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Agrigentino truffato in Emilia da un tizio fintosi operatore delle poste. Una truffa confezionata ad hoc fatta a discapito di un agrigentino, domiciliato Cavriago, nel Reggiano. Tutto accade quando, il 43enne, risponde ad un finto operatore delle poste. L’uomo, con una serie di raggiri, è riuscito a farsi consegnare le credenziali dell’home banking, sottraendogli subito dopo 600 euro dal conto corrente. Protagonista della vicenda un 35enne abitante in provincia di Napoli, denunciato dai carabinieri della cittadina emiliana con l’accusa di truffa. I militari – cui il 43enne si era rivolto appena accortosi dell’ammanco – sono risalito all’identità dell’uomo grazie al telefono usato per i contatti ed al tracciamento dei movimenti bancari. Al termine degli accertamenti il 35enne è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia per il reato di truffa.

“Prendo atto dell’annullamento dell’ordinanza e ringrazio il Prefetto per il bon ton istituzionale avendomi telefonicamente avvertito in anticipo della sua decisione. Inoltre mi ha anche invitato a un incontro in Prefettura. Rilancio pertanto la collaborazione istituzionale senza alcun problema e domani ci vedremo alle 11. Sia chiaro, la posizione del sindaco e della città non cambia. L’hotspot va chiuso e non sta scritto da nessuna parte che va trovata un’alternativa sempre qui. Per una volta Messina non sia il pisciatoio d’Italia o dell’Europa”. Così afferma il sindaco di Messina, Cateno De Luca, a seguito dell’annullamento da parte del prefetto Librizzi dell’ordinanza sindacale contingibile  e urgente con cui si disponeva la chiusura dell’hotspot nell’ex caserma Gasparro.
“Io devo tutelare l’ordine pubblico e la salute della comunità – conclude il primo cittadino. Ci sono una ventina di migranti in giro, non si sa dove siano ancora e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare tutto. E’ inutile ribadire che abbiamo centinaia di famiglie che vivono nel terrore perché purtroppo i migranti fuggono da questa struttura passando attraverso abitazioni private. Gli abitanti di Bisconte hanno le scatole piene di questa situazione, come le ha il sindaco di Messina”.

I detenuti della Casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento ed il personale di polizia penitenziaria non saranno più costretti a doversi spostare da contrada Petrusa verso il presidio ospedaliero “San Giovanni di Dio” nel caso in cui siano necessarie prestazioni radiologiche. Da questo mese un telecomandato radiodiagnostico, già presente nella struttura ma recentemente aggiornato e potenziato mediante l’acquisto e l’installazione di sistemi digitali di acquisizione, permetterà l’elaborazione e la trasmissione delle immagini direttamente sul sistema di archiviazione (RIS-PACS) del Dipartimento di radiologia dell’ASP di Agrigento per la successiva refertazione. Il servizio sarà garantito dal personale specializzato dell’Unità operativa di radiologia del nosocomio di Agrigento coordinato dal direttore dipartimentale Angelo Trigona. Si tratta di un risultato importante che garantirà agli utenti del carcere l’immediatezza delle prestazioni unita all’azzeramento dei disagi legati al trasferimento, spesso in condizioni di sofferenza fisica, verso l’ospedale. Il direttore generale ASP, Alessandro Mazzara, ed il direttore sanitario, Gaetano Mancuso, hanno sostenuto sin da subito l’iniziativa, permettendo l’upgrade dell’apparecchiatura radiologica e della tecnologica necessaria. Fondamentale, nell’attivazione del servizio, anche l’impegno profuso dal direttore del Distretto sanitario di Agrigento, Giuseppe Amico.

Nottetempo un furto è stato perpetrato a danno di un chiosco balneare, il “Giallonardo Q”, sulla spiaggia di Giallonardo, fra Porto Empedocle e Realmonte. Ignoti hanno letteralmente ridotto a soqquadro l’interno del locale, arraffando di tutto: soldi in cassa, macchina tritaghiaccio, amplificatori e mixer dell’impianto audio, e tante cassette di bevande. Danni e furto ammontano a circa 3mila euro. Indagano i Carabinieri.

Un’Azienda Ospedaliera siciliana, in applicazione della Legge Madia, ha avviato la procedura volta alla stabilizzazione di personale precario dell’area della dirigenza medica.

Da tale procedura risultava esclusa una giovane oculista in quanto priva dei requisiti previsti dalla normativa vigente.

In particolare, la dottoressa è stata esclusa non essendo titolare di un alcun rapporto di lavoro a tempo determinato alle dipendenze della pubblica amministrazione ma potendo, di contro, vantare solo degli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa (c.d. Co.Co.Co.).

L’oculista, pertanto, ha impugnato gli atti della suddetta procedura di stabilizzazione, notificando il ricorso all’Azienda Ospedaliera e a dott. A.L.M., risultato vincitore della procedura.

Il dott. A.L.M., rappresentato e difeso dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha depositato apposita memoria, chiedendo la declaratoria di inammissibilità del ricorso e, in ogni caso, il rigetto dello stesso.

Nello specifico, gli avv.ti Rubino e Impiduglia hanno sostenuto come il ricorso fosse inammissibile per difetto di giurisdizione, chiarendo che le controversie relative alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari alle dipendenze di un’amministrazione pubblica rientrano nella giurisdizione del Giudice Ordinario, non trattandosi di veri e propri concorsi ma di procedure caratterizzate da una mera attività di verifica – da parte della P.A. – del possesso dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento.

A sostegno di tali assunti sono stati citati recenti precedenti del Consiglio di Stato e della Cassazione.

IL TAR Sicilia Palermo, Presidente dott. Calogero Ferlisi, Relatore dott. Sabastiano Zafarana, aderendo alle tesi degli avv.ti Rubino e Impiduglia ha dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione.

Per effetto di tale sentenza, la procedura di stabilizzazione rimane efficace e l’Azienda Ospedaliera potrà procedere alle assunzioni in servizio.

E’ stato scarcerato Enzo Sanzo, arrestato il 4 marzo del 2019 nell’ambito dell’inchiesta nell’Agrigentino cosiddetta Kerkent. Dopo un anno e 4 mesi, al presunto affiliato al clan di Antonio Massimino è stata restituita la libertà. All’udienza del 9 luglio, il suo difensore ha sostenuto la tesi dell’errore investigativo e, dopo due ore e mezza di arringa, ha articolato l’istanza per la concessione degli arresti domiciliari. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, dottor Pilato, ha ritenuto invece di liberare Enzo Sanzo imponendogli l’obbligo di firma. Sanzo è indagato di associazione a delinquere finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine è stata condotta dagli uomini della Dia capitanati dal dottor Cilona.

Confasi Sicilia a fianco dei tanti precari siciliani della scuola. Il Presidente di Confasi, Davide Lercara, afferma: “E’ in atto da parte del Ministero dell’Istruzione la sostituzione sistematica dell’attuale classe docente non stabilizzata, che, invece di essere valorizzata per l’esperienza maturata e per i sacrifici fatti sul campo dalle tante migliaia di insegnanti precari, continua a non procedere in direzione della loro definitiva stabilizzazione. I nostri insegnanti non meritano il disprezzo da parte del Ministero, e pertanto Confasi agirà in ogni sede per tutelare e difendere il posto di lavoro di chi ha fornito la propria professionalità al servizio dei nostri figli durante gli ultimi 20 anni.”

Giudizio abbreviato per i due imputati favaresi accusati di avere tentato di uccidere a colpi di pistola un ristoratore empedoclino in Belgio. La strategia processuale, all’udienza preliminare di questa mattina, è stata formalizzata dai difensori, gli avvocati Salvatore Cusumano e Calogero Lo Giudice. Il 19 ottobre è in programma la requisitoria del pubblico ministero Alessandra Russo, il 23 novembre toccherà alla difesa, tutto dinanzi la Gup del Tribunale di Agrigento Luisa Turco. La vicenda scaturisce dalle rivelazioni del trentaquattrenne favarese Mario Rizzo, aspirante collaboratore di giustizia per qualche mese prima che venisse bocciata, per la scarsa consistenza delle sue rivelazioni, l’ipotesi dell’inserimento nel programma di protezione.
“Mi sono inventato tutto – ha detto in un secondo momento -, a partire dalle accuse contro mio cognato Gerlando Russotto”. Entrambi sono finiti a processo, per l’accusa di tentato omicidio perchè il pm non crede alla ritrattazione di Rizzo. L’agguato al ristoratore Saverio Sacco, di Porto Empedocle, è avvenuto il 28 aprile del 2017 a Grace Hollogne, in Belgio, dove gli indagati e la vittima (parte civile con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Collura) in quel periodo vivevano. Rizzo aveva detto di avere sparato a Saverio Sacco insieme al cognato (arrestato nell’agosto del 2018 su sua “soffiata” dopo il ritrovamento di alcune armi in un sottotetto del suo condominio) e all’empedoclino Salvatore Prestia, cognato di Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino Messina. Prestia è sotto processo in Belgio.

In relazione alle affermazioni attribuite ad alcuni rappresentanti istituzionali circa una presunta insufficienza nei collegamenti aerei, in particolare verso gli aeroporti minori, Alitalia rende noto che l’impatto sul trasporto aereo generato dalla pandemia Covid-19 è ancora rilevantissimo, come previsto anche nel corrente mese di luglio, dove la diminuzione del numero dei passeggeri si attesterà sul -71%, con una minore offerta di posti del -67% rispetto allo stesso mese del 2019. Nonostante questo arretramento della domanda senza precedenti, per il mese di agosto Alitalia ha programmato un ragguardevole incremento delle operazioni rispetto ai due mesi precedenti, contenendo la riduzione dei servizi aerei al -58% rispetto ad agosto 2019.

Alitalia conferma inoltre che per la ripresa dei collegamenti su aeroporti regionali è indispensabile che la Compagnia possa accedere alle stesse condizioni economiche garantite ai vettori stranieri. Alitalia ha trasmesso ai propri organi di controllo evidenze circa la discriminazione economica con la quale viene assistita, circostanza presente nella maggioranza degli aeroporti italiani ed incompatibile con gli interventi di efficientamento in atto. Come è ovvio il rilancio di Alitalia richiede infatti di porre fine in numerosi aeroporti all’asimmetria competitiva esistente con le compagnie straniere che a costi molto inferiori ricevono un servizio del tutto analogo.

Ad Agrigento, mercoledì  22 luglio alle ore 11.00 nel giardino del Ristorante Il MOLO a San Leone, il candidato sindaco di Agrigento alle prossime elezioni Amministrative del 4 e 5 ottobre presenterà alla città la propria candidatura.

“Si tratta – afferma Zambuto – di una proposta di governo della città di Agrigento, frutto della mia esperienza già maturata come sindaco, della tanta passione che ho sempre profuso nel mio impegno di amministratore e del desiderio di spendermi ancora, senza alcuna riserva, a favore dei miei concittadini”.

Il tutto è avvenuto ieri pomeriggio dopo che in mattinata si era diffusa la notizia che Fratelli d’Italia, per ordini supremi, non appoggiava più (dopo averlo inseguito per tanti lunghi mesi) l’ex candidato del Centrosinistra.

Chi siederà accanto a Marco Zambuto, attualmente, non viene comunicato ma secondo le teste presenti ieri nel summit dovrebbero figurare Forza Italia, Udc e Diventerà Bellissima.

A dettarlo il leader del partito della Meloni nonchè dirigente nazionale di Fratelli d’Italia Lillo Pisano, deciso e autorevole. Con ogni probabilità lo stesso Pisano dovrà riportare la calma all’interno di Fratelli d’Italia dove qualcuno che si professa segretario provinciale, tal La Felice, non vuol sentir parlare di abbandonare l’appoggio all’ex sindaco agrigentino Marco Zambuto.

Un sogno, questo, che La Felice accarezza da tanto tempo e che non ne ha mai fatto mai un mistero, tanto che l’8 settembre scorso, spacciandosi questa volta per coordinatore cittadino, aveva dichiarato tra mille contraddizioni: “Fratelli d’Italia alle prossime amministrative ad Agrigento presenterà una propria lista con persone che non hanno militato in altri partiti, perchè il partito della Meloni deve rimettere in piedi gli ideali al centro del dibattito; no, quindi, a trasformismi e cambi di casacca”.

Senza nulla togliere a Marco Zambuto, persona perbene sicuramente, ma La Felice dovrebbe sapere che Zambuto di casacche ne ha già cambiate abbastanza.

Lo stesso La Falice, in quel contesto, continuava con le sue farneticazioni (politiche): “Fratelli d’Italia chiude la porte a Firetto, sindaco uscente, mentre valuta la proposta di Marco Zambuto, al momento (a settembre, ndr) l’unica a non essere vincolata da veti.”

Anche in questo caso, ovviamente, le parole di La Felice sono in perfetto contrasto con la linea del suo stesso partito, il quale, di veti su Zambuto, ne ha messi parecchi.

Davvero un “attento osservatore” della politica…