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Il coronavirus miete la seconda vittima all’Oasi Maria Santissima di Troina, in provincia di Enna, dove il focolaio della pandemia è esploso da circa una settimana l’emergenza più grave dell’Isola. E’ morta una donna di 51 anni, ricoverata da alcuni giorni all’ospedale Umberto primo di Enna. Ad oggi all’Oasi di Troina risultano 112 i positivi al Covid-19 tra pazienti, medici e personale sanitario dell’ospedale per disabili fondato da padre Ferlauto negli anni ’50. Ieri sera è risultato positivo anche il direttore sanitario dell’Oasi di Troina, ricoverato all’ospedale Umberto primo di Enna. Gravi ma stabili le condizioni di due volontarie che lavoravano nella struttura, mentre buone notizie giungono per padre Silvio Rotondo che migliora. All’interno della struttura vi sono ancora una sessantina di persone positive al virus che saranno trasferite.

Al mattino di oggi, nell’Aula del Senato, nel corso dell’informativa del ministro della Sanità Roberto Speranza sull’emergenza coronavirus, è stata confermata la prospettiva di mantenere le attuali misure restrittive oltre il 3 aprile. Il ministro Speranza ha affermato: “La decisione del governo Conte è di prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate”.

L’emergenza sanitaria legata al coronavirus è anche emergenza economica. L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, spiega: “La Sicilia va verso un crollo di più di sette punti percentuali di Prodotto interno lordo quest’anno. E’ una prospettiva di devastazione economica che richiede una nuova finanziaria emergenziale, come ha confermato il presidente della Regione. Ho ribadito ai deputati la necessità di votare presto il bilancio. Ma adesso tocca al governo presentare presto la nuova manovra, sulla quale al momento non sembra si sia a buon

No al centro Covid all’interno del San Giovanni di Dio: la Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna da il via ad una petizione on line per scongiurare una scelta che il sindacato ha già definito “irresponsabile”.

L’iniziativa, (a cui si può aderire a questo indirizzo: http://chng.it/ZC5drFCL) conta già quasi 500 sottoscrizioni.

“Il terzo piano dell’ospedale ‘San Giovanni di Dio’ di Agrigento – dice il segretario generale Floriana Russo Introito – è stato indicato come Punto Covid ma essendo una struttura monoblocco consentirebbe facili contaminazioni tra reparti. Continuiamo a chiedere quindi che il Punto Covid sia realizzato in una struttura separata dall’ospedale, individuando una sede dedicata a tale scopo. Questo è ciò che suggerisce il personale sanitario che lavora nelle strutture sanitarie del Nord Italia – conclude -, questo è ciò che consiglia di fare anche il personale sanitario che opera all’interno del nosocomio di Agrigento. La loro voce non può essere ignorata da chi ha posizioni, temporanee, di comando”.

Sono riprese da parte del Comune, le operazioni di sanificazione dei quartieri di Agrigento che nei giorni scorsi erano state sospese a causa del maltempo. Si tratta di  misure adottate per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica Covid19.

Oggi,  completamento del Villaggio Mosè, Cannatello, Le Dune, Fiume Naro  e Zingarello.

Le operazione proseguiranno nei prossimi giorni con un secondo ciclo di sanificazioni, con il seguente Calendario:

1-2 aprile, Villaseta e Monserrato;

3 aprile, Montaperto e Giardina Gallotti;

6-7 aprile sanificazione in centro città;

8 e 9 aprile, interventi presso i quartieri Quadrivio Spinasanta, Fontanelle, San Giusippuzzu e San Michele;

10 e 11 aprile sanificazioni nei quartieri di San Leone e Villaggio Peruzzo;

14 – 16 aprile interventi nei quartieri Villaggio Mosè, Cannatello, Le Dune, Fiume Naro e Zingarello.

Da stamani risultano tre i casi di Coronavirus registrati a Canicattì. Lacune e approssimazione nella fornitura dei dati hanno portato il sindaco Di Ventura ad inviare una decisa nota di protesta alla Direzione dell’ASP di Agrigento.

Questo il contenuto della nota:

“Purtroppo, dopo numerosissime note, incontri, rassicurazioni, continuo a constatare approssimazione nella diffusione delle informazioni da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento.
In queste ultime ore la stampa riporta la notizie di un terzo caso nella nostra città “Proprio a Canicattì sarebbe risultata positiva una dottoressa, posta già in quarantena, in servizio al reparto di medicina generale dell’Ospedale Barone Lombardo. ”

Da fonti non ufficiali, visto che si continua ad informare solo il Sindaco della città in cui risiede il soggetto risultato positivo, siamo venuti a conoscenza che in ogni caso il soggetto abbia il domicilio nella nostra città.
Da Sindaco esprimo profondo rammarico. È inconcepibile come situazioni così delicate possano essere gestite in questo modo.

Mi riservo di tutelare la mia comunità anche in sede giudiziaria per le superficialità riscontrate nella gestione dell’emergenza relativamente ai casi riscontrati positivi da Covid-19.
L’ASP si attrezzi con una regia unica e fornisca informazioni precise, dettagliate, e soprattutto a chi di competenza. Restiamo a casa.

“Carissimi concittadine e concittadini, la situazione di emergenza ci costringe ad affrontare, con coscienza e consapevolezza, tutte le situazioni particolari ed urgenti. Sono saltate le scale di priorità e la gestione normale dell’Ente, ma questo non vuol dire che lasciamo nulla al caso. Rassicuriamo, quindi, tutti sulla sospensione delle attività di liquidazione, accertamento e controllo sui tributi dell’Ente. Come disposto dal DL “Cura Italia” questa sospensione abbraccia il periodo che va dal 8 marzo al 31 maggio 2020, salvo diverse successive disposizioni a livello nazionale”.

Tempo e gradualità: sono questi i due concetti attraverso i quali passerà la ripartenza del nostro Paese. Parole che tracciano la via da percorrere tracciata dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che ieri intervistato dal quotidiano spagnolo “El Pais” ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus in Italia.

Il calo dei contagi registrato nella giornata di ieri, di fatto dimezzati rispetto a domenica, fanno tirare un piccolo sospiro di sollievo e rinforzano la convinzione che quantomeno siamo sulla buona strada. Tradotto: le restrizioni stanno funzionando ma è ancora troppo presto per dire che il peggio è alle spalle visto che mai come ora abbassare la guardia rischierebbe di vanificare quanto fatto finora.

PASQUA IN QUARANTENA – Una Pasqua che sicuramente ricorderemo. Non certo per i pranzi in famiglia o la rituale gita fuori porta. La proroga delle restrizioni oltre il 3 aprile è ormai scontata con gli italiani tutto sommato pronti all’ennesimo sacrificio: l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare dopo il Consiglio dei Ministri in programma domani o al più tardi giovedì quando il Presidente del Consiglio si presenterà ancora una volta per parlare agli italiani e comunicare che si andrà avanti fino a dopo Pasqua, presumibilmente intorno al 15 o 18 aprile. In questi giorni si continueranno a monitorare i dati e in base alla curva dei contagi gli esperti decideranno quando e come l’Italia potrà ripartire.

PROVE GENERALI DI RIPARTENZA – Sulle riaperture, così come è stato per le restrizioni, si ragionerà “in termini di proporzionalità”, ha chiarito ieri Conte. E, incalzato, sulla possibilità che la serrata delle attività produttive possa durare molto replica: “no, è una misura durissima dal punto di vista economico. E’ l’ultima misura che abbiamo preso e non può prolungarsi troppo”.

IL RISPETTO DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE – La parola d’ordine, insomma, è ancora cautela nonostante il pressing di Matteo Renzi, che aveva fatto infuriare (non poco) gli esperti con la sua richiesta di mettere il turbo alla riapertura.

Per tutti varrà una regola, quella del distanziamento sociale. Impossibile pensare di poter tornare immediatamente alla vita normale.

Priorità, dunque, ad attività indispensabili, mentre tempi più lunghi per i luoghi e attività dello “svago”, concerti in testa.  Molto probabilmente, gli ultimi a riaprire saranno i luoghi dove è più difficile mantenere le distanze: discoteche, bar, pub. Ma anche ristoranti, palestre, piscine e sale giochi. Al vaglio la riapertura  di qualche negozio fermo restando, come detto, le distanze di un metro e la possibilità di entrare uno alla volta, studiando magari appositi “schemi”. Impossibile pensare di tornare istantaneamente alla vita normale.

Al vaglio anche la possibilità di prevedere rientri cadenzati in base all’età, il cosiddetto modello israeliano, ossia l’addio alla quarantena per fasce di età a cominciare dai soggetti più forti, come ad esempio i giovani, per poi passare a quelli più a rischio.

SPUNTA IL 4 MAGGIO – Una data? Impossibile indicarne una con precisione ma considerando le festività del 25 aprile e del 1 maggio, con gli italiani pronti a radunarsi in massa e fare gite fuoriporta, probabile che il semaforo verde che segni il ritorno alla “normalità” possa arrivare soltanto il 4 maggio.

(Virgilio.it)

Come si ricorderà, con ricorso proposto innanzi al TAR Sicilia Palermo, il dott. Spata, candidato per la Lega all’ultima consultazione per l’elezione del sindaco di Gela, ha contestato l’ammissione di quattro liste sostenendo che la loro partecipazione avrebbe falsato il risultato elettorale a favore del Sindaco Greco (cui tali liste erano collegate).

Con il suddetto ricorso, è stata chiesta la correzione del risultato elettorale e la conseguente ripetizione del turno di ballottaggio tra il candidato Melfa e lo stesso Spata o, in subordine, la proclamazione di quest’ultimo alla carica di Sindaco.

Si sono costituti in giudizio il sindaco Lucio Greco e numerosi consiglieri comunali risultati eletti, tutti con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, chiedendo la declaratoria di inammissibilità e, comunque, il rigetto del ricorso.

Nel corso dell’udienza tenutasi in data 30.01.2020, la difesa del candidato Spata ha chiesto la sospensione del processo avendo proposto una querela di falso avverso i moduli di raccolta delle firme ed avverso la dichiarazione a firma del Responsabile dell’Ufficio Elettorale di Gela.

Il TAR Sicilia Palermo, condividendo le tesi degli avv.ti Rubino e Impiduglia, ha rigettato nel merito il ricorso, ritenendo sufficiente –  ai fine dell’ammissione delle liste – la presenza nei moduli di raccolta delle firme dell’apposizione del contrassegno di lista.

Avverso la suddetta sentenza, il candidato Spata ha proposto appello, ribadendo che ben quattro liste collegate al Sindaco Greco avrebbero dovuto essere escluse giacchè, al momento della raccolta delle firme a loro sostegno, i sottoscrittori non avrebbero avuto consapevolezza dei nominativi dei candidati cui stavano dando il proprio appoggio, recando i moduli di raccolta delle firme solo il simbolo di lista e non essendo previamente congiunti con la pagina contenente i nominativi dei candidati.

Innanzi al CGA, si sono costituti il sindaco Lucio Greco e numerosi consiglieri comunali risultati eletti, tutti con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, chiedendo il rigetto dell’appello e proponendo altresì appello incidentale.

In particolare, gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, hanno censurato la sentenza di primo grado, sostenendo che il TAR Palermo non avrebbe dovuto limitarsi a dichiarare infondato il ricorso ma avrebbe dovuto altresì dichiararlo irricevibile perchè tardivo nonché inammissibile sotto vari profili.

Il CGA si pronuncerà nei prossimi mesi sui due appelli, ponendo fine alla vicenda relativa all’elezione del Sindaco di Gela.

Emergenza Coronavirus, on. Dipasquale a Musumeci sui 100milioni di euro per i siciliani in difficoltà: “Sbrigati”.
“Sono trascorse già 70 ore da quando Musumeci ha annunciato lo stanziamento di 100 milioni di euro da destinare alle famiglie siciliane in difficoltà e ancora non si è visto nulla di concreto. Nel frattempo il 66% del fondo di solidarietà predisposto dal Governo Nazionale è già stato accreditato ai Comuni. Musumeci SBRIGATIII!”. E’ il messaggio che l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico, ha lanciato pochi istanti fa su Facebook nei confronti del presidente della Regione Siciliana.