necessarie opere di sanificazione degli ambienti e delle attrezzature sportive, ed ha anche assicurato il massimo impegno affinché siano disponibili, possibilmente entro giugno, voucher dedicati  per l’acquisto dei servizi erogati da palestre e centri sportivi, così da respiro al settore.

“È stato un incontro molto proficuo, ricco di chiarimenti e proposte e non sarà certamente  l’unico – afferma Daniela Ilardi – lo sport è molto importante per il benessere fisico e mentale di tutti noi, è dunque fondamentale che le Istituzioni diano un concreto aiuto per far ripartire il comparto. Ringrazio il dott. Calogero Pisano per la sensibilità dimostrata e tutti i partecipanti”.

 

 

Il Coordinatore Politico dell’Udc Sicilia, Responsabile Nazionale Enti Locali dell’Udc Italia, On. Decio Terrana, ha trasmesso una nota al Ministro dell’Università e della Ricerca Prof. Gaetano Manfredi per richiedere la sospensione dei Test d’Ingresso Universitari per il prossimo anno accademico.

“Abbiamo richiesto di sospendere la selezione nazionale per i Test di Medicina e di estendere la stessa sospensione a tutti i test per l’accesso alle Università Italiane – comunica l’On. Decio Terrana – L’emergenza Covid-19 non permette la dovuta sicurezza nello svolgimento delle prove di selezione. Abbiamo altresì proposto di inserire comunque un filtro di selezione al termine del primo anno accademico, considerando un numero minimo di CFU obbligatori da conseguire per potere accedere al secondo anno. Se, come sembra, si è orientati a svolgere telematicamente le lezioni del prossimo anno accademico, decade uno dei principi dell’imposizione del numero chiuso”.

Alla richiesta dell’Udc Italia ha dato la propria adesione la Docente di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo, Professoressa Patrizia Livreri.

“La nostra facoltà di Ingegneria a Palermo ha già abolito da tempo il numero chiuso, con grande beneficio per la qualità degli allievi iscritti – trasmette la Professoressa di Ingegneria Elettronica – Ho accolto e sottoscritto la proposta dell’Udc Italia per l’abolizione dei test d’ingresso all’Università. Esistono diverse soluzioni alternative e più produttive; iniziare da questo momento di emergenza diventa quasi un obbligo, per evitare un eccessivo stress degli studenti già fortemente provati da mesi di insegnamento con formazione a distanza e dall’incertezza di un esame di maturità dal carattere straordinario”.

L’ abolizione del numero chiuso è anche una delle battaglie portate avanti dall’Udc Italia.

“Abbiamo inserito la Libera Università tra i punti fondamentali del nostro programma politico – continua il Coordinatore Politico dell’Udc in Sicilia – Abbiamo anche iniziato una raccolta firme per l’Abolizione del Numero Chiuso, al momento sospesa per la situazione contingente. Per il momento, è possibile firmare la nostra petizione online cliccando qui. Questo momento di emergenza può divenire occasione per dimostrare l’errore concettuale del Numero Chiuso Universitario e valutare alternative che permettano il libero accesso dei nostri ragazzi al percorso di studi più gradito, senza restrizioni né vincoli di alcuna natura”.

Riprende il cammino unitario che il Cartello Sociale di Agrigento porta avanti assieme al Ministero delle Infrastrutture e all’Anas sotto il coordinamento della Prefettura, per superare il gap strutturale e manutentivo, in cui versa il sistema viario provinciale, che ha confinato il territorio in uno stato di intollerabile isolamento.

In videoconferenza si sono confrontati il Vice Ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, il dirigente di Anas Valerio Mele, per l’ufficio di Pastorale Sociale il direttore don Mario Sorce e Salvatore Pezzino, i segretari di CGIL, CISL e UIL, Alfonso Buscemi, Emmanuele Piranio e Gero Acquisto, e il Prefetto Maria Rita Cocciufa, che ha convocato e gestito la riunione. All’ordine del giorno la necessità di fare il punto della situazione sullo stato dei lavori relativi agli interventi sui collegamenti viari e sullo stato di avanzamento dei vari cantieri.

Ovviamente l’emergenza sanitaria e le conseguenti misure di contenimento del Covid-19 ha inevitabilmente provocato dei ritardi, ma nonostante tutto dall’incontro escono segnali incoraggianti che fanno vedere, in alcuni casi, la fine quasi prossima degli interventi e in ogni caso l’impegno a mantenere, con qualche modesto ritardo, il cronoprogramma tracciato prima del lockdown.

Tutti i partecipanti hanno sottolineato la validità di un percorso che comincia a dare i suoi frutti.

Un percorso dove non mancano pungoli e sollecitazioni verso i centri decisionali, ma sempre in un rapporto di correttezza e lealtà.

Un percorso apprezzato dalla rappresentante del Governo che subito è entrata in sintonia con lo spirito costruttivo dei protagonisti seduti al tavolo virtuale che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita di una provincia che in passato è stata troppo trascurata.

In particolare, con riferimento alle opere vicine alla conclusione dei lavori è emerso quanto segue: Rimozione della deviazione al km 14 della SS640 – entro fine maggio; Rotatoria Caltabellotta al km 134 della SS115 – entro fine maggio; Ponte Petrusa SS122 – entro metà luglio; Galleria Spinasanta – entro fine luglio.

Si tratta di orizzonti temporali molto meditati e fissati in base ad elementi concreti che consentono di rendere attendibili le previsioni.

Il Settore tecnico del Libero Consorzio comunale di Agrigento conferma, anche per il 2020, la Certificazione del Sistema Qualità redatta in conformità alla norma UNI EN ISO 9001.

Il documento rilasciato a conclusione di rigorose attività di valutazione da parte di Kiwa, azienda leader globale nel settore del testing, delle ispezioni e delle certificazioni.

La certificazione consente al Settore di effettuare le verifiche ai progetti esecutivi senza dover affidare l’incarico a professionisti esterni, con un notevole risparmio per il bilancio dell’Ente.

Positivo, anche , il rapporto di Audit di rinnovo della Certificazione.

Il rapporto ha lo scopo di sintetizzare le analisi e le primarie raccomandazioni di miglioramento- dettagliate nei singoli report.

Il rapporto illustra, altresì, le attività svolte, le criticità rilevate e i piani di azione correttivi concordati con il responsabile della Qualità dell’Ente, ing. Filippo Napoli.

Il questionario, impostato per ognuna delle funzioni aziendali oggetto di Audit è stato redatto in remoto ed articolato in una serie di domande utili a focalizzare l’informazione su specifiche attività e processi.

La certificazione, dunque, permette alle organizzazioni che erogano servizi di interesse pubblico, come l’ex Provincia,  di elaborare, mantenere e garantire le corrette modalità di presentazione e gestione della progettazione.

Sicurezza, efficienza, sostenibilità e performance, sono, infatti, i requisiti del servizio che spesso deve essere conforme a leggi, normative, standard internazionali.

Il prestigioso traguardo valorizza, ulteriormente, il sistema di gestione del Settore e il rigore professionale dei tecnici dell’ex Provincia; un impegno per il mantenimento della conformità ai requisiti della norma di riferimento.

 

di Giuseppe Maurizio Piscopo

A Termini Imerese durante lo spettacolo Notti Clandestine, un appuntamento di arte, musica, cinema e teatro sotto la direzione artistica del regista Rocco Mortelliti incontriamo l’architetto Roberto Tedesco un personaggio che ha una storia legata all’architettura e alle scenografie cinematografiche. Si è laureato nel 1998 e si è specializzato in Tecniche urbanistiche per le aree metropolitane, presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 2011 ha conseguito la seconda laurea in Pianificazione Territoriale presso l’Università di Palermo.

Ha collaborato nei reparti di scenografia in diverse produzioni cinematografiche tra le principali:

  • L’ora legale, (regia di Ficarra e Picone), 2016 – lungometraggio;
  • Gelone, la spada e la gloria(regia di Gianni Virgadaula), 2017 –docu-film;
  • Vite da sprecare, (regia di Giovanni Calvaruso), 2018 – lungometraggio;
  • Idda(regia di Giovanni Sclafani), 2018 – cortometraggio;
  • La mafia non è più quella di una volta(regia di Franco Maresco) 2018 – lungometraggio;
  • Greta(regia di Alberto Culotta) 2019 – cortometraggio;
  • Il delitto Mattarella(regia Aurelio Grimaldi) 2019 – lungometraggio;
  • A qualcuno piace caldo (regia di Valentina Gebbia) 2019 – lungometraggio;
  • L’avvocato Loquace (regia di Roberto Tedesco2019 – cortometraggio;
  • Un pugno di amici(regia Sergio Colabona) 2019 – lungometraggio;
  • La particella fantasma (regia William Lombardo) 2019 – cortometraggio.
  • E dalla “follia e la stravaganza” degli architetti che inizia la nostra intervista.

 

Qualcuno ha scritto:gli architetti sono personaggi strani e stravaganti. Quanto c’è di vero in questa affermazione?

Non posso nasconderti che è tutto vero! Permettimi di aggiungere che essere “strani” è un aspetto che alimenta la creatività, non è un caso che le più importati architetture nascono dalla “pazzia” degli architetti, che oltre a progettare sono un po’ artisti, viaggiatori e scrittori. Un esempio per tutti “La sagrata famiglia” di Antonio Gaudì è il frutto di un visionario spregiudicato che ha controllato con estrema abilità le leggi della gravità!

Perché non basta una laurea per fare un architetto?

Oggi è necessario differenziarsi per riuscire ad inserirsi nel mondo del lavoro. Dopo la laurea in architettura ho avuto la possibilità di specializzarmi alla Sapienza di Roma in “Tecniche Urbanistiche”, ricordo che sono stati due anni intensi ma pieni di soddisfazione anche perché arricchiti da importanti confronti professionali. Poi a quarant’anni ho conseguito la seconda laurea in “Pianificazione Urbana” e in quella circostanza mi sono dovuto adeguare alla nuova tecnologia che avanzava. Ricordo che nel giro di un decennio passai dalla matita all’utilizzo dei CAD, questo mi permise di ottenere delle competenze che mi agevolarono nel mondo del lavoro.

La scuola di Architettura in Italia era molto nota negli anni 80, oggi è totalmente scomparsa?

In quegli anni costruire palazzi era uno dei principali obiettivi delle amministrazioni locali spesso avallate dagli organi sovracomunali. Poi per fortuna la normativa urbanista negli anni novanta è stata fortemente, condizionata dai movimenti ecologici, che hanno limitato la cementificazione delle coste e delle periferie, anche se tutt’oggi la volontà di costruire palazzi è spesso condizionata dagli speculatori. Perché progettare nuove periferie prive d’identità architettonica e sociale quando i centri storici sono vuoti? Quest’ultimi hanno una potenzialità che spesso supera l’immaginazione un esempio per tutti: il Farm Cultural Park di Favara in provincia di Agrigento ne è la prova tangibile. Avrebbe avuto lo stesso successo se fosse stato concepito tra i palazzi di cemento armato della periferia? Io credo di no!

Quali sono le contraddizioni delle periferie nei piani urbanistici delle grandi città?

Abbiamo agevolato le politiche per la realizzazione di immensi contenitori abitativi che sono privi di ogni soddisfacimento sociale. Spesso in queste aree non ci sono scuole, mancano i parchi urbani e per andare a lavoro occorre spostarsi per diverse ore. Una follia che solo il genere umano poteva concepire!Ecco perché i quartieri periferici delle grandi città sono gabbie che rendono le persone infelici e nevrotiche.

Come funziona la mente di un architetto quando progetta una chiesa, un teatro, un ponte, un parco-giochi?

Generalmente si parte da un’emozione che si prova durante una lettura, guardando un film o dopo aver fatto un viaggio. E’ come se si concretizzasse un immagine nella propria mente, poi quando è necessario quel ricordo emerge come per magia: si fa uno schizzo, si controllano le dimensioni dello spazio e si verifica la fattibilità statica dell’edifico. Da quel momento in poi si inizia a disegnare studiando anche i dettagli. Questo è quello che succede a me. Anche un semplice oggetto come un posacenere può essere stimolante alla creatività, l’importante è personalizzare l’idea con le proprie emozioni.

In che cosa hanno sbagliato gli architetti?

Spesso ci siamo lasciati influenzare dalle logiche  temporali che non permettono di progettare il dettaglio dell’opera. Un tempo le colonne dei templi greci venivano realizzate tenendo conto delle correzioni ottiche per fare in modo che l’occhio umano non vedesse degli errori. Per esempio le linee rette dei templi, come quelle dello stilobate risultavano curve verso l’alto, o verso l’interno, proprio per questo venivano rettificate, in modo che l’occhio umano li vedesse diritte.Oggi nelle costruzioni moderne questa “sensibilità progettuale” è venuta meno ed è impensabile tenerne conto considerato che il tempo è denaro!

L’architettura e il potere.

Soprattutto negli 20’ del secolo scorso secolo, l’architettura statale doveva essere imponente perché rappresentasse la magnificenza dello Stato. Il Palazzo delle Poste di via Roma a Palermo è un esempio tangibile di come gli edifici pubblici erano concepiti in quegli anni: spazi enormi con forti richiami al mondo classico. Oggi è decisamente diverso: spazi sempre più piccoli e quasi sempre tutti omologati.

Tra le tue grandi passioni c’è il Cinema.Quando l’hai incontrato?

E’ sicuramente una delle mie passioni che ho da quando ero bambino, non è un caso che la mia cineteca è insuperabile! Poi nel 2016 incontrai la scenografa Paola Bizzari (vincitrice nel 2012 del David di Donatello per la migliore scenografia nel film Habemus Papam di Nanni Moretti) dovevo accompagnarla in alcuni sopralluoghi in giro per Termini Imerese. Una volta mi confessò che non voleva fermarsi in città perché convinta che si facessero solo le automobili e non ci fosse nulla di interessante dal punto di vista cinematografico. Ricordo che la sceneggiatura richiedeva una piazza dove ci fossero un municipio, una chiesa, una scuola e un chiosco. Piazza Duomo sembrava fatta proprio per quella storia! Per tre mesi la città si trasformò in un set cinematografico dove attori, comparse e troupe invasero piacevolmente le vie della tranquilla cittadina di provincia. Qualche mese dopo uscì nelle sale cinematografiche di tutta Italia il film “L’ora Legale” del popolarissimo duo siciliano Ficarra e Picone. Da quel momento da semplice fruitore mi ritrovai coinvolto sempre di più nella realizzazione di diverse costruzioni scenografiche.

Che cos’è il cinematografo per te?

E’ unapassione che in questi ultimi anni si è trasformata in un’opportunità di lavoro. Poter contribuire nella costruzione delle scenografie che successivamente vedrò al cinema mi riempie di orgoglio. Ecco perché adesso quando guardo un film lo osservo da un punto di vista che non è più quello di uno spettatore tradizionale.

Perché sono scomparsi i cinema nei paesi?

Ritengo che l’offerta nelle piattaforme televisive invogli sempre di più i telespettatori che comodamente dal proprio divano possono scegliere un film in qualsiasi momento della giornata. Tutto ciò ha drammaticamente svuotato le sale in particolare quelle dei piccoli centri che non potevano competere con le più organizzate multisale delle grandi città dove i servizi non si limitano alla sola visione del film.

Oggi molti dicono di avere il cinema in casa e vedono i film in una tv di 75 pollici. Ma il cinema è un rito collettivo che va visto insieme agli altri e senza interruzioni pubblicitarie. Sei d’accordo?

Assolutamente si. La visione di un film al cinema non può essere paragonabile a quella del divano di casa propria. Sarà decisamente più comoda ma, non riuscirà a coinvolgere allo stesso modo del cinema. Il fascino della sala cinematografica è insuperabile. Quando si spengolo le luci della sala lo spettatore è come se facesse parte integrande della storia.

Che cosa fai esattamente durante le riprese di un film?

Il mio reparto di riferimento è la scenografia. Durante la produzione di un film è quello che arriva per primo e finisce per ultimo, infatti dopo aver allestito il set bisogna predisporre il ripristino della location. Oltre alla costruzione degli ambienti il reparto di scenografia deve reperire gli arredi e gli oggetti (fabbisogni) necessari affinché la scena si possa “girare”. Un lavoro complesso che deve rimanere fedele alla sceneggiatura e nel contempo soddisfare le esigenze della regia, missione questa non sempre facile.

Come definiresti i film di Ficarra e Picone?

Semplicemente geniali. Gli interessanti interrogativi che il film pone allo spettatore sono i seguenti: cosa accadrebbe se un Sindaco mettesse in atto tutto quello che ha promesso in campagna elettore? I suoi concittadini sarebbero pronti al cambiamento e a rispettare le regole? Su questi interrogativi si articola una storia ben ritmata, interpretata da attori eccezionali con un finale tipicamente gattopardiano: “tutto cambia per non cambiare nulla”.

Cosa mi dici del regista Rocco Mortelliti?

E’ un grande artista, un maestro che mi onora della sua amicizia. Con lui abbiamo organizzato diversi convegni sul cinema e numerosi stage sulle maschere greche e della Commedia dell’arte; ogni volta è stato un grande successo. Per me Rocco è un fratello maggiore, una guida sempre pronta a darmi suggerimenti e preziosi e consigli. Da due anni, con Totò Scaccia, organizziamo “Notti Clandestine” a Termini Imerese, una settimana d’incontri con il teatro il cinema e la musica, lui è nostro direttore artistico e ogni volta che sale sul palco la sua umanità e professionalità non ha eguali. Il mio sogno è poter far parte della squadra nel suo prossimo film, sono certo che sarebbe un’esperienza indimenticabile.

Qual è l’ultimo libro che hai letto e l’ultimo film che hai visto?

In questi giorni di “soggiorno obbligato” tra le mura di casa a causa del COVID19 ho terminato diverse letture tra queste voglio ricordare quella due autori che ho avuto il privilegio d’incontrare in diverse occasioni: la prima è “Non c’è più la Sicilia di una volta” di Gaetano Savatteri, la seconda “Sotto le stelle di Roma” di Massimo Benenato. Anche i film hanno riempito le mie giornate e in particolare ho visto numerose opere di Jea Pier e Luc Dardenne e di Francois Truffaut.

 

 

 

 

 

A Bivona la rivoluzione tecnologica è realtà: abitazioni, uffici pubblici, attività commerciali e ricettive, scuole sono infatti coperti da una rete pubblica di telecomunicazioni a banda ultralarga. La copertura capillare del comune è avvenuta nei mesi scorsi con particolare attenzione alle zone meno digitalizzate. I lavori sono stati condotti da Open Fiber, società per azioni chiamata a realizzare l’infrastruttura che consente già oggi a cittadini e imprese di beneficiare di velocità di connessione al web finora inedite. Le risorse stanziate non gravano sul bilancio del Comune: l’infrastruttura è infatti finanziata con fondi regionali e statali e resterà di proprietà pubblica. Le attività sono state coordinate da Infratel, società “in house” del Ministero dello Sviluppo Economico, con l’attenta supervisione della Regione Siciliana. Oltre a private abitazioni e insediamenti produttivi, sono state inoltre cablate 5 sedi della pubblica amministrazione che possono quindi erogare i propri servizi in modo ancora più efficiente ed efficace: il poliambulatorio e il cimitero di Contrada Cappuccini, l’Istituto Comprensivo “G. Meli” di via Porta Palermo”, la biblioteca di Piazza San Giovanni e l’Ufficio del Giudice di Pace in Piazza Giovanni Cinà.
 

 “Con l’attivazione della banda ultralarga – sottolinea il sindaco Milko Cinà –   Bivona fa un grande passo in avanti sul tema dell’innovazione tecnologica e digitale. Si tratta di un’importante infrastruttura altamente innovativa per i cittadini,  per la pubblica amministrazione  e per il tessuto produttivo locale; un’opportunità che certamente costituisce  una grande occasione di crescita per il nostro territorio. In questo difficile periodo di emergenza sanitaria da Covid-19, ci siamo resi conto ancor di più dell’importanza del valore di una connessione veloce e stabile. Penso alle tante famiglie che oggi devono gestire la didattica a distanza dei propri figli ed ancora alla pubblica amministrazione, alle aziende ed ai professionisti che nonostante la grave situazione emergenziale che stiamo vivendo, mantengono la piena operatività assicurando i servizi ai cittadini e alle imprese”.

Sono in totale 2.861 le unità immobiliari che verranno cablate in modalità FTTH (Fiber-to-the-home), con la fibra ottica stesa direttamente all’interno delle singole abitazioni. Questo permette di raggiungere inedite velocità di connessione al web (fino a 1 Gigabit al secondo). Complessivamente la rete si estende per circa 20 chilometri ed è stata realizzata in prevalenza (13,5 km) attraverso il riutilizzo di infrastrutture già esistenti.
 
“ Una rete a banda ultralarga – spiega Clara Distefano, regional manager Sicilia di Open Fiber – permette di abilitare servizi che vanno a beneficio dell’intera collettività, servizi finora in gran parte negati, soprattutto nei centri meno popolati del nostro Paese: telemedicina, telelavoro, educazione a distanza, Industria 4.0, videosorveglianza, domotica e tanto altro ancora da inventare. Non a caso, le infrastrutture interamente in fibra ottica possono definirsi “a prova di futuro” poiché in grado di supportare successive evoluzioni tecnologiche”.
 
Open Fiber è un operatore wholesale only e non vende servizi in fibra ottica direttamente agli utenti finali: alla rete realizzata in qualità di concessionario di Stato possono così accedere tutti gli operatori telefonici o Internet service provider interessati. I cittadini di Bivona – i primi nella provincia di Agrigento a poterlo fare – per usufruire della banda ultralarga  non devono quindi far altro che verificare la copertura del proprio indirizzo sul sito openfiber.it, contattare un operatore per scegliere il piano tariffario preferito e iniziare a navigare ad alta velocità.

Per consentire alla cittadinanza di donare con generosità il proprio sangue  l’A.D.A.S., effettuerà una raccolta , domenica 10 Maggio a Casteltermini in Via Alcide De Gasperi c/o Oratorio del Carmelo, dalle 8.00 alle 12.00.

A tutti i donatori saranno inviate a cura della stessa associazione le analisi cliniche  effettuate in occasione della donazione.

Si invita, come sempre, la S.V. a voler diffondere la notizia con il maggior risalto possibile considerato il continuo bisogno di sangue.

“Abbiamo l’impressione che Musumeci stia giocando con le parole  per salvare la faccia del suo governo. Il presidente parla di circa 27 mila pratiche trattate, che sono ben altra cosa rispetto a quelle decretate e trasmesse all’INPS per essere liquidate, che mi risultano essere circa 7910.  Speriamo, nel comune interesse e, soprattutto, per le decine e decine di migliaia di famiglie in grandissima difficoltà, che si cambi finalmente marcia e si proceda spediti verso il traguardo. Si eviti, però, nel frattempo, di creare illusioni”.
Lo afferma Antonio De Luca, il deputato M5S all’Ars, primo firmatario della mozione di censura all’assessore del Lavoro  Scavone, depositata ieri a palazzo dei Normanni, per la cui celere calendarizzazione il parlamentare fa appello al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Miccichè.
Intanto il Movimento 5 stelle vuole andare a fondo della “vergognosa”  vicenda del bonus di 10 euro a pratica di cassa integrazione trattata.  Martedi, su richiesta del deputato 5 stelle Giovanni Di Caro, se ne parlerà in V commissione all’Ars, nel corso di un’audizione, cui sono stati convocati  gli assessori  Scavone e Grasso e i rappresentanti di 5 sigle sindacali. “Musumeci – afferma Di Caro – dice  che il bonus da 10 euro è stato solo un fuoco di paglia? Ora è facile parlare in questi termini, ci chiediamo, però, cosa sarebbe successo se non fosse scoppiato un caso mediatico su questa vicenda, sui cui si deve andare assolutamente a fondo”.

Dati numerici, statistiche e grafici esaustivi sull’andamento dell’emergenza epidemiologica in provincia aggiornati quotidianamente. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento rende disponibile a tutta la collettività, non solo agli organi d’informazione come fa da tempo, un quadro completo della diffusione del Covid-19 sul territorio.  Il report, aggiornato ogni giorno entro le ore 24, è già consultabile all’interno di una sezione dedicata del sito istituzionale www.aspag.it raggiungibile attraverso un pulsante specifico contenuto nella homepage. In maniera molto intuitiva tutti i cittadini possono accedere direttamente ai contenuti ottenendo con facilità i dati dei soggetti positivi al Coronavirus per ciascun comune (suddivisi fra pazienti in trattamento, guariti e deceduti), il numero di persone ricoverate presso le varie strutture ospedaliere, il totale dei tamponi rino-faringei eseguiti dall’inizio dell’epidemia e di quelli effettuati nel corso della giornata con i casi positivi riscontrati e molte altre informazioni. Oltre ai dati numerici sono disponibili anche grafici utili a quantificare con immediatezza il trend della malattia, la curva comparativa fra la fase 1 e la fase 2 e l’incidenza geografica dell’epidemia.