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Martedì prossimo, 10 marzo, innanzi alla Corte Costituzionale si svolgerà l’udienza di discussione del giudizio di costituzionalità promosso dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, in relazione all’articolo 34 della Legge Regionale 9 maggio 1986, numero 22. Tale legge, nell’ipotesi di estinzione di un’Ipab, prevede che il personale dipendente sia assorbito dal Comune territorialmente competente. A fronte di ciò, numerosi Comuni siciliani hanno impugnato innanzi ai competenti organi della Giustizia Amministrativa i provvedimenti di estinzione delle Ipab presenti sul proprio territorio. In particolare, il giudizio di costituzionalità coinvolge i dipendenti dell’Ipab “Regina Elena” di Castellammare, rappresentati in giudizio dall’avvocato Girolamo Rubino, la Presidenza della Regione Siciliana rappresentata dall’Avvocatura Generale dello Stato ed il Comune di Castellammare. In particolare, l’avvocato Rubino, presentando un’apposita memoria, ha censurato la non ammissibilità della questione di costituzionalità sollevata “stante – spiega Rubino – la sua evidente irrilevanza nel giudizio a quo, posto che la norma in commento viene sospettata di incostituzionalità in ragione dell’asserita incompatibilità con le norme in tema di finanza pubblica, mentre, come confermato dallo stesso Organo remittente, è stato invece dimostrato nel giudizio a quo che il Comune di Castellammare sia in possesso delle risorse finanziarie per accollarsi i costi di gestione derivanti dall’acquisizione del patrimonio e del personale della sopprimenda Ipab”. Inoltre l’avvocato Rubino ha rilevato anche l’infondatezza nel merito della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 34 della Legge Regionale 9 maggio 1986. La Corte Costituzionale, presieduta dalla professoressa Marta Cartabia, dovrà dunque esprimersi sulla legittimità costituzionale della norma in esame con una pronuncia che avrà rilievo per gran parte delle Ipab Siciliane.

Con le dovute precauzioni, sono rientrati in Sicilia 19 Vigili del fuoco siciliani che hanno partecipato ad un corso di formazione a Roma dove 3 Vigili del fuoco, in servizio e residenti nel Nord Italia, sono poi risultati positivi al coronavirus. Si tratta di Vigili del fuoco in servizio nei Comandi di Messina, Enna, Caltanissetta, Catania, Alcamo, Trapani e Agrigento. Ebbene, i Vigili del fuoco coinvolti nell’Agrigentino sono 5. E 4 sono stati già nei giorni scorsi trasferiti a Lampedusa dove sono precauzionalmente in quarantena. L’ultimo è appena rientrato, e anche lui è stato trasferito a Lampedusa in quarantena precauzionale.

Il personale dell’Ufficio di Protezione Civile della Provincia di Agrigento ha allestito al mattino di oggi in piazza Ugo La Malfa un punto informazioni sull’emergenza coronavirus insieme all’Ufficio di Protezione Civile e ai Vigili Urbani del Comune di Agrigento. Oltre alle misure strettamente igieniche e ai comportamenti corretti da seguire in questa fase, la Protezione Civile sottolinea anche la necessità di evitare soluzioni “fai-da-te” in caso di sintomi sospetti, evitando di assumere qualsiasi farmaco senza l’indispensabile consulto medico. La Protezione Civile ricorda anche i contatti telefonici a cui rivolgersi per qualsiasi segnalazione o emergenza:
800 45 87 871500112

A Cattolica Eraclea un ladro sfonda il finestrino di un’automobile e ruba una borsa con dentro documenti e assegni di una pensionata di 63 anni. Lei, accompagnata dal figlio, denuncia l’accaduto ai Carabinieri della locale Stazione. Poi un uomo contatta la pensionata: “Se vuoi restituita la borsa, paga 500 euro”. I Carabinieri intraprendono subito la caccia al “cavallo di ritorno”. E’ stata organizzata la consegna dei 500 euro, e i Carabinieri hanno arrestato un uomo di Cattolica, di 54 anni, già con precedenti, in flagranza di reato di estorsione. La refurtiva è stata subito restituita alla signora derubata, che ha ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

Un vasto incendio è divampato nella notte all’interno di un deposito di auto sito in contrada Mose, tra Agrigento e Favara. Una ventina le auto distrutte ovviamente non marcianti.

Sul posto sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco del comando di Agrigento i quali, non senza fatica, sono riusciti a domare l’incendio.

Indagano i Carabinieri e non viene esclusa nessuna pista.

A seguito del nuovo decreto dello scorso 4 marzo emanato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sulle nuove misure da adottare per prevenire la diffusione del coronavirus, il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, ha presieduto un vertice con le Forze dell’ordine e le Autorità sanitarie agrigentine.

A conclusione, lo stesso prefetto Caputo afferma: “Attualmente la provincia di Agrigento è considerata priva di fattori di preoccupazione sul piano epidemiologico, e gli agrigentini devono attenersi alle disposizioni attuate dal nuovo decreto. Le persone appartenenti alle categorie maggiormente esposte come gli anziani o quanti sono affetti da patologie croniche o in stato di immunodepressione congenita o acquisita devono evitare di uscire, al di fuori dei casi di stretta necessità, evitando comunque i luoghi affollati nei quali si è impossibilitati a mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Per quanto riguarda la gestione degli ospedali è stata richiamata l’attenzione su due novità introdotte dal decreto per rafforzare la prevenzione del contagio nei confronti delle persone che accompagnano i pazienti o che si recano in visita agli ammalati. Per quanto riguarda gli accompagnatori dei pazienti, il decreto del 4 marzo ha introdotto su tutto il territorio nazionale il divieto di permanere nelle sale d’attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e nei pronto soccorso. In merito all’accesso di parenti e visitatori nelle strutture ospedaliere e di lungodegenza, nelle residenze sanitarie assistite e nelle strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è già in vigore la disposizione per cui l’accesso deve essere limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezioni. Dunque invitiamo tutti gli agrigentini a volersi attenere alle disposizioni il cui scopo è unicamente quello di contribuire a proteggere la salute di tutti”.

A Licata la Guardia di Finanza ha arrestato Ebrima Ceesay, 29 anni, immigrato dal Gambia e residente in città, sorpreso in possesso, a bordo di un’automobile, di alcuni ovuli di eroina per complessivi 22 grammi di droga. Il Tribunale di Agrigento ha convalidato l’arresto ed ha applicato all’africano l’obbligo di dimora a Licata, con divieto di uscire da casa prima delle 7 e con l’obbligo di rientrare entro le 21.

Aggredita e rapinata una donna di Ravanusa di 79 anni da un balordo che non ha esitato un solo istante a colpirla selvaggiamente dopo che la donna ha tentato di reagire.

Il fatto è avvenuto ieri mattina in pieno centro di Ravanusa; il malvivente dopo avere bussato alla porta dell’anziana signora, ha subito mostrato le proprie intenzioni. Alla reazione della donna ha il malvivente le ha sferrato un pugno in faccia facendola crollare a terra e portando a termine la sua intenzione: rubare una collana d’oro.

Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri di Ravanusa e Campobello di Licata coordinati dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

“Non è una vacanza” ricorda il dirigente Luigi Costanza, che invita tutti ad un senso di responsabilità. Già da questa mattina i docenti di tutte le scuole agrigentine sono riuniti per elaborare un piano di lavoro con la metodologia della didattica a distanza.

Grazie alla tecnologia, alla buona volontà dei docenti saranno assegnati compiti ed esercitazioni da seguire a casa. Il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui si stabilisce la sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo rende praticamente «obbligatorio» il ricorso alla didattica a distanza attraverso gli strumenti e le piattaforme che docenti e alunni hanno a disposizione.

“Questi giorni – riferisce Costanza – potranno servire a interiorizzare meglio concetti contenuti già svolti ed allo stesso tempo dedicare più tempo per ulteriori approfondimenti”.

“La chiusura delle scuole in tutta Italia a causa del Coronavirus sta causando enormi disagi ai genitori che lavorano e non sanno a chi affidare i propri figli. Il Governo Conte sta valutando alcune misure per andare incontro alle esigenze delle famiglie, ma chiediamo al Governo Musumeci di attivarsi immediatamente per i lavoratori regionali, ancor prima che lo faccia Roma, ricorrendo  ai congedi parentali e allo smart working”.
Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal, che continuano: “Chiediamo al presidente Musumeci di concedere ai lavoratori regionali il congedo parentale per uno dei due genitori, in caso di figli con meno di 14 anni – continua il Siad-Cisal – ma anche di ricorrere al lavoro agile, allo smart working e al telelavoro per tutti i dipendenti, senza distinzione alcuna, avvalendosi anche delle
convenzioni Consip per le apparecchiature informatiche”.