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Ventotto anni fa l’Italia si è fermata al boato di Capaci.

In quel momento gli italiani hanno avuto la reale percezione che si stava combattendo una vera e propria guerra che vedeva coinvolti la mafia, lo Stato e purtroppo anche chi remava contro lo Stato.

In questo opaco miscuglio di responsabilità e contrapposizioni, la Sicilia da sempre combatteva  e tuttora combatte il malaffare in tutte le sue più becere espressioni.

La Sicilia ha sempre fronteggiato, checchè ne possano dire i benpensanti che vivono in altre latitudini della nazione, con i propri figli una guerra tremenda contro una piovra che a causa di non endemiche condizioni storico e sociali, subisce giornalmente.

Il Sinalp vuole oggi rendere omaggio agli uomini ed alle donne di Sicilia che hanno dato la loro vita per questa terra.

Il Sinalp, in questo giorno emblematico per tutti i siciliani, ringrazia le forze dell’ordine ed i magistrati che ogni giorno combattono una piaga dura, difficile e radicata che deve essere totalmente debellata.

Lo Stato, ma anche la Regione Siciliana con i loro organi di potere hanno l’obbligo di lottare contro il malaffare in tutti i suoi aspetti; hanno l’obbligo di combattere l’evoluzione del “sistema mafioso” che vede oggi aggredire ed appropriarsi dell’apparato burocratico ed amministrativo dando una svolta, forse meno cruenta, ma sicuramente più violenta ed aggressiva verso i cittadini e lo Stato.

Assistere inermi alla distruzione del sistema economico siciliano, linfa vitale per il prevalere della legalità giuridica e principalmente morale, non è tollerabile.

Chi governa ha il difficile compito di non far prevalere la disperazione tra il popolo, perchè questa crea humus fertile per la manovalanza delinquenziale che è il primo gradino della carriera mafiosa.

Oggi per il sindacato è importante tenere alta l’attenzione alle dinamiche disgregative che a causa di svariati fattori tra cui anche l’attuale pandemia, tendono a far prevalere l’anarchia e la violenza sociale.

Per tutto ciò la Direzione Regionale del Sinalp rende omaggio agli eroi che hanno dato la loro vita per difendere il nostro sistema democratico, liberale e sociale contro la più becera  delinquenza.

 

Il Centro Studi Pirandello, con sede in Bivona, è un Ente di formazione professionale che svolge la propria attività sin dal 1999.

All’inizio del 2016, l’Ente avviava la procedura volta ad ottenere l’accreditamento delle sedi, necessario per l’accesso alle procedure di finanziamento delle attività di formazione professionale finanziate dall’Amministrazione regionale.

Tuttavia, per un malfunzionamento della piattaforma informatica presso cui effettuare il caricamento dell’istanza, l’Amministrazione regionale non aveva concesso l’accreditamento in tempo utile per potere consentire all’Ente di accedere alla procedura di erogazione dei finanziamenti di cui al noto Avviso 8/2016.

Pertanto, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, il Centro Studi Pirandello impugnava innanzi al TAR Sicilia, sede di Palermo, il provvedimento con cui l’Amministrazione regionale aveva denegato all’Ente la percezione dei contributi di cui al predetto Avviso 8/2016.

Con ordinanza cautelare il TAR Sicilia aveva accolto l’istanza di sospensione cautelare, con cui erano stati sospesi gli effetti dell’esclusione, e per effetto della quale l’Amministrazione aveva inserito l’ente ricorrente in graduatoria. Tuttavia, con la sentenza di merito il Giudice, seppur a mezzo di un diverso Collegio, aveva definito il processo con un rigetto legato ad un motivo procedurale. Aveva cioè ritenuto che l’Ente avrebbe dovuto impugnare tutte le graduatorie che l’Amministrazione regionale aveva emanato nel corso degli anni a seguito di tutte le impugnative proposte dai tanti Enti che avevano partecipato alla medesima procedura.

Pertanto, il Centro Studi Pirandello, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza ha impugnato la predetta sentenza con ricorso proposto innanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, chiedendo anche la sospensione cautelare della sentenza, e spiegando che l’Ente non aveva alcun onere di impugnare tutte le graduatorie successive, in quanto tali graduatorie, seppur in esecuzione dell’ordine del TAR, avevano sempre incluso il Centro Studi Pirandello tra gli enti finanziati.

Il CGA, con ordinanza del 22 maggio 2020 ha accolto l’istanza cautelare proposta dai legali Rubino e Valenza, per l’effetto disponendo l’ammissione del Centro Studi Pirandello nel novero degli enti finanziati.

Per effetto del predetto provvedimento, dunque, il Centro Studi Pirandello potrà percepire i finanziamenti di cui alla procedura avviata con l’Avviso 8/2016.

I destinatari della misura dellacustodia in carcere sono Calogero Patti (cl.96), Gabriele Lo Grasso (1996), Giuseppe Ienna (1984) Gianluca Catalano (2000), tutti marsalesi.

Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una complessa indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani e condotta dai militari del Comando Stazione Carabinieri di Paceco (TP) unitamente al Nucleo Operativo e Radiomobile, scaturita in seguito ad un sinistro stradale tra un’autovettura ed un motociclo sprovvisto di targa, che il conducente abbandonava sul luogo, dileguandosi unitamente al passeggero. Il mezzo risultava essere provento di furto.

Le successive investigazioni venivano esperite mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento, suffragati da costante attività d’intercettazione telefonica ed ambientale, nonché mediante continuo riscontro con atti di polizia giudiziaria e con le denunce di furto sporte dalle vittime nei vari Comandi Stazione della Provincia.

Nel corso delle indagini venivano acquisiti gravi elementi indiziari a carico degli indagati, di cui alcuni già gravati da precedenti penali e di polizia i quali, a seconda del proprio ruolo, provvedevano: a commettere furti di motoveicoli, ad assemblare più pezzi appartenenti a ciclomotori diversi e ad alterare il numero di telaio dei veicoli provento di furto al fine di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa dei mezzi.

Inoltre, si accertavano ben 14 episodi di furto in abitazione, su pubblica via ed all’interno di veicoli in sosta, ed un episodio estorsivo, con la c.d. tecnica del cavallo di ritorno.

Già nel mesi di novembre 2018, l’attività di intercettazione aveva permesso di acquisire importanti elementi di prova relativi alla responsabilità di uno degli indagati, tale Francesco Dardo Francesco, in ordine al reato di tentato omicidio, mediante esplosione di colpi di arma da fuoco,nei confronti di un pregiudicato marsalese, il quale fu tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Marsala, unitamente ad un favoreggiatore.

L’odierno risultato operativo, è frutto di un mirato sforzo che l’Arma dei Carabinieri di Trapani , che va ad inserirsi in un più ampio quadro di servizi e di controlli finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei reati contro la persona e il patrimonio.

Nel corso della videoconferenza – ha detto l’assessore in un comunicato – è stata sottolineata l’importanza e la rilevanza del lavoro condotto dal comitato e dall’assessorato nella fase acuta dell’emergenza Covid-19 e sono state ulteriormente definite le necessità relative all’avvio del percorso, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, che dovrà riportare alla normalità la macchina della sanità siciliana.

Nessun riferimento ufficiale ad uno scontro con il comitato tecnico-scientifico regionale Covid-19 sul nuovo piano sanitario. I membri medici del comitato in realtà avrebbero rimesso il mandato al presidente Nello Musumeci dopo avere appreso che si intendeva proseguire con gli ospedali misti. Poi in serata c’è stato un passo indietro, il comitato ha chiarito che c’è stata una richiesta di chiarimento nel rispetto dei ruoli e delle prerogative al termine di una fase importante e al contestuale avvio di un altro percorso che non era condiviso.

I medici dell’organismo consultivo considerano un errore gli ospedali “misti”. Avevano chiesto di mantenere fino a sei ospedali Covid. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori confronti con l’assessore Razza per definire il graduale percorso di normalizzazione dei reparti, dei presidi, dei centri e degli ambulatori siciliani, tenendo conto dell’andamento epidemiologico. La prossima settimana, nello specifico, sono programmate delle site visit presso le strutture dell’Isola destinate ai pazienti Covid.

Rosalba Cimino, deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, ricorda la figura di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia 28 anni fa a Capaci, insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Dice: «Noi giovani che oggi abbiamo l’onore di sedere in Parlamento lavoriamo seguendo gli insegnamenti di quelli che abbiamo visto da sempre come eroi, uomini abbandonati e isolati che hanno lottato per le loro idee, pur sapendo che sarebbe costato loro il bene più prezioso: la vita. Da siciliana sono ancora più orgogliosa che la nostra terra abbia dato i natali a persone mai dome che hanno saputo mostrare il lato più bello della nostra isola combattendo quello che è il cancro più difficile da estirpare. Io continuo a lavorare seguendo i loro valori e seguendo quelle idee che, finché ci saranno persone pronte a ricordare questi nostri eroi, non moriranno. Le stesse idee continuano a infondersi in tutti i giovani che oggi sin dalla scuola vengono travolti dalla figura del giudice Giovanni Falcone e del giudice Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio del 1992».

Lo scorso anno, nel proprio paese, Grotte, Rosalba Cimino, ha donato una stele a Grotte per ricordare i due giudici assassinati dalla mafia: «Sono orgogliosa di quel gesto, affinché quel sorriso dei due giudici possa essere sempre presente nel mio paese, al fianco dei cittadini che ogni giorno dicono “no” alla mafia, in tutte le sue forme».

In occasione del XVIII Anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, si sono svolte al liceo “ V. Linares” attività didattiche a distanza per raccontare la legalità al tempo del Coronavirus.

Una iniziativa fortemente voluta dalla Dirigente Scolastica Rosetta Greco per tenere viva la memoria di tutte le vittime di Cosa Nostra e rendere omaggio a Francesca Morvillo, coraggiosa donna magistrato alla quale è stata di recente intitolata la sede dell’istituto sita in Piazza Gondar.

Nell’ambito delle commemorazioni del 23 maggio si sarebbe dovuta tenere, infatti, la cerimonia di inaugurazione del plesso scolastico, ma l’emergenza sanitaria ha bloccato tutto e la grande festa in preparazione da diversi mesi è stata rinviata.

La dirigente scolastica Greco ha dichiarato : “Anche se le lezioni in presenza sono sospese a  causa delle misure per contenere la diffusione del virus Covid-19, studenti e studentesse hanno celebrato attraverso la rete la Giornata nazionale della Legalità che, ogni anno, si pone l’obiettivo di riaffermare l’attualità dell’impegno nella lotta alla mafia e a ogni forma di criminalità organizzata.

Poesie, letture, riflessioni e pensieri personali, immagini, video sono stati condivisi dalle varie classi sulla piattaforma digitale per la didattica da remoto, creando uno spazio di lavoro virtuale dedicato alla legalità e al ricordo di Francesca Morvillo, l’unica donna magistrato assassinata in Italia dalla mafia.

Numerosa è stata anche l’adesione alla campagna sui social della Fondazione Falcone, del Ministero dell’Istruzione e delle pagine FB e Instagram di @Palermochiamaitalia, con l’invio di prodotti multimediali e materiali relativi ai temi della giornata.

Con l’emergenza Coronavirus e l’impoverimento del tessuto socio-economico in molte realtà del nostro Paese, il pericolo di un rafforzamento pervasivo del sistema criminale è sempre più realistico. E proprio in questa giornata così importante, il liceo “V. Linares” ha voluto ribadire l’impegno a diffondere tra le nuove generazioni la cultura della legalità e della cittadinanza attiva, proponendosi come comunità scolastica dove si cresce sul piano umano e culturale, si insegna ai ragazzi che possono scegliere con consapevolezza da che parte stare, si impara il rispetto delle regole e si alimenta la speranza di una società migliore.

Sono molto soddisfatta della qualità degli elaborati realizzati e dell’ottima riuscita dell’evento, pieno di significati e di valori profondi. Ho provato una forte emozione nel vedere appeso al balcone dell’edificio scolastico lo striscione con la scritta “Dov’è Giovanni?”, la frase d’amore pronunciata da Francesca Morvillo,  agonizzante in ospedale dopo l’attentato.

Ringrazio di cuore tutti i docenti perché hanno sapientemente guidato gli alunni a riconoscere il valore civico del sacrificio di Francesca Morvillo, ma anche la figura di una donna straordinaria, dall’estrema umanità, e di un eccellente magistrato che ha coniugato ai profondi sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia”.

Nel pieno della fase II, in molta gente è maturata la convinzione che il Covid-19, non faccia più paura, che il pericolo sia scampato.

Purtroppo così non è. In tutte le strutture delle ASP,  il personale continua a mantenere alta l’attenzione per fronteggiare possibili contagi. Le ASP, come tutti i sistemi sanitari, dispongono di una moltitudine di figure professionali che non hanno mai smesso di lavorare nel periodo pandemico e che anche oggi sono presenti sui posti di lavoro.

Si, perché le ASP, non sono composte soltanto da medici ed infermieri, o tecnici di laboratorio o di radiologia, il cui lavoro è prezioso per la gestione dei pazienti covid. Ci sono, altresì, tante altre figure ,come ad esempio, gli operatori del Dipartimento di Prevenzione, che si sono adoperati affinchè il cibo giungesse  genuino sulle nostre tavole, o come i tecnici del servizio tecnico, che hanno garantito il corretto funzionamento di macchinari ed adibito i locali per ospitare pazienti Covid..

Non va dimenticato, inoltre, il personale amministrativo, che a vario titolo ha consentito il giusto supporto a tutte le attività aziendali. Sono tante insomma, le figure impiegate a tutt’oggi nella lotta al covid.

Però crediamo che il governo se ne stia già dimenticando.

Ci sembrano troppi i “se” ed i “ma” sui criteri di ripartizione del bonus dedicato ai lavoratori, “ a questo si” ed a “quest’altro no”.

La rabbia dei lavoratori si mischia alla delusione. Li abbiamo chiamati Eroi, ma adesso, a costoro, chiediamo la dichiarazione dei redditi, con tanti distinguo. Riteniamo tutto ciò intollerabile, non vogliamo fare demagogia, ma non consentiremo a nessuno di fare sintesi sulla pelle dei lavoratori. Siamo impegnati perché questo bonus, sia ripartito a tutti i lavoratori interessati.

Con nota PEC, inviata al management dell’ASP, circa 15 gg fa, abbiamo chiesto un incontro di concertazione, ma nel frattempo, ci preme informare tutti i lavoratori del comparto, che sul sito aziendale è presente il modulo di richiesta per accedere al premio (100 euro)  di cui all’art.63 D.L.17/03/2020 n.18.

Parte da San Giovanni Gemini un grido di protesta dopo la fantomatica riapertura del 18 Maggio.

Dopo un lento e difficoltoso riavvio, con regole poco chiare e farraginose, con responsabilità dei gestori anche per comportamenti dei clienti fuori dal locale, alcune attività hanno deciso di restare chiuse in forma di plateale protesta sabato 23 Maggio.

La movida di Largo Nazareno, ormai di notevole richiamo per l’intero comprensorio, stasera finisce con l’aperitivo. Alle 20:30 infatti Otra Vida Mixology e altri esercenti chiuderanno i battenti per formalizzare una protesta netta e per evidenziare lo stato di abbandono cui le attività del settore si trovano oggi.

Molte attività sono rimaste chiuse proprio per una situazione paradossale, che vede gli operatori del settore responsabili oltremodo di comportamenti non a loro imputabili.

Sperando nella collaborazione delle autorità competenti e degli enti  preposti in regole chiare e di semplice applicazione, i gestori restano fiduciosi in un incontro costruttivo già da lunedì.

 

 

“Il blocco dei licenziamenti e l’utilizzo massiccio della cassa integrazione non sono serviti a fermare l’emorragia dei posti di lavoro”. Gregory Bongiorno, vicepresidente di Sicindustria, commenta così i dati diffusi dall’Inps, in base ai quali, a marzo sono state presentate in tutta Italia 144.203 domande di disoccupazione con un aumento del 37,2% rispetto a marzo 2019. “Una parte consistente delle persone che ha chiesto il sussidio – afferma Bongiorno – ha perso un posto di lavoro stagionale o a tempo determinato e questo è il frutto del clima di profonda sfiducia e incertezza che regna sovrano tra gli imprenditori. È chiaro che le scelte fatte finora dal governo non hanno dato una prospettiva e non lasciano intravedere alcun piano di rilancio. Si sono susseguite misure tampone e interventi a pioggia, ma l’effetto concreto sul tessuto economico è stato davvero blando. È giunto il momento di ripensare seriamente e in modo concreto alle politiche occupazionali, a partire dalla flessibilità e dalla riduzione del costo del lavoro, così da rendere le imprese più competitive e incentivare l’occupazione”.

Alle ore 01:00 circa di ieri,  personale dipendente dell’U.P.G.S.P. , durante l’espletamento di un posto di controllo predisposto nel centro cittadino, intimava l’alt ad un’autovettura di grossa cilindrata, con a bordo due persone, che, considerate le circostanze di tempo aveva destato sospetto.

Il conducente del veicolo, con mossa repentina, incurante dell’invito degli operatori, accelerava la marcia cambiando bruscamente direzione di marcia, con il chiaro intento di eludere il controllo di Polizia.

Gli operatori di Polizia iniziavano l’inseguimento dell’autovettura, azionando i dispositivi acustici e luminosi, mantenendo una distanza tale da non perdere di vista l’autovettura che li precedeva, mantenendo constante contatto radio con la Sala Operativa e le altre volanti in zona.

La guida del conducente, preordinata a far perdere le proprie tracce, risultava spericolata  e non commisurata alle circostanze, considerando che stava attraversando il centro abitato, superava i limite di velocità ed  effettuava manovre azzardate di sorpasso  di alcune autovetture che lo precedevano, rischiando la collisione con altre che sopraggiungevano dalla corsia opposta.

Nella folle corsa nell’approcciare una curva andava a collidere rovinosamente contro il guard rail, nonostante ciò, sebbene il veicolo si fosse fortemente danneggiato, il conducente proseguiva la marcia che arrestava solo dopo essere stato intercettato  da altra pattuglia che gli sbarrava la strada.

Il conducente del veicolo, S.L. ennese classe ’96, presentava i sintomi di un palese stato di alterazione psicofisica, sottoposto  all’alcol test, risultava positivo.  Entrambi venivano sottoposti a perquisizione  ex. art. 4 L. 152/75 che dava esito negativo.

Pertanto S.l. che risultava essere stato già denunciato in altra data  per guida sotto l’influenza dell’alcool, veniva deferito all’A.G. per guida in stato di ebbrezza e per Resistenza a Pubblico Ufficiale, veniva inoltre sanzionato amministrativamente per gli artt. 192 c.1, 100 c.11 e 141 c.8 del CdS e il veicolo, veniva sottoposto a fermo amministrativo.