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“Si aggiunge un altro importante tassello alla vicenda relativa al destino della Scala dei Turchi: è finalmente arrivata la risposta dell’assessorato alle Autonomie locali ad una mia interpellanza, nella quale si conferma che chi sostiene che quell’area è di un privato mente sapendo di mentire”.
Lo afferma l’on. Michele Catanzaro, parlamentare regionale del PD, promotore di una serie di iniziative pubbliche e parlamentari in difesa di Scala dei Turchi.
“Lo stesso assessorato – aggiunge Catanzaro – nella risposta alla mia interpellanza, sottolinea infatti come il Comune di Realmonte di fatto non abbia riconosciuto la ‘proprietà privata’ dell’area tanto è vero che non ha firmato alcun accordo transattivo né alcun atto sullo sfruttamento economico di Scala dei Turchi e del relativo ‘brand’, in attesa di un giudizio di merito già avviato presso il Tribunale di Agrigento che siamo certi terrà conto di tutte le ragioni che devono portare a garantire la vocazione pubblica di un bene naturalistico che rappresenta anche un’attrazione in grado di valorizzare la Sicilia agli occhi del mondo”. 

“Continuiamo la nostra battaglia per impedire che in Sicilia un privato possa mettere le mani su un’icona come Scala dei Turchi, al solo scopo di trarne una speculazione economica. Riteniamo che quell’area appartenga alla collettività e proprio per questo nei mesi scorsi abbiamo chiesto di tutelarla attraverso l’iscrizione all’elenco dei beni ‘Patrimonio dell’Unesco’. Il governo regionale ha più volte affermato di pensarla allo stesso modo, eppure – conclude Catanzaro – non ha ancora avviato l’iter per l’iscrizione al registro Unesco: ci aspettiamo che lo faccia al più presto”.

Con deliberazione della Giunta Comunale n. 55 del 06.03.2020 è stata approvata la destinazione del 2% dei finanziamenti regionali per la realizzazione di forme di democrazia partecipata, che consente ai cittadini di partecipare direttamente alla vita politica scegliendo gli obiettivi da realizzare.

All’idee-progetto possono partecipare tutti i cittadini residenti nel territorio comunale che abbiano compiuto il 18° anno di età; le associazioni, i consorzi, le ditte e tutti gli organismi di rappresentanza collettiva che abbiano sede legale ed operativa nel territorio comunale.

Non saranno ammessi coloro che ricoprono incarichi: di natura politica sul territorio nazionale, in assemblee o in organi di governo in comuni, province, regioni; consigli di amministrazione di aziende, enti, consorzi o fondazioni a partecipazione pubblica; organi dirigenti di partiti politici, sindacati, associazioni di categoria; associazioni no profit presenti sul territorio nazionale che siano riconducibili a soggetti politici o che svolgono attività con fini politici; dipendenti del Comune.

La presentazione dei progetti va fatta entro e non oltre il prossimo 22 maggio c.a. su apposita scheda da compilare, che potrà essere scaricata dal sito istituzionale del Comune – sezione “Democrazia Partecipata” o ritirata agli uffici comunali competenti di Via Cavallotti – Palazzo Stella. L’istanza potrà essere consegnata all’Ufficio Protocollo del Comune o trasmessa all’indirizzo di posta elettronica – pec.istituzionale@pec.comune.canicatti.ag.it

Alla scheda deve essere allegato documento di identità in corso di validità e, per i soggetti associati, il documento allegato deve essere quello del legale rappresentante. Le idee-progetto devono riguardare:

  1. ambiente, ecologia e sanità
  2. lavori pubblici
  3. sviluppo economico e turismo
  4. spazi ed aree verdi
  5. politiche giovanili
  6. attività sociali scolastiche ed educative, culturali e sportive.

I progetti presentati devono avere un valore economico di € 15.000,00. Le proposte idee/progetto presentati nei termini utili e conformi alle aree tematiche indicate saranno valutate dalla competente Direzione Comunale sulla base dei seguenti criteri: •fattibilità tecnica, economica e giuridica degli interventi; •compatibilità rispetto agli atti già approvati dal Comune; •stima dei costi; •stima dei tempi di realizzazione; •priorità stabilite nel DUP; •caratteristica del perseguimento dell’interesse generale; •caratteristica dell’innovazione; . compatibilità con i settori di intervento e con le risorse finanziarie a disposizione. I progetti esclusi devono essere debitamente motivati. I progetti ammessi verranno successivamente sottoposti a votazione da parte della cittadinanza. Il progetto che otterrà il maggior numero di preferenze sarà realizzato direttamente dal Comune. Per eventuali informazioni e chiarimenti consultare la P.O. n. 6 – Servizi Sociali e Culturali presso gli Uffici siti in Via Cavallotti – Palazzo Stella.

Totò Scozzari,gia’ Assessore provinciale e comunale,torna sul tema dell’impianto Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) che dovrebbe essere costruito a Casteltermini nella zona industriale.

“Rimango esterrefatto di come si sta muovendo il governo regionale e la burocrazia sulla nascita di questo impianto che andrà ad incidere comunque nella vita dei cittadini del vallone, in primis i castelterminesi.

Mi sono informato nuovamente su questa opera dal costo di circa 14 milioni di euro e sta superando tutti i passaggi burocratici e politici con la massima scioltezza. Mi stranisce che nessun parlamentare regionale e nazionale o altri soggetti politici,associazioni ambientaliste e sindacali non dicono nulla oltre tutto in piena emergenza coronavirus.

Io ero intervenuto già anni fa sulla vicenda mostrando tutto il mio scetticismo per le finalità di un’opera di cui nessuno ha chiaro i vantaggi,in termini ambientali,di sicurezza,di creazione di posti di lavoro e di migliorie al servizio e ai costi del cittadino.

Non coinvolgere il territorio è pericoloso,per questo chiedo al nuovo Commissario cittadino Dott.Antonino Garofalo, di informarsi e verificare lo stato dell’arte prima della conferenza di servizi che si svolgerà a breve.Voglio ricordare che a Casteltermini il tasso di tumore è esponenziale,voglio ricordare che il sito è in prossimità di una zona Sic,la miniera di Cozzo Disi, voglio ricordare che i lavori di bonifica dell’ex area Montecatini non sono mai partiti dopo vent’anni.

Per questo con i cittadini castelterminesi vogliamo capire prima che sia troppo tardi attraverso il commissario cittadino e il commissario regionale Cocina nette informazioni e spiegazioni sui pro e i contro dell’opera.”

 

Il Tar Palermo, con recentissima sentenza breve, in accoglimento delle difese degli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airo’ ha annullato la sanzione paesaggistica di oltre € 24.300 comminata alla proprietaria di un complesso immobiliare ricadente in zona San Leone di Agrigento.

la sig.ra C.R. è proprietaria di alcuni appartamenti ubicati ad Agrigento, nella frazione di San Leone, oggi zona B vincolata ai sensi del Decreto Gui-Mancini.

In relazione ai suddetti fabbricati, tutti realizzati tra il 1962 ed il 1982 in assenza di titoli edilizi, erano  state presentate domande di condono edilizio,  ai sensi della L. 47/85 e della L.R. 37/85.

La Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento aveva espresso i pareri favorevole per il rilascio delle concessioni in sanatoria, subordinandole al pagamento della sanzione paesaggistica prevista dall’art. 167 del d.lgs. 42/2004.

Il Comune di Agrigento, ritenute complete le pratiche edilizie, ha poi rilasciato regolarmente le concessioni in sanatoria.

Tuttavia a distanza di diversi anni, nel novembre 2017, l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha comminato la sanzione paesaggistica in misura superiore a € 24.300 per il mantenimento delle opere in questione .

A questo punto, la sig.ra C.R. rivolgendosi agli Avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airo’ ha promosso ricorso innanzi al TAR Palermo per chiedere l’annullamento della grave sanzione in questione.

In particolare i difensori dei proprietari dell’immobile, hanno sostenuto,  che la proprietaria dell’immobile non poteva considerarsi l’autrice dell’illecito paesaggistico e dunque non sanzionabile e che, in ogni caso, l’appartamento in questione era stato realizzato prima del 1985 ovvero prima che la  zona B della valle dei Templi di Agrigento di cui al decreto Gui-Mancini del 1968 fosse sottoposta a vincolo paesaggistico.

La domanda cautelare, all’esito di una cognizione sommaria e parziale, tuttavia non era stata accolta.

Nondimeno, gli Avvocati Rubino ed Airo’, al fine di dimostrare la fondatezza del ricorso in tempi celeri ed alla luce dei più recenti pronunciamenti del TAR Palermo, hanno esperito la richiesta di definizione anticipata del giudizio ai sensi dell’art. 71-bis c.p.a.

Si tratta, invero, di uno strumento deflattivo mediante il quale, il Giudice Amministrativo, su istanza, di parte verifica in camera di consiglio la possibilità di definire il giudizio mediante l’adozione di sentenza in forma semplificata.

In esito alla trattazione della specifica camera di consiglio, il TAR Palermo, ritenendo completa l’istruttoria ed ormai alla luce di un orientamento giurisprudenziale consolidato, ha accolto l’istanza ex art. 71-bis c.p.a ed il ricorso promosso dagli Avvocati Rubino e Airo’.

Con sentenza breve, infatti, il TAR Palermo ha accolto il motivo di ricorso che non era stato delibato in sede cautelare, affermando ancora una volta che la zona B della Valle dei Templi di Agrigento, di cui al decreto Gui-Mancini del 1968, fino all’entrata in vigore della l. n. 431 del 1985 c.d. legge Galasso (che ha esteso per legge la tutela paesaggistica a tutti i vincoli archeologici) non era sottoposta alcun vincolo paesaggistico.

Pertanto, alla luce della ricostruzione ed evoluzione storica del quadro vincolistico della Valle dei Templi, non può essere comminata alcuna sanzione paesaggistica per gli immobili realizzati prima dell’entrata in vigore della predetta legge “Galasso”.

Per effetto della predetta pronuncia la sig.ra C.R. non dovrà pagare alcuna ulteriore sanzione o indennità.

L’A.N.F. è un’organizzazione sindacale dell’Avvocatura, su base nazionale, autonoma e indipendente da qualsiasi movimento, partito politico od organizzazione sociale, con esclusione di qualsiasi scopo di lucro, che persegue la finalità della difesa della identità, indipendenza e autonomia dell’Avvocatura e della funzione costituzionale dell’Avvocato, in relazione ai principi sanciti dagli artt. 24 e 111 della Costituzione. Soci fondatori della sezione di Agrigento sono gli Avvocati Giancarlo Noto (Segretario designato e componente della consulta nazionale ANF), Maria Calcara (Vice Segretario Vicario), Marilena Marino (Vice Segretario), Liliana Alletto, Venerando Bellomo, Rossana Castaldo, Daniela Catalano, Katiuscia Duminuco, Maddalena Lattuca, Angelo Marino, Calogero Mazzola, Ignazio Mingari, Domenico Minnella, Adriana Pancamo, Fabio Quattrocchi, Vincenzo Salvago, Terrasi Carla, Luca Vetro, Emilia Vinti (membri del direttivo) e Sonia Sinaguglia, quale delegato stampa e comunicazione.

I soci fondatori, ancor di più in questo particolare momento storico, mossi dall’obiettivo primario di adoperarsi per contribuire a difendere il futuro professionale dell’avvocatura e rafforzare il vigore e il decoro della prestazione intellettuale, auspicano la partecipazione attiva e il coinvolgimento di tutti i Colleghi del Foro al fine di promuovere ogni iniziativa valida e adeguata alle esigenze della categoria e tesa alla tutela del diritto dei cittadini e della collettività alla costante ed equilibrata efficienza del sistema Giustizia, assicurando una proficua e costruttiva interlocuzione e collaborazione con le altre componenti istituzionali e associative dell’Avvocatura e della Magistratura. Per iscrizioni e segnalazioni è operativo l’indirizzo email infoanfag@gmx.com. (S.S.)

Il contratto d’appalto era stato sottoscritto nei mesi scorsi dall’impresa Peloritana Appalti S.r.l. di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), che si era aggiudicata la gara per i lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo sulla Sp 79-A, necessari per il ripristino della normale transitabilità della strada provinciale interrotta a causa di una grossa frana.

Gli interventi progettati dal settore Infrastrutture Stradali prevedono l’adeguamento e il ripristino delle barriere di protezione, la messa in sicurezza delle scarpate con gabbionate metalliche, palificazioni, rifacimento totale e bitumazione dei tratti danneggiati dalle avversità atmosferiche degli scorsi anni, e adeguamento della segnaletica.

La SP 79-A è una essenziale strada di collegamento tra Sciacca e Menfi molto trafficata, specialmente nei mesi estivi, che consente, anche, di raggiungere la parte costiera  dei due comuni attraverso la Sp 49 e la Sp 50.

I lavori consegnati dal direttore dei lavori l’ing. Filippo Napoli inizieranno nei prossimi giorni una volta che saranno completati gli adempimenti da parte dell’impresa aggiudicataria. I lavori dovranno essere effettuati dall’impresa che avrà tempo, entro e non oltre, 365 giorni lavorativi e continui dalla data del verbale di consegna dei lavori. L’importo complessivo del contratto d’appalto è di 427.445,62 euro più Iva.

La SP Sciacca -Menfi sarà, inoltre, oggetto di un più ampio intervento di manutenzione straordinaria che comprende anche altre strade del comparto ovest. Per questi lavori il Libero Consorzio aveva ottenuto un finanziamento dalla Regione Siciliana inserito nell’APQ (Accordo di Programma Quadro) sulla viabilità secondaria, finanziato con oltre 1.600.000,00 euro dai fondi per lo Sviluppo della Sicilia.

IL Dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano, manifesta il proprio dissenso.sulla decisione del Governo di ormeggiare di fronte alle coste agrigentine una nave da utilizzare per la quarantena dei migranti ed afferma: “La scelta del Governo di ancorare nella rada di Porto Empedocle la nave traghetto Moby Zaza, dove far fare la quarantena ai migranti che sbarcano sulle nostre coste, è una scelta inadeguata ed irresponsabile perchè non sufficiente a  far fronte alle migliaia di persone che arriveranno nelle prossime settimane e perchè potrebbe causare un grave danno d’immagine al settore turistico del territorio agrigentino.

Fratelli d’Italia chiede da tempo l’istituzione di un blocco navale, al largo delle coste libiche, che impedisca l’immigrazione illegale di massa ed interrompa la tratta di essere umani da parte degli scafisti, che spesso arrivano incontrollati sulle nostre coste costituendo un potenziale rischio per la salute e la sicurezza dei residenti.

Clamoroso è lo sbarco fantasma di pochi giorni fa a Torre Salsa in cui una parte degli extracomunitari, dileguatisi subito dopo l’approdo, rintracciati e fermati dalle forze dell’ordine, si sono rilevati essere pregiudicati e spacciatori già espulsi dal territorio italiano.

Si è passati, dunque, dai possibili arrivi delle navi da crociera, annunciati dalla Sindaca pentastellata di Porto Empedocle, alla nave dove ospitare i migranti da porre in quarantena.

Il Governo PD-Cinquestelle, tanto prodigo nel trovare risorse da destinare al fenomeno migratorio (il noleggio della Moby Zaza parrebbe costare circa 1.500.000 euro), dovrebbe  pensare ad un cospicuo ristoro economico per tutti gli operatori della filiera turistica che, già in ginocchio per gli effetti della pandemia di coronavirus, potrebbero ricevere da questa decisione il colpo di grazia definitivo”.

“Da tempo chiediamo al comune di Agrigento con lettere e note stampa di rendere “trasparente” la distribuzione dei “buoni alimentari” e di rendere pubblici i criteri adottati rendicontando, così come già fatto da altri sindaci, il contributo del governo nazionale di €444.627,41.

Ad oggi dai dati divulgati dal comune, risulta speso solo 1/3 dello stanziamento, dopo la riapertura del bando, chiuso il giorno 28 u.s. nessuna notizia si è più avuta sul sito istituzionale del comune sulla elargizione dei “buoni alimentari”.

Le famiglie degli agrigentini si rivolgono al nostro movimento per sollecitare la distribuzione di quanto dovuto, ma ancora una volta dobbiamo prendere atto che ad Agrigento il silenzio e la mancata trasparenza in atti ed attività pubbliche, la fa da padrone.

Con la presente nota, inoltre, chiediamo che fine ha fatto il contributo  deliberato dal Governo Regionale, che ha assegnato al Comune di Agrigento un ulteriore contributo di €1.179.120,00(unomilionecentosettantanovemila/00) per l’aiuto alle famiglie disagiate.

La gestione dei buoni alimentari affidata ai sindaci (più o meno sensibili agli interessi diffusi nelle varie realtà sociali da cui hanno avuto i consensi, e quindi al ceto politico di maggioranza) ha suscitato allarme per il rischio di scarsa trasparenza, di discrezionalità più o meno discriminatorie e di aiuto alla prossima campagna elettorale. Ciascun sindaco, infatti,  ha gestito come ha creduto le somme assegnate al suo Comune e i metodi prescelti sono stati i più disparati.

Ad Agrigento si è rasentato il ridicolo con assembramenti creati dalla Macchina organizzativa e Forze di Polizia chiamate a prestare il proprio servizio per mantenere l’ordine pubblico, mortificando di fatto chi doveva ricevere in fila per ore quello che doveva essere un aiuto ma che di fatto ha “mortificato” nella sua integrità umana gli Agrigentini tutti specie chi si è trovato suo malgrado a creare assembramenti non certo per volontà personale, ma solo per l’inadeguatezza della macchina organizzativa”.

L’auspicio del ministro dello sport Spadafora è per una ripartenza dal 18 maggio: le linee guida da rispettare per i siti sportivi in tempo di coronavirus sono comunque pronte e presto dovranno essere validate dal Comitato tecnico scientifico del governo. Il documento ha l’obiettivo di costituire un indirizzo generale utile ad accompagnare la ripresa dello sport, attualmente limitata alla fase degli allenamenti, a seguito del lockdown per l’emergenza Covid-19.

MISURE DI PROTEZIONE E PREVENZIONE utilizzo dei dispositivi di prevenzione del contagio (mascherine chirurgiche, guanti monouso); – pulizia e sanificazione dei luoghi e delle attrezzature; – realizzazione di segnaletica nel centro di entrata e uscita ben evidenziati; – preparazione dei locali con percorsi differenziati; – predisposizione di piani di evacuazione che evitino aggregazione in caso di necessità o urgenza; – divieto di scambio tra operatori e personale comunque presente nel sito di dispositivi (smartphone, tablet) e di attrezzi sportivi.

PRATICHE DI IGIENE lavarsi frequentemente le mani, anche attraverso appositi dispenser di gel disinfettanti; – mantenere la distanza interpersonale minima di 1 metro, preferibilmente 2, in caso di attività metabolica a riposo; – evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti; – disinfettare i propri effetti personali evitando di condividerli (borracce, fazzoletti, attrezzi); – arrivare nel sito già vestiti adeguatamente all’attività che si andrà a svolgere e muniti di buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti; – bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate; – gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati (ben sigillati).

NUOVA ORGANIZZAZIONE valutare la possibilità di riorganizzare il lavoro con l’obiettivo di ridurre il numero di operatori sportivi (ovvero sia chi pratica l’attività sia il personale autorizzato a stare nell’impianto) contemporaneamente presenti; – suddividere gli operatori in gruppi che svolgono la medesima mansione e nei medesimi luoghi; – formazione a distanza del personale; – determinare più dettagliatamente il rischio per area e la possibile dimensione degli spostamenti; – organizzare un sistema di sanificazione ad ogni cambio turno e una costante pulizia degli spazi; – indicare le corrette modalità e i tempi di aerazione dei locali; – esporre procedure informative nel sito, nelle zone di accesso, nei luoghi comuni, nelle zone di attività sportiva, nonché negli spogliatoi e nei servizi igienici; – predisporre un sistema di raccolta dedicato ai rifiuti potenzialmente infetti (come fazzoletti e mascherine).