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E’ emerso che è stata la malvagità la causa che ha provocato la morte di una bambina migrante di 4 anni in viaggio verso le coste della Sicilia. Infatti, come raccontato poi da coloro che sono giunti a terra, complessivamente 34 persone, l’equipaggio di un peschereccio tunisino ha assalito la barca dei migranti per rubare il motore della loro barca partita da Sfax, in Tunisia. Ebbene, nel corso delle colluttazioni la piccola è caduta in mare ed è annegata. I migranti sono stati poi soccorsi dalla Guardia Costiera e di Finanza italiane.

Sarebbe di almeno due feriti il bilancio di un incidente stradale che si è verificato poco fa sulla statale 115, in territorio di Licata, in contrada Torre di Gaffe.

Nel tratto compreso tra Licata e Palma di Montechiaro c’è stato uno scontro frontale tra due utilitaria. Una di queste, in seguito all’urto, è finita fuori strada.

Sul posto si sono precipitati i carabinieri, la polizia e gli operatori del 118. A rimanere feriti sarebbero stati i conducenti dei due mezzi che, con l’ambulanza, sono stati trasportati al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Al momento non si conoscono le loro condizioni di salute.

di Dorotea Rizzo

Stamane la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein ha deposto una corona d’alloro davanti alla lapide che, in via Li Muli, a Palermo, ricorda Pio La Torre e il suo autista, Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia 41 anni fa.

Accanto alla Schlein, tra gli altri, c’erano il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo e il segretario provinciale di Palermo, Rosario Filoramo, il sindaco Lagalla, il figlio dell’ex segretario, l’ex ministro Giuseppe Provenzano.

Oggi con il Comune di Palermo – ha detto il vicesindaco nonché parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi – abbiamo ricordato Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia. Da politico molto attento al proprio territorio, di cui era un profondo conoscitore, Pio La Torre ha immaginato di tradurre in legge quello che ancora oggi è un caposaldo della legislazione antimafia: la confisca dei beni ai mafiosi. Le cosche, infatti, più del carcere, più della stessa morte, temono la privazione di tutti i proventi delle loro attività criminali. Aggredirne la roba, dunque, si rivelò la brillante intuizione di un parlamentare preparato. A dimostrazione che la lotta alla mafia non è esclusivo appannaggio della magistratura e delle forze dell’ordine ma deve vedere in prima linea anche la politica”.

Si accinge a compiere un deciso balzo in avanti la gamma delle prestazioni sanitarie erogate in provincia di Agrigento grazie all’attivazione di un nuovo e specifico Servizio di gastroenterologia ed endoscopia digestiva che, secondo quanto recentemente annunciato dal commissario straordinario ASP Mario Zappia, vedrà la luce a breve colmando, di fatto, un vuoto specialistico di cure settoriali sul territorio. Si tratta di un’Unità dipartimentale “inter-ospedaliera” che, pur avendo la sua centralità operativa presso il presidio ospedaliero “Barone Lombardo” di Canicattì, metterà in connessione il nosocomio canicattinese con gli altri presìdi della provincia e, in special modo, con il “San Giacomo D’Altopasso” di Licata per il trattamento chirurgico delle complicanze gastrointestinali. L’idea di uno specifico ed altamente specializzato ambito di cura delle principali patologie dell’apparato digerente capace di “mettere in rete” i servizi dei cinque ospedali agrigentini nasce da un’idea-progetto condivisa fra il commissario Zappia, il direttore sanitario aziendale, Emanuele Cassarà, il direttore del Dipartimento di medicina ASP oltreché dell’ospedale di Canicattì, Giuseppe Augello, ed il professor Vito Di Marco in rappresentanza della Scuola di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’Università di Palermo, della Rete epatologica siciliana “SINTESI” e della Società Italiana di Gastroenterologia. Presso l’Unità saranno impegnati quattro dirigenti medici specialisti che, da subito, potranno avvalersi di una moderna strumentazione per la diagnostica e la terapia endoscopica in sinergia sia con l’Unità di medicina interna che con l’Unità di Radiologia del “Barone Lombardo”. Negli ambulatori potranno essere seguiti i pazienti con malattie infiammatorie dell’intestino, come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, che hanno necessità di cure continue e specifiche come la terapie biologiche che saranno somministrate direttamente in regime di day-service. Previsti anche ambulatori per la diagnosi e la terapia delle epatopatie croniche virali, autoimmuni e metaboliche inseriti nella rete epatologica siciliana recentemente istituita, con decreto, dall’Assessorato della Salute della Regione Sicilia. La gestione della malattie epatiche più gravi, come la cirrosi e i tumori del fegato, avverrà in collaborazione con un board multidisciplinare coordinato dall’Unità complessa di gastroenterologia del Policlinico di Palermo e del quale fa parte anche l’ISMETT di Palermo, centro d’eccellenza per la chirurgia dei tumori del fegato e il trapianto d’organo.

L’attivazione del servizio – commenta il commissario Mario Zappia – è destinata a fornire importanti risposte ai bisogni di cura dei pazienti del comprensorio agrigentino ma anche di quelli provenienti da fuori provincia. L’Unità sarà inclusa nella Rete siciliana delle emergenze endoscopiche che prevede una stretta collaborazione con il servizio del 118 e con la rete di assistenza territoriale e farà parte anche della Rete regionale delle malattie infiammatorie dell’intestino coordinata dal centro dell’Ospedale Cervello di Palermo. Al suo interno si potranno eseguire anche gli esami endoscopici per lo screening del tumore del colon, obiettivo primario della sanità regionale per assicurare prevenzione e diagnosi precoce”.

 

Il nascente servizio di gastroenterologia, dove potranno essere impiegati anche i giovani specializzandi siciliani grazie all’intesa formativa che include le Università di Palermo, Catania e Messina, attesta la crescita del presidio ospedaliero di Canicattì avvenuta negli ultimi anni e, più in generale, è destinato a certificare l’efficacia di un approccio integrato fra i presìdi ospedalieri della provincia. Il “Barone Lombardo” è già al centro di un importante intervento per il completo ammodernamento di locali e attrezzature del pronto soccorso e, secondo quanto anticipato dal commissario Zappia, andrà incontro anche ad un corposo intervento strutturale per l’isolamento termico ed il rifacimento delle facciate esterne.

Il corpo non è stato recuperato. Il fatto è successo in area Sar italiana. L’imbarcazione è stata poi soccorsa dalla nostra Guardia costiera e dalla Guardia di finanza.
Non c’è tregua nel Mediterraneo dove continuano le traversate, soprattutto dalla Tunisia, e anche i naufragi. La notte scorsa un barchino di 7 metri è affondato in area Sar italiana. Quarantasei migranti, tra cui sette minorenni e 13 donne, sono stati salvati dai militari della Guardia costiera.
Ma ci sarebbero anche tre dispersi, tra cui la mamma di un neonato che invece ce l’ha fatta. I naufraghi, originari di Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Gambia, sono stati sbarcati poco prima di mezzanotte e mezza al molo Favarolo di Lampedusa.
Hanno riferito di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle 21 di venerdì scorso e d’aver pagato 2mila dinari per la traversata.
Gli sbarchi continui portano al sovraffollamento degli hotspot, come quello di contrada Imbriacola dove all’alba c’erano 2.242 ospiti a fronte dei poco meno 400 posti disponibili. È lì che sono stati portati i 299 migranti salvati che erano a bordo di sei diverse imbarcazioni (compresa quella dei 46 naufraghi). Durante la notte e fino all’alba a Lampedusa ieri ci sono stati 12 approdi con un totale di 611 persone. Sui barchini agganciati durante la notte c’erano gruppi di 48 persone (3 donne e 2 minori), 46 (13 donne e 7 minori) di cui appunto risultano tre dispersi, 42 (10 donne e 8 minori), 45 (6 donne e 2 minori), 36 (9 donne e 3 minori) e 82 (8 donne). I primi cinque natanti sono partiti da Sfax in Tunisia, mentre l’ultimo da Sabratah in Libia. L’hotspot che li ospita resta sovraffollato nonostante che negli ultimi giorni, con traghetti di linea, navi e aerei militari, vengano quotidianamente trasferiti un migliaio di persone.
Intanto la Ocean Viking, allertata da Alarm phone ha effettuato tre soccorsi in meno di 7 ore, in zona Sar maltese.
Le operazioni sono state coordinate dalle autorità marittime italiane. La ong ha soccorso per prime due barche di legno stracariche, una con 59 persone e, meno di tre ore dopo, un’altra con 65 persone. “I naufraghi di entrambe avevano trascorso quattro giorni in mare, in balia degli elementi. Erano esausti e disidratati”, spiegano dall’organizzazione. Il terzo soccorso ha riguardato una barca in vetroresina con 29 persone a bordo che erano in mare da cinque giorni, di cui due senza cibo né acqua. Al termine dei tre interventi di soccorso, sulla nave ci sono complessivamente 168 naufraghi, tra cui 7 donne, 4 bambini e circa 20 minori non accompagnati. Le autorità italiane hanno assegnato alla Ocean Viking il porto di Civitavecchia.
“Tre giorni di navigazione – scrive Sos Mediterranee – Temiamo che altre vite possano essere a rischio nel Mediterraneo mentre navighiamo verso nord”.
Dopo aver sbarcato ieri 75 naufraghi a Napoli, Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, ha lasciato il porto e sta tornando al centro del Mediterráneo , “pronta a riprendere le operazioni di soccorso in mare”.
(ANSA)

Il TAR Sicilia-Palermo, con sentenza pubblicata lo scorso 26 aprile, ha accolto il ricorso presentato da un agrigentino avverso il provvedimento con il quale il Dirigente del Settore V del Comune di Agrigento aveva disposto il divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti prodotti dalla S.C.I.A. presentata per la ristrutturazione di un immobile.

Il Comune di Agrigento, infatti, riteneva che l’intervento edilizio – seppur di ristrutturazione edilizia – prevedrebbe un aumento della volumetria interrata non espressamente previsto dallo strumento urbanistico vigente, mediante la realizzazione di un locale da destinare a garage, non computato nella volumetria, nonché non rispetterebbe i parametri edilizi per la sottozona in cui ricade il manufatto e inoltre la realizzazione del locale garage non computato volumetricamente (ai sensi della L. n. 122 del 1989), sarebbe «prevista soltanto all’interno delle aree urbane».

Avverso il provvedimento veniva così proposto dagli Avvocati Vincenzo Caponnetto e Alessio Americo ricorso dinnanzi al TAR deducendo che il provvedimento del Comune è intervenuto oltre il termine di trenta giorni stabilito dalla L. 241/1990, nonché che lo stesso non sarebbe stato preceduto dal necessario preavviso di rigetto.

Nel merito, inoltre, gli Avvocati Caponnetto e Americo rilevavano che il progetto prevedrebbe (anche) la realizzazione di un volume completamente interrato che ai sensi dell’art. 3 comma 12 del regolamento edilizio non potrebbe ritenersi volume da computare ai fini urbanistici, e la violazione degli artt. 26, 31 e 33 delle norme tecniche di attuazione del Comune di Agrigento. Il richiamo ai limiti edificatori della zona E1 sarebbe infatti inconferente in considerazione che la destinazione (anche) agricola del sito di cui trattasi non sarebbe esclusiva ma concorrerebbe tra le altre ammesse; il richiamo alla disciplina della zona agricola sarebbe, del resto, operato per la realizzazione delle necessarie infrastrutture di supporto qualora siano svolte attività silvo-pastorali, agrituristiche, escursionistiche e vii sia un impiego agricolo del suolo.

In particolare, i giudici amministrativi hanno evidenziato che l’affermazione del Comune di Agrigento circa la non configurabilità dell’edificazione quale volume interrato si mostra, oltre che non motivata, sul piano tecnico, anche erronea, risultando presente un vano garage al di sotto della linea naturale del terreno. In altri termini, poiché il garage interrato non è idoneo a sviluppare volumetria computabile ai fini del rispetto dei parametri urbanistici, ove pure vi fosse stata, effettivamente, quota parte dell’edificazione fuori terra, l’eventuale incompatibilità con lo strumento urbanistico vigente avrebbe dovuto essere accertata – ove sussistenti i presupposti – limitatamente a tale porzione del manufatto.

Inoltre, la realizzazione di strutture interrate è estranea – ancor prima che sul versante giuridico, in applicazione di elementari canoni logici – al campo di applicazione della zona G6 la quale, infatti, nella specifica disciplina locale prevede il «Progetto di mitigazione ambientale ed inserimento paesaggistico», chiaramente riferito a tutto ciò che si mostra «fuori terra».

Alla luce delle difese proposte dagli Avvocati Caponnetto e Americo, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso e annullato il provvedimento del Comune di Agrigento.

Il ponte del primo maggio si apre sotto ottimi auspici per il turismo, complice anche le belle giornate, scatta la prima tintarella in riva al mare.
Nelle strutture alberghiere della costa agrigentina si registrano numerose prenotazioni, che interessano non soltanto il capoluogo ma anche le città costiere dell’intero territorio agrigentino. «Registriamo molte prenotazioni – dice il presidente di Federalberghi Agrigento, Francesco Picarella – sono tornati i gruppi di turisti italiani e stranieri. Un ottimo inizio di stagione che vedrà il ritorno, secondo le previsioni di molti stranieri e della tendenza da parte degli italiani di preferire il proprio paese, scrigno di ineguagliabili tesori naturali, storico e culturali. Agrigento Capitale della Cultura Italiana 2025 continua a fare da traino, attirando già da adesso numerosi turisti».
Per il ponte del Primo Maggio conclude Picarella: «l’occupazione nelle strutture alberghiere si aggira intorno al 75/85%, circa il 4/5 % in più rispetto allo stesso periodo del 2019, fase pre Covid». I turisti arrivano da tutte le regioni italiane, mentre le presenze straniere vedono in prevalenza francesci, spagnoli, inglesi e americani .

Il 1° maggio ha il sapore di una ricetta antica. Sui grandi palchi sparsi per l’Italia, si rinnovano gli artisti, i politici e qualche volta anche i preti. Gli “slogan” urlati per l’occasione sono sempre gli stessi: il lavoro che non c’è. Aggiungo che quel poco a volte uccide. Alla fine della giornata il ripetersi dell’atto finale : “scenderemo nelle piazze” Quest’anno ricorrono i 75 anni della nostra Costituzione, nata dalla resistenza e dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo. Quale migliore occasione per “buttare” giù frasi importanti: “vogliamo ottenere riforme capaci di applicare e attuare i valori e i principi della Carta Costituzionale a partire dalla centralità del lavoro,della giustizia sociale e dell’unità del paese”. Andiamo tutti al Sud, simbolo di fame e disoccupazione. Simbolo di povertà mortificante. Simbolo di dispersione scolastica, di povertà educativa. Un Sud da sempre abusato, dilaniato dalla diversità sociale. Un Sud dove le famiglie e i giovani sono abbandonati a se stessi. Un Sud dove i sogni degli adolescenti si fanno sempre più stretti. Un Sud ricordato solo in campagna elettorale. Un Sud dove ancora oggi si distribuiscono sacchetti di pasta e pomodoro in cambio di qualche voto. Un Sud dove il “galletto” mafioso di quartiere diventa l’idolo assoluto dei giovani. Tema caro ai mafiosi. Un Sud dove ancora oggi gli addetti alle mense scolastiche, alle pulizie, centralini e vigilanza sono sfruttati da gare che anno dopo anno impongono sempre nuovi ribassi e tagli, con stipendi da fame grazie a scellerati CCNL sottoscritti da chi li rappresenta ai tavoli istituzionali. Un Sud dove Concetta si sente fortunata a non avere figli. Aggiunge: “comu li campu”. Un Sud che ha donato senza fiatare, braccia e mente al Paese in crisi durante la pandemia. Mi riferisco ai lavoratori della scuola. Un Sud dove ancora oggi incontri la vecchia moto ape del “raccoglitore di cartone” di ferro e alluminio. Un Sud che attende con ansia L’autonomia Differenziata. Un Sud abituato alla “Guerra” quotidiana contro la fame. Un Sud dove si muore dentro ogni giorno. Ai politici, sindacalisti e preti che si affacceranno “sgomitando” dai palchi del 1° maggio sparsi per l’Italia, voglio ricordare le parole di  Giustino Fortunato: “Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio” conclude Aldo Mucci del direttivo nazionale SGB.

Non solo dalla Sicilia e dall’Italia, ma anche dall’estero le richieste di biglietti per assistere alla prossima edizione del carnevale di Sciacca. Proprio ieri, sul sito on line dedicato Ticketzeta.it, sono stati acquistati diversi abbonamenti da Malta e dal Belgio per assistere alle quattro giornate della kermesse. Inoltre è stata confermata la presenza di operatori e carristi dei carnevali di Cento e di Viareggio, da tempo collegati alla storica manifestazione saccense. Inoltre i post sul carnevale delle nostre pagine social ( https://www.facebook.com/profile.php?id=100091832566135 ehttps://instagram.com/carnevalesciacca2023?igshid=YmMyMTA2M2Y=)  sono già stati visti da oltre 100mila persone in Italia e all’estero. Tutto ciò conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che l’evento conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero, raccoglie sempre tanto interesse e per questo in molti vogliono essere presenti.

Intanto altre quattro attività commerciali di Sciacca hanno voluto aderire alla prevendita dei biglietti. Si tratta del Winner Bar – Eurobet Ciancimino di via De Gasperi, 166, della Tabaccheria Baccarella di via dei Cappuccini, 122, della Tabacchi La Fenice Alberto di via Giuseppe Licata201 e della rivendita di Tabacchi Federica Scaduto di corso Vittorio Emanuele 62. Salgono così a 17 i punti vendita fisici di biglietti a Sciacca.