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Il candidato sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, interviene a commento di uno studio della “Fondazione Etica” secondo cui la città di Agrigento è al 106esimo posto fra i 111 capoluoghi di provincia in riferimento alla trasparenza, integrità ed efficienza delle amministrazioni pubbliche, tra gli anni 2017 e 2018.

Miccichè dichiara: “Lascia l’amaro in bocca apprendere che la nostra città risulta al 106esimo posto fra i 111 capoluoghi di provincia anche nello studio sulla trasparenza, integrità ed efficienza delle amministrazioni pubbliche. Una analisi per mappare non solo quanto, ma anche come e per cosa viene speso il denaro dei contribuenti.
Secondo gli studi eseguiti dalla Fondazione Etica, Agrigento ha ottenuto appena 28,1 punti contro i 70 incassati da Prato e Milano, ai primi due posti della classifica. Quello di Agrigento è stato il peggior risultato siciliano, seguito solo da Taranto, Salerno, Caserta, Avellino e Rieti.

Lo studio, che prende come riferimento gli anni 2017 e 2018, si basa sui dati disponibili sulla sezione “amministrazione trasparente” di ogni Comune. Tra le voci prese in considerazione, la spesa per il personale, i servizi garantiti ai cittadini, i tempi di pagamento dei fornitori, la presenza di inchieste su appalti irregolari, l’efficienza degli uffici pubblici e altro. Il Rating Pubblico valuta non le politiche, ma la macchina amministrativa che quelle politiche produce. Sei i parametri: Bilancio, Governance, Gestione del personale, Servizi e rapporto con i cittadini, Appalti e rapporto con i fornitori, Ambiente.

Evidentemente, sia nelle singole voci esaminate che nell’insieme, la macchina amministrativa di Palazzo dei Giganti non funziona come dovrebbe. Non voglio entrare nello specifico, ma ritengo che ancora ora, a livello di bilanci e di trasparenza, alcune cose andrebbero migliorate. Per questo nel mio programma elettorale ho inserito il potenziamento degli uffici comunali con la valorizzazione e l’incentivazione del personale e il completamento dell’informatizzazione dei servizi attivando anche una chat con i cittadini. Immagino una sorta di Self Service del cittadino dove la maggior parte delle richieste e delle risposte possa avvenire per via telematica. Sono loro, infatti, – conclude Miccichè – che hanno il diritto di comunicare con gli uffici e che devono avere risposte ai loro quesiti in tempi accettabili”.

Si è svolta la prima udienza preliminare a carico del minorenne alla guida dello scooter su cui ha viaggiato, come passeggera, Sofia Tedesco, 16 anni, morta il 9 agosto del 2018 in via Chimento, tra Agrigento e Favara, vittima del ribaltamento dello stesso scooter. Il giovanissimo imputato risponde di omicidio stradale. Sarebbe stato alla guida del ciclomotore senza patente e avrebbe mantenuto una condotta di guida imprudente, ad elevata velocità. E’ difeso dall’avvocato Gianluca Sprio. Prossima udienza il 26 novembre, a termine dell’indagine sulla personalità dell’imputato, prevista dal codice per i minorenni.

 L’Assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà si è recato a Racalmuto per visitare i luoghi legati a Leonardo Sciascia, di cui il prossimo anno ricorre il centenario della nascita.

Insieme al Sindaco Vincenzo Maniglia, all’assessore alla Cultura Enzo Sardo, al presidente del Consiglio Comunale, Sergio Pagliaro e alle altre autorità cittadine, ha visitato la “Fondazione Sciascia”, il teatro comunale “Regina Margherita” e Casa Sciascia, la Casa-museo dedicata all’autore delle “Parrocchie di Regalpetra“.

Nella sede della Fondazione Sciascia ha potuto ammirare la mostra fotografica che ritrae lo scrittore insieme alla famiglia e agli amici, l’interessante esposizione dei ritratti dei grandi personaggi, i testi del maestro che sono stati tradotti in 36 lingue del mondo,  le lettere che hanno riguardato la vita culturale di Leonardo Sciascia e le sue relazioni con gli intellettuali della seconda metà del Novecento, nonché la vasta biblioteca che conta circa 26 mila volumi.

È stato un vero piacere – sottolinea l’assessore Samonà – visitare Racalmuto, scrigno di saperi, luogo di riflessione e tempio della cultura, nel nome di una delle più importanti figure del Novecento italiano ed europeo. Sciascia è stato un grande interprete del nostro tempo, mai piegato alle logiche del potere o alle mode culturali, ma sempre libero nel pensiero e nelle sue scelte di vita“.

A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, innanzi alla Corte d’Assise, è proseguita la requisitoria del pubblico ministero, Gabriele Paci, al processo a carico di Matteo Messina Denaro, imputato di essere stato uno dei mandanti della strage di Capaci. Tra l’altro, Gabriele Paci ha affermato che Messina Denaro ha partecipato anche al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. Le sua parole: “Anche Matteo Messina Denaro partecipa alle barbarie cui fu sottoposto il piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito e tenuto prigioniero per tre anni per poi essere ucciso e sciolto nell’acido, autorizzando che il bambino, nel corso della lunga prigionia, resti per tre occasioni ristretto in un immobile vicino Castellammare e in uno vicino Custonaci. Giuseppe Di Matteo, figlio del mafioso Santino, fu sequestrato per tentare di bloccare la collaborazione del padre con la giustizia. Matteo Messina Denaro, oltre a organizzare e deliberare il sequestro, mette a disposizione, nel trapanese, i covi in cui il piccolo Di Matteo viene tenuto segregato”.

“È urgente trovare una soluzione definitiva per garantire l’assistenza igienico personale e alla comunicazione agli studenti disabili, che in Sicilia sono 27.623, e allo stesso tempo scongiurare il rischio licenziamento per 2.000 operatori”. Lo dicono Adriano Rizza e Gaetano Agliozzo, rispettivamente segretari regionali della Flc Cgil e della Fp Cgil Sicilia.
“Da anni – aggiungono – la maggior parte degli studenti disabili subisce una condizione di disagio inaccettabile. Mentre i lavoratori sono costretti a vivere una situazione precaria che svilisce la loro professionalità. Ricordiamo, infatti, che si tratta di personale altamente qualificato, in virtù di un percorso formativo di 900 ore. Personale che andrebbe internalizzato”.
Oggi più di ieri – continuano Rizza e Agliozzo – c’è bisogno di potenziare l’organico sia degli assistenti che degli Ata, al fine di assicurare i servizi di cui gli studenti disabili hanno bisogno per andare a scuola e svolgere tutte le attività didattiche”.
“Nei giorni scorsi – concludono – abbiamo inviato una richiesta di incontro all’assessore Scavone e al direttore generale Suraniti, e per conoscenza al presidente Musumeci, per discutere del problema. Ci auguriamo di ricevere al più presto una risposta e di avviare un tavolo di trattativa”.

Nel primo Festival Internazionale del Folklore virtuale, l’Akragas Folk Dance Group rappresenta la città di Agrigento.

“La situazione difficile nella quale ci siamo ritrovati – dichiara Nino Lauretta, Presidente del Gruppo – non ha risparmiato il mondo del folklore, anche se non ha spento la voglia dei gruppi di tutto il mondo che si sono dati da fare, ciascuno a suo modo. Se da un lato il Covid19 ci ha costretti a rivedere la nostra programmazione, dall’altro ha dato a molti di noi l’opportunità di confrontarsi con i nuovi mezzi che la tecnologia ci ha messo a disposizione. Le capacità di sapersi riorganizzare, aggiunge Fabio Gueli che cura la preparazione artistica del gruppo, possono far sì che si arrivi a dei traguardi nuovi e diversi da quelli raggiunti fino ad ora, come nel caso del primo Festival di Folklore virtuale al quale stiamo partecipando su invito dell’organizzazione.”

Al Festival hanno preso parte: 5 Continenti, 115 Paesi, 3950 Partecipanti, e solo 100 di questi sono passati alla fase finale, mentre i vincitori della competizione saranno 3, proclamati il primo luglio a seguito del risultato di una votazione popolare. Per sostenere la candidatura del Gruppo basta semplicemente inserire una mail e votare al link qui di seguito:

bit.ly/AkragasFolkDanceGroupWorldFolkVision

I Carabinieri della stazione di Menfi hanno arrestato un giovane immigrato dal Gambia, nella piazzola di sosta dell’autobus proveniente da Marsala e con direzione Sciacca. Il ragazzo, di 23 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine, nel corso della perquisizione personale e poi della perquisizione di una scatola di scarpe che ha recato con sé, è stato sorpreso in possesso di 1 chilo e 300 grammi di marijuana, per un valore di mercato di circa 13mila euro. Il gambiano, che ha tentato di coprire l’odore della droga cospargendosi addosso di parecchio profumo, è ristretto nel carcere di Sciacca.

La società Lusaform s.r.l., ente accreditato per lo svolgimento di attività di orientamento e formazione professionale, subiva la revoca dell’accreditamento con provvedimento della Regione Abruzzo.

In particolare la revoca dell’accreditamento veniva giustificata alla luce di alcune asserite irregolarità consistenti nel mancato riscontro della presenza degli allievi in formazione, nella presenza di supposte “gravi irregolarità” nella compilazione dei registri delle lezioni in aula, nonché nel mancato invio della preventiva comunicazione di variazione del progetto.

La società quindi presentava ricorso presso il TAR Abruzzo chiedendo l’annullamento previa sospensione del provvedimento di revoca dell’accreditamento.

Il Tar adito, tuttavia, con ordinanza respingeva l’istanza cautelare presentata dall’Ente.

Pertanto la società abruzzese proponeva appello cautelare innanzi al Consiglio di Stato, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, chiedendo la riforma dell’ordinanza di rigetto adottata dal TAR Abruzzo.

In particolare l’avvocato Rubino ha censurato il provvedimento di revoca dell’accreditamento evidenziando come l’Amministrazione non avrebbe contestato in alcun modo il venir meno della permanenza in capo all’ente dei presupposti dell’accreditamento e rilevando , altresì, la mancanza di proporzionalità del provvedimento adottato, in quanto la revoca avrebbe potuto essere legittimamente adottata solo nel caso del venir meno delle specifiche condizioni e dei requisiti che legittimano la concessione dell’accreditamento.

Si costituiva in giudizio la Regione Abruzzo, rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato, per chiedere il rigetto del ricorso.

Il Consiglio di Stato, presidente Franco Frattini, relatore Cons. Solveig Cogliani ( già presidente di sezione del Tar Palermo) condividendo le tesi difensive dell’Avvocato Rubino, accoglieva l’istanza cautelare proposta e per l’effetto ordinava al TAR Abruzzo di fissare sollecitamente l’udienza di merito di trattazione del ricorso.

Per effetto della superiore ordinanza il Tar Abruzzo dovrà a breve esprimersi definitivamente sulla legittimità del provvedimento di revoca dell’accreditamento, tenendo conto di quanto rilevato dal Consiglio di Stato in ordine ai profili di fondatezza del ricorso in appello con riferimento al dedotto vizio di violazione del principio di proporzionalità.

L’on. Roberto Di Mauro, Vicepresidente vicario dell’Ars, guarda con interesse alle aperture della Lega e nella fattispecie del Commissario Candiani e dell’On. Minardo, sull’apertura del partito ai movimenti territoriali sulla base di un patto federativo.
“Leggo con attenzione la linea aperturista della Lega attraverso le parole di Candiani e Minardo per stipulare patti federativi con movimenti autonomisti e regionali che hanno come background intese politiche che spingono alla crescita della Sicilia e delle autonomie locali, in una logica che vede un partito nazionale la Lega assecondare i legittimi interessi dei territori e dei cittadini attraverso politiche settorializzate che mettono al centro le reali esigenze di ripartenza economica e sociale che abbiano come fine ultimo la crescita del popolo siciliano.
Siamo stati antesignani nel 2006 di un percorso tra la Lega e Movimento per le autonomie che individuava nella fiscalità di vantaggio, nel federalismo fiscale e nella realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina gli obiettivi prioritari per il rilancio del mezzogiorno. Apriremo un confronto sulle politiche migratorie e sugli strumenti idonei a ridurre il divario tra nord e sud. Oggi più che mai attuali dopo gli ultimi avvenimenti del Covid – 19 che non lascia presagire un’immediata ripresa economica per la Sicilia, occorre avviare un confronto per individuare i percorsi più idonei.
Restiamo convinti che l’autonomia, il decentramento amministrativo e fiscale hanno senso se sono appoggiati non solo da forze territoriali ma anche nazionali e la Lega pur essendo un partito nazionale ha avuto nel suo dna fondativo la centralità dei territori e delle comunità locali.
Per questo anche in vista delle prossime amministrative in Sicilia ci possono essere punti di incontro con i movimenti di base – conclude Di Mauro -, territoriali e autonomisti a condizione che l’accordo politico sia dettato da regole condivise e da linee programmatiche frutto di una concretezza politica. Non ci interessano logiche algebriche o di sommatorie elettorali, ma un progetto di sviluppo che inverta la tendenza ultrasecolare post unitaria che ci ha relegato al ruolo di mercato di consumo e di produttori di manodopera.

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, sarà giudicato in abbreviato Raimondo Burgio, 38 anni, di Palma di Montechiaro, reo confesso dell’omicidio del cognato, Ignazio Scopelliti, 45 anni, ucciso il 2 novembre del 2018. Raimondo Burgio ha sparato con una pistola semiautomatica calibro 9, legalmente detenuta, e sarebbe stato da tempo in contrasto con il cognato. Tramite i suoi difensori, gli avvocati Francesco Scopelliti e Giovanni Lo Monaco, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le udienze preliminari l’ammissione al rito alternativo.