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Nel 2022, la Dott.ssa Francesca Di Gaudio, originaria di Pollina, responsabile del laboratorio “Centro di qualità regionale”, presentava sull’apposita piattaforma informatica del Ministero della Salute la propria domanda di partecipazione in merito “all’Avviso pubblico per la formazione dell’elenco nazionale di idonei alla nomina di Direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale”.

Successivamente, a fronte della valutazione dei titoli professionali richiesti ai fini della selezione, il Ministero della Salute procedeva alla pubblicazione dell’elenco nazionale dei soggetti ritenuti idonei alla nomina di Direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli Enti del S.S.N.

Ebbene, fra questi figurava la Dott.ssa Di Gaudio, la quale, tuttavia, riportava un punteggio tale da essere inserita nell’ elenco nazionale dei soggetti idonei ai soli fini dell’accesso alle selezioni nelle regioni con popolazione inferiore a 500.000 abitanti, ai sensi dell’art. 1, co. 7 quater, del D.L. 171/2016 e dell’art. 5 dell’Avviso di selezione. Mentre, suo malgrado, la stessa veniva esclusa dell’elenco nazionale relativo alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

Pertanto, in ragione di ciò, la Dott.ssa Di Gaudio decideva di presentare al Ministero della Salute un’apposita istanza di rideterminazione del proprio punteggio, lamentando la mancata valutazione dell’attività di docenza resa in materia di “Governo della Diagnostica di Laboratorio. Parametri di implementazione e governo dei nuovi LEA Parametri di gestione dei flussi C ed M”, espletata presso il CEFPAS di Caltanissetta nel 2021. Nondimeno, il citato Ministero confermava le valutazioni effettuate in precedenza dalla Commissione e, pertanto, rigettava l’istanza.

Avverso il suddetto rifiuto, la Dott.ssa Di Gaudio, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, proponeva ricorso in via cautelare innanzi al Tribunale di Roma, in funzione del Giudice del Lavoro, onde ottenere la correzione del punteggio attribuitole e il consequenziale inserimento nell’elenco di Direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, anche relativamente alla regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

Al fine di opporsi alla predetta azione si costituiva in giudizio anche il Ministero della Salute, il quale asseriva che la docenza svolta dalla Francesca Di Gaudio non era stata valutata dalla Commissione ministeriale, in quanto non attinente alle materie del management e della direzione aziendale e pertanto la stessa non avrebbe potuto auspicare ai due punti aggiuntivi previsti dall’art. 5 della lex specialis.

Nel corso del giudizio, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, evidenziavano, in primo luogo, la palese erroneità della valutazione ministeriale e, all’opposto, dimostravano la fondatezza del diritto della Dott.ssa Di Gaudio ad avere riconosciuti i due punti aggiuntivi previsti dall’Avviso di selezione, i quali avrebbero determinato l’inclusione di questa anche nell’elenco nazionale relativo alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti.

In particolare, sempre gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, rilevavano in giudizio che tale docenza era stata svolta nell’ambito del “corso di formazione manageriale in materia di sanità pubblica di organizzazione e gestione sanitaria per direttori generali di azienda sanitaria” e, per di più, che la stessa era stato resa presso il CEFPAS, ossia presso l’Ente che in via esclusiva si occupa dei corsi di formazione manageriale per i D.G. delle aziende sanitarie nella Regione Siciliana.

Infine, gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, in merito al danno, dimostravano che l’esclusione della Dott.ssa Di Gaudio dal citato elenco avrebbe comportato, conseguentemente, anche l’impossibilità per la stessa di poter accedere alla procedura per il conferimento degli incarichi di D.G. presso le aziende sanitarie della Regione Siciliana.

Ebbene, con ordinanza del 7.05.2023, ritenendo fondate le tesi sostenute dagli Avv.ti Rubino e Impiduglia, il Trib. di Roma in funzione del G.d.L. ha accolto l’istanza cautelare proposta dalla Dott.ssa Di Gaudio e, per l’effetto della stessa, la medesima avrà diritto ad avere attribuiti i due punti aggiuntivi previsti dall’Avviso e ad essere inserita nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di D.G. delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere  e degli enti del S.S.N. anche relativamente alle regioni con popolazione superiore a 500.000 abitanti; per effetto della soccombenza il Ministero della Salute è stato condannato anche al pagamento delle spese giudiziali.

La Dott.ssa Di Gaudio, peraltro, per effetto dell’inserimento nel suddetto elenco nazionale ha pieno titolo a partecipare alle procedure, attualmente in corso, per la nomina dei direttori generali delle Aziende Sanitarie siciliane.

Filippo Romano, 57 anni, originario di Udine, è il nuovo Prefetto di Agrigento.

Ha iniziato la carriera prefettizia nel 2010 e ha ricoperto prestigiosi ruoli quali quello di Commissario straordinario della Città Metropolitana di Messina e vice prefetto di Siracusa. Il nuovo Prefetto ha anche “esperienze” in provincia di Agrigento essendo stato commissario straordinario dei comuni di Canicattì e Racalmuto.

Lascia Agrigento, dopo tre anni, Maria Rita Cocciufa che è stata nominata nuova Prefetto di Reggio Emilia.

Ennesimo morto sul lavoro ed il Presidente Schifani promette di vigilare sul potenziamento degli Ispettorati del Lavoro impegnandosi a portare in Sicilia un contingente dell’Ispettorato Nazionale.
“È corretto, per tamponare un così grave problema, attingere a personale esterno o invece è improrogabile pensare ad una riqualificazione professionale del personale regionale nell’ambito di una nuova organizzazione amministrativa della Regione Siciliana?“: questo è il quesito che pone Confintesa, Federazione Dipendenti Regionali, con una nota al Presidente Schifani.
Lo stato attuale degli Ispettorati del Lavoro, in termini di dipendenti, è il seguente: il personale in servizio, nelle 9 provincie è composto da circa 300 unità. Gli ispettori in tutta la Sicilia sono solo poche decine. Un caso eclatante è l’Ispettorato di Palermo dove, su 31 unità, 25 (ovvero l’80% del personale) appartengono alle cat. A e B, le categorie più basse dei regionali : si tratta di personale, demansionato e con stipendi vicini al RdC, ma spesso in possesso di titoli di studio e professionalità, che lavora spesso in piena autonomia in virtù della decennale esperienza acquisita all’interno degli ispettorati e in molti casi svolgendo mansioni superiori (un paradosso proprio dentro questi Uffici). A Palermo sono in servizio solo n°3 ispettori che prevalentemente svolgono attività amministrativa e di contenzioso trasferendo la quasi totalità delle attività ispettive al Nucleo Carabinieri Lavoro.
La mancanza del personale ispettivo è sotto gli occhi di tutti: l’ultimo ingresso risale a decine di anni fa quando con Formispe vennero formati gli istruttori i quali, dopo un periodo di affiancamento, poterono svolgere la mansione di ispettore del lavoro: a dire il vero non tutti continuarono però a svolgere mansioni ispettive e in parte oggi molti degli stessi sono stati collocati in quiescenza.
“Una giusta ricollocazione del personale interno, continua la nota di Confintesa, nelle fasce più elevate consentirebbe, con i titoli posseduti, con l’adeguata formazione e con l’esperienza decennale acquisita proprio negli ispettorati, in poco tempo di risolvere il problema degli Ispettori del Lavoro. Alle porte di un rinnovo contrattuale, atteso da tempo, occuparsi del personale è pertanto una priorità perché la stessa problematica degli Ispettorati è rilevabile nelle Motorizzazioni, negli Uffici del Genio Civile, nei vari Dipartimenti, e così via. Il governo regionale affronti il problema, se necessario con soluzioni legislative urgenti, e porti al tavolo contrattuale una proposta seria di riorganizzazione del personale, che contempli diritto alla carriera e giusto adeguamento economico degli stipendi al costo della vita, soprattutto per le categorie più basse“,

Beni per due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia ad un imprenditore di Gela ritenuto contiguo a Cosa nostra. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta. Lui avrebbe reso a disposizione dell’associazione mafiosa telefoni cellulari e schede telefoniche intestate a incensurati del tutto estranei a contesti criminali con l’obiettivo di eludere le indagini delle forze di polizia. Il sequestro comprende una società, con relativo compendio aziendale di beni, tre quote societarie di partecipazione, immobili e diversi rapporti bancari.

Se ne è andato Gioacchino Lanza Tomasi, musicologo, uomo colto. Un protagonista. Ne ha dato notizia l’ex sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, che lo aveva incontrato più volte in passato quando occupava la poltrona più alta di Palazzo dei Giganti.
Gioacchino Lanza Tomasi era figlio adottivo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
“Nella sua bella casa palermitana – ricorda Firetto – ho avuto occasione di essere suo ospite, ore di lunghissime e instacabili conversazioni. Nel piano nobile con affaccio sul mare, custodiva il celebre Manoscritto. Stare davanti a quelle pagine era una indicibile emozione. Tutti abbiamo letto almeno una volta il Gattopardo che è storia, pensiero e genetica del popolo siciliano”.

Un detenuto di nazionalità russa è deceduto all’ospedale Muscatello di Augusta. La morte sarebbe legata allo sciopero della fame che l’uomo, recluso nel carcere di Augusta, ha attuato per ottenere l’estradizione in Russia. La segreteria provinciale del Sippe, sindacato di Polizia penitenziaria, commenta: “Apprendiamo con rammarico di queste disgrazie che dimostrano come il lavoro del poliziotto penitenziario è unico, delicato e particolare. E come tale deve essere considerato. Purtroppo non sempre è così. Ci troviamo di fronte a una situazione insostenibile. Anche perché abbiamo saputo che nel mese di aprile scorso un altro detenuto originario di Gela che stava facendo lo sciopero della fame è deceduto. Ma non abbiamo avuto altre notizie in merito. E’ una continua emergenza”.

Sabato 13 maggio alle ore 18,00 l’associazione Carpe Diem ospiterà Mari Albanese che presenterà il suo libro (scritto con Angelo Sicilia) dal titolo: “Io, Felicia – conversazioni con la madre di Peppino Impastato” con letture a cura di mentre Luana Rondinelli, Roberta Caly e Giuseppe Di Girolamo. Domenica 28 maggio alla stessa ora sarà la volta del reading teatrale che dà il titolo alla due giorni: presso l’associazione Finestre sul mondo Adriana Parrinello, Giorgia Di Giovanni e Luana Rondinelli daranno la voce rispettivamente a Filippa Di Dia, moglie di Vito Pipitone, sindacalista marsalese ucciso dalla mafia nel 1947;  a Felicia Bartolotta, mamma di Peppino e a Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale.
“Filippa, Felicia e Francesca: Tri fimmine contro la mafia”. È questo il titolo della due giorni organizzata a Marsala dalle associazioni: Accurateatro, I Musicanti, Carpe Diem, Libera e Finestre sul mondo in collaborazione con la Navarra editore.
“Abbiamo pensato di offrire alla cittadinanza spunti di riflessione a partire da storie vere, testimonianze, anche attraverso il linguaggio del teatro – spiega Luana Rondinelli, ideatrice dell’iniziativa -. Da qui l’idea di partire dalle dirette parole di una donna che ha lottato tutta la vita per la verità e la giustizia: Felicia Bartolotta, mamma di Peppino Impastato”.
Infatti sabato 13 maggio alle ore 18, presso i locali dell’associazione “Carpe Diem”, in via Diaz n.2, si terrà la presentazione del libro: “Io, Felicia – conversazioni con la madre di Peppino Impastato”, di Mari Albanese e Angelo Sicilia. Volume edito dalla Navarra editore.
Interverrà l’autrice Mari Albanese, mentre Luana Rondinelli, Roberta Caly e Giuseppe Di Girolamo leggeranno i passi del libro che riporta vere conversazioni intrattenute dagli autori con la mamma di Peppino. Le letture saranno alternate ad interventi musicali a cura degli artisti del Carpe Diem. A moderare sarà la giornalista Chiara Putaggio.
“Il libro è testimonianza che ferma il tempo – spiega Gregorio Caimi – e per questo ha la capacità di far tornare chi ne fruisce in quella casa di Cinisi in cui una piccola donna apriva la sua porta a giovani di tutto il mondo in nome del suo Peppino, che già prima del suo assassinio prevedeva che la sua missione non sarebbe stata dimenticata, anzi sarebbe cresciuta dopo la sua morte”.
Domenica 28 maggio alle ore 18 sarà la sede dell’associazione “Finestre sul mondo”, in via Sibilla n. 36 ad accogliere il reading dal titolo: “Filippa, Felicia e Francesca: Tri Fimmine contro la mafia” reading teatrale a cura delle attrici: Adriana Parrinello, Giorgia Di Giovanni e Luana Rondinelli. “Si tratta di una commistione inedita di testi in cui a parlare della loro personale esperienza di resistenza alla mafia saranno tre donne: Felicia (Giorgia Di Giovanni), Filippa Di Dia, moglie di Vito Pipitone, sindacalista marsalese ucciso dalla mafia nel 1947 (Adriana Parrinello) e Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale assassinato nel 1955 a cui darà voce Luana Rondinelli.
Gli interventi musicali saranno a cura de I Musicanti di Gregorio Caimi.
“Una sorta di dialogo immaginario – spiegano Chiara Putaggio e Luana Rondinelli – in cui tre donne mostrano la loro battaglia personale, ma soprattutto il loro amore di madri e moglie di uomini che hanno lottato fino alla morte contro la mafia. Una nuova visione del concetto di vittima che va oltre chi muore e diventa invece testimonianza di chi né rimasto e si carica di empatia”. Ad aprire l’incontro sarà Salvatore Inguì, coordinatore provinciale di Libera nonché fondatore dell’associazione Finestre sul mondo, che da circa un anno ospita occasioni di incontro e racconto per storie dei tanti Sud del Mondo.

E’ accaduto che la sala operativa della Questura di Agrigento ha avvisato il Commissariato di Gela di un furto commesso in un’abitazione ad Agrigento e della fuga dei due ladri verso Gela. Gli agenti hanno descritto il mezzo, poi intercettato dai colleghi di Gela all’ingresso della città. Loro non hanno obbedito alla paletta rossa, e sono fuggiti a velocità. Sono stati inseguiti e bloccati. Durante il controllo, uno dei due ha tentato di scappare a piedi lungo la strada statale 115, ma è stato inseguito e acciuffato. Sono stati arrestati. Uno ha 29 e l’altro ha 31 anni. Sono entrambi gravati da pregiudizi di polizia.

A seguito della firma di una convenzione tra l’assessorato regionale alla Sanità e l’Ordine dei Medici di Palermo, diversi medici tirocinanti perfezioneranno la loro formazione negli ospedali agrigentini, interagendo con il personale di reparto ed elevando la quantità e la qualità delle prestazioni erogate. Si tratta di 15 medici già operativi per 28 ore settimanali in 4 giorni: per 6 mesi in medicina interna, 6 nei poliambulatori, 4 in pediatria, 3 in pronto soccorso, 3 mesi in chirurgia e 2 in ginecologia.

La Corte d’Appello del Tribunale per i minorenni di Palermo ha confermato la condanna a 2 anni di reclusione a carico del ragazzo di 17 anni di Caltanissetta imputato di omicidio del consenziente a seguito della morte di Mirko La Mendola, 26 anni, che si è suicidato la sera del 25 agosto del 2021 sulla spiaggia di “Punta Grande” tra Porto Empedocle e Realmonte. Nel capo d’imputazione si legge: “Si tratta di aiuto al suicidio perché, condividendo con Mirko La Mendola, a lui legato da profonda ed intensa amicizia, il programma da lui ideato di porre fine alla propria esistenza a seguito di una cocente delusione per il mancato superamento di un concorso, prestando assistenza morale e materiale nelle fasi preparatorie ed esecutive dell’atto finale, coadiuvando la vittima nel realizzare le ultime volontà in relazione alle persone a cui dire addio, accompagnandola nel luogo prescelto per il suicidio, rimanendo sul posto fino al compimento del gesto estremo e dandogli materiale aiuto nella relativa esecuzione, rafforzava e comunque agevolava l’esecuzione del proposito di suicidio attuato da La Mendola attraverso l’esplosione di un colpo di pistola alla tempia sinistra, in conseguenza del quale riportava gravi lesioni cranio-encefaliche che ne determinavano il decesso”.