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Mancato rispetto delle misure di contenimento del rischio Covid presso gli uffici del Comune di Licata, la Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna sollecita l’Amministrazione comunale al rispetto dei protocolli sulla sicurezza applicati per i lavoratori.

“La nostra organizzazione sindacale ha riscontrato, anche su sollecitazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, il mancato rispetto da parte di codesto ente delle disposizioni relative alle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – dice una nota firmata dal segretario generale Salvatore Parello e dal coordinatore delle funzioni locali Salvatore Cassaro -. Si chiede pertanto a codesto Ente di voler far pervenire a questa organizzazione sindacale le dovute rassicurazioni in merito alle determinazioni assunte in ordine a quanto sopra esposto, avviando responsabilmente il dovuto confronto con le parti sociali sul protocollo della sicurezza, in particolar modo in considerazione della recrudescenza dei casi di positività al virus”.

La Cisl Fp, inoltre, denuncia un atteggiamento ad oggi poco collaborativo da parte dell’Amministrazione comunale (ai limiti della condotta antisindacale), per la scarsa propensione a rispondere alle sollecitazioni formali inoltrate nel corso di questi mesi, relative alla contrattazione decentrata integrativa e a problematiche complessive riguardanti le condizioni di lavoro dei dipendenti.

“Chiediamo con forza – conclude il segretario Parello – il ripristino di corrette relazioni sindacali, rappresentando sin da adesso che non siamo più disposti a tollerare ulteriori ritardi. In caso contrario, nostro malgrado, saremo costretti a tutelare le ragioni dei lavoratori che rappresentiamo nelle sedi competenti”.

La legge di Bilancio 2020, veicolata nella legge 27 dicembre 2019, n.160 all’art. 1, introduce la riforma della riscossione dei tributi degli enti locali. I Comuni, in particolare, potranno accedere direttamente al conto corrente dei cittadini per il recupero delle imposte non pagate (IMU, TARI ecc). In questo modo entro tre mesi dalla notifica di mancato pagamento, gli enti locali potranno attivare la procedura di riscossione coattiva attraverso raccomandata o pec. La riscossione resta comunque sospesa altri sei mesi così da permettere al cittadino di mettersi in regola prima di precedere al recupero forzato. “La cosa che lascia perplessi – afferma Gaetano Cusimano, responsabile cittadino lavoratori autonomi della Confasi Sicilia – è la disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e lavoratori autonomi: ai primi se morosi viene pignorato 1/5 dello stipendio, al lavoratore autonomo invece viene bloccato il conto corrente con gravissime ripercussioni economiche. In sostanza due pesi e due misure. “Alla luce di quanto evidenziato ci attendiamo– afferma Davide Lercara, Presidente Regionale della Confasi Sicilia- che tale norma possa cambiare equiparando il lavoratore autonomo al dipendente”.

I 13 beni confiscati definitivamente alla mafia che erano stati mantenuti al patrimonio dello Stato sono stati consegnati in Prefettura. Nel palazzo del Governo si è tenuta una riunione dove l’Agenzia del demanio – Direzione regionale Sicilia – ha provveduto alla formale consegna. I beni verranno utilizzati per esigenze istituzionali della Prefettura, del comando provinciale dei carabinieri di Agrigento, della Direzione investigativa antimafia di Agrigento e del comando provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento. I 13 beni sono tutti in via Venezuela e verranno così utilizzati: 6 appartamenti saranno sede distaccata, con archivi, della Prefettura di Agrigento; uno sarà archivio del comando provinciale dei vigili del fuoco e due, al primo piano, saranno sede di distaccamento sempre dei pompieri; fra il piano terra e il primo piano due appartamenti sono stati destinati al tribunale e alla Procura della Repubblica per archivio e deposito; un appartamento alla Direzione investigativa antimafia di Agrigento e un altro al comando provinciale dei carabinieri.

Il Comitato dei genitori dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini, plesso De Cosmi del Villaggio Mosè protesta, con le mamme e i papà che si dichiarano “allibiti al cospetto della inefficienza del Comune nel trovare una soluzione adeguata, a coniugare rispetto delle regole sul Covid e diritto allo studio dei propri figli. Il dirigente scolastico è dallo scorso luglio che chiede al comune i locali dove fare svolgere le lezioni in maniera completa e sicura. Dal Comune però solo silenzio, fino a qualche ora fa, quando palazzo dei giganti pubblica un bando per l’individuazione di locali da destinare allo svolgimento delle lezioni. Visti i ritardi il dirigente e il consiglio d’istituto che si è tenuto il 22 settembre hanno deciso che fino al 10 ottobre, in attesa di una risposta da parte del comune, si faranno i doppi turni. Le prime, le quarte e le quinte la mattina, le seconde e le terze il pomeriggio”. E ancora:”Considerato che la maggior parte delle famiglie hanno uno o più figli nello stesso plesso, tale situazione aggrava notevolmente la gestione familiare mettendo in serie difficoltà intere famiglie e soprattutto i bambini. All’incirca siamo 250 famiglie coinvolte in questo disastro. Per le famiglie con figli disabili la situazione è ancora più difficile in quanto i pomeriggi questi bambini saranno costretti ad interrompere le loro terapie. Se entro il 10 ottobre il comune non trovasse i locali, continueranno i doppi turni invertendo le classi”.
Ma non è tutto: “Ci sono famiglie che hanno i figli sia nel turno della mattina sia nel turno di pomeriggio, quindi impossibilitate a svolgere la normale attività lavorativa considerando che neanche l’orario è pieno ma ridotto. La soluzione del bando trovata dal Comune aggrava la vicenda, complicando con inutile burocrazia. Con una manifestazione d’interesse da parte di proprietari di strutture la faccenda si sarebbe risolta in fretta. Invece l’inizio della scuola per noi e i nostri figli è un dramma. Il Comune non si permetta di usare questa storia per farne merce di scambio per la campagna elettorale”.

L’Ufficio di Presidenza dell’ANCI Sicilia, riunitosi stamattina a Palermo,  sollecita l’Ufficio scolastico regionale ad assicurare la funzionalità delle scuole  comunali e a garantire l’assistenza igienico-personale agli studenti con disabilità.

“Come ribadito dal parere del CGA n. 115 dell’8.05.2020 con il quale è stato definitivamente chiarito che anche in Sicilia la competenza in materia di erogazione del servizio igienico personale in favore degli alunni con disabilità permane in capo allo Stato  – dichiara Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia -non esistono allo stato norme che possano giustificare l’intervento dei comuni nell’assistenza igienico-personale degli studenti con disabilità che frequentano le scuole comunali. Tale materia, infatti, risulta essere di competenza dell’Ufficio scolastico, dei dirigenti scolastici e del personale statale”.

“Per l’assistenza igienico-personale degli studenti diversamente abili che frequentano le scuole di pertinenza degli enti intermedi – continua  il presidente Orlando –  attendiamo le linee-guida da parte della Regione siciliana che definiscano risorse e competenze.

“Riteniamo  che vada  affrontato tempestivamente il delicato tema della salvaguardia dei lavoratori che nel passato si sono occupati di garantire tale servizio – conclude Orlando – e per tale ragione abbiamo già richiesto un confronto urgente con il Ministero dell’istruzione e con la Regione siciliana, nessuno però può  pensare  che possono essere i soli comuni ad affrontare e superare tale situazione”.

Domattina, venerdì, alle ore 10.30 si inaugura l’Isola ecologica di prossimità realizzata in via Sirio, che servirà gli utenti di contrada Ciavolotta-Misita e le case sparse circostanti.

In occasione dell’inaugurazione saranno consegnate le chiavi agli utenti interessati ed immediatamente la nuova struttura entrerà in attività.

Lo comunica l’assessore comunale alla Ecologia Nello Hamel.

E’ pubblicato sul sito internet istituzionale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (sez. “In evidenza”) l’avviso pubblico per la concessione, da parte della Regione Siciliana, di contributi a fondo perduto alle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi. Si tratta di interventi previsti dalla Legge Regionale n. 9 del 12 maggio 2020, che prevede sovvenzioni dirette per assicurare la tenuta del tessuto produttivo colpito dall’epidemia “COVID-19”, in particolare per rendere disponibile la liquidità necessaria a sostenere la riduzione di fatturato durante il lockdown.  La concessione di questi contributi (cosiddetto “Bonus Sicilia”) va inquadrata all’interno della strategia del P.O. FESR 2014-2020. L’ammontare complessivo della dotazione finanziaria è di 125.000.000,00 di euro, di cui oltre 10.800.000,00 euro per le microimprese della provincia di Agrigento.

E’ già possibile, e fino alle ore 23:59 del 4 ottobre 2020, è possibile procedere alla compilazione della istanza collegandosi all’indirizzo:  https://siciliapei.regione.sicilia.it,  mentre dalle ore 9.00 del 5 ottobre 2020 alle ore 23:59 del 9 ottobre 2020 sarà possibile procedere all’invio dell’istanza, che determina l’ordine cronologico di presentazione. Lo sportello sarà chiuso al raggiungimento di un numero di richieste di contributo pari al 120% della dotazione finanziaria.

L’avviso e i relativi allegati al link:

http://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13335

Sempre nella stessa sezione è possibile prendere visione degli avvisi pubblici di bandi non ancora scaduti, nell’ambito dell’azione di informazione portata avanti dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento e rivolta ad imprese ed operatori dei vari settori produttivi sulle possibilità di accesso a contributi e fondi regionali e comunitari.

L’incidente accadde lo scorso 4 settembre e provocò la morte del giovane eritreo Anwar Sied. Il tutto nei pressi del centro di accoglienza di Villa Sicania dal quale l’eritreo aveva cercato di fuggire raggiungendo la strada statale. A pochi metri l’impatto con l’auto guidata da Alfonso Cumella. Per il migrante, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

Ieri il Riesame di Palermo ha riformulato la misura cautelare del Gip del Tribunale di Agrigento, arrestato subito dopo l’incidente dagli agenti presenti nel luogo e posto ai domiciliari. Gli avvocati difensori del Cumella, Troja e La Russa, avevano immediatamente presentato istanza di scarcerazione.

I Giudici del Riesame, Pappalardo, Denaro e Cocilovo, nel riformulare la misura cautelare hanno disposto per Cumella l’obbligo di dimora nel Comune di Realmonte e l’obbligo di rimanere nella propria casa dalle 19,00 alle 06,00 di tutti i giorni.

 

I legali di Cumella, Giacomo La Russa e Luigi Troja hanno subito presentato la richiesta di scarcerazione al Tribunale del Riesame di Palermo sostenendo diverse incongruità a partire dal fatto che il giovane migrante si trovava già per terra e che l’impatto era inevitabile.

A giocare un ruolo non marginale anche il consulente di parte, l’ing. Nicolò Vassallo, che dopo l’analisi dell’automobile coinvolta nell’incidente ha messo in dubbio la ricostruzione dell’accusa.

Anche la stessa accusa ha nominato un consulente che ha già proceduto ai rilievi, l’Ing. Venero Torrisi.

Nella triste vicenda sono subentrati anche i familiari del giovane Eritreo che hanno nominato l’Avv. Leonardo Marino.

I Giudici Antonia Pappalardo, Cristina Denaro e Rocco Cocilovo, della Sezione per il Riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale e dei provvedimenti di sequestro del Tribunale di Palermo, questa mattina hanno riformulato la misura cautelare disponendo l’obbligo di dimora nel Comune di Realmonte per Alfonso Cumella, con obbligo di rimanere in casa dalle 19.00 alle 6.00 di ogni giorno.

“Il rispetto delle regole all’interno di una comunità e’ la condizione imprescindibile per una ordinata convivenza civile. La famiglia e la scuola, insieme alle altre agenzie educative, rappresentano i capisaldi di una corretta educazione per giovani e studenti. L’uso eccessivo di alcol ed il consumo di sostanze stupefacenti specialmente nei giovani alimentano, invece, il dispregio delle Istituzioni e comportamenti violenti. Da assessore della giunta Firetto mi adopererò per promuovere le iniziative necessarie a garantire stili di vita appropriati, consolidando i rapporti con la scuola e l’azienda sanitaria provinciale per concorrere a rimuovere la condizione di disagio giovanile che troppe volte determina la violazione delle regole di una comunità.
Sono certa -conclude Giorgia Iacolino-che avrò al mio fianco giovani colleghi, insegnanti, operatori del mondo della sanità e le associazioni di volontariato che amano la vita ed il rispetto delle regole”

Personale della Polizia di Stato di Sciacca, nell’ambito di programmati servizi di controllo del territorio, a seguito di segnalazione pervenuta sulla linea NUE 112,  si portava in quella Piazza Mariano Rossi per la presenza di una donna che si palesava appartenere ad una associazione di volontariato per sordomuti. La donna, trovata in possesso di alcune centinaia di euro, controllata dai poliziotti forniva loro dei dati anagrafici, poi risultati   diversi rispetto a quelli che si riscontravano in un documento d’identità trovato in possesso della stessa. La P.G. accertava che la cittadina, risultata di nazionalità rumena, non apparteneva ad alcuna associazione e pertanto le veniva contestato il reato per falsa  attestazione o dichiarazione a un Pubblico Ufficiale. La Divisione Anticrimine della Questura di Agrigento ha quindi predisposto foglio di via con rimpatrio  obbligatorio che le è stato  notificato con l’inibizione  a non fare più ritorno nella cittadina marinara per i prossimi tre anni.