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Domani, domenica 11 dicembre, ricorre il primo anniversario della strage di Ravanusa. Luigi Pagliarello, padre di Selene, la donna di 30 anni, prossima a partorire il suo bimbo, Samuele, morta vittima, insieme ad altre nove persone, dell’esplosione provocata dalla fuga di gas da una condotta pubblica, ha lanciato un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinchè l’inchiesta in corso abbia una svolta concreta. In sintesi così: “Presidente, da padre di famiglia, veda di far arrivare a chiudere almeno questa parte d’indagine, perchè per noi è doloroso. Dopo un anno è inutile aspettare ancora. Questa è la richiesta di un uomo al quale la fuga di gas ha tolto la figlia, il genero e quel tanto atteso nipote che ha potuto conoscere solo all’obitorio”. Per la strage di via Trilussa sono dieci le persone attualmente indagate dalla Procura di Agrigento. Si tratta dei vertici, nazionali e regionali, di Italgas reti. L’ipotesi di reato contestata è disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Domani, domenica 11 dicembre, nella chiesa Madre di Ravanusa, il vescovo Alessandro Damiano celebrerà una messa. Nel pomeriggio di oggi invece, dalle ore 18 in poi, Selene, il marito Giuseppe Carmina e il piccolo Samuele saranno ricordati nel santuario della Madonna dell’Aiuto a Campobello di Licata, loro paese d’origine.

Caro voli e carenza di posti: Schifani costretto a rientrare a Palermo da Roma in nave. Pronto un ricorso all’Antitrust. A lavoro un Osservatorio permanente sul traffico aereo siciliano.

Con la recente riforma costituzionale, approvata dal Parlamento, è stato riconosciuto lo stato di insularità della Sicilia, ovvero gli svantaggi che da tale stato derivano per gli isolani, alla ricerca di rimedi. E tra i primi svantaggi, quanto mai attuale vi è il nodo dei trasporti, anche e soprattutto aerei. Il prezzo dei voli da e verso la Sicilia è intollerabile, così come la carenza dei posti a disposizione. E ciò tanto che addirittura il presidente della Regione, Renato Schifani, a breve sarà costretto a rientrare da Roma a Palermo in nave. Lo ha annunciato lui stesso: “Mercoledì prossimo dovrò rientrare in serata a Palermo da Roma ma non ci sono più posti in aereo a causa della esiguità dei voli messi a disposizione da Ita. Rientrerò, quindi, da Napoli con la nave. E, come me, sono tanti i siciliani che si troveranno in questa stessa situazione. Mi chiedo: tutto ciò può essere considerato normale in un Paese come il nostro?”. Nel frattempo la Regione presenterà ricorso all’Antitrust per il caro voli, incaricando uno studio legale specializzato in tale genere di azioni. E ancora Schifani spiega: “La giunta regionale ha deliberato all’unanimità la mia proposta di dare incarico immediatamente a una struttura legale specializzata in ricorsi all’Antitrust che vigila sulla concorrenza. Bisogna valutare se intervenire sul ‘cartello’ tra Ita e Ryanair sulla rotta Palermo-Roma in quanto unici vettori a operare su quel percorso”. E, più nel dettaglio, il presidente aggiunge: “E’ un fatto inaccettabile che una struttura pubblica come Ita abbia realizzato un’operazione di ‘cartello’ con Ryanair per evitare che ci siano altri concorrenti che possano incidere sui prezzi, decidendo il rialzo delle tariffe, che arrivano fino a 700 euro. Questa è una situazione scandalosa che non può trovare accoglimento da parte delle istituzioni e che penalizza la popolazione siciliana” – conclude. E la giunta regionale ha deciso anche di istituire un Osservatorio permanente per il monitoraggio del traffico aereo siciliano che coinvolgerà i vertici degli aeroporti dell’Isola, le compagnie aeree e i rappresentanti dei consumatori. E l’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Aricò, spiega: “Riteniamo che l’Osservatorio sarà uno strumento importante per monitorare il traffico aereo da e per la Sicilia. Quest’anno sono stati superati i livelli di traffico registrati nel periodo pre-Covid, ma, nonostante questo importante flusso, i vettori hanno deciso di ridurre il numero di voli per Fiumicino e aumentare notevolmente i prezzi, provocando così un danno francamente inaccettabile per i siciliani residenti nell’Isola e nelle altre regioni. Questo nuovo organismo di controllo entrerà in funzione già nelle prossime settimane”.

Giuliana Miccichè

A Favara i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato in flagranza di reato Luigi Caramanno, 45 anni, sorpreso in prossimità dell’alba intento a scassinare, forzando la serratura, l’ingresso secondario di un panificio in corso Vittorio Veneto. All’autorità giudiziaria risponderà del reato di tentato furto aggravato. Caramanno è difeso dall’avvocato Daniele Re. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Cecilia Baravelli.

“Grande rispetto per tutti gli operatori medici, sanitari e amministrativi impegnati nel contrasto al Covid in Sicilia il cui valore non mi sono mai permessa di mettere in dubbio e per i quali auspico che, dopo la proroga dei contratti, possa arrivare la stabilizzazione in un percorso normativo condiviso con il governo nazionale. Quello che invece continuo a sostenere è che, come accaduto nel resto d’Italia, anche la Sicilia si sarebbe dovuta adeguare nel chiudere costosi hub vaccinali perché ci sono  le Asp, le cure primarie, i distretti, i medici di medicina generale, le farmacie e altri presidi sanitari che possono effettuare tranquillamente vaccinazioni, tamponi e terapie domiciliari”.

Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, replicando al commissario Covid per l’area metropolitana di Palermo, Renato Costa.

“Mi sembra davvero eccessivo, e lo dico dopo aver fatto un ulteriore accesso agli atti, tenere ancora in vita l’hub vaccinale della Fiera di Palermo al costo di tre milioni di euro al mese peraltro con aggravio sul bilancio regionale dal 30 giugno 2022 quando è stata dichiarata la fine dello stato di emergenza. Questi stessi professionisti – aggiunge La Rocca Ruvolo – possono offrire la loro competenza e il loro know-how in strutture sanitarie carenti di personale. Quel personale medico e sanitario che nel vivo dell’emergenza pandemica ha lavorato negli ospedali tra grandi difficoltà, con i pazienti Covid, rischiando la vita guadagnando poco e a cui, ancora oggi non viene riconosciuto il bonus di mille euro che per loro si era pensato”.

Stava lavotando all’interno del suo magazzino acquistato poco tempo fa e posto al di sotto della sua vetreria di via Gran Priorato quando all’improvviso si è staccata dal tetto una trave con parte del solaio. L’uomo, Michele Di Gerlando di 39 anni di Naro, è stato colpito alla testa. Subito sono scattati  i soccorsi e il Di Gerlando è stato trasportato dapprima all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì; seppur cosciente le condizioni dell’uomo sono apparse subito gravi ed è stat chiesto l’intervento dell’elisoccorso per il trasporto a Caltanissetta.

Giunto in ospedale per Michele Di Gerlando non c’è stato nulla da fare, è spirato subito dopo l’arrivo nel nosocomio

Carmelo è figlio di Pietro Marotta (considerato il “braccio destro” del capomafia di Ribera Carmelo Colletti, ucciso nel 1984), e proprietario insieme alle sorelle di due imprese edili, con cave a Sciacca e Ribera, era stato sottoposto ad indagine per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Maginot” del 2011 con le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e truffa. Assolto dall’accusa di associazione mafiosa, la condanna per lui è arrivata nel luglio del 2015 con sentenza definitiva per aver favorito la latitanza del capo-mafia di Agrigento Giuseppe Falsone.

Per gli inquirenti Marotta avrebbe fatto in modo che Falsone, nel periodo in cui era latitante, figurasse (con documenti falsi) dipendente di una delle sue imprese, la Edilmar, con mansioni di trasportatore. Le Fiamme gialle hanno considerato l’imprenditore socialmente pericoloso, chiedendo e ottenendo il sequestro dei suoi beni. Già in passato il collaboratore di giustizia Calogero Rizzuto aveva indicato Marotta come soggetto “raccomandato” da Giuseppe e Francesco Capizzi, esponenti della famiglia mafiosa di Ribera, affinché non pagasse il pizzo a Sciacca.

I beni, dunque, passano nelle mani dello Stato anche se si tratta di circa la metà di quelli sequestrati ormai sei anni fa dalla Guardia di Finanza. Non verrà invece applicata la sorveglianza speciale nei confronti dell’imprenditore per l’assenza del requisito di attualità della pericolosità sociale.

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Manfredi Coffari, ha condannato ad 1 anno e 4 mesi di reclusione un commerciante di 46 anni di Agrigento, imputato di maltrattamenti e minacce alla moglie. Lei, da tempo in contrasto col marito, ha registrato di nascosto una delle tante aggressioni subite, consegnando la prova agli atti della denuncia. Dalle registrazioni emergono insulti, minacce, poi colpi violenti, forse dei calci o dei pugni, e frasi del tipo: “T’appizzu u cuteddru cca”. L’imputato è difeso dall’avvocato Daniela Posante. Alla donna, parte civile tramite l’avvocato Salvatore Pennica, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno.

Ricorre ancora l’emergenza sovraffollamento al Centro d’accoglienza per migranti a Lampedusa, in contrada Imbriacola, dove al mattino di oggi sono stati contati 1.355 ospiti a fronte di una capienza di 380 posti. In occasione degli ultimi due sbarchi sono approdati 212 migranti. Sulla prima barca hanno viaggiato 63 extracomunitari, fra cui 13 donne e 15 minori, tunisini ed egiziani. Sulla seconda barca sono stati in 149 migranti, fra cui 17 minori, tra egiziani, siriani, bengalesi, palestinesi e pakistani. La Prefettura di Agrigento è impegnata ad organizzare i trasferimenti.

Dopo le polemiche insorte ai primi di novembre, e l’incidente diplomatico tra Italia e Francia in tema di accoglienza dei migranti trasportati dalle navi delle ong, adesso le stesse due navi già coinvolte in tal caso sono a ridosso delle coste siciliane con oltre 500 migranti a bordo e in attesa dell’indicazione di un porto sicuro dove sbarcare. Si tratta della tedesca “Humanity”, e della “Geo Barents”, con bandiera della Norvegia e timone ai francesi di “Medici senza frontiere”. A bordo della “Geo Barents”, in area Sar Maltese, vi sono 249 migranti soccorsi tra il 4 e il 6 dicembre scorsi in tre diverse operazioni. E sulla “Umanity”, innanzi alle coste siracusane, sono 261.

Un incidente lungo la strada statale 417 Catania-Gela, in territorio di Ramacca, ha provocato la morte di una donna di 78 anni, Rosa Piemonte. Il sinistro, al chilometro 43, ha coinvolto quattro mezzi: due furgoni, un camion e un’automobile. Sul posto sono intervenute diverse ambulanze del 118, i Vigili del fuoco, che hanno estratto l’anziana dalle lamiere, la Polizia stradale e gli operatori Anas. Rosa Piemonte è stata seduta sul lato passeggero dell’automobile guidata dalla figlia. Indagini sono in corso per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.