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I Carabinieri della Sezione Operativa di Licata hanno arrestato un licatese di 35 anni, imbianchino, sorpreso a spacciare marijuana ad un coetaneo, nel centro storico della città. I due sono stati colti in atteggiamento defilato, intenti a scambiarsi della roba. I Carabinieri si sono avvicinati e hanno bloccato uno dei due che ha tentato di disfarsi di un piccolo involucro contenente marijuana, verosimilmente oggetto della vendita all’altra persona. Nel corso della perquisizione domiciliare a carico dell’imbianchino, dal pensile della cucina, nascosti fra i generi alimentari, sono saltati fuori altri 135 grammi di marijuana. L’uomo è ristretto ai domiciliari e risponderà all’autorità giudiziaria di detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio. La droga avrebbe fruttato all’operaio più di 500 euro.

A Naro, nelle campagne, in contrada Gibbisa, il fuoco ha bruciato circa 10 ettari di terreno coltivati a grano e altri 30 in parte colmi di foraggio. Si tratta di terreni confiscati alla mafia e gestiti dalla cooperativa sociale “Rosario Livatino – Libera Terra”. Una denuncia è stata sporta alla locale stazione dei Carabinieri. Indagini sono in corso al fine di riscontrare l’eventuale dolosità delle fiamme. Ammonta a circa 15mila euro il danno subito dalla cooperativa, che produce cereali e legumi biologici da destinare alla trasformazione e successiva vendita con marchio “Libera Terra”.

“Abbiamo appreso dalla stampa di nuove difficoltà per la Cmc e stavolta di tipo giudiziario che riguardano il tormentato appalto della Caltanissetta-Agrigento. Un quadro che si somma a uno stato dell’arte di ormai insopportabile ritardo nella realizzazione dell’opera per le inadempienze dell’azienda richiede oggi delle risposte risolute. Per tale ragione il Governo Musumeci la prossima settimana convocherà un tavolo tecnico per vagliare ogni necessaria decisione tesa a risolvere una vertenza infinita ed evitare che l’opera rimanga un’incompiuta. Inoltre dobbiamo scongiurare il rischio che la Regione debba restituire all’Europa ben 420 milioni per il mancato completamento dell’opera”.
Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, a seguito delle notizie circa le perquisizioni della Guardia di finanza che hanno interessato la Cmc, azienda impegna nella realizzazione della Ss 640 Caltanissetta-Agrigento.

Da qualche giorno, nel cuore del centro empedoclino, ha riaperto lo storico ristorante “Gambero Rosso”.

Il locale, aperto nel lontano 1945 da una intuizione del capostipite della famiglia Borsellino, Salvatore, il quale in maniera innovativa e garibaldina lanciò dalle nostre parti il progetto del pesce fresco del Mediterraneo alla griglia ottenendo grandi risultati.

Da quel momento l’attività del ristorante è proseguita tanto che Salvatore chiamò a rapporto il proprio figlio, Peppe e il nipote Totò (oggi consigliere comunale ad Agrigento), per condurre in modo familiare l’attività ristorativa conseguendo straordinari successi.

Adesso il passo in avanti con il totale restyling della sala con uno stile moderno, molto ospitale e tanto gradevole. Il locale tra l’altro è stato predisposto seguendo le ultime direttive di sicurezza previste dai Dpcm dopo il Covid 19 con il rigido rispetto per la sicurezza dei clienti.

La peculiarità delle tradizioni non si cambia; ancora oggi, più forte di prima, punta tutto sulla freschezza del prodotto siciliano, grazie anche alla professionalità dei gestori.

Si comincia con gli antipasti, dove spiccano le cruditè di pesce e il soutè di cozze e vongole, oltre i fasolari pesci autoctoni.

Sui primi piatti spiccano sicuramente le pappardelle all’astice e i famosi spaghetti conca d’oro, un mix di mare e montagna, contornato da gambero rosa ricoperto da carpaccio di pesce spada, pistacchio e una spolverata di formaggio; impossibile descriverlo, deve essere gustato!

Non da meno, ovviamente, gli altri piatti messi a disposizione per tutti i gusti e per tutti i palati, anche quelli più esigenti. Uno dei piatti storici, creato proprio da nonno Salvatore, è lo spaghetto alla zingara, che ha fatto la storia della famiglia. Un piatto cosiddetto “povero” ma che di povero non ha nulla: un mix di aromi tipici ed esclusivamente mediterranei che vanno ad insaporire una salsa tutta da scoprire.

I secondi piatti si scelgono in una vetrina appositamente esposta dove con i propri occhi si può osservare la freschezza del pesce. Ed è in quel momento che si sceglie il piatto da mangiare. Griglia accesa e tanto profumo, ma non mancano altre specialità cucinate a forno.

Il locale dispone di tre sale, due all’interno e una all’esterno, in estate ed è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, ad esclusione del martedì.

Non occorre aggiungere altro, bisogna solo andare al Gambero Rosso e….buon appetito!

 

 

Il fatto è accaduto due giorni fa, intorno a mezzogiorno. Dalla parte alta di uno dei palazzi più conosciuti di Agrigento, il palazzo Picarella in via Discesa Mirate, si è staccato un enorme pezzo di cornicione che è andato a sfondare il tetto di una casa sottostante, per fortuna disabitata (nella foto accanto). Di fatto si è sentito come un boato e si è alzato un vero e proprio polverone.

Non si hanno notizie se di questo pericoloso ed increscioso episodio siano stati informati il Comune, i Vigili del Fuoco, i Vigili Urbani o la Protezione Civile.

“Ancora una volta siamo alla ribalta nazionale per fatti negativi! Chi subisce e subirà il danno di tutto questo clamore per la nave che ospita 28 immigrati colpiti da covid 19 sarà Porto Empedocle per non parlare degli imprenditori, i commercianti, le attività commerciali che vedranno andare in fumo quella fievole speranza di poter rilanciare le proprie attività economiche e lavorare in questa già nefasta stagione estiva. Chiedo al sindaco che si faccia portavoce e faccia sentire il grido di allarme di una comunità a chi di dovere, che si impegnino con misure ad hoc per il nostro paese, Porto Empedocle è in ginocchio e in questo momento ha bisogno di chi nelle campagne elettorali ha promesso tanto e mantenuto poco”.

Lo dichiara Il consigliere Comunale del Comune di Porto Empedocle Giuseppe Todaro.

 

 

Missione a Lampedusa per la parlamentare Rosalba Cimino. Insieme con i componenti del comitato Schengen, la deputata del Movimento 5 Stelle, dopo gli incontri a Pozzallo e Agrigento per discutere sul tema dell’accoglienza migranti durante l’emergenza Coronavirus, si è recata a Lampedusa per far visita all’hotspot dell’isola delle Pelagie e per incontrare l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Totò Martello. L’obiettivo è quello di comprendere le problematiche legate all’accoglienza e all’emergenza sanitaria, al fine di redigere un documento per il Governo. «Abbiamo incontrato nell’aula consiliare l’amministrazione e i cittadini riuniti in un comitato spontaneo – spiega Rosalba Cimino – abbiamo discusso delle condizioni dell’hotspot dell’isola per cui alcuni hanno chiesto la chiusura. La nostra intenzione è però di migliorare le condizioni della struttura e garantire la sicurezza, non di chiudere il centro di accoglienza lampedusano». Sull’isola la deputata del Movimento 5 Stelle, componente della commissione Agricoltura e Pesca ha poi ascolta le richieste di alcuni lavoratori, affrontando i problemi della marineria: «Ho anche tranquillizzato i cittadini sul fatto che si sta lavorando per risolvere i problemi legati all’attività di pesca». Nell’attività sull’isola, la parlamentare ha ascoltato anche altre problematiche che danneggiano Lampedusa: «Abbiamo trattato – aggiunge ancora la deputata siciliana – il tema dei barchini dei migranti che arrivano sulle coste lampedusane non rimangano sul molo o nel mare, perché, oltre ad inquinare, danneggiano sempre più spesso le reti dei pescatori e le imbarcazioni con cui questi lavorano. Dopo aver ascoltato le proposte dei cittadini al riguardo, tornerò a Roma per mettermi immediatamente al lavoro». La deputata ha inoltre accolto le richieste del comitato spontaneo dei cittadini che chiede un controllo dell’inquinamento ambientale, secondo alcuni abitanti, causati dai radar navali: «Ho chiesto i dati all’Arpa – conclude Cimino – per avere contezza di quello che accade e riferire così alla cittadinanza».

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento  ha autorizzato la concessione al Parco Archeologico Valle dei Templi in comodato d’uso gratuito di alcuni lotti di terreno in località Caos ad Agrigento. Si tratta di circa novemila metri quadri di alcune particelle di terreno che sono in prossimità del Museo Casa Natale “Luigi Pirandello” che necessitano di interventi per migliorare la fruibilità di un’area dal grande valore culturale e turistico.

Il Parco Archeologico aveva chiesto con una specifica richiesta il trasferimento di queste aree in comodato d’uso per meglio valorizzarle, manifestando la disponibilità ad effettuare i necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Questi interventi non sono attualmente programmabili e realizzabili a causa della mancanza di adeguate risorse finanziarie causate dalla ormai cronica carenza di fondi nel bilancio del Libero Consorzio.

Prossimamente saranno predisposti tutti gli atti di gestione necessari alla concessione in comodato d’uso dei lotti che costituiscono il piazzale antistante il Museo Casa natale “Luigi Pirandello” .

 

Nuovo impegno per l’Ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento nelle ricerche di Giuseppe Fallea, l’anziano di Favara scomparso ormai da oltre un mese e del quale è stata ritrovata l’auto nei pressi del fiume Platani in territorio di Casteltermini. Lo staff coordinato dal funzionario responsabile Marzio Tuttolomondo sta coadiuvando nelle ricerche il Corpo Forestale Regionale, i Carabinieri delle stazioni di Favara e Casteltermini e i Vigili del Fuoco con quattro operatori della Protezione Civiile del Libero Consorzio e sei volontari delle associazioni Giubbe d’Italia di S.Elisabetta e I Grifoni di Favara. A loro si sono aggiunti anche volontari di alcune associazioni locali.

Anche in questo caso le varie squadre di perlustrazione dovranno effettuare la ricerca in un territorio, quello che ricade nel territorio di Casteltermini, a tratti scosceso e difficile da controllare per vastità e copertura boschiva.

 

Nuova sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia che ha accolto, ritenendolo fondato, un ricorso proposto dall’Avv. Gaetano Caponnetto, avverso la oramai nota sanzione amministrativa applicata dal Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana a numerosi proprietari di immobili realizzati senza il necessario titolo abilitativo ad Agrigento.

La prima sezione del TAR Palermo, chiarisce ulteriormente la questione che vede interessati molti agrigentini destinatari di un provvedimento sanzionatorio di natura pecuniaria per danno paesaggistico, il cui pagamento è stato richiesto a seguito della presentazione dell’istanza di sanatoria edilizia su gran parte di immobili realizzati senza titolo abilitativo alla fine degli anni ‘70, inizi anni ‘80.

Accogliendo le tesi difensive dell’Avvocato Gaetano Caponnetto, che ha eccepito l’illegittimità del provvedimento impugnato – fra l’altro – per intervenuta prescrizione quinquennale della sanzione applicata, il TAR Palermo ha statuito il principio secondo il quale “il termine in questione deve ritenersi coincidente con l’atto che fa cessare nel tempo la illiceità del comportamento edilizio osservato e cioè quello della intervenuta concessione edilizia in sanatoria” la quale appunto rimuove ogni ragione di incompatibilità dell’opera con gli assetti urbanistici e territoriali e fa venir meno dunque la permanente illiceità che l’accompagnava dall’atto della sua realizzazione.

Si tratta di un nuovo ulteriore principio, oltre a quelli già dedotti, che comporta l’illegittimità dei provvedimenti sanzionatori emessi dall’Assessorato Beni Culturali della Regione Siciliana per la violazione paesaggistica.