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Quarantotto migranti si sono gettati in mare lanciandosi dalla Open Arms, la nave della ong spagnola che si trova davanti al porto di Palermo. “A bordo la sofferenza aumenta, degli ospiti e dell’equipaggio”, scrive la ong su Twitter, sottolineando di non avere alcuna “indicazione” dalle autorita’ italiane, che, scrive il fondatore Oscar Camps, “sebbene sia a conoscenza della situazione, ci ha abbandonati”. Altre 75 persone si erano lanciate ieri dalla nave, ed erano state raccolte dalla Guatrdia Costiera italiana.

Prosegue il piano di riaperture degli uffici postali nell’Agrigentino. A partire da lunedì 21 settembre tornano operative tutti i giorni, dal lunedì al sabato, le sedi di Agrigento 10 nella frazione di Villaggio Mosè e, in provincia, di viale della Vittoria a Canicattì, via Generale Caviglia a Porto Empedocle e piazza Umberto I a Comitini. Previsto inoltre il ripristino dell’orario continuato, dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 19.05 e il sabato fino alle 12.35, per l’ufficio postale di Menfi sito in via Alessandro Volta. Anche in questa fase, l’Azienda raccomanda ai cittadini di entrare negli uffici postali avendo cura di indossare i dispositivi di protezione individuale. Per conoscere gli orari degli uffici postali aperti e per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito www.poste.it oppure contattare il numero verde 800 00 33 22.

Il sindaco Francesca Valenti conferma la comunicazione di un nuovo caso di positivo al Covid. Si tratta di un trentenne del quale non si conosce lo stato di salute, se è sintomatico o no. Non si conosce neanche se la positività è frutto di focolai che si sono verificati in città e che hanno fatto innalzare il numero di soggetti contagiati a livelli che ci ricordano il periodo più critico che ha vissuto la città di Sciacca.

La città, con 18 contagiati, è quella più critica rispetto agli altri Comuni agrigentini.

Ed ecco il post del sindaco Francesca Valenti: “Negli ultimi giorni, i casi di positivi al Covid sono aumentati esponenzialmente e non possiamo far finta di niente – ha scritto – . In molti invocano l’adozione, da parte mia, di misure restrittive sulle aperture delle attività per evitare occasioni di assembramento e, quindi, occasioni di contagio. Prima dell’adozione di misure restrittive, che spero non diventino necessarie, dobbiamo tutti capire che il rispetto delle regole è un obbligo per garantire la salute di ciascuno. Sarà anche triste e difficile, ma dobbiamo evitare baci, abbracci, strette di mano e questo anche e soprattutto in contesti familiari e privati (matrimoni, funerali, feste e riunioni). Dobbiamo usare la mascherina sempre. Dobbiamo mantenere – Valenti richiama tutti – una distanza gli uni dagli altri di almeno un metro. Dobbiamo spessissimo lavarci le mani ed usare il disinfettante. Non possiamo rischiare un contagio diffuso. Non possiamo rischiare una nuova chiusura. Non possiamo tornare indietro. Ancora una volta dobbiamo capire che il pericolo è qui ed è serio. Ancora una volta dobbiamo capire che siamo tutti sulla stessa barca e che nessuno si salva da solo”.

Questo il comunicato stampa diramato questa mattina dagli uffici del Centro di Studi Pirandelliani.

“Considerata la situazione di accanita e intollerabile insofferenza verso il Centro, manifestata dai vertici delle istituzioni locali, è con grande dispiacere di tutti i soci che siamo costretti ad annunciare il trasferimento dell’edizione 2020 del Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani, già presentato l’anno scorso e ampiamente programmato per il prossimo dicembre. E tutto ciò a prescindere dalla emergenza Covid 19, a causa della quale si prevederà di realizzarlo eventualmente secondo altre modalità o di posticiparlo.

Il nostro Centro, che non intende rinunciare alla propria missione, in questi anni è stato marginalizzato se non addirittura snobbato, costringendo i soci e il Presidente Stefano Milioto a sforzi sovrumani per assicurare alla Città il mantenimento dell’evento annuale, sintesi di tutte le competenze dedicate allo studio di questo straordinario autore.

A poche settimane dall’apertura dell’Evento però, il Comune e l’Ente Parco, che preferiscono privilegiare altre iniziative, non hanno inteso sostenere l’iniziativa, come avvenuto sporadicamente in passato, negando qualsiasi contributo con il comodo alibi della mancanza di risorse economiche. Siamo costretti, pertanto, a prendere atto che i rappresentanti del nostro territorio, con immotivato autolesionismo, preferiscono privare la nostra città e la nostra collettività di questo patrimonio culturale ed economico piuttosto che rivendicare la irrinunciabilità dell’evento.

Nell’attesa che venga riconosciuto il valore del Centro e del Convegno, all’unanimità l’assemblea dei soci ha deliberato di non allestire più l’evento ad Agrigento, considerata pure l’impossibilità di una programmazione tempestiva, nell’interesse prioritario della diffusione dell’opera pirandelliana e nella preservazione della memoria di questa felice intuizione da parte del Prof. Enzo Lauretta, padre nobile del Centro e appassionato cultore del Premio Nobel agrigentino”.

Nota del Direttore.

Dispiace ancora una volta vedere lasciar andare via una manifestazione internazionale come il Convegno di Studi Pirandelliani, creato dal prof. Enzo Lauretta, e che tantissimo successo ha riscontrato per la città di Agrigento almeno nell’ultimo trentennio. Una manifestazione altamente culturale fra le poche che non chiude in passivo. O meglio, non fa chiudere in passivo un enorme indotto che si viene a creare dovuto alla presenza di migliaia e migliaia di giovani provenienti da tutta Italia. A giovarsi di un evento del genere alberghi, ristoranti, pub e locali notturni da sempre presi d’assalto dagli studenti almeno per tre giorni, senza dimenticare che i convegnisti soggiornano ad Agrigento almeno per quattro notti.

Fermo restando che le misure anti Covid 19 potranno ancora imporre sia soluzioni alternative per la realizzazione degli eventi o addirittura lo spostamento delle date previste.

Nel frattempo, però, appare altresì antipatico assistere alla solita litanìa dettata sia dal Parco Archeologico che dal Comune di Agrigento e che recita testualmente: “Soldi non ce ne sono…”. Eventi del genere non devono e non possono essere trattati in questo modo. 

A questo punto la città di Agrigento, vista la situazione economica del Comune e del Parco, il prossimo mese perderà un altro appuntamento importantissimo che riguarda il premio internazionale istituito dall’Accademia di Studi Mediterranei. Anche questo prestigioso evento non può e non deve mancare in una città come la nostra.

O forse no… 

Lelio Castaldo

 

di Giuseppe Maurizio Piscopo

A trent’anni dalla morte di Rosa Balistreri il Comune di Licata ricorda la “Cantatrice del Sud” con la manifestazione “Una Rosa per Cantare” che si svolgerà dal 18 al 20 settembre presso il Teatro Re Grillo, alle ore 20:30.

Venerdì 18 settembre si rappresenterà “La Vita di Rosa” di Angelo Vecchio con la Compagnia Teatrale “La Svolta”, regia di Santo La Rocca.

Sabato 19 settembre ci sarà il concerto “Semu tutti figli di Rosa” dell’ensemble “Canto e Cuntu” promosso dal Lions Club di Licata, presenta Gloria Incorvaia.

Domenica 20 settembre avrà luogo un articolato “Omaggio a Rosa Balistreri”con la direzione artistica di Antonio Zarcone, che aveva curato una prima edizione di “Una Rosa per cantare” nel 1992  con  il  coordinamento  di  Giovanni  Volpe  e  la  conduzione  di  Raimondo  Moncada. Tra interpretazioni critiche e inedite rievocazioni, sono previsti gli interventi dell’etnomusicologo Giuseppe Giordano, del sociologo Docente della Comunicazione Francesco Pira, del giornalista e operatore culturale Mario Gaziano, dello scrittore e poeta Piero Carbone. Interventi artistici a cura di Cinzia Caminiti, Folk-Singer; Lia Rocco, attrice; Ezio Noto, Musicista; Antonio Zarcone, Folk-Singer. Tutte le iniziative in programma verranno diffuse in diretta streaming sulla pagina Facebook del Comune di Licata.

Verranno osservate le regole anti Covid-19. La manifestazione, nelle intenzioni del Sindaco Dott. Giuseppe Galanti, dell’Assessore allo Sport Turismo e Spettacolo Dott. Decimo Agnello, dall’Assessore alla Cultura Dott.ssa Violetta Callea e del Direttore artistico Antonio Zarcone, non vuole essere un occasionale omaggio celebrativo fine a se stesso ma una tappa operativa per una futura e stabile valorizzazione e promozione dell’artista licatese in riferimento al suo variegato percorso artistico e ai luoghi che l’hanno vista nascere e crescere umanamente e artisticamente.

​Quindi proiettando tutte le iniziative rivolte alla sua valorizzazione in una dimensione mediterranea al fine di creare a Licata un centro di ricerca e promozione della musica e della cultura popolare dei paesi che si affacciano sul mediterraneo. Rosa Balistreri, cantante di Licata proiettata nel mondo, ha saputo dare inimitabile forma musicale ai sentimenti di tutti e la voce a chi non aveva voce per esprimere sogni e rabbie. Rappresenta  non  solo un  modello  artistico  per  i  tanti  che  la  cantano,  la  interpretano e  la reinterpretano, ma anche un modo di essere cantante impegnata rispetto alla complessa e problematica realtà del proprio tempo.

Secondo Dagmar Reichardt, docente di Italianistica dell’Accademy of Culture di Riga: “il contributo di Rosa equivale a una rivoluzione del grido: ci mostra un modo di ribellarsi e di includere nel canone della musica degli anni Sessanta una novità sociale, un elemento straniero dell’Altro e una voce viva e vitale mai sentita prima.” Rosa quando imbracciava la chitarra, con due colpi decisi di corde, esplodeva con il suo canto, si trasformava, le braccia arpeggiavano armoniose e l’antica pergamena della sua faccia si distendeva radiosa diventando una Dea.

Seducente: “Amuri Amuri miu ti vogliu beni, l’occhiuzzi di me figlia su sireni” e un brivido faceva scorrere per la schiena di chi l’ascoltava.

La sua voce era un coltello che si levava contro la miseria, la fame, i soprusi, lo sfruttamento del lavoro, le ingiustizie del Sud.

Per chi non la conosceva l’avrebbero data per una donna dura e cruda, invece Rosa, aveva un carattere mite, dolce, che si piegava sulle sofferenze del prossimo di cui si faceva interprete con la potenza del suo canto.

Giuseppe Maurizio Piscopo

Abbiamo colto più volte in questi mesi la grande sensibilità del sindaco che abbiamo incontrato  in dibattiti pubblici ma anche in incontri privati. Ci ha dimostrato più di altri grande sensibilità sulle diverse tematiche che noi proponevamo sui social e sulla stampa. Questo per noi ha rappresentato uno stimolo forte a continuare nonostante le critiche di alcuni per le nostre proposte e idee talvolta provocatorie. Ci siamo accorti piacevolmente di essere apprezzati e fortemente attenzionati da altre aree politiche diverse dalla nostra.

Ringraziamo l’On. Carmelo Pullara che oltre a dimostrarci la forte sensibilità nei confronti dell’azione del Comitato Sturzo da me rappresentato, è voluto andare oltre indicando il mio nome come assessore designato della giunta Firetto, a testimonianza della condivisione e delle giuste battaglie che il nostro comitato ha portato avanti in questo ultimo anno. Tanti amici mi sono stati vicini e hanno corroborato l’idea dell’On. Carmelo Pullara facendola diventare una decisione fuori dagli schemi, che supera gli steccati e mette il rilievo il valore delle idee. 

Per noi questa è nuova politica, ringrazio inoltre tutti i candidati e le liste di “Onda” e “Noi” che hanno accolto con simpatia la mia designazione. Salutiamo infine con grande soddisfazione la decisione di IV di appoggiare ufficialmente il sindaco Firetto anche se in questo momento contano i fatti e non gli schieramenti, il fatto chiaro a tutti, pur tra diverse sensibilità, è che Firetto è il migliore candidato e se vince Firetto vince Agrigento. 

Lo dichiara Giorgio Bongiorno del Comitato Sturzo designato assessore nella Giunta Firetto.

Sono convinti di avere superato i giorni necessari relativi al periodo di quarantena ed è per questo che ieri, ancora una volta, si sono verificati disordini nella struttura del Villaggio Mosè – Cannatello – che ospita i migranti.

Non con poca fatica sia gli uomini delle Forze dell’Ordine che il personale medico presente nel centro hanno dovuto dialogare a lungo con i migranti per convincerli che in realtà la loro permanenza dovrà essere ultimata nelle prossime settimane.

Si ricorda che nel centro di Cannatello alcuni ospiti sono risultati positivi al Covid 19.

 

 

 

 

Per consentire alla cittadinanza di donare con generosità il proprio sangue  l’A.D.A.S., effettuerà due raccolte, domenica 20 Settembre saremo ad Aragona davanti la Parrocchia Madonna del Rosario  dalle ore 8.00 alle 12.00 ed a Realmonte sempre alla stessa ora.

A tutti i donatori saranno inviate a cura della stessa associazione le analisi cliniche  effettuate in occasione della donazione.

L’indagine “Ghost rider” su presunti casi di assenteismo all’ospedale di Ribera finsce con sei archiviazioni su 15 soggetti rinviati a giudizio. La vicenda scaturisce dall’omonima inchiesta condotta da Carabinieri e Guardia di finanza che aveva portato ad indagare su 34 tra medici ed infermieri.
Sono stati archiviati Nino Aquilino, già sindaco di Cattolica Eraclea, Francesco Virgadamo, 64 anni; Antonio Scaglione, 58 anni; Lucia Sarullo, 64 anni; Pasquale Piazza e Francesco Baiamonte, 56 anni. A questi si aggiunge il medico Maria Garufo, deceduta lo scorso anno.

“Non sono stati offerti elementi sufficienti a fare emergere la gravità indiziaria in relazione al reato associativo”. Quanto ai singoli reati contestati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio, inoltre, “risalgono ai lontani 2013 e 2016 e tale considerevole lasso di tempo impedisce di individuare un significativo rischio di ripetizione del comportamento criminoso”.
I giudici del tribunale della libertà, un mese esatto dopo il dispositivo, depositano le motivazioni del provvedimento con cui avevano ordinato l’annullamento dell’intera ordinanza cautelare nei confronti dei nove componenti della famiglia Sferrazza, finiti agli arresti domiciliari insieme alla commercialista del gruppo Pelonero, con l’accusa di avere fatto sparire migliaia di euro da un’azienda all’altra attraverso dei fallimenti pilotati sottraendo soldi e mezzi a fornitori ed erario. L’operazione, al termine di un’indagine condotta sul campo dalla Guardia di Finanza, era scattata all’alba del 30 luglio. Agli arresti domiciliari erano finiti Gaetano Sferrazza, 78 anni; i figli Gioachino, 54 anni con la moglie Maria Teresa Cani, 54 anni e i figli Gaetano e Fabiana, 29 e 26 anni; Diego, 51 anni con la moglie Giovanna Lalicata, 51 anni e i figli Clelia e Gaetano, 23 e 28 anni e la commercialista Graziella Falzone, 53 anni. Insieme agli arresti scattò il sequestro delle quattro aziende ancora in attività e dei dieci negozi di articoli per la casa e da regalo che sono rimasti aperti dopo essere stati affidati all’amministrazione giudiziaria.
Il riesame, adesso, ha depositato le motivazioni dei primi due provvedimenti di scarcerazione (i sequestri non sono stati ancora impugnati) relativi alle posizioni di Maria Teresa Cani e Clelia Sferrazza. Il ragionamento dei giudici, che hanno accolto il ricorso dei difensori (la ragazza è difesa dall’avvocato Daniela Posante, la zia dai legali Giovanni Castronovo e Chiara Proietto), è semplice: non esiste alcuna associazione a delinquere.
“Il fatto che siano stati realizzati più delitti di bancarotta nell’ambito dello stesso nucleo familiare – scrive il presidente del collegio Bruno Fasciana – non è sufficiente a fare emergere la stabile partecipazione a un sodalizio. L’intera vicenda – aggiungono – è connotata da aspetti di estemporaneità”. Sulle singole accuse non viene fatta alcuna valutazione circa la sussistenza dei gravi indizi perchè i fatti sono troppo datati per giustificare una misura cautelare e “le altre valutazioni, in questa fase, sono superflue”.