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Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato ad oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 70.650 (+546 rispetto a ieri), su 66.749 persone: di queste sono risultate positive 3.085 (+30), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.123 (+16), 731 sono guarite (+11) e 231 decedute (+3).

Degli attuali 2.123 positivi, 475 pazienti (-3) sono ricoverati – di cui 35 in terapia intensiva (+2) – mentre 1.648 (+19) sono in isolamento domiciliare.

Due camion frigo che trasportavano mozzarelle e salumi vari sono stati bloccati e sanzionati dalla Polizia stradale nel corso di controlli effettuati sulla strada statale 115.

La multa da mille euro è scattata perchè il frigo che trasportava gli alimenti risultava o spento o con temperature diverse da quelle stabilite dalle normative. Trasportavano mozzarelle, salumi, yogurt e burro con gli impianti refrigeranti spenti. Non erano dunque state rispettate le procedure previste dalla normativa.

Uno dei veicoli era partito da Sommatino ed era diretto nel trapanese per rifornire vari supermercati. A bordo del mezzo è stata riscontrata una temperatura di 15,5 gradi centigradi, ma i prodotti avrebbero dovuto essere trasportati – per un corretto mantenimento ai fini della consumazione – ad una temperatura tra 0 ed i 4 gradi centigradi.

Il secondo furgone era partito, invece, da Ragusa ed era diretto verso supermercati dell’Agrigentino. Anche in questo caso il mezzo è stato trovato con il gruppo refrigerante spento, con una temperatura a bordo di 8 gradi centigradi. Sono intervenuti anche i sanitari dell’Asp per verificare lo stato dei prodotti alimentari.

“L’Anci sta raccogliendo dai sindaci le richieste di chiarimenti sull’ultimo DPCM che provengono da parte della popolazione per farsi portavoce presso il Governo di queste istanze.
Il Governo potrà predisporre delle FAQ sul proprio sito web così da rispondere a ogni singola esigenza rappresentata dai cittadini.
Enorme era l’attesa che tutti avevamo riposto sul decreto della cosiddetta Fase2. Pur considerando tutte le esigenze del momento e la rapidità con cui si è resa necessaria finora l’adozione di misure urgenti e le più efficaci possibili per contenere il contagio, è pur vero che le prescrizioni che entreranno in vigore dal prossimo 4 maggio non tengono conto della drammaticità della situazione economica che stanno subendo regioni che, in piena solidarietà col resto del Paese, hanno rispettato con rigore le restrizioni pur essendo solo marginalmente toccate dal contagio. Occorre maggiore chiarezza su tutte quelle realtà che o non vengono citate o lo sono solo marginalmente. Le città d’arte, i luoghi della cultura e del paesaggio continuano a essere penalizzati dall’assenza di prospettive di ripresa su tutta la programmazione che era in atto per il 2020. Inoltre i genitori hanno bisogno di maggiori certezze sulla cura dei bambini e su come e quando potranno recuperare la libertà di muoversi e di riprendere a giocare con i coetanei. Le famiglie intendono avere notizie sulla possibilità di raggiungere le seconde case sin da maggio. Una serie di dubbi vengono sollevati da alcuni settori produttivi anche sulle modalità e i tempi di attuazione delle norme. Occorrono chiarimenti perché la delicatezza della Fase 2 impone che si evitino improvvisazioni, le quali potrebbero compromettere i sacrifici compiuti da tutti finora. Ed è giusto che i sindaci siano messi nelle condizioni di dare risposte univoche ai cittadini e di offrire loro anche prospettive di graduale ritorno alla normalità”.
Lo dichiara il sindaco di Agrigento Lillo Firetto.

Una levata di scudi: è quella degli operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica. Una sorta di sollevazione dopo il decreto del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con il quale rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona. “Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il coordinatore del comparto  di CNA Sicilia, Francesco Cuccia – ci siamo subito mossi. Nelle prossime ore è stata convocata  una seduta di  Presidenza  Cna Benessere e Sanità, sia  in ambito regionale che nazionale. Faremo il punto della situazione e porteremo sul tavolo le legittime richieste”. “Ma non solo – annunciano i vertici regionali della Confederazione –  chiederemo con forza, attraverso un accorato appello alle Istituzioni Politiche della Regione con in testa il presidente Musumeci, – che la Sicilia, facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da  consentire ad acconciatori e centri estetici,  e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2.  Sarebbe stato opportuno, in questa ottica – sottolineano presidente Nello Battiato  e il segretario Piero Giglione  – fare prevale il buon senso ed investire in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole(distanziamento sociale, capienza massima dei locali, utilizzo di dispositivi di protezione e così via), invece di adottare la linea dura dello slittamento, ignorando che tutto questo si tradurrà in un sonoro “incasso zero” per oltre 3 mesi.  Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione. Rispetto a questo fenomeno, che ha anche una rilevanza sociale in quanto mette a repentaglio la sicurezza pubblica, noi chiediamo – concludono Battiato e Giglione – che le autorità competenti intensifichino i controlli per arginare questa  pratica illegale, che, lo ribadiamo, non è solo una questione di concorrenza sleale”. CNA punta anche l’attenzione sull’attività di toelettatura degli animali, per la quale richiede l’imminente riapertura “tenuto conto della possibilità di lavoro  per appuntamento senza contatto diretto fra le persone, seguendo  percorsi normativi già applicati in altre regioni italiane”.

 

Emergenza coronavirus e iniziative meritevoli di essere menzionate. Ad Agrigento il Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “Politi” possiede un laboratorio di stampa 3D con tre stampanti a filamento di plastica ed una stampante a resina. Da alcuni servizi televisivi, andati in onda sui canali nazionali, si è appreso che le stampanti 3D sono in grado di creare dispositivi emergenziali per ospedali ed enti impegnati in prima linea nella lotta al coronavirus. Ebbene, su impulso del professor Michelangelo Macaluso, in collaborazione con Airfactories.org, che pone in rete i possessori di stampanti 3D e raccoglie le richieste di aiuto degli ospedali e degli operatori sanitari, il Liceo Politi si è occupato della stampa di 60 connettori a Y, indispensabili per connettere due malati allo stesso ventilatore polmonare, richiesti dall’Università di Messina, e poi di 20 visiere per l’ospedale di Sciacca. La preside del Liceo Politi, Santa Ferrantelli, commenta: “In un momento di emergenza come questo, ci sentiamo di dover e voler dare un contributo concreto supportando queste iniziative di solidarietà raccolte in rete. Con l’unione e il sostegno a chi è tutti i giorni in prima linea nella lotta alla pandemia, vinceremo insieme questa battaglia. Un ringraziamento doveroso va alla compianta Dirigente Scolastica Teresa Maria Rita Buscemi che ha creduto in questa tecnologia ed ha approvato la realizzazione del laboratorio di stampa 3D, ai professori Macaluso Michelangelo e Ciraolo Nicolò e alla dirigente Plano Maria Grazia che ne hanno favorito l’utilizzazione in questa circostanza di emergenza nazionale”.

Il giornalista e scrittore agrigentino, Matteo Collura, editorialista de “Il Messaggero” e del “Corriere della Sera”, è intervenuto ieri domenica 26 aprile con un editoriale sul “Messaggero” in riferimento alle polemiche divampate a seguito delle dichiarazioni di Vittorio Feltri sulla “inferiorità dei meridionali”. Il testo integrale:

“Non credo ai complessi d’inferiorità. Credo che in molti casi i meridionali siano inferiori”. Così Vittorio Feltri in una trasmissione televisiva, che non ho visto, ma di cui ormai so tutto perché ho avuto la registrazione. C’era da aspettarsi che l’ineguale distribuzione della pandemia in Italia avrebbe risvegliato sopiti pregiudizi e rancori. Tuttavia, da meridionale quale sono, il giudizio di Feltri non mi ha offeso, anzi mi ha fatto capire meglio. Sì, perché da anni – da siciliano, e dunque meridionale a tutti gli effetti – non faccio che domandarmi perché i miei corregionali siano convinti di essere creature perfette. Altro che inferiori ai lombardi o ai veneti: perfetti! In proposito, il principe di Salina, protagonista del “Gattopardo”, romanzo che certamente Feltri conosce, al suo interlocutore piemontese dice una urticante verità: “La ragione della diversità dev’essere in quel senso di
superiorità che barbaglia in ogni occhio siciliano, che noi stessi chiamiamo fierezza, che in realtà è cecità… Questi sono discorsi che non si possono
fare ai Siciliani: ed io stesso, del resto, se queste cose le avesse detto lei,
me ne sarei avuto a male”. Quel “barbaglio di superiorità” si coglie anche negli occhi dei campani, dei calabresi, dei pugliesi (e anche dei romani); ed è quello che forse ha irritato Feltri. I meridionali sanno benissimo di essere un problema per l’Italia del Nord e per l’Europa, e sanno anche che non è questione di superiorità o
inferiorità, ma dei guasti provocati dalla storia: appena unificata l’Italia, il
Nord si trovò già a Nord, a contatto con l’Europa, mentre il Sud venne lasciato nel suo marginale abbandono. Ancora dal “Gattopardo”: “… tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati, e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove…” Inferiori? Superiori? Non è questo il punto.

Matteo Collura

Nuove opportunità per i progetti dedicati alla tutela della natura. E’ stato pubblicato infatti nella home page del Libero Consorzio Comunale di Agrigento  www.provincia.agrigento.it (news in evidenza) l’avviso pubblico del Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana relativamente all’azione 6.6.1 del PO FERS 2014-2020 “Interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione di rilevanza strategica (aree protette in ambito terrestre e marino, paesaggi tutelati) tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo”. L’azione è finanziata con 16 milioni di euro, per progetti finalizzati alla tutela delle aree ad alto valore naturalistico della rete ecologica siciliana e alla loro valorizzazione con iniziative che favoriscano e migliorino la fruizione, senza alternarne gli equilibri ecologici.

Particolare attenzione è riservata alle “attrattività” della rete ecologica siciliana, come i corridoi ecologici, i geositi, i siti con presenza di piante monumentali di particolare interesse (storico, paesaggistico, botanico) e le aree soggette a tutela paesaggistica e ambientale.

Il termine per la presentazione delle istanze (esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata) al Dipartimento Ambiente è stato prorogato al prossimo 3 giugno 2020.

Gli interessati possono consultare il bando e i relativi allegati al link:

http://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13036

E’ pervenuta in questi giorni la risposta del Ministro della Giustizia all’interrogazione dell’on. Carolina Varchi, con la quale si rappresentavano le problematiche strutturali, di sovraffollamento  e di carenza di personale che affliggono la casa  circondariale “ Di Lorenzo” sita in Agrigento in contrada Petrusa.

Il deputato di Fratelli d’Italia aveva relazionato quanto appreso nel corso della visita effettuata su proposta del portavoce cittadino di FDI Paola Antinoro.

Nel corso della visita l’on. Varchi ha incontrato il personale della polizia penitenziaria, il direttore del carcere e i rappresentanti dei sindacati e visitato gli spazi detentivi.

Preso atto della risposta del Ministro, l’on. Carolina Varchi dichiara: “Soddisfacente la risposta del Ministro alle nostre sollecitazioni sulle carenze strutturali e conseguente sovraffollamento, vigileremo perché vengano attuate al più presto. Preoccupa, invece, la risposta molto evasiva in merito alla cronica carenza di organico dopo i tagli voluti dalla legge Madia. Il Ministro ignora il problema e non dà alcuna certezza in ordine all’implementazione dell’organico in servizio che continuerà a svolgere turni massacranti, con ciò dimostrando poco interesse per le condizioni di lavoro de personale PolPen”.

A tal proposito il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia Paola Antinoro dichiara: “Ringrazio l’on. Varchi per i risultati ottenuti e per aver assicurato la volontà di voler continuare a sostenere,  insieme al coordinamento cittadino di Fratelli D’Italia, le istanze di tutto il personale della casa circondariale Di Lorenzo, della Polizia penitenziaria e dei loro rappresentanti sindacali”

Ad Agrigento si svolgerà domani mattina, martedì 28 aprile, l’autopsia sul cadavere della bambina di un anno, deceduta al Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” giovedì scorso 23 aprile. L’esame autoptico è stato disposto dalla pubblico ministero, Gloria Andreoli, titolare delle indagini coordinate dal procuratore capo Luigi Patronaggio. La bambina è stata ricoverata il 12 aprile nel reparto di Pediatria per febbre e polmonite. E’ risultata negativa al tampone del coronavirus, e dopo una settimana è stata dimessa senza febbre e con tutte le funzioni vitali a regime. Il 23 aprile i genitori l’hanno riaccompagnata in ospedale ancora con febbre molto alta. La piccola è morta nel percorso del pre-triage al Pronto Soccorso. Anche il secondo tampone, post mortem, è risultato negativo.